14-dimor | dimos-magni | magra-risol | risor-vii | viii-zitti
     Cap.

2002  VIII|             aveva lasciata; un po' più magra, un po' più scolorita in
2003 XVIII|              sono tanti uomini deboli, malaticci, poveri, che possono servire
2004 XXIII|          scritto Jeronima, dello stato malaticcio del conte, indovinò subito
2005  XXII|     svogliatezza può essere indizio di malattia, – disse Jeronima insistendo.~ ~–
2006  VIII|        presentarsi in abiti sdruciti e malconci dinanzi alla gente. E la
2007     X|         verticali degli scogli, pesto, malconcio, giunse laddove voleva andare;
2008     V|               il conte, celando il suo malcontento sotto un freddo sorriso. –
2009   III|           bella e più altera. Il conte malediva quella bellezza che domava
2010  VIII|              piccola mancanza, di ogni malevolo sorriso, quando era fra
2011  VIII|            lunghe istorie di fate e di malìe.~ ~Il conte era invecchiato
2012   XXI|       melanconica sostituiva quella di maligna ironia che aveva prima.
2013  VIII|               Lo scemo li guardava con malinconia.~ ~– Sono appassiti tutti, –
2014   XXI|          sguardo del conte un lampo di malizia, – potrai forse, seguendo
2015    IX|           avrebbe osservato un sorriso malizioso spuntare all'ombra dei suoi
2016   VII|       rivederla. Sembrava che il lungo malore avesse domato in lui quella
2017    II|            Santo Stefano e la Croce di Malta, e s'arrabbiava contro quei
2018   VII|                del nome concesso tanto malvolentieri, egli si era impadronito
2019   XXI|              tempo; e nulla davvero ti manca per essere primo fra tutti
2020    XV|          compiutamente nella realtà, e mancandogli d'altra parte il nutrimento
2021  VIII|            accorto di ogni più piccola mancanza, di ogni malevolo sorriso,
2022    XI|             gran paura di far male, di mancare ad un dovere, di peggiorare
2023   VII|              del suo essere morale gli mancava, ma era ancora tanto ricco
2024   VII|               feritoia, non uno stemma mancavano al vecchio edificio. Sembrava
2025    IX|           veste? Un conte di Ardenberg mancherebbe alla sua promessa! – disse
2026 XVIII|           abito di suo figlio.~ ~– Non mancherò alle mie promesse, – rispose
2027   XXI|               e battendo i piedi, – mi manchi di rispetto e di ubbidienza.~ ~–
2028  XXII|        debolezza e lo pregò di nuovo a mandare per il medico.~ ~– No, –
2029  XXII|             notizie di , e Gualberto mandava a Jeronima delle lunghe
2030     I|             alla quale molti contadini mandavano i loro figliuoli, aveali
2031     X|              prateria, ove pasceva una mandra.~ ~A destra era una modesta
2032    IX|              , disarmati, colpiti da mane a sera da quei piccoli caratteri
2033    IX|             del mio spirito, forse una manìa... Ella è stata così buona
2034    VI|                pizzi delle lunghissime maniche umidi e sgocciolanti, alla
2035    II|         stanchezza della mente, che si manifesta colla tendenza all'isolamento
2036   III|                e gentile coll'artista, manifestandogli quanto rammarico provasse
2037  VIII|              indipendente, sdegnoso di manifestarsi. Il conte trovava un diletto
2038  VIII|            gioia rivelatrice che aveva manifestata al suocero, allorchè egli
2039    II|       intenzioni e le opinioni in essa manifestate doveva ferire profondamente
2040   III|                viso largo e brutto non manifestava  gioia,  dolore; a cinque
2041  XXII|              elevato, energico, mentre manifestavano pure sentimenti veri e soavissimi.~ ~
2042   XXI|              dubbi, le tue opinioni le manifesterai apertamente; il tuo forte
2043     V|               grido di gioia e posò la manina fra il pelo bianco del gatto.
2044    II|             brevi distanze, certi visi mansueti e stupidi, certe teste strette
2045    IV|          disegni; e allora con ironica mansuetudine le diresse la parola sulla
2046   XIV|              da un brivido, strinse la mantellina intorno alla sua persona. –
