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Emilia Ferretti Viola (alias Emma) La leggenda di Valfreda Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
Cap.
1 | 14 2 I| notte di San Giovanni nel 1852; e che in quella notte s' 3 Pre| Emma.~ ~Milano, 14 giugno 1877.~ ~ 4 X| sole splendeva con forza abbagliante, le bianche roccie sembravano 5 XIII| vesti malconce, egli udì l'abbaiare dei cani e la voce imperiosa 6 XXI| prendere parte ai vostri studi, abbandonati per quella triste opera 7 X| un torrente che sembrava abbandonato anch'esso come quei cenci 8 II| Sissignore, – rispose la donna, abbassando il capo.~ ~Il conte avrebbe 9 IX| e quelli di Jeronima si abbassarono dolcemente dinanzi a quelli 10 III| come la natura stessa s'abbelliva quando essa non c'era, per 11 | Abbi 12 VIII| pensiero, tal fatto era un'abbiezione incomprensibile. Egli intendeva 13 XXV| e trasformarsi, come ne abbisognarono, allorchè dovettero nascere 14 Pre| cosa la fosse, e per quanto abbisognasse e abbisogni tuttora di correzioni, 15 Pre| per quanto abbisognasse e abbisogni tuttora di correzioni, pure 16 VIII| furono di quelle lagrime abbondanti, di quei singhiozzi violenti 17 XVIII| dalla seggiola e corse ad abbracciare suo padre.~ ~– E non mi 18 XVIII| casa.~ ~Padre e figlio si abbracciarono; poi il Campaldi si scostò 19 VII| nel cielo.~ ~Egli aveva abbracciata con la sua ardente imaginazione 20 XIV| dileguato.~ ~– Sarà stato un abete che ardeva, colpito dal 21 XII| paesi lontani che dovetti abitare lungamente in ossequio alla 22 XXI| lui pareva d'esser solo ad abitarvi e gli sembrava che tutti 23 II| contratte già per istinto e abitudini entro un campo ristretto. 24 XV| severamente, che egli non doveva abusare a questo modo della grande 25 VII| comunissimi, e ignorava fatti che accadevano a migliaia, a pochi passi 26 XVIII| dei suoi baci, egli potrà accarezzarmi le trecce senza sentirle 27 I| rugosa, e i ricci biondi, accarezzati dalle morbide mani della 28 VI| era già stato baciato e accarezzato da suo padre!~ ~ 29 IX| spirito intirizzito, come lo accarezzava festosamente! La grande 30 I| barchetta della piccina e l'accarezzò mille volte. Allora soltanto 31 XXI| seduto nella sua poltrona, accasciato e immobile.~ ~Egli non si 32 XIV| nebbia, e dei nuvoloni s'accavallarono intorno alle vette dei monti, 33 XXI| che venne, più tardi, ad accendere la lampada della biblioteca, 34 XVI| ma la sera, allorchè si accendono i lumi dinanzi a loro, si 35 XI| diceva ansiosa la Vanina accennandogli di andarsene.~ ~– Sta bene, 36 VI| mettendo il dito sulle labbra e accennandomi di non rivelare ad alcuno 37 II| atto di disperazione; poi accennò alla zia di lasciarlo solo; 38 V| dall'asprezza con la quale accentuava quella domanda, aprì una 39 XIV| soprastante.~ ~Tese l'orecchio e s'accertò che quello era il passo 40 III| dal sole, colla fantasia accesa da quella ebbrezza di luce 41 XIV| balbettò Ermanno.~ ~Jeronima accese il lume e guardò, maravigliata, 42 VI| quali parole, d'obbedirla. – Accetta l'offerta di Giovanni, diss' 43 VIII| fermezza e disinvoltura, accettando la sua offerta.~ ~Il conte 44 IX| il volgo la intenda e la accetti, che ingannerà? E se ella 45 XVI| ginocchio e baciò la fibbia d'acciaio della sua scarpetta. – È 46 III| conte Ottone non era stato acciecato da un turbine di nuove e 47 XIV| quasi improvvisa del lume lo acciecava.~ ~– Perchè piangi, Ermanno? – 48 XXII| seguente, mentre Jeronima si accingeva a richiamare, con un telegramma, 49 XIV| tollerare l'esistenza, ora mi accolga finalmente un affetto... 50 XXII| mesi.~ ~Pianse maggiormente accomiatandosi da Jeronima, perchè l'amava, 51 IX| franchezza. – A domani. – E volle accomiatarsi da lui.~ ~Ma Gualberto la 52 XXII| confortata nel vederlo così, s'accomiatò da lui con animo tranquillo.~ ~ 53 Pre| mutare una storia vera e accomodare le cose in modo che la verità 54 X| fare que' suoi voli tondi, accompagnandoli con un ghigno stridulo; – 55 Pre| novellieri si permettono di accompagnare con appendici o documenti 56 XXII| servi ed alcune carrozze, accompagnavano alla cappella di famiglia 57 VIII| infelice a suo talento, che lo accompagnerà dovunque gli piacerà di 58 XVI| perderti; ho paura che tu mi accompagni un giorno nella chiesa di 59 XII| potrei, anche lo volessi, accomunare la mia vita alla sua? – 60 XXII| chiamare un medico; ma egli non acconsentì, dicendo che non si sentiva 61 IX| colta e intelligente, avesse acconsentito a diventare la moglie d' 62 VI| desideri pieni di attrattive, e accontentarsi della tranquillità che s' 63 III| il suo povero orgoglio si accontentava dei complimenti, degli sguardi 64 II| oppure un'energia che si accoppiasse ad una forte e decisa individualità. 65 III| coniugi si trovavano quasi d'accordo. In questi ultimi anni, 66 VIII| volentieri questa breve libertà, accorgendosi a poco a poco che essa usciva 67 VII| ancora tanto ricco da non accorgersi quale parte fosse.~ ~Anche 68 VI| lontano veglierò sopra di te; accorrerò ad un tuo cenno, se mi vorrai! –~ ~ 69 VI| poi, fattasi più vicina, m'accorsi che quelle gemme erano goccie 70 VI| passato.~ ~Intanto la Rosalìa, accortasi che la contessa non badava 71 VIII| diabolico nascosto sotto accorte parole.~ ~– Perchè il conte 72 VII| compimento dei suoi disegni con accortezza mirabile, e aveva condotto 73 XVIII| queste parole, entrambi si accostarono al letto.~ ~La Rosalìa, 74 XIV| battere le ore, si alzò, ed accostatasi ad una finestra nel fondo 75 XXI| sdegno, quanta amarezza si accumuli in un momento come quello, 76 XIII| maraviglia. A chi era diretta l'accusa? Era la prima volta che 77 XI| poteva reggere al sentirsi accusare così e rispose con sicurezza 78 XXI| chinò il capo.~ ~– E mi accusi d'essermi vendicato: – domandò 79 XVIII| alghe dalla cintura e l'erbe acquatiche dai bei capelli biondi; 80 XXIII| e lieta intorno ad essa, acquetarono il suo cuore travagliato 81 II| costavano quattrini a chi voleva acquistarle, e che dovevano sempre costituire 82 IV| adesso e che intanto si acquistava tempo. Non potè prevedere 83 X| mente che quella brezza acuta e fredda venisse a lui dopo 84 I| prealpi, rôse dal tempo, acute, frastagliate in mille forme 85 X| silenzio; poi con gridi acuti che sembravano ghigni pieni 86 XV| non erano fatti per lui e adattati alla sua intelligenza; nessuno 87 IX| questo si inganna? E se ella adatterà i suoi pensieri ed i suoi 88 I| discorrevano fossero stati più addentro nelle vicende della famiglia 89 IX| mosaico nero, che ben si addiceva alla mobilia oscura della 90 VI| agevole e sicuro.~ ~Quegli addii furono dolorosissimi, ed 91 XXI| famiglia, mi è stato sempre additato un campo più vasto e più 92 XI| Guardalo, è lì – e le additò Gualberto che dormiva – 93 XVI| restare. Ma qual serio motivo addurre? Alla contessa Beatrice 94 XX| presente, ed egli dovette aderire a quell'invito.~ ~Jeronima 95 XV| e lacere non possono più aderirvi come prima, e non potendo 96 XVI| scortese, se non avesse aderito all'invito. I suoi suoceri 97 I| qualche povera famiglia nelle adiacenze del castello, non poteva 98 XXI| volontà – continuò a dire adirato il conte – che tu assuma 99 X| giovane sacerdote, contò, adocchiandolo, il danaro che questi gli 100 IV| seguire per mia volontà, nè adoperarsi in verun modo perchè egli 101 Pre| e d'intelligenza non si adopererà arditamente ogni giorno, 102 IX| miracolosamente sul vero e l'adorarono senza contrasto e senza 103 XXV| di quegli esseri ideali e adorati, dinanzi ai quali si era 104 XIV| del mio spirito, tutte le adorazioni, di cui è ancora capace 105 VII| sfarzosi, de' quali soleva adornarlo, e tagliati quei capelli 106 X| speranze erano una volta adorne quelle spoglie ora spregiate!~ ~ 107 XIV| male ad altri...~ ~– Ti adoro, – disse piano Gualberto, 108 XXI| Ardenberg. Avrebbe bensì potuto adottarne un altro, ma era cosa diversa 109 II| debitori alla natura o all'adulazione del pittore di quei lievi 110 VII| ardente del pensiero di un adulto. Il giorno che prese gli 111 VIII| sempre dalla biblioteca più affabile, più lieta ed amorevole 112 XXII| Alla sua giovinezza si affacceranno nuove e liete speranze per 113 I| lunghe notti d'inverno, affacciandosi talvolta alle finestre per 114 XIII| del figlio ogni traccia di affanno e di dolore, e studiava 115 Pre| pensiero umano, nella lotta affannosa di chi ricerca il vero si 116 XIV| nulla... – disse con respiro affannoso. – Sei qui... grazie... 117 XIII| sembra sofferente; forse si è affaticata troppo per assisterlo; Ermanno, 118 XX| riuscirono vane. Un contadino, affermando di aver veduto da lontano 119 IX| poco importa; ma ardirebbe affermare che tuttociò che hanno rivestito 120 V| cosa alcuna per la quale s'affermassero i suoi sospetti, e questi 121 I| di fresco. E i contadini affermavano che si potevano udire allora 122 Pre| una vecchia pergamena che affermi l'esistenza della bella 123 X| astrazioni filosofiche, e si afferra un momento di vita come 124 XVI| certo, – aggiunse, come afferrasse rapidamente un'idea che 125 XV| a stento e difficilmente afferrava il senso dei discorsi che 126 XV| Grazie Jeronima! – disse affettuosamente; poi chinò il capo, tutto 127 III| il pensiero innamorato, affidava a persona sicura l'incarico 128 VII| dal conte di Ardenberg che affidò la sua educazione ai preti 129 VI| assenza, le sciagure, avevano affievolito il suo amore; essa aveva, 130 VII| sogni poetici e religiosi, affine di salire ancor più alto 131 XII| uomo era suo padre.