14-dimor | dimos-magni | magra-risol | risor-vii | viii-zitti
     Cap.

   1      | 14
   2     I|              notte di San Giovanni nel 1852; e che in quella notte s'
   3   Pre|              Emma.~ ~Milano, 14 giugno 1877.~ ~
   4     X|               sole splendeva con forza abbagliante, le bianche roccie sembravano
   5  XIII|             vesti malconce, egli udì l'abbaiare dei cani e la voce imperiosa
   6   XXI|        prendere parte ai vostri studi, abbandonati per quella triste opera
   7     X|               un torrente che sembrava abbandonato anch'esso come quei cenci
   8    II|        Sissignore, – rispose la donna, abbassando il capo.~ ~Il conte avrebbe
   9    IX|                e quelli di Jeronima si abbassarono dolcemente dinanzi a quelli
  10   III|                come la natura stessa s'abbelliva quando essa non c'era, per
  11      | Abbi
  12  VIII|             pensiero, tal fatto era un'abbiezione incomprensibile. Egli intendeva
  13   XXV|                e trasformarsi, come ne abbisognarono, allorchè dovettero nascere
  14   Pre|            cosa la fosse, e per quanto abbisognasse e abbisogni tuttora di correzioni,
  15   Pre|              per quanto abbisognasse e abbisogni tuttora di correzioni, pure
  16  VIII|               furono di quelle lagrime abbondanti, di quei singhiozzi violenti
  17 XVIII|              dalla seggiola e corse ad abbracciare suo padre.~ ~– E non mi
  18 XVIII|              casa.~ ~Padre e figlio si abbracciarono; poi il Campaldi si scostò
  19   VII|                nel cielo.~ ~Egli aveva abbracciata con la sua ardente imaginazione
  20   XIV|           dileguato.~ ~– Sarà stato un abete che ardeva, colpito dal
  21   XII|              paesi lontani che dovetti abitare lungamente in ossequio alla
  22   XXI|             lui pareva d'esser solo ad abitarvi e gli sembrava che tutti
  23    II|            contratte già per istinto e abitudini entro un campo ristretto.
  24    XV|       severamente, che egli non doveva abusare a questo modo della grande
  25   VII|      comunissimi, e ignorava fatti che accadevano a migliaia, a pochi passi
  26 XVIII|              dei suoi baci, egli potrà accarezzarmi le trecce senza sentirle
  27     I|              rugosa, e i ricci biondi, accarezzati dalle morbide mani della
  28    VI|                era già stato baciato e accarezzato da suo padre!~ ~
  29    IX|           spirito intirizzito, come lo accarezzava festosamente! La grande
  30     I|            barchetta della piccina e l'accarezzò mille volte. Allora soltanto
  31   XXI|             seduto nella sua poltrona, accasciato e immobile.~ ~Egli non si
  32   XIV|               nebbia, e dei nuvoloni s'accavallarono intorno alle vette dei monti,
  33   XXI|               che venne, più tardi, ad accendere la lampada della biblioteca,
  34   XVI|                ma la sera, allorchè si accendono i lumi dinanzi a loro, si
  35    XI|               diceva ansiosa la Vanina accennandogli di andarsene.~ ~– Sta bene,
  36    VI|        mettendo il dito sulle labbra e accennandomi di non rivelare ad alcuno
  37    II|              atto di disperazione; poi accennò alla zia di lasciarlo solo;
  38     V|             dall'asprezza con la quale accentuava quella domanda, aprì una
  39   XIV|     soprastante.~ ~Tese l'orecchio e s'accertò che quello era il passo
  40   III|               dal sole, colla fantasia accesa da quella ebbrezza di luce
  41   XIV|           balbettò Ermanno.~ ~Jeronima accese il lume e guardò, maravigliata,
  42    VI|           quali parole, d'obbedirla. – Accetta l'offerta di Giovanni, diss'
  43  VIII|               fermezza e disinvoltura, accettando la sua offerta.~ ~Il conte
  44    IX|               il volgo la intenda e la accetti, che ingannerà? E se ella
  45   XVI|          ginocchio e baciò la fibbia d'acciaio della sua scarpetta. – È
  46   III|             conte Ottone non era stato acciecato da un turbine di nuove e
  47   XIV|           quasi improvvisa del lume lo acciecava.~ ~– Perchè piangi, Ermanno? –
  48  XXII|           seguente, mentre Jeronima si accingeva a richiamare, con un telegramma,
  49   XIV|          tollerare l'esistenza, ora mi accolga finalmente un affetto...
  50  XXII|            mesi.~ ~Pianse maggiormente accomiatandosi da Jeronima, perchè l'amava,
  51    IX|      franchezza. – A domani. – E volle accomiatarsi da lui.~ ~Ma Gualberto la
  52  XXII|         confortata nel vederlo così, s'accomiatò da lui con animo tranquillo.~ ~
  53   Pre|               mutare una storia vera e accomodare le cose in modo che la verità
  54     X|             fare que' suoi voli tondi, accompagnandoli con un ghigno stridulo; –
  55   Pre|            novellieri si permettono di accompagnare con appendici o documenti
  56  XXII|              servi ed alcune carrozze, accompagnavano alla cappella di famiglia
  57  VIII|         infelice a suo talento, che lo accompagnerà dovunque gli piacerà di
  58   XVI|           perderti; ho paura che tu mi accompagni un giorno nella chiesa di
  59   XII|              potrei, anche lo volessi, accomunare la mia vita alla sua? –
  60  XXII|        chiamare un medico; ma egli non acconsentì, dicendo che non si sentiva
  61    IX|           colta e intelligente, avesse acconsentito a diventare la moglie d'
  62    VI|        desideri pieni di attrattive, e accontentarsi della tranquillità che s'
  63   III|              il suo povero orgoglio si accontentava dei complimenti, degli sguardi
  64    II|               oppure un'energia che si accoppiasse ad una forte e decisa individualità.
  65   III|           coniugi si trovavano quasi d'accordo. In questi ultimi anni,
  66  VIII|       volentieri questa breve libertà, accorgendosi a poco a poco che essa usciva
  67   VII|              ancora tanto ricco da non accorgersi quale parte fosse.~ ~Anche
  68    VI|          lontano veglierò sopra di te; accorrerò ad un tuo cenno, se mi vorrai! –~ ~
  69    VI|             poi, fattasi più vicina, m'accorsi che quelle gemme erano goccie
  70    VI|         passato.~ ~Intanto la Rosalìa, accortasi che la contessa non badava
  71  VIII|               diabolico nascosto sotto accorte parole.~ ~– Perchè il conte
  72   VII|        compimento dei suoi disegni con accortezza mirabile, e aveva condotto
  73 XVIII|             queste parole, entrambi si accostarono al letto.~ ~La Rosalìa,
  74   XIV|            battere le ore, si alzò, ed accostatasi ad una finestra nel fondo
  75   XXI|             sdegno, quanta amarezza si accumuli in un momento come quello,
  76  XIII|        maraviglia. A chi era diretta l'accusa? Era la prima volta che
  77    XI|             poteva reggere al sentirsi accusare così e rispose con sicurezza
  78   XXI|                chinò il capo.~ ~– E mi accusi d'essermi vendicato: – domandò
  79 XVIII|           alghe dalla cintura e l'erbe acquatiche dai bei capelli biondi;
  80 XXIII|               e lieta intorno ad essa, acquetarono il suo cuore travagliato
  81    II|       costavano quattrini a chi voleva acquistarle, e che dovevano sempre costituire
  82    IV|                adesso e che intanto si acquistava tempo. Non potè prevedere
  83     X|                mente che quella brezza acuta e fredda venisse a lui dopo
  84     I|               prealpi, rôse dal tempo, acute, frastagliate in mille forme
  85     X|                silenzio; poi con gridi acuti che sembravano ghigni pieni
  86    XV|              non erano fatti per lui e adattati alla sua intelligenza; nessuno
  87    IX|           questo si inganna? E se ella adatterà i suoi pensieri ed i suoi
  88     I|         discorrevano fossero stati più addentro nelle vicende della famiglia
  89    IX|               mosaico nero, che ben si addiceva alla mobilia oscura della
  90    VI|             agevole e sicuro.~ ~Quegli addii furono dolorosissimi, ed
  91   XXI|            famiglia, mi è stato sempre additato un campo più vasto e più
  92    XI|                  Guardalo, è  – e le additò Gualberto che dormiva –
  93   XVI|          restare. Ma qual serio motivo addurre? Alla contessa Beatrice
  94    XX|              presente, ed egli dovette aderire a quell'invito.~ ~Jeronima
  95    XV|               e lacere non possono più aderirvi come prima, e non potendo
  96   XVI|                scortese, se non avesse aderito all'invito. I suoi suoceri
  97     I|          qualche povera famiglia nelle adiacenze del castello, non poteva
  98   XXI|              volontàcontinuò a dire adirato il conte – che tu assuma
  99     X|              giovane sacerdote, contò, adocchiandolo, il danaro che questi gli
 100    IV|            seguire per mia volontà,  adoperarsi in verun modo perchè egli
 101   Pre|                e d'intelligenza non si adopererà arditamente ogni giorno,
 102    IX|           miracolosamente sul vero e l'adorarono senza contrasto e senza
 103   XXV|              di quegli esseri ideali e adorati, dinanzi ai quali si era
 104   XIV|              del mio spirito, tutte le adorazioni, di cui è ancora capace
 105   VII|             sfarzosi, de' quali soleva adornarlo, e tagliati quei capelli
 106     X|               speranze erano una volta adorne quelle spoglie ora spregiate!~ ~
 107   XIV|                male ad altri...~ ~– Ti adoro, – disse piano Gualberto,
 108   XXI|        Ardenberg. Avrebbe bensì potuto adottarne un altro, ma era cosa diversa
 109    II|             debitori alla natura o all'adulazione del pittore di quei lievi
 110   VII|             ardente del pensiero di un adulto. Il giorno che prese gli
 111  VIII|            sempre dalla biblioteca più affabile, più lieta ed amorevole
 112  XXII|                 Alla sua giovinezza si affacceranno nuove e liete speranze per
 113     I|                lunghe notti d'inverno, affacciandosi talvolta alle finestre per
 114  XIII|             del figlio ogni traccia di affanno e di dolore, e studiava
 115   Pre|            pensiero umano, nella lotta affannosa di chi ricerca il vero si
 116   XIV|           nulla... – disse con respiro affannoso. – Sei qui... grazie...
 117  XIII|          sembra sofferente; forse si è affaticata troppo per assisterlo; Ermanno,
 118    XX|         riuscirono vane. Un contadino, affermando di aver veduto da lontano
 119    IX|             poco importa; ma ardirebbe affermare che tuttociò che hanno rivestito
 120     V|             cosa alcuna per la quale s'affermassero i suoi sospetti, e questi
 121     I|               di fresco. E i contadini affermavano che si potevano udire allora
 122   Pre|              una vecchia pergamena che affermi l'esistenza della bella
 123     X|           astrazioni filosofiche, e si afferra un momento di vita come
 124   XVI|                certo, – aggiunse, come afferrasse rapidamente un'idea che
 125    XV|               a stento e difficilmente afferrava il senso dei discorsi che