2047     X|                 X.~ ~Jeronima non potè mantenere la sua promessa. Suo marito
2048  VIII|             povero Ermanno.~ ~Il conte mantenne con fermezza la sua promessa.
2049   XXI|              momento come quello, e ti maravigli che quello sdegno basti
2050  VIII|             detti ironici del conte la maravigliarono. V'era in essi un non so
2051     X|            Quelle roccie lo guardavano maravigliate per la sua rapida metamorfosi;
2052  VIII|            carattere di Jeronima, e si maravigliava della sua coltura e intelligenza.
2053     I|             Tra l'altre storie, la più maravigliosa era quella della piccola
2054 XXIII|           quelle sere d'estate, sempre maravigliosamente belle in quel luogo, mentre
2055   III|               magici colori, contrasti maravigliosi. In que' giorni beati passava
2056     X|                e sereno, di un azzurro maraviglioso.~ ~Gualberto si mise a sedere
2057   XIV|                ma tu che sei pura come Margherita, portamela in cielo e non
2058     X|            variopinto di pervinche, di margherite, di mammole, talvolta cadeva
2059   XXV|           finestra, guardando la vasta marina, incantevole in quella notte.~ ~
2060   XVI|           tutto è suo , le panche, i marmi, Dio e gli Angioli; lui
2061    IX|             nel suo capo come colpi di martello.~ ~In quel punto lo scosse
2062   XXV|             ami il sacrifizio come una martire. Se questo sogno di folle
2063     X|            tutti gli errori, a tutti i martirii dello spirito umano, dacchè
2064     X|           Damasco, ti saresti lasciato martirizzare per la fede e saresti stato
2065   VII|           partì da Roma sul finire del marzo con grandissimo desiderio
2066     V|               gli occhi infossati e la mascella inferiore sporgente, lo
2067    II|            teste strette e piccine con mascelle sporgenti e occhi spenti,
2068    II|        contessa ha partorito...~ ~– Un maschio? – domandò il conte con
2069    IX|               religioni fosse come una matassa arruffata, ma che il filo
2070   VII|                grandissime, sono tutte materiale necessario alle loro creazioni;
2071   VII|       contemplazione.~ ~Dotto in molte materie, Gualberto era ignorante
2072   XIX|               pianse lagrime di quella materna disperazione che non ha
2073  XIII|               tutte le gentili qualità materne; no; era una donna più donna
2074   III|                tardi le speranze della maternità per le quali le carezze,
2075    XX|            soddisfazioni dell'orgoglio materno.~ ~Lo aveva amato con quella
2076 XVIII|              che le mie figure, la mia matita ed il mio scalpello per
2077   XIV|           cristiani, altere e virtuose matrone, credenti alti d'ingegno
2078   VII|               che il suo spirito s'era maturato, s'era fatto a un tratto
2079  VIII|               e venne a portare questo mazzo che rappresentava le cose
2080      | medesimi
2081    II|              senza ragione.~ ~Invano i medici, vedendo la complessione
2082 XVIII|                dove io cuoceva una mia medicina, e sollevò l'abito, e alzò
2083    IX|          opporvisi; accettare un fatto mediocre che ci avvia a far meglio
2084    IX|               sublimi, che i caratteri mediocri sono incapaci di sostenere.
2085    XV|          percezioni, non poteva quindi meditare intorno a ciò che provava.~ ~
2086    IV|          paurose visioni. Sembrava che meditasse qualche disperato proposito.~ ~
2087   XXI|              entrambi, – rispose; – ho meditato le parole di quella sera,
2088   XIV|                   Mentre assorto nella meditazione se ne stava silenzioso appoggiato
2089    XV|               in mezzo alle più tristi meditazioni.~ ~A colazione si rividero.~ ~
2090   XIV|            come il Faust donò la sua a Mefistofele, ma tu che sei pura come
2091   XXI|             parlava, e una espressione melanconica sostituiva quella di maligna
2092   XIV|              Gualberto un incanto, una melodia nuova che esercitava un
2093   XIV|                quella sua voce bassa e melodica che lo animava a confidarle