~ ~Un'affinità misteriosa delle fibre e 132 XV| del poveretto, non volle affliggerlo con una negativa, e lo seguì.~ ~– 133 XI| guardava facendosi sempre più afflitta e accorata, l'uomo si chinò 134 XVI| Sì, – rispose ancora afflitto il poveretto, – va bene 135 II| aspirò, come un uomo che affoga nella cerchia ristretta 136 I| credevano udire le voci degli affogati uscire dal fondo del lago, 137 XIV| mia prima giovinezza mi si affollano come per incanto alla mente 138 XII| deserti, là più che mai, s'affollarono intorno a me le raggianti 139 IX| sottile e recondita che l'affratella alle più alte? Le dico soltanto 140 VII| comune; gli sembrava di affratellarsi con tutti gli animi gentili, 141 X| insistenza; camminava con passo affrettato su per quell'erta che metteva 142 IX| coraggiose patrizie romane che affrontavano la solitudine e gli orrori 143 VI| appartamento della contessa agevole e sicuro.~ ~Quegli addii 144 VII| entusiastica indole del giovane agevolò di molto ad essi il difficile 145 III| turbata, ed a quel turbamento aggiungendosi più tardi le speranze della 146 IV| farmi dono di questo figlio; aggiungete all'autorità paterna che 147 XVIII| capisco, Gualberto; ma non aggiungo una sola parola a queste 148 XVI| mano. La guardò tutta e le aggiustò le pieghe dell'abito, il 149 XXI| quella compagna che più ti aggrada: potrai anche, – e qui luccicò 150 X| esitare un sol momento, aggrappandosi alle sporgenze dei sassi, 151 I| donna uscire dalle onde e aggrapparsi agli anelli di ferro che 152 XXI| le tue, – disse il conte, aggrottando di nuovo le ciglia con voce 153 XXI| e si alzò.~ ~Il conte aggrottò le ciglia e sentì ribollire 154 IX| non è fuori delle cose che agitano e commuovono le genti di 155 XVIII| scrutava la fisonomia pallida e agitata di Gualberto.~ ~– Si calmi, 156 IX| si muovevano come fossero agitate da mani ignote o che celassero 157 XIV| Erano commossi entrambi, agitati come la natura che li circondava.~ ~– 158 XV| violenta, sconosciuta, lo agitò; poi si sovvenne che presto 159 I| influenza sull'anime che agognava di trarre a perdizione. 160 IX| Jeronima.~ ~Ricordava la lunga agonia di quegli Dei della Grecia 161 VII| o per ischerzo su quell'aitante persona, che aveva le movenze 162 X| alle sporgenze dei sassi, aiutandosi con le mani e le braccia, 163 IX| parole mi sorreggono, mi aiutano, Jeronima: sono grandi, 164 IX| più intimo, un dovere di aiutarsi e sorreggersi a vicenda.~ ~– 165 XXI| ed eccomi disposto ad aiutarti efficacemente, perchè tu 166 X| che lo chiamavano, che lo aiutassero e lo liberassero; e si dibatteva 167 IX| ho bisogno di lei.~ ~– Ci aiuteremo a vicenda, – disse Jeronima 168 VIII| Ho inteso, Jeronima, e ti aiuterò d'ora innanzi in tutti i 169 III| domava il suo sdegno e lo aizzava ad un tempo.~ ~Le sue ardenti 170 X| Medio Evo saresti stato un alchimista instancabile, avresti cercato 171 XXI| tanto tempo, che serva ad alimentare venti anni di vendetta?~ ~– 172 VII| religione sua, che in Roma s'alimentava di tutte le bellezze artistiche, 173 VII| grande e ideale, quando alimentavano i suoi gusti aristocratici 174 XX| fosse caduta. Nel castello l'allarme era stato dato più tardi, 175 I| le cavalcate portavano un'allegria insolita fra i nostri monti, 176 XVIII| suo bel sorriso franco e allegro l'artista, – è con me ed 177 XII| movimento mi attraggono e mi allettano incessantemente... Ti ho 178 VIII| sempre buone, e cercava di alleviare la loro afflizione con doni 179 XII| sino alla casa dove sono alloggiato. Nessuno deve sapere che 180 XII| nella casa di Rosalìa ove alloggio, o meglio, dove mi nascondo. 181 XIX| trovando un pretesto per allontanarla da quella camera, – ho incontrato 182 XIV| io gli promettessi di non allontanarmi, per essergli vicina se 183 XII| forte forte le mani. Poi si allontanarono rapidamente a fine di nascondersi 184 VII| caso alcuno lo muovesse e l'allontanasse da noi, non troverà mai 185 XIV| dimenticava, che non si sarebbe allontanata da lui? – E le nostre promesse – 186 V| uscio, e senza parlare si allontanò in punta di piedi.~ ~Appena 187 III| nascondere anche questo, alludendo ad una cagione grave e dolorosa 188 X| fisso la sua ombra che si allungava dinanzi a lui. Talora quell' 189 XIII| faceva così indirettamente un allusione al passato. Ma egli non 190 XI| mentito. Potrei giurare sull'altare che ho detto il vero. –~ ~ 191 XIV| primi secoli cristiani, altere e virtuose matrone, credenti 192 VII| aristocratici e i suoi sdegni alteri per le cose volgari, non 193 VII| generosità, d'aristocratica alterigia. E se da un lato era tratto 194 XIV| aveva guardato e pianto alternativamente, senza sapere perchè piangesse.~ ~ 195 X| di rupe in rupe da quell'altezza vertiginosa s'era potuto 196 X| salire alle più vertiginose altezze; in quel momento esso ha 197 I| variopinti, e finalmente in un alveo di mammole e viole, di rose 198 VIII| Jeronima fece un movimento per alzarsi. Credeva che padre e figlio 199 IV| garbo a Beatrice, che si era alzata, e pallida come una morta 200 XVI| e gli angioli di marmo alzerebbero su su la cupola, per farla 201 XIII| desinare, e la contessa alzossi anch'essa, e più lieta che 202 XXI| amano due madri, non due amanti. Ed io ho già trovato mio 203 XXI| ogni mezzo per rendermi più amara la sventura. La mia ragione 204 V| triste verità che doveva amareggiare tutta la sua vita, gli era 205 XV| suo padre, e che gli aveva amareggiata tutta l'esistenza colla 206 II| educatore. Ma il conte, che amareggiò gli ultimi anni del suo 207 XVII| viso, sono tutto indegno di amarla. Essere acqua, cielo, riflettere 208 X| guardò cadere con un sorriso amaro, pieno di triste, dolorosa 209 XIV| male in questa gioia? Non s'amarono così, fra gli orrori e le 210 VIII| delle credenze ardentemente amate.~ ~Jeronima lo guardava.~ ~ 211 X| la prima volta da quell'ambiente aristocratico, e che la 212 IX| più spregevole la bassa ambizione che l'aveva spinta per vanità 213 IX| aveva nello spirito? Hanno ambizioni, desideri di potere, di 214 IX| Cristianesimo, e fra i pedanti, gli ambiziosi, gl'ingrati d'allora, sorgevano 215 III| Si coprì il viso con ambo le mani, pianse e tremò. 216 VI| intelligente e buono; ti amerà, ti difenderà, sarà la tua 217 IV| ritrovava nella sua casa, fra le amiche e le sorelline, giuocando 218 IX| la mano e con una stretta amichevole e affettuosa, disse: – A 219 XXII| un'offerta alla nostra amicizia, – diss'ella con dolce mestizia, – 220 IX| confortate da costanti e profonde amicizie coi primi pensatori della 221 II| essersene fatto a modo suo un amico e compagno di studio, côlto 222 V| camera, dicendole addio; ma l'ammalata lo richiamò.~ ~– Ermanno – 223 II| innovatore di quelle più giovani, ammenochè si sian potute sempre ritemprare 224 XVIII| si scosse; ma il Campaldi ammiccò coll'occhio, per fargli 225 X| uomini, dev'essere appunto amministrato dalle mani più abili? Credi 226 XIII| un padre, del quale aveva ammirate le opere tante volte; il 227 IX| egli aveva maggiormente ammirati negli anni scorsi; ora ripensava 228 II| negli studii filosofici, ammiratore entusiasta di quanto era 229 III| sguardi d'invidia, delle ammirazioni e gelosie che suscitava 230 VIII| di Jeronima, ma le severe ammonizioni del conte, che egli temeva, 231 III| un lato del castello, s'ammucchiavano densi nuvoloni, che frapponendosi 232 XIX| risposta inattesa aveva fatto ammutolire Gualberto.~ ~– Perchè? – 233 XXII| con quel poveretto che mi amò. È un voto alla memoria 234 VIII| giovinetta di modi gentili ed amorevoli doveva diventare sua sposa, 235 I| secoli, che ricordava gli amori di una bella e giovane contessa 236 XXI| tue ricchezze copriranno ampiamente tutte le memorie del passato, 237 VII| Dopo avere traversato un ampio vestibolo e due vaste sale, 238 VIII| queste opere, come fosse un analfabeta che non ha mai veduto una 239 V| vivente da leggersi, da analizzarsi; l'avrebbe tagliato a pezzi, 240 X| a camminare nella valle andando laddove questa sembrava 241 XI| Vanina accennandogli di andarsene.~ ~– Sta bene, vado laggiù 242 XXI| portassero dei sigari e che gli andassero a prendere i giornali, come 243 XXI| per lei rispetto, amore; andavo superbo di poterla chiamare 244 XVIII| mio indirizzo a Vanina, e andrò ad attenderti a Roma. Addio...~ ~– 245 XXII| altri tempi, le narrò degli aneddoti della sua giovinezza e fece 246 I| onde e aggrapparsi agli anelli di ferro che sporgevano 247 I| spiagge, il suo perduto angioletto. Verso l'alba, allorchè 248 VI| bella e sorridente come un angiolo, e per me fu buona davvero 249 II| leggere, ma non gli riusciva. Angosciato per la giovane contessa 250 XXII| potesse ritemprarsi colà dalle angoscie sofferte, e ritrovare fra 251 XXI| modo diverso che non fra le anguste pareti della vita domestica.