Cap.

 1   III|          parer suo, Beatrice faceva bene, per dare buon esempio alla
 2     V|           nella camera e chiuse ben bene l'uscio dietro a . Provava
 3     V|           la giovane donna.~ ~– Sta bene, – disse il conte, celando
 4   VII|               I preti avevano fatto bene l'opera loro; e l'entusiastica
 5  VIII|        qualcosa di male senza saper bene ciò che fosse, e per un
 6  VIII|             ci contendiamo. Mi farà bene ritemprarmi invece nelle
 7    IX|        della sua tranquillità mi fa bene, perchè io mi riposo pensando
 8    IX|         parole mi hanno fatto tanto bene, mi hanno tranquillato,
 9     X|       quella sera gli avevano fatto bene, ma l'effetto di esse diminuiva
10    XI|  sconosciuto – lo voglio per il suo bene, m'intendi? per il suo bene.
11    XI|         bene, m'intendi? per il suo bene. È indispensabile Vanina,
12    XI|             quella proposta.~ ~– Or bene, chi glielo può dire, chi
13    XI| accennandogli di andarsene.~ ~– Sta bene, vado laggiù fra quegli
14  XIII|        aveva cercato era, s'intende bene, la contessa Beatrice, che
15  XIII|         nella sua camera. –~ ~– Sta benedisse il conte come fosse
16  XIII|   tranquillarla, le disse che stava bene, che era lieto, che non
17  XIII|            sembrava che nel fare un bene a lui avesse scapitato per
18  XIII|          visto felice ed ora vedeva bene che non lo era più. Ma in
19  XIII|           Ermanno?~ ~– Meglio, anzi bene, è uscito di casa e lo vedrai
20   XIV|           Gualberto. – Non ho fatto bene?~ ~– Sì, ha fatto bene, –
21   XIV|        fatto bene?~ ~– Sì, ha fatto bene, – rispose ella prontamente
22   XIV|       eppure son certa che ha fatto bene. –~ ~Gualberto provò un
23   XIV|             soddisfazione.~ ~– Feci bene e lei provò dispiacere che
24   XIV|             Jeronima, io ti volessi bene? Se non avessi confessato
25   XIV|       guardava e non poteva vederla bene, aveva gli occhi gonfi e
26   XIV|           che qui tutti ti vogliono bene, e se tu avessi un vero
27    XV|             ha sgridato... vuol più bene a Gualberto, che è bello
28   XVI|            che la mamma non mi vuol bene... – Qui si fermò e disse
29   XVI|          gl'insegnano a farsi voler bene. –~ ~Jeronima si accostò
30   XVI|            miei fiori, vorranno più bene a lui che a me. Non voglio
31   XVI|             la febbre.~ ~– Non stai bene, Ermanno, – gli disse Jeronima; –
32   XVI|          rispose prontamente, – sto bene, benissimo; – e si alzò
33   XVI|             nel dire che si sentiva bene. Finalmente le domandò che
34   XVI|             vedere, che non mi vuol bene. –~ ~Le prese le mani e
35   XVI|            voglio tanto tanto tanto bene, – disse, e le baciò i capelli,
36   XVI|        nastri dell'abito. – Ora sta bene, – aggiunse – ti ho veduta,
37   XVI|            era , al sicuro, stava bene, e infine le sue paure le
38   XVI|           cintura della veste. – Va bene così?~ ~– Sì, – rispose
39   XVI|         afflitto il poveretto, – va bene come vuoi tu. Addio. – Jeronima
40  XVII|           Aveva caldo. – si starà bene, farà fresco. – Si affacciò
41  XVII|            come me, e volerle tanto bene, e tener chiusa quell'adorazione
42  XVII|   riflettere il suo volto e volerle bene, che piacere! – diceva Ermanno,
43 XVIII|          per oggi non intendo ancor bene ciò che puoi sperare nell'
44 XVIII|            Non solo ti voglio molto bene, ma sento che potrò volertene
45   XIX| tranquillarla; ma non sapendo ancor bene che cosa fosse avvenuto,
46   XXI|           con quell'uomo. Hai detto bene. Dei grandi affetti non
47  XXII|             sento svogliato, ma sto bene.~ ~– Ma questa svogliatezza
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