Cap.

 1   Pre|          pure quasi in tutti noi è stato vivo per un momento un prete
 2     I|      asserissero essere questo già stato annunziato indubbiamente
 3    II|         cinque anni non era ancora stato possibile cavargli di bocca
 4    II|         nonno aveva vissuto in uno stato alquanto migliore, ma non
 5    II|           entusiasta di quanto era stato fatto in Francia nel secolo
 6    II|           più ardite di quanto era stato loro imposto di venerare
 7    II|          col sacerdote che gli era stato maestro, scrivendogli una
 8    II|           o di un operaio, sarebbe stato come ritrovare in una sudicia
 9    II|            cosa alla quale sarebbe stato irragionevole il fare opposizione;
10    II|           attendeva.~ ~– Che cos'è stato? – domandò il conte impaurito,
11   III|        nascita del bambino, in uno stato d'animo incerto e commosso
12   III|          aveva provato per lei era stato certamente un sentimento
13   III|            Il conte Ottone non era stato acciecato da un turbine
14   III|            ciò che sentiva, ed era stato perciò sempre più vero e
15   III|        idee del conte. Ed egli era stato soddisfattissimo, allorchè
16    IV|           educazione degna del suo stato. Promettete dunque di farmi
17    VI|        Campaldi, consapevole dello stato di Beatrice e dell'assenza
18    VI|       Rosalìa.~ ~Quale non sarebbe stato il suo sdegno se avesse
19    VI|            volta, che egli era già stato baciato e accarezzato da
20   VII|        abito nero, rivelava il suo stato.~ ~Era prete.~ ~Il conte,
21   VII|      risoluzione. Pareva che nello stato d'agitazione che lo travagliava
22   VII|          figlio era destinato allo stato ecclesiastico, ma che essendo
23   VII|           dunque per Gualberto uno stato eletto; egli credeva con
24   VII|            originale, eravi sempre stato un velo, una veste, ricca
25  VIII|            perciò meno infelice lo stato della sua mente.~ ~Di quel
26  VIII|   intelligenza che gli rivelava lo stato suo, si era spento il sorriso
27  VIII|         tristi conseguenze del suo stato.~ ~Ermanno aveva un'intuizione
28  VIII|        nozze per non prolungare lo stato d'incertezza,  la difficile
29  VIII|         accorse con piacere che lo stato di suo fratello aveva migliorato;
30  VIII|        dolori; per lei ciò sarebbe stato come presentarsi in abiti
31  VIII|    commesso un sacrilegio, che era stato per opera sua che ella era
32  VIII|        sola volta che al conte era stato possibile di strapparle
33  VIII|            deve conoscere quanto è stato fatto dal progresso umano.
34    IX|            parlato a nessuno dello stato del suo animo. Il conte
35    IX|          il giovane – che se fosse stato oro, nessuno l'avrebbe potuto
36    IX|            è nociva sempre. Tu sei stato indiscreto nella fede, ora
37    IX|       volgo gelosamente; chi non è stato riconoscente alla veste,
38    IX|        alzò, andò al posto ove era stato seduto nelle prime ore di
39    IX|        suoi monti, ove non era mai stato con lei, e associava così,
40     X|          come fosse tornato ad uno stato d'ignoranza primitiva; tutto
41     X|          Eppure di quanta vita era stato animato un giorno, di quante
42     X|            madre, a quello che era stato ed a quello che accadeva
43     X| martirizzare per la fede e saresti stato pago; non è miglior cosa
44     X|              Nel Medio Evo saresti stato un alchimista instancabile,
45     X|           dal momento in cui v'era stato. Allorchè abbassò gli occhi
46     X|        ritrovò vestito come lo era stato poche ore avanti, avendo
47     X|            nuovo ammalato come era stato a Roma. Si lasciò quasi
48    XI|        pronunciato così forte, era stato udito da colui che attendeva
49   XII|      aiutarlo, di toglierlo al suo stato.~ ~La Vanina commossa per
50  XIII|            chiese perdono d'essere stato la cagione di tante inquietudini;
51  XIII|      angosce, delle quali egli era stato la cagione nel passato.
52   XIV|           Ermanno dopo il pranzo è stato inquieto ed ha voluto coricarsi
53   XIV|         terrazza. – Quando, come è stato? – aggiunse con quella sua
54   XIV|           di domare.~ ~– Che cos'è stato? – disse con voce soffocata
55   XIV|            era dileguato.~ ~– Sarà stato un abete che ardeva, colpito
56    XV|     subitanea, si rivide quale era stato una volta; riebbe sott'occhio
57    XV|          della Roma cattolica, era stato così smisuratamente grande,
58    XV|          per lui. Egli non era mai stato capace di evocare per 
59 XVIII|            impaziente: – Che cos'è stato?~ ~– C'è il conte Gualberto? –
60 XVIII|             parla, dimmi che cos'è stato, la contessa Jeronima forse?...
61 XVIII|        incertezza, narra che cos'è stato, – disse con voce autorevole
62   XIX|     castello; quanto è possibile è stato fatto, sarà fatto. – Poi
63   XIX|  mestissimo la finestra.~ ~– Com'è stato? – disse finalmente piano
64    XX|         Nel castello l'allarme era stato dato più tardi, dopo la
65    XX| disgraziato fin dalla nascita, era stato tanto caro come avesse avute
66    XX|      apparteneva così poco! Le era stato portato via, era stato sacrificato
67    XX|         era stato portato via, era stato sacrificato per vendicarsi
68   XXI|            volontà e uscire da uno stato che più non ti conviene. –~ ~
69   XXI|           ciò che otterrei mutando stato, ciò che allora si chiederebbe
70   XXI|       mondo e della famiglia, mi è stato sempre additato un campo
71   XXI|            uomo migliore di voi, è stato come un voler sprecare l'
72  XXII|           avvenimenti politici, lo stato del clero e le speranze
73 XXIII|            scritto Jeronima, dello stato malaticcio del conte, indovinò
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