~ ~– 252 VIII| promesse. Prendeva cura degli animali, delle piante, dei fiori; 253 I| offesa nel passato e che le animasse un desiderio insaziato di 254 XXIV| La conversazione era animata; il Campaldi parlava con 255 IX| gli orrori del deserto, animate dall'amore di Dio, confortate 256 XIV| nuove, intorno alle quali s'animavano le sue idee con vigore e 257 I| acquistare influenza sull'anime che agognava di trarre a 258 VIII| suoi pensieri confusi e annebbiati, sulle proprie azioni, si 259 XXI| e cultura, potrà essere annoverato fra i gentiluomini più illuminati 260 X| sentimenti nuovi, ignoti, e li annoverava fra le vecchie cose che 261 XX| ben chiamare un'esistenza annullata. Lo sapeva anche infelice, 262 II| grande avvenimento gli fosse annunciato. S'era provato a leggere, 263 XIV| alle disgrazie che essa annunciava. E in quella notte, mentre 264 I| essere questo già stato annunziato indubbiamente da una misteriosa 265 XVIII| Temeva che l'improvviso annunzio di una disgrazia gli potesse 266 V| saputo, e d'allora in poi con ansia grandissima aveva tenuti 267 V| unghie; l'osservava con una ansietà febbrile; quella creatura 268 IX| degli sguardi lunghi ed ansiosi co' quali la contessa Beatrice 269 IX| Gualberto mosso a pietà di lei e ansioso di trovare forse una parola 270 Pre| anzichè portare una data antica la porta ancor più recente 271 II| Ardenberg, come tutte le antiche famiglie, andavano sempre 272 IX| Altinori, sebbene di grande e antichissima nobiltà, erano stati colpiti 273 III| necessitava la partenza anticipata dell'artista.~ ~Così il 274 Pre| nei fascicoli della Nuova Antologia la Leggenda di Valfreda 275 VIII| ricaduto nella sua consueta apatia.~ ~Che ci fosse in lui qualcosa 276 XVI| mai visto su quella figura apatica e immobile. – Voglio restar 277 VII| un'impazienza degna di un apostolo.~ ~I preti avevano fatto 278 XVIII| alto concetto del poeta m'appare sì chiaro che par persona. – 279 III| consolare, dopo breve tempo apparentemente si tranquillò e riprese 280 IX| che si celano sotto ad apparenze di tranquillità, dolori, 281 XVIII| questa mia risoluzione ti apparirà evidente e che tu l'approverai.~ ~– 282 IX| dalle altre, perchè invece d'apparirgli con promesse attraenti gli 283 I| contessa Valfreda e delle apparizioni notturne nel bosco; ma vi 284 VII| di Roma gli erano sempre apparse invece in abito di gala; 285 IX| bianchissimo, delicato, quasi non appartenesse ad un essere vivente.~ ~ 286 III| migliori di questo mondo appartenessero a lui solo; dovunque egli 287 XVII| contemplare gli oggetti che le appartenevano.~ ~– Potessi ancora sentire 288 XI| sbalordita e confusa di Gualberto apparvero improvvisamente, disordinate 289 III| gli audaci, impazienti, appassionati desideri del presente. E 290 VIII| ed i bei tralci fioriti appassivano presto. Lo scemo li guardava 291 Pre| permettono di accompagnare con appendici o documenti i loro racconti. 292 III| guardando quei ritratti appesi nel salone, ebbe la certezza 293 XVIII| accostò allo specchio, che è appeso a quella parete, e si guardò. « 294 I| le minacce del parroco, appiccava discorso su tale argomento 295 II| attitudini che ci fanno applicare utilmente ai grandi interessi 296 II| le intendevano male, le applicavano a rovescio, e per esso il 297 VII| verso la finestra, l'aprì, e appoggiando di nuovo la testa fra le 298 III| monti, a' quali sembrava appoggiarsi un lato del castello, s' 299 III| cosa, senza intenderne o apprezzarne alcuna.~ ~La contessa Beatrice, 300 VII| mirabile avevano saputo approfittare delle tendenze del suo spirito. 301 XV| indovinare l'ora opportuna e appropriare l'opera sua alle necessità 302 XVIII| apparirà evidente e che tu l'approverai.~ ~– Allora te lo dirò; 303 XXI| avvenire più splendido si apre dinanzi a te, sei il solo 304 XIX| Jeronima, – disse il conte, aprendo l'uscio a sua moglie, e 305 IX| monti, sebbene fosse già aprile, la vedeva con una lunga 306 X| laddove questa sembrava aprirsi scendendo verso il lago. 307 XI| tutto.~ ~No, il conte d'Ardemberg non era suo padre; ne sentiva 308 VIII| speranze, delle credenze ardentemente amate.~ ~Jeronima lo guardava.~ ~ 309 IX| cagioni, poco importa; ma ardirebbe affermare che tuttociò che 310 IX| inteso tutto, ma ora anche ardirò aprirle più francamente 311 V| interpretare i filosofi più arditi, e diventare il più illuminato 312 X| poi ricominciava con più ardore la salita.~ ~Quel sentiero 313 I| sua creatura, distesa sull'arena, vi dormiva placidamente, 314 I| solitudine. Da tutto questo si arguì che la Rosalìa conversasse 315 II| infine di ripetere i motti arguti di quei grandi scrittori 316 XVI| scaturita da un anno nell'arida sua esistenza; pensava a 317 XIV| energia non bastano, sono aride, infeconde, ci vuole una 318 XVIII| stanzuccia più bassa, ma ariosa e pulita, ove la vecchia 319 VII| alimentavano i suoi gusti aristocratici e i suoi sdegni alteri per 320 XVI| camera. Ora l'udiva aprire un armadio, ora un cassettone, ora 321 I| ombre folte del bosco le armature arrugginite di soldati e 322 I| erano spariti gli uomini d'armi, vagava fra gli alberi, 323 II| e la Croce di Malta, e s'arrabbiava contro quei nobili che non 324 VII| leggiadrissimi fiori e piante arrampicanti che ricoprivano vagamente 325 XXV| nuovi edifizi. L'avvenire ti arrecherà la certezza di un affetto 326 II| faceva essere più docile e arrendevole nella convivenza della vita 327 XXV| mano nell'avvenire, non mi arresterò più. Accanto a te, in quest' 328 V| te, ha capito che dovevi arrivare. – Il conte sorrise mestamente 329 XIV| fosse di spazio o di tempo, arrivassero sino a lei e le narrassero 330 IX| religioni fosse come una matassa arruffata, ma che il filo non interrotto 331 XVIII| piante, smosso il terreno e arruffate tutte le fronde degli alberi 332 I| come l'acqua a momenti li arruffava e a momenti li tirava lisci 333 I| folte del bosco le armature arrugginite di soldati e cavalieri d' 334 XVIII| fulmine colpì degli abeti che arsero, ed ella vedendo la luce 335 XV| terra, destinato a vivere artificialmente. Invano si studia, allorchè 336 VII| immaginazione a nudo, senza artifizio, con una violenza quasi 337 VII| d'imaginazione e indole artistica, non era punto diffidente. 338 VII| giovane, ravvolto con garbo artistico nelle pieghe di seta nera 339 X| la natura riprende il suo ascendente sull'animo nostro, allora 340 XIV| da ogni movenza, sembrava ascoltare con rispetto pietoso.~ ~ 341 XIV| parole tacquero entrambi, e ascoltarono insieme il vento che sibilava 342 XIV| confortava tanto il sapersi ascoltato da lei, il deporre ai suoi 343 XVIII| Gualberto e il Campaldi ascoltavano con attenzione la poetica 344 XXI| d'essere ascoltate.~ ~– Ascolto, – rispose Gualberto – ma 345 IX| moralmente senza tetto e senza asilo, spergiuri ad una promessa, 346 IX| ciò che io indovinavo, e aspettai... mi figuravo che io forse 347 XII| che non mi permetteva di aspettare? –~ ~– Perdoni – rispose 348 XIII| lagrime agli occhi.~ ~– T'ho aspettato tanto... – disse dolcemente.~ ~ 349 XII| una storia di affetto, di aspettazione, di dolore represso. – Mio 350 XII| Domani verso il tramonto ti aspetterò nella casa di Rosalìa ove 351 XIII| disse con impazienza: – Che aspettino. Ora non ho voglia d'escire. – 352 Pre| non v'ha pensiero alto, aspirazione ardita che nella vita umana 353 II| vecchio e rigido sacerdote, aspirò, come un uomo che affoga 354 VII| rivedendo con essi quella natura aspra ed alpestre, sentì che lo 355 V| La zia, maravigliata dall'asprezza con la quale accentuava 356 XI| pianti della contessa, gli aspri e ironici rimproveri del 357 IX| della natura, qualche luogo aspro e selvaggio dei suoi monti, 358 IV| contessa aveva assistito senza assaggiare neppure una vivanda – questa 359 IX| spogliato come un viaggiatore assalito lungo la via dai briganti.~ ~ 360 IX| erano quelle memorie che l'assalivano? Che cosa aveva questa creatura 361 XXII| improvvisamente, per un nuovo assalto apoplettico.~ ~Jeronima 362 II| che egli prediligeva, e di assaporarne le bellezze fra una presa 363 I| pallido e giovanile del paggio assassinato. Era però un pezzo, ai tempi 364 XXI| sdegno – il peggiore degli assassinii, quello che lascia viva 365 XIII| come soleva fare quando si assentava per qualche ora dal castello; 366 VI| al castello. Il conte era assente, il modo d'introdurre l' 367 IV| l'avremo risolta, io mi assenterò per qualche tempo dal castello 368 I| triste o lieto, senza che asserissero essere questo già stato 369 I| ribattere le illuminate asserzioni del maestro di scuola.