 126    XV|               Grazie Jeronima! – disse affettuosamente; poi chinò il capo, tutto
 127   III|                il pensiero innamorato, affidava a persona sicura l'incarico
 128   VII|             dal conte di Ardenberg che affidò la sua educazione ai preti
 129    VI|          assenza, le sciagure, avevano affievolito il suo amore; essa aveva,
 130   VII|             sogni poetici e religiosi, affine di salire ancor più alto
 131   XII|               uomo era suo padre.~ ~Un'affinità misteriosa delle fibre e
 132    XV|               del poveretto, non volle affliggerlo con una negativa, e lo seguì.~ ~–
 133    XI|          guardava facendosi sempre più afflitta e accorata, l'uomo si chinò
 134   XVI|                   Sì, – rispose ancora afflitto il poveretto, – va bene
 135    II|               aspirò, come un uomo che affoga nella cerchia ristretta
 136     I|          credevano udire le voci degli affogati uscire dal fondo del lago,
 137   XIV|             mia prima giovinezza mi si affollano come per incanto alla mente
 138   XII|             deserti,  più che mai, s'affollarono intorno a me le raggianti
 139    IX|              sottile e recondita che l'affratella alle più alte? Le dico soltanto
 140   VII|                comune; gli sembrava di affratellarsi con tutti gli animi gentili,
 141     X|        insistenza; camminava con passo affrettato su per quell'erta che metteva
 142    IX|         coraggiose patrizie romane che affrontavano la solitudine e gli orrori
 143    VI|            appartamento della contessa agevole e sicuro.~ ~Quegli addii
 144   VII|        entusiastica indole del giovane agevolò di molto ad essi il difficile
 145   III|          turbata, ed a quel turbamento aggiungendosi più tardi le speranze della
 146    IV|           farmi dono di questo figlio; aggiungete all'autorità paterna che
 147 XVIII|             capisco, Gualberto; ma non aggiungo una sola parola a queste
 148   XVI|             mano. La guardò tutta e le aggiustò le pieghe dell'abito, il
 149   XXI|             quella compagna che più ti aggrada: potrai anche, – e qui luccicò
 150     X|                esitare un sol momento, aggrappandosi alle sporgenze dei sassi,
 151     I|              donna uscire dalle onde e aggrapparsi agli anelli di ferro che
 152   XXI|              le tue, – disse il conte, aggrottando di nuovo le ciglia con voce
 153   XXI|                  e si alzò.~ ~Il conte aggrottò le ciglia e sentì ribollire
 154    IX|             non è fuori delle cose che agitano e commuovono le genti di
 155 XVIII|        scrutava la fisonomia pallida e agitata di Gualberto.~ ~– Si calmi,
 156    IX|              si muovevano come fossero agitate da mani ignote o che celassero
 157   XIV|               Erano commossi entrambi, agitati come la natura che li circondava.~ ~–
 158    XV|              violenta, sconosciuta, lo agitò; poi si sovvenne che presto
 159     I|               influenza sull'anime che agognava di trarre a perdizione.
 160    IX|         Jeronima.~ ~Ricordava la lunga agonia di quegli Dei della Grecia
 161   VII|                o per ischerzo su quell'aitante persona, che aveva le movenze
 162     X|              alle sporgenze dei sassi, aiutandosi con le mani e le braccia,
 163    IX|               parole mi sorreggono, mi aiutano, Jeronima: sono grandi,
 164    IX|               più intimo, un dovere di aiutarsi e sorreggersi a vicenda.~ ~–
 165   XXI|                  ed eccomi disposto ad aiutarti efficacemente, perchè tu
 166     X|              che lo chiamavano, che lo aiutassero e lo liberassero; e si dibatteva
 167    IX|              ho bisogno di lei.~ ~– Ci aiuteremo a vicenda, – disse Jeronima
 168  VIII|              Ho inteso, Jeronima, e ti aiuterò d'ora innanzi in tutti i
 169   III|              domava il suo sdegno e lo aizzava ad un tempo.~ ~Le sue ardenti
 170     X|             Medio Evo saresti stato un alchimista instancabile, avresti cercato
 171   XXI|              tanto tempo, che serva ad alimentare venti anni di vendetta?~ ~–
 172   VII|           religione sua, che in Roma s'alimentava di tutte le bellezze artistiche,
 173   VII|                grande e ideale, quando alimentavano i suoi gusti aristocratici
 174    XX|           fosse caduta. Nel castello l'allarme era stato dato più tardi,
 175     I|              le cavalcate portavano un'allegria insolita fra i nostri monti,
 176 XVIII|               suo bel sorriso franco e allegro l'artista, – è con me ed
 177   XII|           movimento mi attraggono e mi allettano incessantemente... Ti ho
 178  VIII|             sempre buone, e cercava di alleviare la loro afflizione con doni
 179   XII|               sino alla casa dove sono alloggiato. Nessuno deve sapere che
 180   XII|              nella casa di Rosalìa ove alloggio, o meglio, dove mi nascondo.
 181   XIX|               trovando un pretesto per allontanarla da quella camera, – ho incontrato
 182   XIV|              io gli promettessi di non allontanarmi, per essergli vicina se
 183   XII|            forte forte le mani. Poi si allontanarono rapidamente a fine di nascondersi
 184   VII|            caso alcuno lo muovesse e l'allontanasse da noi, non troverà mai
 185   XIV|        dimenticava, che non si sarebbe allontanata da lui? – E le nostre promesse –
 186     V|              uscio, e senza parlare si allontanò in punta di piedi.~ ~Appena
 187   III|               nascondere anche questo, alludendo ad una cagione grave e dolorosa
 188     X|              fisso la sua ombra che si allungava dinanzi a lui. Talora quell'
 189  XIII|          faceva così indirettamente un allusione al passato. Ma egli non
 190    XI|           mentito. Potrei giurare sull'altare che ho detto il vero. –~ ~
 191   XIV|                primi secoli cristiani, altere e virtuose matrone, credenti
 192   VII|          aristocratici e i suoi sdegni alteri per le cose volgari, non
 193   VII|            generosità, d'aristocratica alterigia. E se da un lato era tratto
 194   XIV|                aveva guardato e pianto alternativamente, senza sapere perchè piangesse.~ ~
 195     X|               di rupe in rupe da quell'altezza vertiginosa s'era potuto
 196     X|            salire alle più vertiginose altezze; in quel momento esso ha
 197     I|         variopinti, e finalmente in un alveo di mammole e viole, di rose
 198  VIII|         Jeronima fece un movimento per alzarsi. Credeva che padre e figlio
 199    IV|           garbo a Beatrice, che si era alzata, e pallida come una morta
 200   XVI|                 e gli angioli di marmo alzerebbero su su la cupola, per farla
 201  XIII|                desinare, e la contessa alzossi anch'essa, e più lieta che
 202   XXI|               amano due madri, non due amanti. Ed io ho già trovato mio
 203   XXI|            ogni mezzo per rendermi più amara la sventura. La mia ragione
 204     V|               triste verità che doveva amareggiare tutta la sua vita, gli era
 205    XV|             suo padre, e che gli aveva amareggiata tutta l'esistenza colla
 206    II|            educatore. Ma il conte, che amareggiò gli ultimi anni del suo
 207  XVII|            viso, sono tutto indegno di amarla. Essere acqua, cielo, riflettere
 208     X|           guardò cadere con un sorriso amaro, pieno di triste, dolorosa
 209   XIV|            male in questa gioia? Non s'amarono così, fra gli orrori e le
 210  VIII|            delle credenze ardentemente amate.~ ~Jeronima lo guardava.~ ~
 211     X|                la prima volta da quell'ambiente aristocratico, e che la
 212    IX|                più spregevole la bassa ambizione che l'aveva spinta per vanità
 213    IX|             aveva nello spirito? Hanno ambizioni, desideri di potere, di
 214    IX|    Cristianesimo, e fra i pedanti, gli ambiziosi, gl'ingrati d'allora, sorgevano
 215   III|                   Si coprì il viso con ambo le mani, pianse e tremò.
 216    VI|               intelligente e buono; ti amerà, ti difenderà, sarà la tua
 217    IV|       ritrovava nella sua casa, fra le amiche e le sorelline, giuocando
 218    IX|              la mano e con una stretta amichevole e affettuosa, disse: – A
 219  XXII|                 un'offerta alla nostra amicizia, – diss'ella con dolce mestizia, –
 220    IX|      confortate da costanti e profonde amicizie coi primi pensatori della
 221    II|          essersene fatto a modo suo un amico e compagno di studio, côlto
 222     V|          camera, dicendole addio; ma l'ammalata lo richiamò.~ ~– Ermanno –
 223    II|      innovatore di quelle più giovani, ammenochè si sian potute sempre ritemprare
 224 XVIII|              si scosse; ma il Campaldi ammiccò coll'occhio, per fargli
 225     X|             uomini, dev'essere appunto amministrato dalle mani più abili? Credi
 226  XIII|              un padre, del quale aveva ammirate le opere tante volte; il
 227    IX|                egli aveva maggiormente ammirati negli anni scorsi; ora ripensava
 228    II|               negli studii filosofici, ammiratore entusiasta di quanto era
 229   III|               sguardi d'invidia, delle ammirazioni e gelosie che suscitava
 230  VIII|              di Jeronima, ma le severe ammonizioni del conte, che egli temeva,
 231   III|                un lato del castello, s'ammucchiavano densi nuvoloni, che frapponendosi
 232   XIX|          risposta inattesa aveva fatto ammutolire Gualberto.~ ~– Perchè? –
 233  XXII|              con quel poveretto che mi amò. È un voto alla memoria
 234  VIII|          giovinetta di modi gentili ed amorevoli doveva diventare sua sposa,
 235     I|              secoli, che ricordava gli amori di una bella e giovane contessa
 236   XXI|               tue ricchezze copriranno ampiamente tutte le memorie del passato,
 237   VII|               Dopo avere traversato un ampio vestibolo e due vaste sale,
 238  VIII|            queste opere, come fosse un analfabeta che non ha mai veduto una
 239     V|                vivente da leggersi, da analizzarsi; l'avrebbe tagliato a pezzi,
 240     X|                a camminare nella valle andando laddove questa sembrava
 241    XI|                Vanina accennandogli di andarsene.~ ~– Sta bene, vado laggiù
 242   XXI|        portassero dei sigari e che gli andassero a prendere i giornali, come
 243   XXI|               per lei rispetto, amore; andavo superbo di poterla chiamare
 244 XVIII|              mio indirizzo a Vanina, e andrò ad attenderti a Roma. Addio...~ ~–
 245  XXII|            altri tempi, le narrò degli aneddoti della sua giovinezza e fece
 246     I|                onde e aggrapparsi agli anelli di ferro che sporgevano
 247     I|                spiagge, il suo perduto angioletto. Verso l'alba, allorchè
 248    VI|             bella e sorridente come un angiolo, e per me fu buona davvero