2094    IX|           sottovoce, così che il suono melodioso delle sue parole sembrava
2095    IV|       rassomigliante ad una vittima di melodramma o ad una Maddalena pentita.
2096   III|               degli Ardenberg. Tutti i membri di essa rinnegarono la moglie
2097  VIII|            propria volontà, si facesse mendicante; ma che un essere intelligente
2098   VII|            aspirazioni di quei celebri mendichi d'altri tempi, i quali,
2099  XIII|                Non aveva ancora finita mentalmente questa esclamazione, che
2100   XXI|                fioriti ove spaziano le menti libere e grandi; avete con
2101    IX|                utili e grandi. Vi sono menzogne sublimi, che i caratteri
2102   III|            piccoli occhi tondi, fissi, meravigliati d'ogni cosa, senza intenderne
2103    XX|          sentiva di potergli perdonare mercè quel dolore, le sue crudeli
2104  XIII|                passeggiò nelle ore del meriggio su e giù nella sua biblioteca,
2105   XXI|              punita valutandola quanto merita. Credete che anche voi,
2106  VIII|             commettere uno sbaglio, di meritare punizione, e già cominciava
2107   XXI|            dell'oro per pagare ciò che meritava una moneta di rame. Potevate
2108   Pre|            quale per  certamente non meriterebbe il lusso tedioso di una
2109     X|               a preparare formaggi o a mescere del latte.~ ~Cavò del denaro
2110    IX|           regga al confronto della più meschina fra quelle che io ho perdute;
2111    IX|                queste larve sbiadite e meschine; ma nel suo cuore deserto
2112    IX|             avvicinava agli uomini, si mescolava ad una folla a lui sino
2113   VII|                ritemprarsi per qualche mese nell'aria natia.~ ~Egli
2114     X|                il fiore sbocciato e la mèsse matura.~ ~– Sei la disarmonia,
2115    XX|              con que' suoi begli occhi mesti, che parevano più grandi
2116  VIII|             assorta nello sconforto di mestissimi pensieri, la porta si aprì
2117    XV|            rivelare improvvisamente la mèta, indirizzarli sulla sua
2118     X|         maravigliate per la sua rapida metamorfosi; l'altera natura sembrava
2119    II|              nel suo cervello tutto un metodo d'educazione che valesse
2120   XVI|              Non li getterò via, ma li metterò altrove, – e mise quei fiori,
2121  VIII|          traspariva alcun desiderio di mettersi in relazioni affettuose
2122    IX|            cadde a un tratto? Vorresti metterti al pari di quegl'impudichi
2123  VIII|           sempre a far vita comune, si mettesse nella dipendenza di uno
2124   XVI|          terrazza, e insistè perchè si mettessero a sedere proprio nel punto
2125   VII|         migliori; aveva unito Cristo e Michelangelo, l'amore ed il culto di
2126     X|              saresti stato pago; non è miglior cosa il dubbio e la disperazione
2127    IV|              tale prontezza; l'idea di migliorare le vecchie schiatte ritemprandole
2128   Pre|               le ha dettate.~ ~Emma.~ ~Milano, 14 giugno 1877.~ ~
2129     I|    superstizioso ostinato, malgrado le minacce del parroco, appiccava discorso
2130   XIV|              congestione alla testa lo minacciasse di nuovo. Ora dorme, ma
2131   XVI|             che il male, che aveva già minacciato il suo povero cervello,
2132     I|                coadiuvato, sebbene con minor zelo, all'opera del maestro
2133   XIV|             Egli aveva dormito qualche minuto, mentre essi discorrevano
2134    IX|           genti lo credettero plasmato miracolosamente sul vero e l'adorarono senza
2135 XVIII|           guardò. «Sono belladisse, mirandosi  dentro; «sono bella e
2136  VIII|                una regina, e nella sua misera capanna non avesse nulla
2137    IX|               animo senza posa e senza misericordia. Che cosa sarebbe avvenuto
2138   VII|          essere gl'intermediari fra le miserie della terra e le glorie
2139     X|                più bello che ho, me lo misi il giorno che fui sposo