~ ~ 370 VI| anno in America, e per ciò assestava tutti i suoi affari in Italia; 371 XIII| alcuni oggetti sul tavolino, assestò delle carte che vi erano 372 IV| paterna che mi dà la legge, l'assicurazione che in verun caso voi non 373 VIII| passeggiate che solevano fare assieme, lo coglieva questo pensiero, 374 XX| gioie, ma doveva invece assistere all'isolamento cui era condannato, 375 III| candide e sottili dei monti, associando così alle immagini esterne 376 Pre| forse troppo, che nell'associazione delle cose più elevate alle 377 IX| farlo. Se vi sarà un tempo d'assoluta universale incredulità, 378 Pre| assurda, che, non potendo assolutamente rifare il lavoro, superai 379 XIV| pezzo immobile, leggermente assopito.~ ~Jeronima, sempre seduta 380 XVII| occhi sotto a quel velo; assorbì l'olezzo di quella trina 381 VIII| sulle ginocchia se ne stava assorta nello sconforto di mestissimi 382 XXI| adirato il conte – che tu assuma la direzione dei miei affari, 383 XVIII| stesso tempo animato, che assume la campagna dopo un uragano. 384 IX| fede. Alcune, ritornando ad assumere forme più umili, erano però 385 V| poteva ridire ogni cosa?~ ~Assunse nascostamente delle informazioni. 386 IX| pareva di soffocarvi, d'avere assunto erroneamente la forma di 387 Pre| vergogna, tanto infondata e assurda, che, non potendo assolutamente 388 IX| conte, si sarebbe volentieri astenuta dall'andarvi, se avesse 389 IX| interpretare in un modo astratto ed imaginoso quelli della 390 X| saprebbe esprimere un volume di astrazioni filosofiche, e si afferra 391 VII| suoi educatori, abili ed astuti, sapevano sempre cogliere 392 XVIII| stampata, indoviniamo pure con astuzia molti segreti, – aggiunse 393 Pre| stento possiamo guarire dell'atomicità morale che ci presta l'attitudine 394 Pre| il cervello non è ancora atrofizzato.~ ~Per questo, rileggendo 395 III| proprio guscio morale, s'attagliava perfettamente alle idee 396 XXII| e Gualberto rimasero ad attenderla presso allo scalone.~ ~– 397 XVIII| indirizzo a Vanina, e andrò ad attenderti a Roma. Addio...~ ~– Addio, – 398 VIII| i suoi, ma come invece l'attendessero ospiti illustri ed esigenti. 399 XIII| cacciatore ed i cani lo attendevano sul piazzale dinanzi al 400 XVIII| allorchè osservano qualche cosa attentamente.~ ~– Oggi sì che ti ritrovo 401 IX| sottovoce come sperasse attenuare così la sua indiscrezione. 402 VIII| tante cure, tante gentili attenzioni. Allo scemo aveva badato 403 III| camminava su e giù nella camera attigua.~ ~La povera donna aveva 404 X| sua ebbrezza, egli l'aveva attinta in sè dalla furia tormentosa 405 VIII| periodo di mezzo, il più attivo e fecondo nel corso della 406 X| fiori guardassero muti e attoniti quel pazzo che si era trasformato 407 XVII| giù come se l'abisso lo attraesse, ora chiudendo gli occhi 408 IV| colpevole vostra risoluzione, attragga l'attenzione del mondo sopra 409 XII| spazio, il movimento mi attraggono e mi allettano incessantemente... 410 IX| familiarmente la mano sulla spalla – attraversi in questo momento una di 411 XIX| appartamento di Ermanno.~ ~Attraversò rapidamente, senza incontrarvi 412 XXII| giacevano inoperosi accanto agli attrezzi da caccia.~ ~La forza, l' 413 VIII| volendo coricarsi subito; le augurò dunque la buona notte e 414 IX| condannati entrambi alle sole austere gioie dello spirito, stavano 415 XIV| talvolta la forma severa dell'austerità.~ ~Jeronima era certamente 416 III| diretti verso la Baviera o l'Austria. Era quella borgata fra 417 X| Una pagina scritta dall'autore più insigne sarebbegli parsa 418 XXI| guardò il lago. – La mia ava Valfreda riposa qui sotto, – 419 VII| larga poltrona fumava il suo avana.~ ~Chi l'avesse potuto vedere 420 IV| che aveste idee tanto avanzate e teorie così sicure da 421 I| mandavano i loro figliuoli, aveali rimproverati severamente, 422 | aveano 423 | avendole 424 | avergli 425 XX| conte non soddisfatta dell'averglielo rapito, d'averlo costretto 426 VIII| incessanti sventure gli ultimi averi di una famiglia già quasi 427 XII| sua madre, la gioia dell'averti ritrovato, debbo a loro 428 | aveste 429 | avevate 430 III| artisti; e veniva di là, avido di gioia e di vita, ardito 431 | avremmo 432 | avremo 433 | avreste 434 | avrete 435 | avute 436 XVI| movimento quasi di paura senza avvedersene, e lo respinse. Ermanno 437 XXI| il pensiero; avete voluto avvelenare, far morire il mio spirito; 438 XXI| un'intelligenza sciupata, avvelenata, allorchè nasceva, e un 439 VIII| sua camera, ciò che talora avveniva assai per tempo, essa rimaneva 440 I| spalle quei contadini, – non avvenne nessuna disgrazia nella 441 I| vocina infantile una strana avventura.~ ~Essa narrò come il giorno 442 IV| mondo sopra i tristi fatti avvenuti qui dentro. –~ ~La contessa 443 IX| sapere in quale momento avverrà l'incontro? Quale maggiore 444 IV| indole timida e debole nell'avversa fortuna. Non era capace 445 VII| in questo suo proposito avversato da altre persone della famiglia, 446 XIV| dei monti.~ ~Ma essi non l'avvertirono. Gualberto parlava ancora, 447 IX| un fatto mediocre che ci avvia a far meglio senza preferire 448 XVI| replicò Jeronima alzandosi ed avviandosi alle sue camere.~ ~Ermanno 449 IX| sradicare pregiudizi, per avviare uomini acciecati o idioti 450 XII| offenderlo con un diniego.~ ~S'avviarono verso lo sbocco della valle.~ ~– 451 II| che la contessa si fosse avviata decisamente per la via tracciata 452 VIII| di pensatore. Qui – disse avvicinandosi agli scaffali di destra – 453 XIV| per un momento lei s'era avvicinata a noi, ora di nuovo si allontana... –~ ~ 454 V| gattino sulle braccia si era avvicinato in quel mentre anch'esso, 455 XIII| quattro un domestico venne ad avvisare il conte che il cacciatore 456 XIII| torna il conte Gualberto, avvisatemi.~ ~Ricominciò a passeggiare 457 VI| Gualberto, Beatrice ebbe avviso dalla Rosalìa che Guido 458 Pre| religione cattolica, la quale ci avvolge siffattamente in tutti gli 459 XIV| intorno alle vette dei monti, avvolgendoli quasi sino alle falde. Le 460 III| presente. E Beatrice si sentiva avvolgere, sgomenta e commossa, da 461 XIV| notte e il denso velo che avvolgeva la sua mente.~ ~Voleva pensare 462 X| Su quella cima deserta, avvolta nella luce e nel silenzio 463 XXI| Dissi allora delle cose, azzardai dei giudizi – continuò a 464 XXI| era suo padre, che egli azzardasse ancora di parlare intorno 465 VIII| chinò sopra la fronte di lei baciandola paternamente.~ ~– Ho inteso, 466 XVIII| di salutare Beatrice e di baciare il suo piccolo Gualberto 467 II| Ora riposa, Beatrice, – e baciatala di nuovo in fronte, partì, 468 VI| che egli era già stato baciato e accarezzato da suo padre!~ ~ 469 X| rinascere, d'essere simile al baco che sta per diventare farfalla.~ ~ 470 I| sino ad ora tarda, senza badare alle rimostranze superstiziose 471 VIII| attenzioni. Allo scemo aveva badato assai poco, ed ora questo 472 IV| ripeto, perchè allora non baderò nè a scandalo nè a convenienze, 473 VIII| volta sul lago, di farlo bagnare nelle acque limpide di esso, 474 XI| padre... – rispose la donna balbettando a stento quelle terribili 475 III| contrastavano mille pensieri lieti, baldanzosi, mille imagini che gli portavano 476 II| sgraziata fisionomia non era mai balenato un lampo di intelligenza 477 V| ravvisò; sul suo brutto viso balenò un raggio non d'intelligenza, 478 VII| dame eleganti in abito da ballo, perdute fra le dimore dei 479 I| chiamava Rosalìa, dopo essersi baloccata lungamente sulla riva, era 480 VII| luoghi ove a quel tempo s'era baloccato tante volte, e rivedendo 481 V| che il contino Ermanno si baloccava, mentre il piccolo Gualberto 482 X| parte lo circondavano altre balze nude ed irte di roccie scheggiate; 483 XVIII| sventolare, in sogno, la bandiera nera sul castello di Ardenberg. – 484 I| il giovane paggio, ferito barbaramente, ma non peranco morto, venisse 485 XIX| parlato coi contadini e barcaioli...~ ~– Dov'è? – chiese premurosamente 486 XIX| sera, un tempo cattivo; le barchette tornavano alla riva, e, 487 VIII| attese che gli tornasse il barlume di un'idea o d'un'immagine. 488 IX| tante disgrazie, che il barone, padre di tua cognata, sarebbe 489 III| mettevano fra di loro una barriera insuperabile, e la difendevano 490 IX| risposte che m'ebbi ora debbano bastare?~ ~– No, non bastano! – 491 VII| ebbrezze della fede potevano bastargli, l'inganno durerebbe poco; 492 II| valevano niente; a questo bastavano le frottole del parroco. 493 XXII| più belli del pensiero. Basterà a te la memoria di Ermanno, 494 X| non il progresso. A te basterebbe l'apparire nuovo a te stesso 495 XXI| maravigli che quello sdegno basti tanto tempo, che serva ad 496 XIV| Jeronima; – perchè il mio cuore batte di gioia, perchè mi sento 497 V| sembrare ancora più graziosa. Battè le piccole manine rosee, 498 XXI| rispose il conte, alzandosi e battendo i piedi, – mi manchi di 499 XIV| violento che velò ogni cosa, e battendole nel viso, l'obbligò a richiudere 500 IX| biblioteca segnava con un battito lento e regolare il corso 501 III| passavano diretti verso la Baviera o l'Austria. Era quella 502 III| maravigliosi. In que' giorni beati passava ore intere seguendo 503 VIII| sentimenti di Ermanno. Egli era beato. La rivedeva incessantemente 504 XX| Gualberto con que' suoi begli occhi mesti, che parevano 505 VIII| in fronte.