 249    II|          leggere, ma non gli riusciva. Angosciato per la giovane contessa
 250  XXII|         potesse ritemprarsi colà dalle angoscie sofferte, e ritrovare fra
 251   XXI|            modo diverso che non fra le anguste pareti della vita domestica.~ ~–
 252  VIII|          promesse. Prendeva cura degli animali, delle piante, dei fiori;
 253     I|            offesa nel passato e che le animasse un desiderio insaziato di
 254  XXIV|                   La conversazione era animata; il Campaldi parlava con
 255    IX|                gli orrori del deserto, animate dall'amore di Dio, confortate
 256   XIV|            nuove, intorno alle quali s'animavano le sue idee con vigore e
 257     I|              acquistare influenza sull'anime che agognava di trarre a
 258  VIII|                suoi pensieri confusi e annebbiati, sulle proprie azioni, si
 259   XXI|                e cultura, potrà essere annoverato fra i gentiluomini più illuminati
 260     X|         sentimenti nuovi, ignoti, e li annoverava fra le vecchie cose che
 261    XX|              ben chiamare un'esistenza annullata. Lo sapeva anche infelice,
 262    II|           grande avvenimento gli fosse annunciato. S'era provato a leggere,
 263   XIV|                alle disgrazie che essa annunciava. E in quella notte, mentre
 264     I|                essere questo già stato annunziato indubbiamente da una misteriosa
 265 XVIII|                Temeva che l'improvviso annunzio di una disgrazia gli potesse
 266     V|          saputo, e d'allora in poi con ansia grandissima aveva tenuti
 267     V|            unghie; l'osservava con una ansietà febbrile; quella creatura
 268    IX|                degli sguardi lunghi ed ansiosi co' quali la contessa Beatrice
 269    IX|       Gualberto mosso a pietà di lei e ansioso di trovare forse una parola
 270   Pre|               anzichè portare una data antica la porta ancor più recente
 271    II|               Ardenberg, come tutte le antiche famiglie, andavano sempre
 272    IX|          Altinori, sebbene di grande e antichissima nobiltà, erano stati colpiti
 273   III|                necessitava la partenza anticipata dell'artista.~ ~Così il
 274   Pre|              nei fascicoli della Nuova Antologia la Leggenda di Valfreda
 275  VIII|            ricaduto nella sua consueta apatia.~ ~Che ci fosse in lui qualcosa
 276   XVI|             mai visto su quella figura apatica e immobile. – Voglio restar
 277   VII|              un'impazienza degna di un apostolo.~ ~I preti avevano fatto
 278 XVIII|              alto concetto del poeta m'apparechiaro che par persona. –
 279   III|            consolare, dopo breve tempo apparentemente si tranquillò e riprese
 280    IX|                 che si celano sotto ad apparenze di tranquillità, dolori,
 281 XVIII|              questa mia risoluzione ti apparirà evidente e che tu l'approverai.~ ~–
 282    IX|           dalle altre, perchè invece d'apparirgli con promesse attraenti gli
 283     I|              contessa Valfreda e delle apparizioni notturne nel bosco; ma vi
 284   VII|               di Roma gli erano sempre apparse invece in abito di gala;
 285    IX|      bianchissimo, delicato, quasi non appartenesse ad un essere vivente.~ ~
 286   III|               migliori di questo mondo appartenessero a lui solo; dovunque egli
 287  XVII|         contemplare gli oggetti che le appartenevano.~ ~– Potessi ancora sentire
 288    XI|      sbalordita e confusa di Gualberto apparvero improvvisamente, disordinate
 289   III|                gli audaci, impazienti, appassionati desideri del presente. E
 290  VIII|                ed i bei tralci fioriti appassivano presto. Lo scemo li guardava
 291   Pre|         permettono di accompagnare con appendici o documenti i loro racconti.
 292   III|                guardando quei ritratti appesi nel salone, ebbe la certezza
 293 XVIII|           accostò allo specchio, che è appeso a quella parete, e si guardò. «
 294     I|                le minacce del parroco, appiccava discorso su tale argomento
 295    II|                attitudini che ci fanno applicare utilmente ai grandi interessi
 296    II|                le intendevano male, le applicavano a rovescio, e per esso il
 297   VII|           verso la finestra, l'aprì, e appoggiando di nuovo la testa fra le
 298   III|               monti, a' quali sembrava appoggiarsi un lato del castello, s'
 299   III|               cosa, senza intenderne o apprezzarne alcuna.~ ~La contessa Beatrice,
 300   VII|                mirabile avevano saputo approfittare delle tendenze del suo spirito.
 301    XV|           indovinare l'ora opportuna e appropriare l'opera sua alle necessità
 302 XVIII|           apparirà evidente e che tu l'approverai.~ ~– Allora te lo dirò;
 303   XXI|              avvenire più splendido si apre dinanzi a te, sei il solo
 304   XIX|            Jeronima, – disse il conte, aprendo l'uscio a sua moglie, e
 305    IX|               monti, sebbene fosse già aprile, la vedeva con una lunga
 306     X|                laddove questa sembrava aprirsi scendendo verso il lago.
 307    XI|                tutto.~ ~No, il conte d'Ardemberg non era suo padre; ne sentiva
 308  VIII|               speranze, delle credenze ardentemente amate.~ ~Jeronima lo guardava.~ ~
 309    IX|              cagioni, poco importa; ma ardirebbe affermare che tuttociò che
 310    IX|             inteso tutto, ma ora anche ardirò aprirle più francamente
 311     V|            interpretare i filosofi più arditi, e diventare il più illuminato
 312     X|               poi ricominciava con più ardore la salita.~ ~Quel sentiero
 313     I|             sua creatura, distesa sull'arena, vi dormiva placidamente,
 314     I|         solitudine. Da tutto questo si arguì che la Rosalìa conversasse
 315    II|             infine di ripetere i motti arguti di quei grandi scrittori
 316   XVI|              scaturita da un anno nell'arida sua esistenza; pensava a
 317   XIV|              energia non bastano, sono aride, infeconde, ci vuole una
 318 XVIII|               stanzuccia più bassa, ma ariosa e pulita, ove la vecchia
 319   VII|              alimentavano i suoi gusti aristocratici e i suoi sdegni alteri per
 320   XVI|          camera. Ora l'udiva aprire un armadio, ora un cassettone, ora
 321     I|               ombre folte del bosco le armature arrugginite di soldati e
 322     I|             erano spariti gli uomini d'armi, vagava fra gli alberi,
 323    II|               e la Croce di Malta, e s'arrabbiava contro quei nobili che non
 324   VII|          leggiadrissimi fiori e piante arrampicanti che ricoprivano vagamente
 325   XXV|           nuovi edifizi. L'avvenire ti arrecherà la certezza di un affetto
 326    II|             faceva essere più docile e arrendevole nella convivenza della vita
 327   XXV|             mano nell'avvenire, non mi arresterò più. Accanto a te, in quest'
 328     V|               te, ha capito che dovevi arrivare. – Il conte sorrise mestamente
 329   XIV|            fosse di spazio o di tempo, arrivassero sino a lei e le narrassero
 330    IX|       religioni fosse come una matassa arruffata, ma che il filo non interrotto
 331 XVIII|            piante, smosso il terreno e arruffate tutte le fronde degli alberi
 332     I|              come l'acqua a momenti li arruffava e a momenti li tirava lisci
 333     I|            folte del bosco le armature arrugginite di soldati e cavalieri d'
 334 XVIII|          fulmine colpì degli abeti che arsero, ed ella vedendo la luce
 335    XV|              terra, destinato a vivere artificialmente. Invano si studia, allorchè
 336   VII|            immaginazione a nudo, senza artifizio, con una violenza quasi
 337   VII|                d'imaginazione e indole artistica, non era punto diffidente.
 338   VII|            giovane, ravvolto con garbo artistico nelle pieghe di seta nera
 339     X|              la natura riprende il suo ascendente sull'animo nostro, allora
 340   XIV|              da ogni movenza, sembrava ascoltare con rispetto pietoso.~ ~
 341   XIV|            parole tacquero entrambi, e ascoltarono insieme il vento che sibilava
 342   XIV|            confortava tanto il sapersi ascoltato da lei, il deporre ai suoi
 343 XVIII|                Gualberto e il Campaldi ascoltavano con attenzione la poetica
 344   XXI|                d'essere ascoltate.~ ~– Ascolto, – rispose Gualberto – ma
 345    IX|         moralmente senza tetto e senza asilo, spergiuri ad una promessa,
 346    IX|               ciò che io indovinavo, e aspettai... mi figuravo che io forse
 347   XII|               che non mi permetteva di aspettare? –~ ~– Perdonirispose
 348  XIII|           lagrime agli occhi.~ ~– T'ho aspettato tanto... – disse dolcemente.~ ~
 349   XII|              una storia di affetto, di aspettazione, di dolore represso. – Mio
 350   XII|            Domani verso il tramonto ti aspetterò nella casa di Rosalìa ove
 351  XIII|            disse con impazienza: – Che aspettino. Ora non ho voglia d'escire. –
 352   Pre|                non v'ha pensiero alto, aspirazione ardita che nella vita umana
 353    II|            vecchio e rigido sacerdote, aspirò, come un uomo che affoga
 354   VII|       rivedendo con essi quella natura aspra ed alpestre, sentì che lo
 355     V|              La zia, maravigliata dall'asprezza con la quale accentuava
 356    XI|             pianti della contessa, gli aspri e ironici rimproveri del
 357    IX|            della natura, qualche luogo aspro e selvaggio dei suoi monti,
 358    IV|         contessa aveva assistito senza assaggiare neppure una vivanda – questa
 359    IX|          spogliato come un viaggiatore assalito lungo la via dai briganti.~ ~
 360    IX|             erano quelle memorie che l'assalivano? Che cosa aveva questa creatura
 361  XXII|          improvvisamente, per un nuovo assalto apoplettico.~ ~Jeronima
 362    II|             che egli prediligeva, e di assaporarne le bellezze fra una presa
 363     I|         pallido e giovanile del paggio assassinato. Era però un pezzo, ai tempi
 364   XXI|             sdegno – il peggiore degli assassinii, quello che lascia viva
 365  XIII|             come soleva fare quando si assentava per qualche ora dal castello;
 366    VI|              al castello. Il conte era assente, il modo d'introdurre l'
 367    IV|                l'avremo risolta, io mi assenterò per qualche tempo dal castello
 368     I|              triste o lieto, senza che asserissero essere questo già stato
 369     I|                ribattere le illuminate asserzioni del maestro di scuola.~ ~
 370    VI|             anno in America, e per ciò assestava tutti i suoi affari in Italia;
 371  XIII|           alcuni oggetti sul tavolino, assestò delle carte che vi erano
 372    IV|          paterna che mi  la legge, l'assicurazione che in verun caso voi non