2140    IV|        minaccie nascoste in quelle sue misteriose parole. Avrebbe voluto consigliarsi
2141    IX|             come vuole, dica Dio, dica mistero; si fermi alla cellula o
2142   Pre|           sensualmente religioso delle mistiche penombre delle sue chiese,
2143   Pre|          sarebbe rimasto prete.~ ~Quel misticismo vago che viveva ancora in
2144  VIII|                volta che il conte potè misurare il profondo sconforto che
2145    II|          mentre fra le grette, fredde, misurate riflessioni d'un animo egoista,
2146    IX|               perchè furon modificati, misurati, spogliati della primitiva
2147     V|                sottrarsi ai sentimenti miti e pietosi che lo invadevano. –
2148   VII|                essere di straordinaria mobilità allorchè si animava, variava
2149    II|         importanza maggiore che ad una moda,  aveva in  quelle attitudini
2150 XVIII|         ispirarmi qualche lavoro, come modelli viventi di un'opera futura,
2151   VII|         istintive impressioni non sono moderate dalla riflessione, il bisogno
2152  VIII|               un'istintiva gentilezza, moderavano le manifestazioni di quell'
2153  VIII|               sulle proprie azioni, si moderò, cercò alla meglio di starsene
2154    IX|               simulazione perchè furon modificati, misurati, spogliati della
2155    IX|          isolandosi. Ivi, senza essere molestata, ritemprava l'animo nello
2156   XIV|                 e con la bella persona mollemente inclinata sul parapetto
2157   Pre|                delle sue chiese, delle molli armonie dei suoi organi,
2158      | moltissime
2159      | moltissimo
2160   III|            turbare la pace apparente e momentanea dei castellani d'Ardenberg.~ ~
2161   Pre|             quale si spenga anche solo momentaneamente l'attività del pensiero,
2162   VII|              dei piaceri e delle gioie mondane. Ma contro a questi prevalse
2163   XXI|            pagare ciò che meritava una moneta di rame. Potevate vendicarvi,
2164  VIII|              non intese, e rispose con monosillabi che ella pure non capì.
2165     X|            incantava, quella fragranza montana che lo inebbriava, la vista
2166     X|        fragranza dei fiori e dell'erbe montane. Talvolta pensava a Jeronima,
2167     X|              seguiva era sparso d'erbe montanine fresche e olezzanti, da
2168  VIII|           tuttavia, allorchè Gualberto montò sopra uno sgabello e stava
2169  XIII|         Gualberto con tutte le torture morali delle quali poteva disporre,
2170     I|              biondi, accarezzati dalle morbide mani della dama del lago,
2171 XVIII|                superficie del marmo la morbidezza dei contorni più delicati,
2172    XI|        spaventosa, con una perspicacia morbosa, indovinò, capì tutto.~ ~
2173   VII|               della mente, a qualunque morboso bisogno di commozione intellettuale
2174   VII|             tornerebbe alla terra e vi morderebbe con gioia un rozzo pezzo
2175  VIII|             braccia al collo con urli, mordeva, rideva, le copriva il viso
2176   XIV|              vasti deserti da una fata morgana ingannatrice: ho scelto
2177   III|                moglie del pittore, che morì giovanissima, lasciando
2178  VIII|               giovane sposa. – Anch'io morirei per farti piacere, se tu
2179  VIII|             entrato nella mia casa per morirvi d'inanizione. Sei mia figlia, –
2180 XVIII|                 voleva che la leggenda morisse prima di lei.~ ~L'inferma
2181 XVIII|               allora gli occhi chiusi, mormorando a mezza voce delle preghiere,
2182  XVII|             vicina.~ ~L'acqua di sotto mormorava dolcemente e gli sembrava
2183    IX|            vedeva mescolarsi alle cose mortali con maraviglia e con dolore;
2184     I|           barbaramente, ma non peranco morto, venisse sotterrato dai
2185    IX|              un tratto di pavimento in mosaico nero, che ben si addiceva
2186    IX|          continuò a chiedere Gualberto mosso a pietà di lei e ansioso
2187    IX|              proprie azioni, che fanno mostra, come i pezzenti lungo la