~ ~– Che Dio ti benedica, Jeronima, – le disse, e 506 XVIII| la Madonna Santissima lo benedicano, conte Gualberto, e volgano 507 XVIII| Gualberto, e volgano in benedizione tutte le lagrime che la 508 II| lodi tributate alla propria benignità.~ ~Il conte Ottone contava 509 VIII| ogni momento denti uguali e bianchissimi; le mani poi erano quelle 510 Pre| lavoro, queste pagine, che biasimate da molti, proveranno almeno 511 XVII| i tavolini, e trovò una Bibbia, che Jeronima soleva portare 512 XXI| soddisfazione nei suoi occhietti bigi e vivaci.~ ~– Parlo del 513 III| mestamente sull'acque torbide e bigie del lago, mentre il castello 514 X| non vedeva mai sole, era bigio, umido, buio.~ ~Gualberto 515 II| nella cerchia ristretta del bigottismo, l'aria libera che spirava 516 I| aveva due lunghe trecce bionde, e l'acqua limpidissima 517 II| idee grandi e belle, ma bisognava essere anche un gran signore 518 IX| talvolta la forma è rozza, bizzarra, triviale, talvolta è un 519 I| frastagliate in mille forme bizzarre, erano bianche quasi fossero 520 XVIII| tronchi caduti, quell'aspetto bizzarro e nello stesso tempo animato, 521 XIV| come un bambino che fa le bizze.~ ~–Ma che cosa vuoi? Che 522 XVI| momento e tornò con una boccetta piena di profumo, e gliene 523 I| sassolini, tutte le alghe e le boraccine che in essa vedeva; e a 524 I| camminare le giornate intere nei boschi, raccogliendo nella neve 525 V| sono lieto, – rispose egli brevemente, e uscì dalla camera.~ ~ 526 VIII| del matrimonio a termine brevissimo.~ ~Jeronima fu lì lì per 527 IV| scintillante come di uomo pazzo o briaco, – perchè i suoi genitori 528 IX| assalito lungo la via dai briganti.~ ~Le aveva sepolte ad una 529 IX| file di legature dorate, brillando qua e là nell'oscurità, 530 XXI| tempo, allorchè il giovane e brillante conte di Ardenberg sarà 531 XVIII| quasi fossero sparse di brillanti; e fu come una pioggia luminosa 532 XIV| Gli occhi di Gualberto brillarono a quelle parole.~ ~Aveva 533 III| intelligenza aveva ancora brillato nei suoi piccoli occhi tondi, 534 VIII| lampo fugace e inatteso brillava nell'ombra, era un raggio 535 VIII| mordace, vigoroso e pieno di brio. Leggeva molto, andava a 536 XIV| castello, il cupo e lontano brontolìo del tuono. Erano commossi 537 IX| triviali, di desideri volgari e brutali, d'abbiette passioni che 538 VIII| paura, di gioia stolida, di brutalità primitiva.~ ~Il suo idiotismo 539 XVII| quell'adorazione in una forma brutta come la mia; sono indegni 540 XVI| sarebbe dire che i fiori sono brutti, che la mamma non mi vuol 541 IX| religiose più lontane, da Buddha a Confucio, da quelli alle 542 VIII| lago. Quando vi era una bufera e che l'onde si accavallavano 543 I| secchi.~ ~Durante quelle bufere i contadini superstiziosi 544 I| bianca che sorgeva durante le burrasche dalle onde, usciva dal lago, 545 VIII| esitare, come si sarebbe buttata dalla vetta di un monte 546 XIV| finestra. Ma non le riuscì di cacciare i tristi pensieri che si 547 X| ha bisogno. L'ha mutato e cacciato; ma poi, vestito a nuovo, 548 I| animato da feste, da balli; le caccie e le cavalcate portavano 549 V| viso pallido, magro, quasi cadaverico; ma quegli occhi grandissimi 550 XIX| e due grosse lagrime le caddero dagli occhi. – Perchè sotto 551 XXII| tranquillo, benchè il volto cadente e le spalle più curve del 552 VIII| balbettò. – Temeva... che cadesse lo sgabello, – poi, scesi 553 XIV| Dei grossi goccioloni gli cadevano dagli occhi, e nella sua 554 XX| persona o cosa che vi fosse caduta. Nel castello l'allarme 555 VI| timore in quali mani erano cadute le prove del suo disgraziato 556 III| rassomigliare assai ai turbamenti cagionati da un primo amore. Ma alla 557 IX| umanità e ne ricerchi le cagioni, poco importa; ma ardirebbe 558 XIV| tempo. Non erano però state calate le tende nè chiuse le persiane, 559 I| bianchi massi di pietra calcare, caduti dalle vette e dai 560 X| dei lunghi silenzi, dei caldi deserti, dei mari lungamente 561 IV| dire il conte con maggior calma e con un sorriso maligno. – 562 IX| difficile il rispondere. – Calmati – aggiunse – e rifletti 563 XVIII| agitata di Gualberto.~ ~– Si calmi, non si sa ancora niente, 564 I| terra. Una fitta nebbia calò in quel giorno sul lago, 565 VII| roccie nude, queste vette calve, questi dirupi scoscesi, 566 XVIII| piccino, coperto con una calza verde tessuta d'erbe, e 567 XVIII| alghe sono secche, le mie calze tessute d'erbe scricchiolano 568 III| sposi di mutuo consenso cambiarono vita. I mesi che solevano 569 XIV| leggermente i capelli di Jeronima, cambiatasi in un vento freddo e violento, 570 VI| sentissero.~ ~– Giovannino, il cameriere di chi scrisse, – rispose 571 XVIII| quella scena, e Gualberto, camminando con passo concitato, guardava 572 I| barchetta avesse incominciato a camminar da sè sola con tanta rapidità, 573 XII| Lo farò – disse.~ ~Camminarono ancora un poco in silenzio, 574 IX| erano scese dagli altari e camminavano leggiere e graziose tra 575 VII| le dimore dei cervi e dei camosci. La religione sua, che in 576 VII| gentilezza che più non si cancella, neppure nella più tarda 577 XXI| educazione come l'ebbi io, non si cancellano mai. Ho deciso, ed ormai 578 III| lontano orizzonte le cime candide e sottili dei monti, associando 579 I| viole, di rose bianche e candidi gelsomini, vide giacere 580 XVIII| allegramente di fuori l'ultima canzone del giorno, posandosi sugli 581 VII| conte.~ ~Quei sacerdoti capirono a volo ciò che da essi chiedevasi, 582 XVIII| vedere e veder chiaro. Non ti capisco, Gualberto; ma non aggiungo 583 XIV| volesse rammentare i vari capitoli di un libro, e che ogni 584 IX| triviale, talvolta è un capolavoro d'arte, fatto con tanta 585 XXII| carrozze, accompagnavano alla cappella di famiglia la salma del 586 VIII| particolari, le guardava i cappelli, l'orecchio piccolo e trasparente, 587 XIX| dati Ermanno, era senza cappello, pallida, colle labbra scolorite.~ ~– 588 XXII| intraducibile gratitudine questa cara promessa. D'ora in avanti 589 VII| entrato irrevocabilmente nella carriera ecclesiastica, e mentre 590 XXII| corteo di servi ed alcune carrozze, accompagnavano alla cappella 591 XIII| tavolino, assestò delle carte che vi erano sparse, e disse, 592 IX| parassiti inerti, alle nostre case o al posto ove avremmo dovuto 593 XVI| aprire un armadio, ora un cassettone, ora le sembrava si fosse 594 X| erboso, ombreggiato da folti castani.~ ~Era quello un luogo affatto 595 IX| sè una di quelle grandi, caste, coraggiose patrizie romane 596 I| sotterrato dai soldati del castellano nel bosco degli abeti. Anche 597 X| loro religione mostruosi castighi; ricordava le orribili torture 598 VII| fu inesorabile; qualche castigo severo, quasi crudele, represse 599 XVIII| prima del tramonto alla casuccia della Rosalìa.~ ~Guido Campaldi 600 IX| Gualberto, sentivasi vicina la catastrofe, ed era prevedibile che 601 XVIII| parte di quella seconda categoria che in fondo all'animo tuo 602 XVIII| sempre diviso la gente in tre categorie: l'una, la più numerosa, 603 IX| Talvolta nelle ore più cattive gli rinasceva una speranza. 604 Pre| avere perduta la fede nel cattolicesimo, ma per non sentire più 605 XVIII| nè voglio perorare una causa che non sarei forse in grado 606 XV| fanciulli; doveva combattere cauto e insistente l'istituzione 607 I| da balli; le caccie e le cavalcate portavano un'allegria insolita 608 XVII| Sedette un pezzo lì, a cavalcioni della finestra, dondolandosi 609 VII| vigorose inclinazioni; tendenze cavalleresche, ereditate d'altra parte; 610 XVII| si arrampicò e si mise a cavallo al parapetto.~ ~Era un bel 611 II| era ancora stato possibile cavargli di bocca altro che suoni 612 X| o a mescere del latte.~ ~Cavò del denaro di tasca e offrendoglielo 613 II| stava per divenire madre.~ ~Cedendo alle persuasioni della zia 614 V| bene, – disse il conte, celando il suo malcontento sotto 615 IX| perenne sorriso; che si celano sotto ad apparenze di tranquillità, 616 III| sentimenti, ma non gli potè celare tutte le sue ripugnanze.~ ~ 617 IX| l'orgoglio, il pudore di celarle al volgo gelosamente; chi 618 IX| agitate da mani ignote o che celassero fra le loro pieghe demonietti 619 VIII| silenzio e coll'immobilità celava a tutti la sua disgrazia.~ ~ 620 VIII| fidanzati. Fu dunque fissata la celebrazione del matrimonio a termine 621 XI| era famigliare il nome del celebre artista. – Campaldi...? – 622 IX| allontanava da quelle immagini celesti che erano state sino adesso 623 X| isolamento di una angusta cella, entro la quale non potevano 624 III| contessa non comparve alla cena fra i suoi ospiti; il conte 625 XIX| fissando con spavento quel cencio che svolazzava sempre sulla 626 VIII| fanciullo guarderebbe un dono di Ceppo. Non poteva apprezzare il 627 XVII| lasciarle quassù i sorrisi. Mi cercherà? – Si mise sul volto la 628 II| un uomo che affoga nella cerchia ristretta del bigottismo, 629 VII| vecchia dimora feudale, e cerchiamo di ritrovarne gli abitanti.