 373  VIII|          passeggiate che solevano fare assieme, lo coglieva questo pensiero,
 374    XX|                gioie, ma doveva invece assistere all'isolamento cui era condannato,
 375   III|           candide e sottili dei monti, associando così alle immagini esterne
 376   Pre|                 forse troppo, che nell'associazione delle cose più elevate alle
 377    IX|           farlo. Se vi sarà un tempo d'assoluta universale incredulità,
 378   Pre|              assurda, che, non potendo assolutamente rifare il lavoro, superai
 379   XIV|            pezzo immobile, leggermente assopito.~ ~Jeronima, sempre seduta
 380  XVII|               occhi sotto a quel velo; assorbì l'olezzo di quella trina
 381  VIII|            sulle ginocchia se ne stava assorta nello sconforto di mestissimi
 382   XXI|              adirato il conte – che tu assuma la direzione dei miei affari,
 383 XVIII|              stesso tempo animato, che assume la campagna dopo un uragano.
 384    IX|            fede. Alcune, ritornando ad assumere forme più umili, erano però
 385     V|             poteva ridire ogni cosa?~ ~Assunse nascostamente delle informazioni.
 386    IX|          pareva di soffocarvi, d'avere assunto erroneamente la forma di
 387   Pre|            vergogna, tanto infondata e assurda, che, non potendo assolutamente
 388    IX|           conte, si sarebbe volentieri astenuta dall'andarvi, se avesse
 389    IX|                interpretare in un modo astratto ed imaginoso quelli della
 390     X|        saprebbe esprimere un volume di astrazioni filosofiche, e si afferra
 391   VII|               suoi educatori, abili ed astuti, sapevano sempre cogliere
 392 XVIII|         stampata, indoviniamo pure con astuzia molti segreti, – aggiunse
 393   Pre|           stento possiamo guarire dell'atomicità morale che ci presta l'attitudine
 394   Pre|               il cervello non è ancora atrofizzato.~ ~Per questo, rileggendo
 395   III|               proprio guscio morale, s'attagliava perfettamente alle idee
 396  XXII|                e Gualberto rimasero ad attenderla presso allo scalone.~ ~–
 397 XVIII|         indirizzo a Vanina, e andrò ad attenderti a Roma. Addio...~ ~– Addio, –
 398  VIII|               i suoi, ma come invece l'attendessero ospiti illustri ed esigenti.
 399  XIII|                cacciatore ed i cani lo attendevano sul piazzale dinanzi al
 400 XVIII|        allorchè osservano qualche cosa attentamente.~ ~– Oggi sì che ti ritrovo
 401    IX|                sottovoce come sperasse attenuare così la sua indiscrezione.
 402  VIII|              tante cure, tante gentili attenzioni. Allo scemo aveva badato
 403   III|        camminava su e giù nella camera attigua.~ ~La povera donna aveva
 404     X|             sua ebbrezza, egli l'aveva attinta in  dalla furia tormentosa
 405  VIII|               periodo di mezzo, il più attivo e fecondo nel corso della
 406     X|               fiori guardassero muti e attoniti quel pazzo che si era trasformato
 407  XVII|                giù come se l'abisso lo attraesse, ora chiudendo gli occhi
 408    IV|          colpevole vostra risoluzione, attragga l'attenzione del mondo sopra
 409   XII|                spazio, il movimento mi attraggono e mi allettano incessantemente...
 410    IX|   familiarmente la mano sulla spallaattraversi in questo momento una di
 411   XIX|             appartamento di Ermanno.~ ~Attraversò rapidamente, senza incontrarvi
 412  XXII|       giacevano inoperosi accanto agli attrezzi da caccia.~ ~La forza, l'
 413  VIII|           volendo coricarsi subito; le augurò dunque la buona notte e
 414    IX|          condannati entrambi alle sole austere gioie dello spirito, stavano
 415   XIV|          talvolta la forma severa dell'austerità.~ ~Jeronima era certamente
 416   III|           diretti verso la Baviera o l'Austria. Era quella borgata fra
 417     X|                Una pagina scritta dall'autore più insigne sarebbegli parsa
 418   XXI|               guardò il lago. – La mia ava Valfreda riposa qui sotto, –
 419   VII|           larga poltrona fumava il suo avana.~ ~Chi l'avesse potuto vedere
 420    IV|                  che aveste idee tanto avanzate e teorie così sicure da
 421     I|            mandavano i loro figliuoli, aveali rimproverati severamente,
 422      | aveano
 423      | avendole
 424      | avergli
 425    XX|             conte non soddisfatta dell'averglielo rapito, d'averlo costretto
 426  VIII|         incessanti sventure gli ultimi averi di una famiglia già quasi
 427   XII|               sua madre, la gioia dell'averti ritrovato, debbo a loro
 428      | aveste
 429      | avevate
 430   III|               artisti; e veniva di , avido di gioia e di vita, ardito
 431      | avremmo
 432      | avremo
 433      | avreste
 434      | avrete
 435      | avute
 436   XVI|         movimento quasi di paura senza avvedersene, e lo respinse. Ermanno
 437   XXI|              il pensiero; avete voluto avvelenare, far morire il mio spirito;
 438   XXI|              un'intelligenza sciupata, avvelenata, allorchè nasceva, e un
 439  VIII|             sua camera, ciò che talora avveniva assai per tempo, essa rimaneva
 440     I|           spalle quei contadini, – non avvenne nessuna disgrazia nella
 441     I|            vocina infantile una strana avventura.~ ~Essa narrò come il giorno
 442    IV|             mondo sopra i tristi fatti avvenuti qui dentro. –~ ~La contessa
 443    IX|                sapere in quale momento avverrà l'incontro? Quale maggiore
 444    IV|            indole timida e debole nell'avversa fortuna. Non era capace
 445   VII|                in questo suo proposito avversato da altre persone della famiglia,
 446   XIV|             dei monti.~ ~Ma essi non l'avvertirono. Gualberto parlava ancora,
 447    IX|               un fatto mediocre che ci avvia a far meglio senza preferire
 448   XVI|          replicò Jeronima alzandosi ed avviandosi alle sue camere.~ ~Ermanno
 449    IX|              sradicare pregiudizi, per avviare uomini acciecati o idioti
 450   XII|         offenderlo con un diniego.~ ~S'avviarono verso lo sbocco della valle.~ ~–
 451    II|               che la contessa si fosse avviata decisamente per la via tracciata
 452  VIII|              di pensatore. Qui – disse avvicinandosi agli scaffali di destra –
 453   XIV|               per un momento lei s'era avvicinata a noi, ora di nuovo si allontana... –~ ~
 454     V|           gattino sulle braccia si era avvicinato in quel mentre anch'esso,
 455  XIII|          quattro un domestico venne ad avvisare il conte che il cacciatore
 456  XIII|              torna il conte Gualberto, avvisatemi.~ ~Ricominciò a passeggiare
 457    VI|               Gualberto, Beatrice ebbe avviso dalla Rosalìa che Guido
 458   Pre|       religione cattolica, la quale ci avvolge siffattamente in tutti gli
 459   XIV|          intorno alle vette dei monti, avvolgendoli quasi sino alle falde. Le
 460   III|        presente. E Beatrice si sentiva avvolgere, sgomenta e commossa, da
 461   XIV|              notte e il denso velo che avvolgeva la sua mente.~ ~Voleva pensare
 462     X|                Su quella cima deserta, avvolta nella luce e nel silenzio
 463   XXI|               Dissi allora delle cose, azzardai dei giudizi – continuò a
 464   XXI|                era suo padre, che egli azzardasse ancora di parlare intorno
 465  VIII|           chinò sopra la fronte di lei baciandola paternamente.~ ~– Ho inteso,
 466 XVIII|              di salutare Beatrice e di baciare il suo piccolo Gualberto
 467    II|              Ora riposa, Beatrice, – e baciatala di nuovo in fronte, partì,
 468    VI|                 che egli era già stato baciato e accarezzato da suo padre!~ ~
 469     X|          rinascere, d'essere simile al baco che sta per diventare farfalla.~ ~
 470     I|               sino ad ora tarda, senza badare alle rimostranze superstiziose
 471  VIII|           attenzioni. Allo scemo aveva badato assai poco, ed ora questo
 472    IV|              ripeto, perchè allora non baderò  a scandalo  a convenienze,
 473  VIII|               volta sul lago, di farlo bagnare nelle acque limpide di esso,
 474    XI|            padre... – rispose la donna balbettando a stento quelle terribili
 475   III|    contrastavano mille pensieri lieti, baldanzosi, mille imagini che gli portavano
 476    II|       sgraziata fisionomia non era mai balenato un lampo di intelligenza
 477     V|           ravvisò; sul suo brutto viso balenò un raggio non d'intelligenza,
 478   VII|              dame eleganti in abito da ballo, perdute fra le dimore dei
 479     I|         chiamava Rosalìa, dopo essersi baloccata lungamente sulla riva, era
 480   VII|          luoghi ove a quel tempo s'era baloccato tante volte, e rivedendo
 481     V|              che il contino Ermanno si baloccava, mentre il piccolo Gualberto
 482     X|            parte lo circondavano altre balze nude ed irte di roccie scheggiate;
 483 XVIII|               sventolare, in sogno, la bandiera nera sul castello di Ardenberg. –
 484     I|              il giovane paggio, ferito barbaramente, ma non peranco morto, venisse
 485   XIX|                parlato coi contadini e barcaioli...~ ~– Dov'è? – chiese premurosamente
 486   XIX|             sera, un tempo cattivo; le barchette tornavano alla riva, e,
 487  VIII|             attese che gli tornasse il barlume di un'idea o d'un'immagine.
 488    IX|                tante disgrazie, che il barone, padre di tua cognata, sarebbe
 489   III|              mettevano fra di loro una barriera insuperabile, e la difendevano
 490    IX|        risposte che m'ebbi ora debbano bastare?~ ~– No, non bastano! –
 491   VII|           ebbrezze della fede potevano bastargli, l'inganno durerebbe poco;
 492    II|              valevano niente; a questo bastavano le frottole del parroco.
 493  XXII|                più belli del pensiero. Basterà a te la memoria di Ermanno,
 494     X|                 non il progresso. A te basterebbe l'apparire nuovo a te stesso
 495   XXI|            maravigli che quello sdegno basti tanto tempo, che serva ad
 496   XIV|        Jeronima; – perchè il mio cuore batte di gioia, perchè mi sento
 497     V|          sembrare ancora più graziosa. Battè le piccole manine rosee,
 498   XXI|          rispose il conte, alzandosi e battendo i piedi, – mi manchi di
 499   XIV|         violento che velò ogni cosa, e battendole nel viso, l'obbligò a richiudere
 500    IX|              biblioteca segnava con un battito lento e regolare il corso
 501   III|             passavano diretti verso la Baviera o l'Austria. Era quella
 502   III|           maravigliosi. In que' giorni beati passava ore intere seguendo
 503  VIII|        sentimenti di Ermanno. Egli era beato. La rivedeva incessantemente
 504    XX|                Gualberto con que' suoi begli occhi mesti, che parevano