~ ~ 630 XVIII| Sbaglierò. Io non amo, non cerco, non servo che il bello, 631 III| lucenti si fissarono in quelli cerulei della contessa, e Beatrice 632 VII| perdute fra le dimore dei cervi e dei camosci. La religione 633 XVI| sue paure, a poco a poco, cessarono.~ ~Sebbene avesse dinanzi 634 I| per vedere se la tempesta cessava, molti raccontavano di averle 635 XII| libero, che sono ricco, chè ti posso finalmente proteggere. 636 XIII| che imponeva loro di star cheti.~ ~Allora Gualberto trasse 637 Pre| tedioso di una sì lunga chiacchierata.~ ~Ma se i castellani di 638 XIV| provare a chiamarla. Forse chiamandola col solito nome sarebbe 639 XIV| improvvisamente da lui.~ ~– Mi chiamano, – disse.~ ~– Vuoi lasciarmi? – 640 III| egli non poteva più quasi chiamar sua e per la quale era invidiato 641 XIV| fanciullesca. Volle provare a chiamarla. Forse chiamandola col solito 642 XVII| dolcemente e gli sembrava che lo chiamasse; la febbre cresceva e l' 643 X| rigogliosa e la vita reale lo chiamassero a sè con insistenza; camminava 644 II| attività, erano incessantemente chiamate a vivere e ad esaurirsi, 645 X| quelle stesse cose che lo chiamavano, che lo aiutassero e lo 646 XI| vedere e verrò quando mi chiamerai – e lo sconosciuto andò 647 XII| In quegli anni, che molti chiamerebbero d'esilio, mi consolava la 648 II| vendicarsi. La vendetta in questo chiarissimo secolo fu più lunga e quindi 649 XVIII| sottigliezze; intendo i misteri del chiaroscuro nelle forme, non nei concetti, 650 VIII| fu quando le consegnò una chiave della sua biblioteca, ch' 651 XXI| e non mi piace che mi si chieda poco, allorquando so che 652 XIX| guardava intenta di sotto, chiedendo ansiosa, alle persone che 653 XXI| stato, ciò che allora si chiederebbe da me non mi potrebbe appagare; 654 XXI| farmi educare dai preti, per chiedermi poi il contrario, – disse 655 XIV| angustiata per lei e non potevo chiederne conto a nessuno. A pranzo 656 XVIII| che sono le altre? Non lo chiederò mai. La mia strada giace 657 XIII| Beatrice, credendo che il conte chiedesse che cosa voleva.~ ~– Posso 658 VII| capirono a volo ciò che da essi chiedevasi, e tutti i tentativi fatti 659 XVIII| penitenza è finita, la vittima chiesta in vece mia è trovata. Addio, 660 XIV| Allora bisognerebbe chinare la testa e soffrire, bisognerebbe 661 XVII| essere veduto. Allora, a capo chino, tornò addietro e rientrò 662 XXIV| piano dal salotto e andò a chiudersi nella sua camera.~ ~Aveva 663 XVIII| camera della vecchia Rosalìa; chiusero l'uscio, e Gualberto si 664 I| quelle valli prestavano cieca fede.~ ~Non v'era sventura 665 IX| sino ai vent'anni credette ciecamente, e non fu mai capace di 666 VIII| a quella di un poveretto cieco d'ingegno come il fratello 667 XVIII| impaziente desiderio d'altri cieli e d'altre genti mi spinge 668 II| in pelle ed oro colle sue cifre, non ne avrebbe tradotta 669 I| e fissò due grandi occhi cilestri in quelli della bambina, 670 XXII| sepolta con essa nel modesto cimitero di Ardenberg. La vecchia 671 I| serto d'oro sottile che le cingeva la fronte; aveva due lunghe 672 X| sua origine dalla fiera, cinica, altera prosapia degli Ardenberg.~ ~ 673 XI| uomo che s'avvicinava ai cinquant'anni. Era alto, ben fatto 674 III| piccolo Ermanno compiva il suo cinquesimo anno, allorchè un nuovo 675 VIII| questa grande natura che mi circonda e che mi sembra nuovissima, 676 XXII| una paura superstiziosa circondò ancora per qualche tempo, 677 III| risolvettero di stare in città la maggior parte dell'anno. 678 IX| passo la religione con la civiltà?~ ~– E quando la gente operosa 679 XVIII| forma. Tu fai parte della classe che vive di parole scritte, 680 XXII| avvenimenti politici, lo stato del clero e le speranze che aveva 681 I| villaggio, aveva anch'esso coadiuvato, sebbene con minor zelo, 682 X| ora lo trascinavano pei cocenti e intricati sentieri delle 683 I| comincia questa storia, che di codeste fiabe non si discorreva 684 IX| grande e intelligente, e in codesto fatto non vedrebbero che 685 XI| padre?... qual pazzia ti coglie dicendo queste cose?... 686 VII| astuti, sapevano sempre cogliere nel segno, allorchè dovevano 687 IX| Jeronima trovò sempre il cognato seduto al posto del conte, 688 I| argomento, per una strana coincidenza, a confermarsi nella loro 689 Pre| disperazione, nel quale non ti colga un vago desiderio della 690 VII| tutto di nero, e soltanto un collarino bianchissimo, stretto intorno 691 VIII| non facessero gli amici e colleghi suoi, allorchè discuteva 692 VIII| dell'intelletto, l'operare collettivo delle genti; ella non apparteneva 693 II| legature e i grossi volumi collocati in ordine sugli scaffali. – 694 VIII| alla fine di quel primo colloquio; lo sguardo fisso di Ermanno 695 III| che sente, che ha luce o colore, un tributo di gioia che 696 XVI| avesse la febbre e che il colorito insolito del suo viso, lo 697 VIII| ad un'ironia mordace che coloriva ognora il suo discorso.~ ~ 698 IX| rimbombare nel suo capo come colpi di martello.~ ~In quel punto 699 III| sventura la poteva ancora colpire.~ ~Mentre Beatrice nella 700 I| Non v'era sventura che colpisse qualche povera famiglia 701 IV| nascose il volto fra le coltri.~ ~ 702 VIII| rinvigorire la mia fede combattendo col pensiero l'errore e 703 VIII| Conviene conoscere l'errore per combatterlo, per non avere dinanzi a 704 I| un pezzo, ai tempi in cui comincia questa storia, che di codeste 705 XVIII| perchè dal momento in cui cominciai ad essere libero non ne 706 XVIII| individualità incompiuta, che ha cominciato a vivere troppo tardi ed 707 XI| appariva alto nel cielo; poi cominciò a scendere verso ponente; 708 XIV| bisogno di rammentare e commentare dei fatti; ma gli accadeva 709 XIV| colpa che sapeva non avere commessa. Le pareva di aver colpito 710 VIII| gli Ardenberg ebbero preso commiato, il padre di Jeronima la 711 XIV| brontolìo del tuono. Erano commossi entrambi, agitati come la 712 IX| delle cose che agitano e commuovono le genti di questo mondo, 713 IX| state sino adesso le sue compagne.. Il suo pensiero si avvicinava 714 XXI| essere primo fra tutti i tuoi compagni.~ ~– A che serve dirmi queste 715 II| fatto a modo suo un amico e compagno di studio, côlto e spregiudicato, 716 IX| divinità del mondo, allorchè comparvero su questa scena a soccorrere 717 IX| Tutta la vita di Jeronima si compendiava in queste parole.~ ~Gualberto 718 Pre| ci presta l'attitudine di compenetrarcene quasi inscientemente.~ ~ 719 X| se il danaro datogli lo compensava bastantemente. L'onesto 720 VIII| l'avvenire splendido la compenserebbero del sacrifizio, e fingendosi 721 XVIII| Rosalìa, ci rivedremo e ti compenserò della tua fedele servitù, 722 XXI| aggiunse, guardando con compiacenza la bella persona e l'ampia 723 XVIII| pietà ed affetto, quasi lo compiangesse profondamente; poi aggiunse 724 II| esito di ciò che stava per compiersi, l'animo del conte era troppo 725 VII| disposto ogni cosa per il compimento dei suoi disegni con accortezza 726 II| Invano i medici, vedendo la complessione robusta del bambino, avevano 727 III| orgoglio si accontentava dei complimenti, degli sguardi d'invidia, 728 XVIII| due seggiole di paglia, componevano tutta la mobilia di quella 729 VIII| manifestare i suoi desiderii, di comportarsi colle persone di casa, un 730 VII| conto di certi fenomeni pure comunissimi, e ignorava fatti che accadevano 731 VII| Figuravasi di entrare nella comunità di coloro che credevano 732 VIII| un privilegio che voglio concedere a te sola, perchè tu sola 733 VIII| tranquillarono, ed egli le concesse volentieri questa breve 734 XXI| continuò a dire con voce concitata e con occhio scintillante 735 XVIII| Gualberto, camminando con passo concitato, guardava da ogni parte, 736 Pre| fortuna del lettore devono concludere e finire, per altro sarebbe 737 VII| Si sarebbero esse unite concordi, oppure l'avrebbero consumato 738 VIII| società, dacchè era stata condannata all'inoperosità, dacchè 739 IX| i costumi, l'indole, le condizioni dei popoli; talvolta la 740 XX| col conte di Ardenberg, la condotta del quale non trovava scusa 741 VII| accortezza mirabile, e aveva condotto le cose in modo che la contessa 742 I| una strana coincidenza, a confermarsi nella loro superstizione 743 IX| di lei e di me stesso nel confessarlo. –~ ~Jeronima non rispose. 744 XIV| deporre ai suoi piedi la confessione dei suoi dolori!~ ~Di tratto 745 XIV| strappate le più umilianti confessioni, se egli avesse avuto argomento 746 XXIII| sfogare con lei il suo dolore, confidandole i segreti della sua tormentata 747 XIV| melodica che lo animava a confidarle i più segreti pensieri.~ ~– 748 XXI| tue rendite, perchè a te confiderò la direzione d'ogni cosa, 749 III| fatto sempre dimora sul confine fra il Tirolo italiano e 750 X| rivedendola. Nell'animo agitato si confondevano ignoti sentimenti, cui egli 751 IX| animate dall'amore di Dio, confortate da costanti e profonde amicizie 752 IX| così buona per me, mi ha confortato con parole altissime, piene 753 XIV| poterle aprire l'animo suo, lo confortava tanto il sapersi ascoltato 754 XIII| sedere accanto a sè e la confortò, la rassicurò, poi, allorchè 755 IX| più lontane, da Buddha a Confucio, da quelli alle forme più 756 VIII| ma quando, nel prendere congedo, lo scemo, facendo con essa 757 XIV| capo, ed io temeva che la congestione alla testa lo minacciasse 758 III| giovane contessa che un congiunto stimato, e al quale doveva, 759 XIII| terreni: quasi vi fosse una congiura contro di lui, sentivasi 760 XXI| nobili aspirazioni, tutto congiurava, affinchè il conte provasse 761 III| nelle loro opinioni i due coniugi si trovavano quasi d'accordo. 762 XVIII| delle cose che pensa, e che connette le sue idee con dei colori 763 VI| Beatrice stessa ignorava questa connivenza dell'artista con la contadina, 764 III| in Roma. Così il pittore conobbe la giovinetta che invaghitasi 765 XII| detto tuttociò perchè tu mi conosca meglio. La mia vita, il 766 IX| dandole il libro. – Questo lo conosce? È La vecchia e la nuova 767 IX| non le conobbi e non le conoscerò mai. –~ ~Tutta la vita di 768 XVIII| stese la mano.~ ~– Non ci conosciamo ancora, – disse; – forse 769 XIV| molte cose che ancora non conosco... se un giorno me ne venisse 770 XXI| vostre fatiche, mi sarei conquistato presso di voi, col mio ingegno 771 III| Ottone.~ ~Gli sposi di mutuo consenso cambiarono vita. I mesi 772 XXII| che ho saputo impormi, per conservarci degni entrambi di restare 773 III| misura, entro la quale sapeva conservare le sue opinioni; come, per 774 IV| pensava con febbrile rapidità; considerava le promesse del conte e 775 IX| che io volessi dare dei consigli che certamente non sarei 776 IV| misteriose parole. Avrebbe voluto consigliarsi con qualche persona, avrebbe 777 XVI| una segreta ispirazione le consigliasse di restare. Ma qual serio 778 VII| inquietudini che gli fu consigliato di andare a ritemprarsi 779 XXII| ogni giorno.~ ~Jeronima lo consigliò di chiamare un medico; ma 780 III| sembrava non potersene consolare, dopo breve tempo apparentemente 781 III| L'artista, che non potè consolarsi della morte di sua moglie, 782 IX| simpatia la gentile e severa consolatrice che gli parlava così. Il 783 XII| chiamerebbero d'esilio, mi consolava la dolce memoria di tua 784 XIII| Gualberto trasse un sospiro di consolazione. – È partito! – disse fra 785 VII| concordi, oppure l'avrebbero consumato nella contesa?~ ~Lo vedremo 786 XI| atteggiamento. La donna con furberia contadinesca e con l'intuizione di chi 787 XVII| intorno, restando pensoso a contemplare gli oggetti che le appartenevano.~ ~– 788 VIII| alle sue dottrine, ed egli contemplava ora per la prima volta le 789 VII| eternare un momento felice di contemplazione.~ ~Dotto in molte materie, 790 VII| sacri. Perciò stabilì che contemporaneamente fosse fatta al castello 791 X| tra la natura e lui per contenderlo a quella bellezza primaverile 792 VII| differenti fra loro, che si contendevano l'avvenire di Gualberto, 793 VIII| lei, e non so qual cosa ci contendiamo. Mi farà bene ritemprarmi 794 VIII| incerto sempre sul modo di contenersi, diffidente di sè, non potendo 795 VII| raccoglieva così molte lettere che contenevano elogi grandissimi di Gualberto, 796 VIII| piacere e devono essere contenti, – rispose Ermanno con una 797 VII| avrebbero consumato nella contesa?~ ~Lo vedremo più innanzi.~ ~ 798 III| venissero a confortare i conti di Ardenberg sì crudelmente 799 VII| indifferenza il loro cammino fra i continenti, cercando una via immortale 800 XIII| Sono tranquillo e voglio continuare con sicurezza ed energia 801 XXI| disse mesto e severo – continuerai a portare il mio nome per 802 X| maravigliato il giovane sacerdote, contò, adocchiandolo, il danaro 803 XVIII| marmo la morbidezza dei contorni più delicati, dell'epidermide 804 IX| sempre sebbene nascosto e contorto. Poi ricordò che forse tutto 805 X| differenti fra loro e che si contraddicevano le une coll'altre, mentre 806 XXI| impallidì.~ ~– Oseresti contraddirmi? – domandò con violenza. – 807 IX| popolato di tempii le più belle contrade d'Europa, che avevano protetto 808 XIII| ispirava, per una di quelle contradizioni che non si spiegano facilmente, 809 XIV| dall'aver presa la decisione contraria.~ ~– E non le dispiaceva... – 810 IV| caso voi non la vorrete contrastare. –~ ~Vi fu un momento di 811 XXI| Ardenberg non è mai stata contrastata da alcuno; la mia volontà 812 VIII| altero nel contegno che contrastava singolarmente con la sua 813 III| nella mente dello scultore contrastavano mille pensieri lieti, baldanzosi, 814 II| di tutti le proprie idee, contratte già per istinto e abitudini 815 II| dagli errori che avevano contristata la propria infanzia. Al 816 III| tutti gli Ardenberg e aveva contristate altre spose e altre madri 817 VI| debole tuttavia e non peranco convalescente, ammalò, e sì gravemente, 818 III| ai pranzi, ai balli, ai convegni del suo castello; il suo 819 IV| baderò nè a scandalo nè a convenienze, e la mia vendetta sarà 820 XIII| più il frutto di un'unione convenzionale, infelice, quale egli l' 821 VII| rivestirsi di certe forme convenzionali, che certe aristocratiche 822 I| si arguì che la Rosalìa conversasse a volte ancora col fantasma 823 VIII| mentre Gualberto ed il padre conversavano ancora nel fondo della biblioteca. – 824 XXIV| desiderata sorpresa.~ ~La conversazione era animata; il Campaldi 825 XIV| che mi disse che l'amore convien trattarlo come un dolore 826 VIII| affacciò alla mente per convincere suo padre. Il povero vecchio 827 III| dapprincipio, quando ebbe a convincersi della triste verità, sembrava 828 XIV| vi penso e sempre più mi convinco d'averle detto ciò che avrei 829 XIX| buttato di sotto. Ne sono convinta. – Tacquero entrambi. Quella 830 VI| promesse si lasciarono, convinti entrambi di non più rivedersi, 831 III| femminile delle sue vecchie convinzioni quanto bastasse a non eccitare 832 XXII| un altro ben più modesto convoglio funebre, seguìto da pochi 833 XIV| stringeva le mani con moto convulso.~ ~Anche lei rimaneva sola, 834 XVIII| un piede piccino piccino, coperto con una calza verde tessuta 835 IX| dispera. Oh Jeronima, – disse coprendosi il volto, – è una viltà 836 XXI| società, le tue ricchezze copriranno ampiamente tutte le memorie 837 XVI| diventerebbe grande grande e coprirebbe ogni cosa colla sua ombra, 838 XIV| braccia e stringerla al petto, coprirla di baci e di carezze; ma 839 IX| di quelle grandi, caste, coraggiose patrizie romane che affrontavano 840 VIII| attorno.~ ~Era talvolta coraggioso sino alla temerità o all' 841 XVIII| vadano guaste e mute le corde. Sono bella ed egli mi attende,» 842 XI| sull'erba quasi volessero coricarvisi, e le alte pareti delle 843 IX| pregare, alla sera quando mi corico vorrei prostrarmi e adorare; 844 X| sembravano rimproverarlo tutte in coro; sembravano dirgli:~ ~– 845 XXI| di libri, gli stemmi e le corone sculte in rilievo al di 846 V| dell'innocenza scoprì il suo corpicino forte e perfetto; poi sorrise 847 Pre| correzioni, pure temevo correggendola di toglierle l'unico e maggiore 848 XVIII| ma poi si sovvenne e si corresse – perchè quasi tutte le 849 Pre| abbisognasse e abbisogni tuttora di correzioni, pure temevo correggendola 850 XXII| rivolta a tener viva quella corrispondenza, mentre dedicava cure e 851 IV| Altri sono i pericoli che corrono in questo mondo creature 852 XI| sopracciglia erano ravvicinate dal corrugarsi della sua fronte. Via via 853 III| mesi più tardi, la fronte corrugata del marito della contessa 854 XXII| Due giorni dopo, un lungo corteo di servi ed alcune carrozze, 855 XIV| suo letto parato con gravi cortine di damasco, le sembrava 856 II| aveva creduto di compiere coscienziosamente un dovere, allorchè colla 857 X| padre, all'amorevolezza costante e mesta di sua madre; non 858 VII| vigilanza vi fosse chi riparasse costantemente ai danni del tempo, ed il 859 IX| amore di Dio, confortate da costanti e profonde amicizie coi 860 VII| coloro che fidavano nella costanza de' suoi proponimenti; ma 861 XIII| penso alle lagrime che t'ho costato. –~ ~La contessa lo guardò 862 II| eletti di questo mondo, che costavano quattrini a chi voleva acquistarle, 863 | costì 864 II| acquistarle, e che dovevano sempre costituire una parte delle proprietà 865 IX| gente operosa del secolo che costruisce navi, che fa strade ferrate, 866 IX| forme, che variano secondo i costumi, l'indole, le condizioni 867 XV| si studia, allorchè altre covinzioni lo traggono a vivere diversamente, 868 IV| corrono in questo mondo creature leggiadre come voi. Ma quei 869 VII| avuta durante il viaggio crebbe, anzichè scemare, allorchè 870 XIV| altere e virtuose matrone, credenti alti d'ingegno e grandi 871 VI| diventata col tempo una credenza inattaccabile, circondava 872 IX| conseguenze del mio errore, nè crederei per questo di rappresentare 873 XVI| Ermanno, altrimenti che col crederlo malato.~ ~– Non ho voglia 874 IX| sue parti, che le genti lo credettero plasmato miracolosamente 875 XIV| Ma oggi, non so perchè, credetti per un momento che la sua 876 XXI| discorso. Non gli pareva credibile, ora che sapeva che il conte 877 IX| che io ho perdute; era un credito illimitato nel mondo ideale....