 505  VIII|              in fronte.~ ~– Che Dio ti benedica, Jeronima, – le disse, e
 506 XVIII|               la Madonna Santissima lo benedicano, conte Gualberto, e volgano
 507 XVIII|                Gualberto, e volgano in benedizione tutte le lagrime che la
 508    II|            lodi tributate alla propria benignità.~ ~Il conte Ottone contava
 509  VIII|            ogni momento denti uguali e bianchissimi; le mani poi erano quelle
 510   Pre|             lavoro, queste pagine, che biasimate da molti, proveranno almeno
 511  XVII|                i tavolini, e trovò una Bibbia, che Jeronima soleva portare
 512   XXI|       soddisfazione nei suoi occhietti bigi e vivaci.~ ~– Parlo del
 513   III|        mestamente sull'acque torbide e bigie del lago, mentre il castello
 514     X|               non vedeva mai sole, era bigio, umido, buio.~ ~Gualberto
 515    II|            nella cerchia ristretta del bigottismo, l'aria libera che spirava
 516     I|                aveva due lunghe trecce bionde, e l'acqua limpidissima
 517    II|                idee grandi e belle, ma bisognava essere anche un gran signore
 518    IX|             talvolta la forma è rozza, bizzarra, triviale, talvolta è un
 519     I|            frastagliate in mille forme bizzarre, erano bianche quasi fossero
 520 XVIII|          tronchi caduti, quell'aspetto bizzarro e nello stesso tempo animato,
 521   XIV|              come un bambino che fa le bizze.~ ~–Ma che cosa vuoi? Che
 522   XVI|                momento e tornò con una boccetta piena di profumo, e gliene
 523     I|         sassolini, tutte le alghe e le boraccine che in essa vedeva; e a
 524     I|       camminare le giornate intere nei boschi, raccogliendo nella neve
 525     V|             sono lieto, – rispose egli brevemente, e uscì dalla camera.~ ~
 526  VIII|               del matrimonio a termine brevissimo.~ ~Jeronima fu   per
 527    IV|      scintillante come di uomo pazzo o briaco, – perchè i suoi genitori
 528    IX|              assalito lungo la via dai briganti.~ ~Le aveva sepolte ad una
 529    IX|               file di legature dorate, brillando qua e  nell'oscurità,
 530   XXI|           tempo, allorchè il giovane e brillante conte di Ardenberg sarà
 531 XVIII|                quasi fossero sparse di brillanti; e fu come una pioggia luminosa
 532   XIV|                 Gli occhi di Gualberto brillarono a quelle parole.~ ~Aveva
 533   III|              intelligenza aveva ancora brillato nei suoi piccoli occhi tondi,
 534  VIII|                lampo fugace e inatteso brillava nell'ombra, era un raggio
 535  VIII|           mordace, vigoroso e pieno di brio. Leggeva molto, andava a
 536   XIV|            castello, il cupo e lontano brontolìo del tuono. Erano commossi
 537    IX|        triviali, di desideri volgari e brutali, d'abbiette passioni che
 538  VIII|            paura, di gioia stolida, di brutalità primitiva.~ ~Il suo idiotismo
 539  XVII|          quell'adorazione in una forma brutta come la mia; sono indegni
 540   XVI|          sarebbe dire che i fiori sono brutti, che la mamma non mi vuol
 541    IX|              religiose più lontane, da Buddha a Confucio, da quelli alle
 542  VIII|                lago. Quando vi era una bufera e che l'onde si accavallavano
 543     I|               secchi.~ ~Durante quelle bufere i contadini superstiziosi
 544     I|          bianca che sorgeva durante le burrasche dalle onde, usciva dal lago,
 545  VIII|               esitare, come si sarebbe buttata dalla vetta di un monte
 546   XIV|          finestra. Ma non le riuscì di cacciare i tristi pensieri che si
 547     X|              ha bisogno. L'ha mutato e cacciato; ma poi, vestito a nuovo,
 548     I|         animato da feste, da balli; le caccie e le cavalcate portavano
 549     V|             viso pallido, magro, quasi cadaverico; ma quegli occhi grandissimi
 550   XIX|                e due grosse lagrime le caddero dagli occhi. – Perchè sotto
 551  XXII|            tranquillo, benchè il volto cadente e le spalle più curve del
 552  VIII|              balbettò. – Temeva... che cadesse lo sgabello, – poi, scesi
 553   XIV|              Dei grossi goccioloni gli cadevano dagli occhi, e nella sua
 554    XX|            persona o cosa che vi fosse caduta. Nel castello l'allarme
 555    VI|             timore in quali mani erano cadute le prove del suo disgraziato
 556   III|      rassomigliare assai ai turbamenti cagionati da un primo amore. Ma alla
 557    IX|               umanità e ne ricerchi le cagioni, poco importa; ma ardirebbe
 558   XIV|            tempo. Non erano però state calate le tende  chiuse le persiane,
 559     I|                bianchi massi di pietra calcare, caduti dalle vette e dai
 560     X|                dei lunghi silenzi, dei caldi deserti, dei mari lungamente
 561    IV|              dire il conte con maggior calma e con un sorriso maligno. –
 562    IX|             difficile il rispondere. – Calmatiaggiunse – e rifletti
 563 XVIII|           agitata di Gualberto.~ ~– Si calmi, non si sa ancora niente,
 564     I|                terra. Una fitta nebbia calò in quel giorno sul lago,
 565   VII|              roccie nude, queste vette calve, questi dirupi scoscesi,
 566 XVIII|               piccino, coperto con una calza verde tessuta d'erbe, e
 567 XVIII|              alghe sono secche, le mie calze tessute d'erbe scricchiolano
 568   III|                sposi di mutuo consenso cambiarono vita. I mesi che solevano
 569   XIV|     leggermente i capelli di Jeronima, cambiatasi in un vento freddo e violento,
 570    VI|         sentissero.~ ~– Giovannino, il cameriere di chi scrisse, – rispose
 571 XVIII|             quella scena, e Gualberto, camminando con passo concitato, guardava
 572     I|        barchetta avesse incominciato a camminar da  sola con tanta rapidità,
 573   XII|                     Lo farò – disse.~ ~Camminarono ancora un poco in silenzio,
 574    IX|             erano scese dagli altari e camminavano leggiere e graziose tra
 575   VII|              le dimore dei cervi e dei camosci. La religione sua, che in
 576   VII|              gentilezza che più non si cancella, neppure nella più tarda
 577   XXI|      educazione come l'ebbi io, non si cancellano mai. Ho deciso, ed ormai
 578   III|              lontano orizzonte le cime candide e sottili dei monti, associando
 579     I|               viole, di rose bianche e candidi gelsomini, vide giacere
 580 XVIII|         allegramente di fuori l'ultima canzone del giorno, posandosi sugli
 581   VII|                conte.~ ~Quei sacerdoti capirono a volo ciò che da essi chiedevasi,
 582 XVIII|          vedere e veder chiaro. Non ti capisco, Gualberto; ma non aggiungo
 583   XIV|              volesse rammentare i vari capitoli di un libro, e che ogni
 584    IX|                triviale, talvolta è un capolavoro d'arte, fatto con tanta
 585  XXII|          carrozze, accompagnavano alla cappella di famiglia la salma del
 586  VIII|             particolari, le guardava i cappelli, l'orecchio piccolo e trasparente,
 587   XIX|                dati Ermanno, era senza cappello, pallida, colle labbra scolorite.~ ~–
 588  XXII|       intraducibile gratitudine questa cara promessa. D'ora in avanti
 589   VII|         entrato irrevocabilmente nella carriera ecclesiastica, e mentre
 590  XXII|              corteo di servi ed alcune carrozze, accompagnavano alla cappella
 591  XIII|                tavolino, assestò delle carte che vi erano sparse, e disse,
 592    IX|          parassiti inerti, alle nostre case o al posto ove avremmo dovuto
 593   XVI|              aprire un armadio, ora un cassettone, ora le sembrava si fosse
 594     X|           erboso, ombreggiato da folti castani.~ ~Era quello un luogo affatto
 595    IX|                una di quelle grandi, caste, coraggiose patrizie romane
 596     I|             sotterrato dai soldati del castellano nel bosco degli abeti. Anche
 597     X|               loro religione mostruosi castighi; ricordava le orribili torture
 598   VII|                fu inesorabile; qualche castigo severo, quasi crudele, represse
 599 XVIII|                prima del tramonto alla casuccia della Rosalìa.~ ~Guido Campaldi
 600    IX|         Gualberto, sentivasi vicina la catastrofe, ed era prevedibile che
 601 XVIII|                parte di quella seconda categoria che in fondo all'animo tuo
 602 XVIII|          sempre diviso la gente in tre categorie: l'una, la più numerosa,
 603    IX|                 Talvolta nelle ore più cattive gli rinasceva una speranza.
 604   Pre|              avere perduta la fede nel cattolicesimo, ma per non sentire più
 605 XVIII|                  voglio perorare una causa che non sarei forse in grado
 606    XV|           fanciulli; doveva combattere cauto e insistente l'istituzione
 607     I|               da balli; le caccie e le cavalcate portavano un'allegria insolita
 608  XVII|                 Sedette un pezzo , a cavalcioni della finestra, dondolandosi
 609   VII|        vigorose inclinazioni; tendenze cavalleresche, ereditate d'altra parte;
 610  XVII|               si arrampicò e si mise a cavallo al parapetto.~ ~Era un bel
 611    II|             era ancora stato possibile cavargli di bocca altro che suoni
 612     X|               o a mescere del latte.~ ~Cavò del denaro di tasca e offrendoglielo
 613    II|            stava per divenire madre.~ ~Cedendo alle persuasioni della zia
 614     V|                bene, – disse il conte, celando il suo malcontento sotto
 615    IX|                perenne sorriso; che si celano sotto ad apparenze di tranquillità,
 616   III|            sentimenti, ma non gli potè celare tutte le sue ripugnanze.~ ~
 617    IX|               l'orgoglio, il pudore di celarle al volgo gelosamente; chi
 618    IX|           agitate da mani ignote o che celassero fra le loro pieghe demonietti
 619  VIII|             silenzio e coll'immobilità celava a tutti la sua disgrazia.~ ~
 620  VIII|        fidanzati. Fu dunque fissata la celebrazione del matrimonio a termine
 621    XI|             era famigliare il nome del celebre artista. – Campaldi...? –
 622    IX|         allontanava da quelle immagini celesti che erano state sino adesso
 623     X|              isolamento di una angusta cella, entro la quale non potevano
 624   III|             contessa non comparve alla cena fra i suoi ospiti; il conte
 625   XIX|             fissando con spavento quel cencio che svolazzava sempre sulla
 626  VIII|       fanciullo guarderebbe un dono di Ceppo. Non poteva apprezzare il
 627  XVII|         lasciarle quassù i sorrisi. Mi cercherà? – Si mise sul volto la
 628    II|               un uomo che affoga nella cerchia ristretta del bigottismo,
 629   VII|              vecchia dimora feudale, e cerchiamo di ritrovarne gli abitanti.~ ~
 630 XVIII|             Sbaglierò. Io non amo, non cerco, non servo che il bello,