~ ~– 878 XXII| dopo di lei. E i contadini, creduli e riverenti, le prestarono 879 III| quanto il conte l'avesse creduta capace di acquistare e di 880 XXI| Gualberto vivamente, – io sarei cresciuto accanto a voi quale m'avreste 881 XVI| padrone; quelle figure gli crescono d'attorno come a me i miei 882 XXI| interlocutore, sentiva vicina una crisi e cercava di domare le sue 883 I| che sembravano fatti con cristalli sottili e variopinti, e 884 I| movimento leggero alle onde cristalline che muovevano le foglie 885 VII| maggior grandezza, l'idea cristiana nella religione cattolica. 886 VII| far sue tutte le leggende cristiane, tutte le subblimi aspirazioni 887 IX| martiri dei primi tempi del Cristianesimo, e fra i pedanti, gli ambiziosi, 888 XIV| angosce dei primi secoli cristiani, altere e virtuose matrone, 889 XXIV| trovò suo padre seduto nel crocchio degli amici intelligenti 890 XIX| disse dopo un momento, crollando il capo.~ ~In quel mentre 891 II| turbine, e dove non poteva crollare ne rimaneva scossa per sempre. 892 I| dicevano allora con una crollatina di spalle quei contadini, – 893 II| idee. La vecchia società crollava sotto quel turbine, e dove 894 XXI| tutti per intelligenza e cultura, potrà essere annoverato 895 XVIII| accostò al fuoco dove io cuoceva una mia medicina, e sollevò 896 XVI| marmo alzerebbero su su la cupola, per farla diventare più 897 VII| presenza del conte, o non la curasse. Gli volse le spalle, si 898 XX| affetto, nè il padre erasi curato di lui. Il conte era intollerante 899 X| sempre più caldo, nè egli curava di ripararsene; quei raggi 900 VII| la testa fra le mani, e curvando l'alta e snella persona, 901 XXII| cadente e le spalle più curve del solito, rivelassero 902 XXI| stese la mano. Era un po' curvo in quel momento, aveva il 903 XI| gelosamente allora, come lo custodiscono adesso un segreto terribile –~ ~– 904 XI| del castello di Ardenberg, custodivano gelosamente allora, come 905 XIX| nelle barche, notizie; ora dando degli ordini, ora supplicandoli 906 XXI| con tuono raddolcito e dandogli di nuovo del tu.~ ~– L'amavo, – 907 IX| letto.~ ~– Jeronima, – disse dandole il libro. – Questo lo conosce? 908 VII| riparasse costantemente ai danni del tempo, ed il castello 909 XVIII| imagine; e se un verso di Dante o una pagina dello Shakespeare 910 III| seguendo un raggio di sole che danzava sulle acque, o guardando 911 VIII| piccola mano di Jeronima danzò tutta la notte, come fosse 912 XIV| brezza leggiera che aveva dapprima scossi leggermente i capelli 913 III| La contessa Beatrice, che dapprincipio, quando ebbe a convincersi 914 IX| lasciato deserto? Che cosa mi daranno quei libri di scienza e 915 XIV| Vi sono persone che darebbero tutta la potenza del pensiero, 916 XXV| la parte di uno solo, noi daremo a tanti.~ ~Il giovane sacerdote 917 IX| di filosofia, che cosa mi darete voi, gente intelligente 918 VIII| e credente sacerdote, e darlo in preda tanto inconsideratamente 919 III| grandi, indefiniti, senza darne una briciola, senza lasciarsene 920 V| risposta se ne andò.~ ~Senza darsene ragione, pure lo noiava 921 I| apparizione di Valfreda datava dalla notte di San Giovanni 922 X| quell'uomo se il danaro datogli lo compensava bastantemente. 923 IX| risposte che m'ebbi ora debbano bastare?~ ~– No, non bastano! – 924 XII| mia vita, il mio avvenire debbono d'ora innanzi servire a 925 VIII| pochi mesi, la prigione per debiti il padre. Jeronima adorava 926 II| contessa non sapeva se andavano debitori alla natura o all'adulazione 927 IX| che nasconde le paure e le debolezze di coloro, a' quali è più 928 II| Zitto, – disse, – Beatrice è debolissima e non l'ha ancora veduto... – 929 V| mano. – Grazie, – mormorò debolmente, e una grossa lagrima le 930 XXII| conte erano esaurite.~ ~Egli decadeva ogni giorno.~ ~Jeronima 931 II| fatto in Francia nel secolo decimottavo e di quanto avevano detto 932 II| accoppiasse ad una forte e decisa individualità. Le schiatte 933 II| contessa si fosse avviata decisamente per la via tracciata da 934 VIII| aveva contento nè riposo, e decise di aiutarlo in ogni modo. 935 X| che stanno per finire e decomporsi adagio adagio a fine di 936 VIII| passare dall'infanzia alla decrepitezza della vecchiaia senza altre 937 XIV| fantasime magre e lunghe, deformi e grottesche, e i rami mossi 938 XVIII| morbidezza dei contorni più delicati, dell'epidermide più sottile; 939 XI| debitore della vita ad un turpe delitto o all'amore, all'entusiasmo, 940 III| Ardenberg sì crudelmente delusi nella loro prima speranza. 941 XX| otterrebbe da un nipote.~ ~Ma fu deluso anche in questa speranza.~ ~ 942 IX| celassero fra le loro pieghe demonietti irrequieti; nessun passo, 943 VI| me; egli m'aveva promesso denari e doni, ma sebbene poverissima 944 VIII| e sottili, contare quei dentini come fossero un vezzo di 945 II| della contessa Beatrice e deponeva un bacio sulla sua fronte.~ ~– 946 I| scavavano una fossa e vi deponevano un corpo ravvolto in un 947 XIV| sapersi ascoltato da lei, il deporre ai suoi piedi la confessione 948 XXII| per l'avvenire.~ ~Il conte depose un freddo bacio sulla fronte 949 IX| circondava, questi due, giovani e derelitti, condannati entrambi alle 950 II| credesse in ciò che egli derideva, sembravagli un fatto naturalissimo, 951 X| sembravano ghigni pieni di derisione per lui e per tutti gli 952 XX| infelice, tormentato dai dubbi, derisore della religione. Essa non 953 XVIII| dello Shakespeare me lo descrivano, gli so dare una forma, 954 XXII| parte dei suoi disegni, descrivendole i particolari della sua 955 Pre| detto che la mia storia descriveva un fatto morale vero, e 956 XXIV| egli provò una gradita e desiderata sorpresa.~ ~La conversazione 957 XIV| non aprì un libro, non desiderò di leggere; quel quadro 958 VIII| che una piccola vanerella, desiderosa di diventare una gran dama 959 XIII| mentre suonò la campana del desinare, e la contessa alzossi anch' 960 III| seguirlo con incessante desìo.~ ~Guido si accorse della 961 VI| risoluti.~ ~Dentro di sè erano desolati. E la povera contessa, debole 962 II| nutriva ancora tutte le più despotiche idee feudali, si sono trovati 963 XX| quell'abito, voleva anche le dèsse il triste spettacolo del 964 IV| scuotendo i loro sonagli, la destarono a un tratto.~ ~Beatrice 965 IX| rispose Gualberto come si destasse allora.~ ~– Domani ci rivedremo, – 966 I| poi, perchè non si era più destata fino al momento nel quale 967 VII| chiamato un giorno ad altissimi destini, non perchè portava un nome 968 X| violenta.~ ~Senza scopo determinato si rimise a camminare nella 969 Pre| la sincerità che me le ha dettate.~ ~Emma.~ ~Milano, 14 giugno 970 XVI| all'occhiello, e gliene dètte altri. Andò nella sua camera 971 XXI| che mi devi.~ ~– Io non vi devo che quest'abito, – rispose 972 XX| intensità, con quella pazienza devota, colla quale sanno amare 973 VI| inalterato e la sua eterna devozione.~ ~Beatrice aveva gli occhi 974 X| aiutassero e lo liberassero; e si dibatteva contro quella veste di ferro 975 XIV| parlino in favor mio, che ti dicano ciò che direi io stesso... 976 VI| esortandolo a partire, e dicendogli nello stesso tempo che essa 977 V| per uscire dalla camera, dicendole addio; ma l'ammalata lo 978 XVII| farmelo ripetere, perchè me lo dicesse prima di lasciarmi. Mi ricordo 979 V| meglio: da ieri il medico ha dichiarato che è fuori di pericolo 980 II| bellissima edizione del Diderot, rilegata in pelle ed oro 981 VIII| sue assenze, e che gliela diede con preghiera di andarvi 982 VI| intelligente e buono; ti amerà, ti difenderà, sarà la tua gioia, il tuo 983 III| barriera insuperabile, e la difendevano dagli spiacevoli contrasti 984 XXI| nè capiva dove stava la differenza. Era nella voce? nello sguardo? 985 IX| tanto tempo sempre muto e dignitoso.~ ~– Ma come ha vissuto 986 IX| loro immobilità. Essi gli dilaniavano l'animo senza posa e senza 987 X| poco a poco quelle voci si dileguarono, tutto tacque in lui, ed 988 IX| mio a speranze ardenti, dileguate per sempre. La mattina quando 989 XXIV| momento uno di quei sorrisi dileguati da un pezzo, e che in altri 990 III| il nome degli Ardenberg dileguavano sempre più. Il piccolo scemo 991 XXV| ancora il cuore di tua madre, dilegueranno col tempo, e allora... allora 992 VIII| manifestarsi. Il conte trovava un diletto finora sconosciuto nell' 993 XXI| disse finalmente Gualberto, dimenticando ogni ritegno.~ ~Il conte 994 XIV| fosse giunto a saperne uno, dimenticasse poi tutti gli altri o quando 995 XIV| essere certo che essa non lo dimenticava, che non si sarebbe allontanata 996 XXI| a stento la sua ira, – e dimentichi il rispetto che mi devi.~ ~– 997 XVII| tutto tutto, perchè, se dimentico qualcosa non avrò pace, 998 XIV| finestra.~ ~Allorchè la pioggia diminuì e che potè riaffacciarsi, 999 XVIII| vedo, mi pare che potrò dimorare per molto tempo ove tu sei, 1000 III| visitata da italiani che vi dimoravano nella stagione estiva, o 1001 VII| da ballo, perdute fra le dimore dei cervi e dei camosci.