 631   III|         lucenti si fissarono in quelli cerulei della contessa, e Beatrice
 632   VII|              perdute fra le dimore dei cervi e dei camosci. La religione
 633   XVI|              sue paure, a poco a poco, cessarono.~ ~Sebbene avesse dinanzi
 634     I|              per vedere se la tempesta cessava, molti raccontavano di averle
 635   XII|                libero, che sono ricco, chè ti posso finalmente proteggere.
 636  XIII|              che imponeva loro di star cheti.~ ~Allora Gualberto trasse
 637   Pre|                tedioso di una sì lunga chiacchierata.~ ~Ma se i castellani di
 638   XIV|             provare a chiamarla. Forse chiamandola col solito nome sarebbe
 639   XIV|         improvvisamente da lui.~ ~– Mi chiamano, – disse.~ ~– Vuoi lasciarmi? –
 640   III|              egli non poteva più quasi chiamar sua e per la quale era invidiato
 641   XIV|          fanciullesca. Volle provare a chiamarla. Forse chiamandola col solito
 642  XVII|       dolcemente e gli sembrava che lo chiamasse; la febbre cresceva e l'
 643     X|          rigogliosa e la vita reale lo chiamassero a  con insistenza; camminava
 644    II|        attività, erano incessantemente chiamate a vivere e ad esaurirsi,
 645     X|              quelle stesse cose che lo chiamavano, che lo aiutassero e lo
 646    XI|               vedere e verrò quando mi chiamerai – e lo sconosciuto andò
 647   XII|              In quegli anni, che molti chiamerebbero d'esilio, mi consolava la
 648    II|      vendicarsi. La vendetta in questo chiarissimo secolo fu più lunga e quindi
 649 XVIII|    sottigliezze; intendo i misteri del chiaroscuro nelle forme, non nei concetti,
 650  VIII|              fu quando le consegnò una chiave della sua biblioteca, ch'
 651   XXI|               e non mi piace che mi si chieda poco, allorquando so che
 652   XIX|             guardava intenta di sotto, chiedendo ansiosa, alle persone che
 653   XXI|               stato, ciò che allora si chiederebbe da me non mi potrebbe appagare;
 654   XXI|           farmi educare dai preti, per chiedermi poi il contrario, – disse
 655   XIV|        angustiata per lei e non potevo chiederne conto a nessuno. A pranzo
 656 XVIII|              che sono le altre? Non lo chiederò mai. La mia strada giace
 657  XIII|        Beatrice, credendo che il conte chiedesse che cosa voleva.~ ~– Posso
 658   VII|        capirono a volo ciò che da essi chiedevasi, e tutti i tentativi fatti
 659 XVIII|         penitenza è finita, la vittima chiesta in vece mia è trovata. Addio,
 660   XIV|                    Allora bisognerebbe chinare la testa e soffrire, bisognerebbe
 661  XVII|          essere veduto. Allora, a capo chino, tornò addietro e rientrò
 662  XXIV|             piano dal salotto e andò a chiudersi nella sua camera.~ ~Aveva
 663 XVIII|          camera della vecchia Rosalìa; chiusero l'uscio, e Gualberto si
 664     I|                quelle valli prestavano cieca fede.~ ~Non v'era sventura
 665    IX|             sino ai vent'anni credette ciecamente, e non fu mai capace di
 666  VIII|               a quella di un poveretto cieco d'ingegno come il fratello
 667 XVIII|           impaziente desiderio d'altri cieli e d'altre genti mi spinge
 668    II|              in pelle ed oro colle sue cifre, non ne avrebbe tradotta
 669     I|               e fissò due grandi occhi cilestri in quelli della bambina,
 670  XXII|           sepolta con essa nel modesto cimitero di Ardenberg. La vecchia
 671     I|             serto d'oro sottile che le cingeva la fronte; aveva due lunghe
 672     X|               sua origine dalla fiera, cinica, altera prosapia degli Ardenberg.~ ~
 673    XI|               uomo che s'avvicinava ai cinquant'anni. Era alto, ben fatto
 674   III|         piccolo Ermanno compiva il suo cinquesimo anno, allorchè un nuovo
 675  VIII|            questa grande natura che mi circonda e che mi sembra nuovissima,
 676  XXII|                una paura superstiziosa circondò ancora per qualche tempo,
 677   III|               risolvettero di stare in città la maggior parte dell'anno.
 678    IX|              passo la religione con la civiltà?~ ~– E quando la gente operosa
 679 XVIII|              forma. Tu fai parte della classe che vive di parole scritte,
 680  XXII|     avvenimenti politici, lo stato del clero e le speranze che aveva
 681     I|             villaggio, aveva anch'esso coadiuvato, sebbene con minor zelo,
 682     X|                ora lo trascinavano pei cocenti e intricati sentieri delle
 683     I|         comincia questa storia, che di codeste fiabe non si discorreva
 684    IX|            grande e intelligente, e in codesto fatto non vedrebbero che
 685    XI|               padre?... qual pazzia ti coglie dicendo queste cose?...
 686   VII|                astuti, sapevano sempre cogliere nel segno, allorchè dovevano
 687    IX|               Jeronima trovò sempre il cognato seduto al posto del conte,
 688     I|              argomento, per una strana coincidenza, a confermarsi nella loro
 689   Pre|         disperazione, nel quale non ti colga un vago desiderio della
 690   VII|           tutto di nero, e soltanto un collarino bianchissimo, stretto intorno
 691  VIII|              non facessero gli amici e colleghi suoi, allorchè discuteva
 692  VIII|             dell'intelletto, l'operare collettivo delle genti; ella non apparteneva
 693    II|             legature e i grossi volumi collocati in ordine sugli scaffali. –
 694  VIII|                alla fine di quel primo colloquio; lo sguardo fisso di Ermanno
 695   III|               che sente, che ha luce o colore, un tributo di gioia che
 696   XVI|              avesse la febbre e che il colorito insolito del suo viso, lo
 697  VIII|               ad un'ironia mordace che coloriva ognora il suo discorso.~ ~
 698    IX|           rimbombare nel suo capo come colpi di martello.~ ~In quel punto
 699   III|              sventura la poteva ancora colpire.~ ~Mentre Beatrice nella
 700     I|                 Non v'era sventura che colpisse qualche povera famiglia
 701    IV|                nascose il volto fra le coltri.~ ~
 702  VIII|                rinvigorire la mia fede combattendo col pensiero l'errore e
 703  VIII|        Conviene conoscere l'errore per combatterlo, per non avere dinanzi a
 704     I|              un pezzo, ai tempi in cui comincia questa storia, che di codeste
 705 XVIII|              perchè dal momento in cui cominciai ad essere libero non ne
 706 XVIII|       individualità incompiuta, che ha cominciato a vivere troppo tardi ed
 707    XI|           appariva alto nel cielo; poi cominciò a scendere verso ponente;
 708   XIV|                bisogno di rammentare e commentare dei fatti; ma gli accadeva
 709   XIV|             colpa che sapeva non avere commessa. Le pareva di aver colpito
 710  VIII|             gli Ardenberg ebbero preso commiato, il padre di Jeronima la
 711   XIV|             brontolìo del tuono. Erano commossi entrambi, agitati come la
 712    IX|               delle cose che agitano e commuovono le genti di questo mondo,
 713    IX|               state sino adesso le sue compagne.. Il suo pensiero si avvicinava
 714   XXI|          essere primo fra tutti i tuoi compagni.~ ~– A che serve dirmi queste
 715    II|            fatto a modo suo un amico e compagno di studio, côlto e spregiudicato,
 716    IX|           divinità del mondo, allorchè comparvero su questa scena a soccorrere
 717    IX|           Tutta la vita di Jeronima si compendiava in queste parole.~ ~Gualberto
 718   Pre|              ci presta l'attitudine di compenetrarcene quasi inscientemente.~ ~
 719     X|                se il danaro datogli lo compensava bastantemente. L'onesto
 720  VIII|                l'avvenire splendido la compenserebbero del sacrifizio, e fingendosi
 721 XVIII|             Rosalìa, ci rivedremo e ti compenserò della tua fedele servitù,
 722   XXI|                aggiunse, guardando con compiacenza la bella persona e l'ampia
 723 XVIII|             pietà ed affetto, quasi lo compiangesse profondamente; poi aggiunse
 724    II|             esito di ciò che stava per compiersi, l'animo del conte era troppo
 725   VII|              disposto ogni cosa per il compimento dei suoi disegni con accortezza
 726    II|            Invano i medici, vedendo la complessione robusta del bambino, avevano
 727   III|           orgoglio si accontentava dei complimenti, degli sguardi d'invidia,
 728 XVIII|                due seggiole di paglia, componevano tutta la mobilia di quella
 729  VIII|       manifestare i suoi desiderii, di comportarsi colle persone di casa, un
 730   VII|           conto di certi fenomeni pure comunissimi, e ignorava fatti che accadevano
 731   VII|            Figuravasi di entrare nella comunità di coloro che credevano
 732  VIII|               un privilegio che voglio concedere a te sola, perchè tu sola
 733  VIII|             tranquillarono, ed egli le concesse volentieri questa breve
 734   XXI|               continuò a dire con voce concitata e con occhio scintillante
 735 XVIII|        Gualberto, camminando con passo concitato, guardava da ogni parte,
 736   Pre|             fortuna del lettore devono concludere e finire, per altro sarebbe
 737   VII|                Si sarebbero esse unite concordi, oppure l'avrebbero consumato
 738  VIII|              società, dacchè era stata condannata all'inoperosità, dacchè
 739    IX|                i costumi, l'indole, le condizioni dei popoli; talvolta la
 740    XX|             col conte di Ardenberg, la condotta del quale non trovava scusa
 741   VII|           accortezza mirabile, e aveva condotto le cose in modo che la contessa
 742     I|              una strana coincidenza, a confermarsi nella loro superstizione
 743    IX|              di lei e di me stesso nel confessarlo. –~ ~Jeronima non rispose.
 744   XIV|               deporre ai suoi piedi la confessione dei suoi dolori!~ ~Di tratto
 745   XIV|             strappate le più umilianti confessioni, se egli avesse avuto argomento
 746 XXIII|         sfogare con lei il suo dolore, confidandole i segreti della sua tormentata
 747   XIV|              melodica che lo animava a confidarle i più segreti pensieri.~ ~–
 748   XXI|               tue rendite, perchè a te confiderò la direzione d'ogni cosa,
 749   III|                fatto sempre dimora sul confine fra il Tirolo italiano e
 750     X|     rivedendola. Nell'animo agitato si confondevano ignoti sentimenti, cui egli
 751    IX|             animate dall'amore di Dio, confortate da costanti e profonde amicizie
 752    IX|               così buona per me, mi ha confortato con parole altissime, piene
 753   XIV|         poterle aprire l'animo suo, lo confortava tanto il sapersi ascoltato
 754  XIII|               sedere accanto a  e la confortò, la rassicurò, poi, allorchè
 755    IX|               più lontane, da Buddha a Confucio, da quelli alle forme più
 756  VIII|                ma quando, nel prendere congedo, lo scemo, facendo con essa
 757   XIV|              capo, ed io temeva che la congestione alla testa lo minacciasse
 758   III|                giovane contessa che un congiunto stimato, e al quale doveva,
 759  XIII|            terreni: quasi vi fosse una congiura contro di lui, sentivasi
 760   XXI|              nobili aspirazioni, tutto congiurava, affinchè il conte provasse
 761   III|              nelle loro opinioni i due coniugi si trovavano quasi d'accordo.
 762 XVIII|            delle cose che pensa, e che connette le sue idee con dei colori
 763    VI|        Beatrice stessa ignorava questa connivenza dell'artista con la contadina,
 764   III|               in Roma. Così il pittore conobbe la giovinetta che invaghitasi
 765   XII|            detto tuttociò perchè tu mi conosca meglio. La mia vita, il
 766    IX|          dandole il libro. – Questo lo conosce? È La vecchia e la nuova
 767    IX|                non le conobbi e non le conoscerò mai. –~ ~Tutta la vita di
 768 XVIII|              stese la mano.~ ~– Non ci conosciamo ancora, – disse; – forse
 769   XIV|              molte cose che ancora non conosco... se un giorno me ne venisse
 770   XXI|               vostre fatiche, mi sarei conquistato presso di voi, col mio ingegno
 771   III|           Ottone.~ ~Gli sposi di mutuo consenso cambiarono vita. I mesi
 772  XXII|             che ho saputo impormi, per conservarci degni entrambi di restare
 773   III|          misura, entro la quale sapeva conservare le sue opinioni; come, per
 774    IV|         pensava con febbrile rapidità; considerava le promesse del conte e
 775    IX|                che io volessi dare dei consigli che certamente non sarei
 776    IV|      misteriose parole. Avrebbe voluto consigliarsi con qualche persona, avrebbe
 777   XVI|             una segreta ispirazione le consigliasse di restare. Ma qual serio
 778   VII|                inquietudini che gli fu consigliato di andare a ritemprarsi
 779  XXII|             ogni giorno.~ ~Jeronima lo consigliò di chiamare un medico; ma
 780   III|                 sembrava non potersene consolare, dopo breve tempo apparentemente
 781   III|                L'artista, che non potè consolarsi della morte di sua moglie,
 782    IX|           simpatia la gentile e severa consolatrice che gli parlava così. Il
 783   XII|             chiamerebbero d'esilio, mi consolava la dolce memoria di tua
 784  XIII|         Gualberto trasse un sospiro di consolazione. – È partito! – disse fra
 785   VII|           concordi, oppure l'avrebbero consumato nella contesa?~ ~Lo vedremo
 786    XI|   atteggiamento. La donna con furberia contadinesca e con l'intuizione di chi
 787  XVII|            intorno, restando pensoso a contemplare gli oggetti che le appartenevano.~ ~–
 788  VIII|             alle sue dottrine, ed egli contemplava ora per la prima volta le
 789   VII|          eternare un momento felice di contemplazione.~ ~Dotto in molte materie,
 790   VII|              sacri. Perciò stabilì che contemporaneamente fosse fatta al castello
 791     X|                tra la natura e lui per contenderlo a quella bellezza primaverile
 792   VII|            differenti fra loro, che si contendevano l'avvenire di Gualberto,
 793  VIII|             lei, e non so qual cosa ci contendiamo. Mi farà bene ritemprarmi
 794  VIII|             incerto sempre sul modo di contenersi, diffidente di , non potendo
 795   VII|     raccoglieva così molte lettere che contenevano elogi grandissimi di Gualberto,
 796  VIII|                piacere e devono essere contenti, – rispose Ermanno con una
 797   VII|              avrebbero consumato nella contesa?~ ~Lo vedremo più innanzi.~ ~
 798   III|               venissero a confortare i conti di Ardenbergcrudelmente
 799   VII|     indifferenza il loro cammino fra i continenti, cercando una via immortale
 800  XIII|               Sono tranquillo e voglio continuare con sicurezza ed energia
 801   XXI|                 disse mesto e severocontinuerai a portare il mio nome per
 802     X|     maravigliato il giovane sacerdote, contò, adocchiandolo, il danaro
 803 XVIII|                marmo la morbidezza dei contorni più delicati, dell'epidermide
 804    IX|              sempre sebbene nascosto e contorto. Poi ricordò che forse tutto
 805     X|           differenti fra loro e che si contraddicevano le une coll'altre, mentre
 806   XXI|                impallidì.~ ~– Oseresti contraddirmi? – domandò con violenza. –
 807    IX|        popolato di tempii le più belle contrade d'Europa, che avevano protetto
 808  XIII|            ispirava, per una di quelle contradizioni che non si spiegano facilmente,
 809   XIV|           dall'aver presa la decisione contraria.~ ~– E non le dispiaceva... –
 810    IV|                caso voi non la vorrete contrastare. –~ ~Vi fu un momento di
 811   XXI|              Ardenberg non è mai stata contrastata da alcuno; la mia volontà
 812  VIII|                altero nel contegno che contrastava singolarmente con la sua
 813   III|             nella mente dello scultore contrastavano mille pensieri lieti, baldanzosi,
 814    II|              di tutti le proprie idee, contratte già per istinto e abitudini
 815    II|               dagli errori che avevano contristata la propria infanzia. Al
 816   III|            tutti gli Ardenberg e aveva contristate altre spose e altre madri
 817    VI|          debole tuttavia e non peranco convalescente, ammalò, e sì gravemente,
 818   III|                ai pranzi, ai balli, ai convegni del suo castello; il suo
 819    IV|              baderò  a scandalo  a convenienze, e la mia vendetta sarà
 820  XIII|             più il frutto di un'unione convenzionale, infelice, quale egli l'
 821   VII|              rivestirsi di certe forme convenzionali, che certe aristocratiche
 822     I|                si arguì che la Rosalìa conversasse a volte ancora col fantasma
 823  VIII|           mentre Gualberto ed il padre conversavano ancora nel fondo della biblioteca. –
 824  XXIV|              desiderata sorpresa.~ ~La conversazione era animata; il Campaldi
 825   XIV|               che mi disse che l'amore convien trattarlo come un dolore
 826  VIII|                affacciò alla mente per convincere suo padre. Il povero vecchio
 827   III|            dapprincipio, quando ebbe a convincersi della triste verità, sembrava
 828   XIV|               vi penso e sempre più mi convinco d'averle detto ciò che avrei
 829   XIX|              buttato di sotto. Ne sono convinta. – Tacquero entrambi. Quella
 830    VI|                promesse si lasciarono, convinti entrambi di non più rivedersi,
 831   III|            femminile delle sue vecchie convinzioni quanto bastasse a non eccitare
 832  XXII|               un altro ben più modesto convoglio funebre, seguìto da pochi
 833   XIV|             stringeva le mani con moto convulso.~ ~Anche lei rimaneva sola,
 834 XVIII|              un piede piccino piccino, coperto con una calza verde tessuta
 835    IX|          dispera. Oh Jeronima, – disse coprendosi il volto, – è una viltà
 836   XXI|              società, le tue ricchezze copriranno ampiamente tutte le memorie
 837   XVI|           diventerebbe grande grande e coprirebbe ogni cosa colla sua ombra,
 838   XIV|         braccia e stringerla al petto, coprirla di baci e di carezze; ma
 839    IX|               di quelle grandi, caste, coraggiose patrizie romane che affrontavano
 840  VIII|                attorno.~ ~Era talvolta coraggioso sino alla temerità o all'
 841 XVIII|                vadano guaste e mute le corde. Sono bella ed egli mi attende,»
 842    XI|              sull'erba quasi volessero coricarvisi, e le alte pareti delle
 843    IX|           pregare, alla sera quando mi corico vorrei prostrarmi e adorare;
 844     X|      sembravano rimproverarlo tutte in coro; sembravano dirgli:~ ~–
 845   XXI|              di libri, gli stemmi e le corone sculte in rilievo al di
 846     V|           dell'innocenza scoprì il suo corpicino forte e perfetto; poi sorrise
 847   Pre|                correzioni, pure temevo correggendola di toglierle l'unico e maggiore
 848 XVIII|                ma poi si sovvenne e si corresseperchè quasi tutte le
 849   Pre|    abbisognasse e abbisogni tuttora di correzioni, pure temevo correggendola
 850  XXII|            rivolta a tener viva quella corrispondenza, mentre dedicava cure e
 851    IV|              Altri sono i pericoli che corrono in questo mondo creature
 852    XI|     sopracciglia erano ravvicinate dal corrugarsi della sua fronte. Via via
 853   III|              mesi più tardi, la fronte corrugata del marito della contessa
 854  XXII|              Due giorni dopo, un lungo corteo di servi ed alcune carrozze,
 855   XIV|             suo letto parato con gravi cortine di damasco, le sembrava
 856    II|              aveva creduto di compiere coscienziosamente un dovere, allorchè colla
 857     X|                padre, all'amorevolezza costante e mesta di sua madre; non
 858   VII|       vigilanza vi fosse chi riparasse costantemente ai danni del tempo, ed il
 859    IX|            amore di Dio, confortate da costanti e profonde amicizie coi
 860   VII|              coloro che fidavano nella costanza de' suoi proponimenti; ma
 861  XIII|            penso alle lagrime che t'ho costato. –~ ~La contessa lo guardò
 862    II|            eletti di questo mondo, che costavano quattrini a chi voleva acquistarle,
 863      | costì
 864    II|     acquistarle, e che dovevano sempre costituire una parte delle proprietà
 865    IX|           gente operosa del secolo che costruisce navi, che fa strade ferrate,
 866    IX|           forme, che variano secondo i costumi, l'indole, le condizioni
 867    XV|              si studia, allorchè altre covinzioni lo traggono a vivere diversamente,
 868    IV|                corrono in questo mondo creature leggiadre come voi. Ma quei
 869   VII|               avuta durante il viaggio crebbe, anzichè scemare, allorchè
 870   XIV|             altere e virtuose matrone, credenti alti d'ingegno e grandi
 871    VI|                diventata col tempo una credenza inattaccabile, circondava
 872    IX|         conseguenze del mio errore,  crederei per questo di rappresentare
 873   XVI|            Ermanno, altrimenti che col crederlo malato.~ ~– Non ho voglia
 874    IX|             sue parti, che le genti lo credettero plasmato miracolosamente
 875   XIV|                Ma oggi, non so perchè, credetti per un momento che la sua
 876   XXI|               discorso. Non gli pareva credibile, ora che sapeva che il conte
 877    IX|              che io ho perdute; era un credito illimitato nel mondo ideale....~ ~–
 878  XXII|            dopo di lei. E i contadini, creduli e riverenti, le prestarono
 879   III|               quanto il conte l'avesse creduta capace di acquistare e di
 880   XXI|        Gualberto vivamente, – io sarei cresciuto accanto a voi quale m'avreste
 881   XVI|             padrone; quelle figure gli crescono d'attorno come a me i miei
 882   XXI|      interlocutore, sentiva vicina una crisi e cercava di domare le sue
 883     I|               che sembravano fatti con cristalli sottili e variopinti, e
 884     I|            movimento leggero alle onde cristalline che muovevano le foglie
 885   VII|              maggior grandezza, l'idea cristiana nella religione cattolica.
 886   VII|              far sue tutte le leggende cristiane, tutte le subblimi aspirazioni
 887    IX|            martiri dei primi tempi del Cristianesimo, e fra i pedanti, gli ambiziosi,
 888   XIV|               angosce dei primi secoli cristiani, altere e virtuose matrone,
 889  XXIV|             trovò suo padre seduto nel crocchio degli amici intelligenti
 890   XIX|                 disse dopo un momento, crollando il capo.~ ~In quel mentre
 891    II|             turbine, e dove non poteva crollare ne rimaneva scossa per sempre.
 892     I|                dicevano allora con una crollatina di spalle quei contadini, –
 893    II|               idee. La vecchia società crollava sotto quel turbine, e dove
 894   XXI|               tutti per intelligenza e cultura, potrà essere annoverato
 895 XVIII|               accostò al fuoco dove io cuoceva una mia medicina, e sollevò
 896   XVI|             marmo alzerebbero su su la cupola, per farla diventare più
 897   VII|           presenza del conte, o non la curasse. Gli volse le spalle, si
 898    XX|             affetto,  il padre erasi curato di lui. Il conte era intollerante
 899     X|              sempre più caldo,  egli curava di ripararsene; quei raggi
 900   VII|                la testa fra le mani, e curvando l'alta e snella persona,
 901  XXII|                cadente e le spalle più curve del solito, rivelassero
 902   XXI|              stese la mano. Era un po' curvo in quel momento, aveva il
 903    XI|            gelosamente allora, come lo custodiscono adesso un segreto terribile –~ ~–
 904    XI|             del castello di Ardenberg, custodivano gelosamente allora, come
 905   XIX|             nelle barche, notizie; ora dando degli ordini, ora supplicandoli
 906   XXI|                 con tuono raddolcito e dandogli di nuovo del tu.~ ~– L'amavo, –
 907    IX|           letto.~ ~– Jeronima, – disse dandole il libro. – Questo lo conosce?
 908   VII|             riparasse costantemente ai danni del tempo, ed il castello
 909 XVIII|              imagine; e se un verso di Dante o una pagina dello Shakespeare
 910   III|         seguendo un raggio di sole che danzava sulle acque, o guardando
 911  VIII|               piccola mano di Jeronima danzò tutta la notte, come fosse
 912   XIV|              brezza leggiera che aveva dapprima scossi leggermente i capelli
 913   III|              La contessa Beatrice, che dapprincipio, quando ebbe a convincersi
 914    IX|          lasciato deserto? Che cosa mi daranno quei libri di scienza e
 915   XIV|                    Vi sono persone che darebbero tutta la potenza del pensiero,
 916   XXV|              la parte di uno solo, noi daremo a tanti.~ ~Il giovane sacerdote
 917    IX|              di filosofia, che cosa mi darete voi, gente intelligente
 918  VIII|                e credente sacerdote, e darlo in preda tanto inconsideratamente
 919   III|              grandi, indefiniti, senza darne una briciola, senza lasciarsene
 920     V|           risposta se ne andò.~ ~Senza darsene ragione, pure lo noiava
 921     I|                apparizione di Valfreda datava dalla notte di San Giovanni
 922     X|                quell'uomo se il danaro datogli lo compensava bastantemente.
 923    IX|                risposte che m'ebbi ora debbano bastare?~ ~– No, non bastano! –
 924   XII|              mia vita, il mio avvenire debbono d'ora innanzi servire a
 925  VIII|            pochi mesi, la prigione per debiti il padre. Jeronima adorava
 926    II|        contessa non sapeva se andavano debitori alla natura o all'adulazione
 927    IX|             che nasconde le paure e le debolezze di coloro, a' quali è più
 928    II|           Zitto, – disse, – Beatrice è debolissima e non l'ha ancora veduto... –
 929     V|              mano. – Grazie, – mormorò debolmente, e una grossa lagrima le
 930  XXII|           conte erano esaurite.~ ~Egli decadeva ogni giorno.~ ~Jeronima
 931    II|            fatto in Francia nel secolo decimottavo e di quanto avevano detto
 932    II|             accoppiasse ad una forte e decisa individualità. Le schiatte
 933    II|              contessa si fosse avviata decisamente per la via tracciata da
 934  VIII|            aveva contento  riposo, e decise di aiutarlo in ogni modo.
 935     X|                che stanno per finire e decomporsi adagio adagio a fine di
 936  VIII|             passare dall'infanzia alla decrepitezza della vecchiaia senza altre
 937   XIV|              fantasime magre e lunghe, deformi e grottesche, e i rami mossi
 938 XVIII|            morbidezza dei contorni più delicati, dell'epidermide più sottile;
 939    XI|        debitore della vita ad un turpe delitto o all'amore, all'entusiasmo,
 940   III|               Ardenbergcrudelmente delusi nella loro prima speranza.
 941    XX|       otterrebbe da un nipote.~ ~Ma fu deluso anche in questa speranza.~ ~
 942    IX|           celassero fra le loro pieghe demonietti irrequieti; nessun passo,
 943    VI|              me; egli m'aveva promesso denari e doni, ma sebbene poverissima
 944  VIII|                e sottili, contare quei dentini come fossero un vezzo di
 945    II|              della contessa Beatrice e deponeva un bacio sulla sua fronte.~ ~–
 946     I|               scavavano una fossa e vi deponevano un corpo ravvolto in un
 947   XIV|           sapersi ascoltato da lei, il deporre ai suoi piedi la confessione
 948  XXII|             per l'avvenire.~ ~Il conte depose un freddo bacio sulla fronte
 949    IX|      circondava, questi due, giovani e derelitti, condannati entrambi alle
 950    II|               credesse in ciò che egli derideva, sembravagli un fatto naturalissimo,
 951     X|             sembravano ghigni pieni di derisione per lui e per tutti gli
 952    XX|        infelice, tormentato dai dubbi, derisore della religione. Essa non
 953 XVIII|                dello Shakespeare me lo descrivano, gli so dare una forma,
 954  XXII|                parte dei suoi disegni, descrivendole i particolari della sua
 955   Pre|                detto che la mia storia descriveva un fatto morale vero, e
 956  XXIV|               egli provò una gradita e desiderata sorpresa.~ ~La conversazione
 957   XIV|                 non aprì un libro, non desiderò di leggere; quel quadro
 958  VIII|             che una piccola vanerella, desiderosa di diventare una gran dama
 959  XIII|            mentre suonò la campana del desinare, e la contessa alzossi anch'
 960   III|                seguirlo con incessante desìo.~ ~Guido si accorse della
 961    VI|         risoluti.~ ~Dentro di  erano desolati. E la povera contessa, debole
 962    II|            nutriva ancora tutte le più despotiche idee feudali, si sono trovati
 963    XX|           quell'abito, voleva anche le dèsse il triste spettacolo del
 964    IV|           scuotendo i loro sonagli, la destarono a un tratto.~ ~Beatrice
 965    IX|              rispose Gualberto come si destasse allora.~ ~– Domani ci rivedremo, –
 966     I|             poi, perchè non si era più destata fino al momento nel quale
 967   VII|        chiamato un giorno ad altissimi destini, non perchè portava un nome
 968     X|                violenta.~ ~Senza scopo determinato si rimise a camminare nella
 969   Pre|              la sincerità che me le ha dettate.~ ~Emma.~ ~Milano, 14 giugno
 970   XVI|                all'occhiello, e gliene dètte altri. Andò nella sua camera
 971   XXI|             che mi devi.~ ~– Io non vi devo che quest'abito, – rispose
 972    XX|         intensità, con quella pazienza devota, colla quale sanno amare
 973    VI|             inalterato e la sua eterna devozione.~ ~Beatrice aveva gli occhi
 974     X|      aiutassero e lo liberassero; e si dibatteva contro quella veste di ferro
 975   XIV|           parlino in favor mio, che ti dicano ciò che direi io stesso...
 976    VI|               esortandolo a partire, e dicendogli nello stesso tempo che essa
 977     V|               per uscire dalla camera, dicendole addio; ma l'ammalata lo
 978  XVII|         farmelo ripetere, perchè me lo dicesse prima di lasciarmi. Mi ricordo
 979     V|           meglio: da ieri il medico ha dichiarato che è fuori di pericolo
 980    II|                bellissima edizione del Diderot, rilegata in pelle ed oro
 981  VIII|              sue assenze, e che gliela diede con preghiera di andarvi
 982    VI|     intelligente e buono; ti amerà, ti difenderà, sarà la tua gioia, il tuo
 983   III|            barriera insuperabile, e la difendevano dagli spiacevoli contrasti
 984   XXI|                 capiva dove stava la differenza. Era nella voce? nello sguardo?
 985    IX|              tanto tempo sempre muto e dignitoso.~ ~– Ma come ha vissuto
 986    IX|              loro immobilità. Essi gli dilaniavano l'animo senza posa e senza
 987     X|             poco a poco quelle voci si dileguarono, tutto tacque in lui, ed
 988    IX|                mio a speranze ardenti, dileguate per sempre. La mattina quando
 989  XXIV|            momento uno di quei sorrisi dileguati da un pezzo, e che in altri
 990   III|                il nome degli Ardenberg dileguavano sempre più. Il piccolo scemo
 991   XXV|          ancora il cuore di tua madre, dilegueranno col tempo, e allora... allora
 992  VIII|      manifestarsi. Il conte trovava un diletto finora sconosciuto nell'
 993   XXI|            disse finalmente Gualberto, dimenticando ogni ritegno.~ ~Il conte
 994   XIV|            fosse giunto a saperne uno, dimenticasse poi tutti gli altri o quando
 995   XIV|           essere certo che essa non lo dimenticava, che non si sarebbe allontanata
 996   XXI|               a stento la sua ira, – e dimentichi il rispetto che mi devi.~ ~–
 997  XVII|                tutto tutto, perchè, se dimentico qualcosa non avrò pace,
 998   XIV|        finestra.~ ~Allorchè la pioggia diminuì e che potè riaffacciarsi,
 999 XVIII|                vedo, mi pare che potrò dimorare per molto tempo ove tu sei,
1000   III|            visitata da italiani che vi dimoravano nella stagione estiva, o
1001   VII|               da ballo, perdute fra le dimore dei cervi e dei camosci.


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