2188   XXI|             che impotenti ed umiliati, mostrargli i sentieri fioriti ove spaziano
2189     X|              lo sei, non fai altro che mostrarti stolto e irragionevole, –
2190    XX|          Jeronima, che non avevano mai mostrato di vergognarsi di lui.~ ~
2191    II|              liberali, come i suoi avi mostravano l'ordine di Santo Stefano
2192  VIII|                legione di giganti o di mostri che volessero divorarlo.
2193    II|                scoperse la culla.~ ~Un mostriciattolo, uno scimiotto fasciato,
2194  VIII|                Jeronima ricusò; finse, mostrò anzi di essere lieta e superba
2195 XVIII|                ad un tempo, per quella mostruosa, strana, inconcepibile supposizione
2196     X|         disertori dalla loro religione mostruosi castighi; ricordava le orribili
2197   XXI|                conta.~ ~– È un egoismo mostruoso! – esclamò il conte.~ ~–
2198    II|             degna infine di ripetere i motti arguti di quei grandi scrittori
2199   XIV|             spirare attenzione da ogni movenza, sembrava ascoltare con
2200   XIV|             irregolare; ma egli non si moveva, e dopo qualche istante,
2201   XVI|          dinanzi alla finestra. I suoi movimenti erano regolari, tranquilli,
2202     X|              si mise a sedere sopra un mucchio di sassi e guardò pensoso
2203   XXI|               breve silenzio il conte, muovendo verso di lui e guardandolo
2204  VIII|             esso, che egli potrà veder muovere, ridere, parlare, fin che
2205    XI|            egli si desta. –~ ~– Non mi muovo se tu non prometti di parlargli;
2206 XVIII|          ricordava le acque chiare e i muschi lontani giù giù fra gli
2207    II|             lui come gli oggetti di un museo o di una galleria, come
2208 XVIII|        dolcemente il liuto. Mai quella musica era stata tanto bella, pareva
2209   XXI|              bastano; ciò che otterrei mutando stato, ciò che allora si
2210  VIII|              sentimento di orgoglio, a mutar positura e a tollerare il
2211  XIII|              madre adesso gli appariva mutata quasi fosse un'altra.~ ~
2212   XII|             quello che debbo fare. Non muterò più.~ ~– Non vuoi che io
2213   III|           conte Ottone.~ ~Gli sposi di mutuo consenso cambiarono vita.
2214  VIII|            quasi povera, allorchè ella nacque. La miseria attendeva la
2215   III|               di lui, fuggì con esso a Napoli e divenne poi madre di Guido.~ ~
2216 XVIII|          tenerci in questa incertezza, narra che cos'è stato, – disse
2217     X|             nuove dell'alba della vita narrandogli con ironia dei lunghi silenzi,
2218   XVI|                figure degli altari gli narrano delle istorie e gl'insegnano
2219   XIV|               trattava di lei e voleva narrarlo. Ma fu impossibile. Non
2220   XIV|               grandi per virtù, che si narrarono a vicenda le gioie della
2221   XIV|            arrivassero sino a lei e le narrassero la storia, vecchia come
2222   III|                fare altre volte, della narratrice di tali fiabe.~ ~L'apparizione
2223    XI|             persino le fiabe che tu mi narravi seduta accanto al mio letticiuolo
2224 XVIII|             donna si arrestò nella sua narrazione, tronca ad ogni momento,
2225   Pre|               dell'intelligenza, nelle narrazioni della quale, la trasformazione
2226   XXV|      abbisognarono, allorchè dovettero nascere e farsi potenti. Porteremo
2227   XIV|        tranquillità e serenità d'animo nascessero in lei appunto dall'aver
2228   VII|               nelle cose di religione, nascevano in lui desiderii che non
2229    IX|            parola elastica la sua, che nasconde le paure e le debolezze
2230   III|         contessa cercasse abilmente di nascondergli i suoi veri sentimenti.
2231    IX|               non sai qual fatica è il nasconderli al volgo che ride. Poichè
2232  VIII|                che viene dal cuore gli nascondevano pietosamente le tristi conseguenze
2233     X|              notturno che esce dal suo nascondiglio per ispiegare le negre ali
2234   XII|            alloggio, o meglio, dove mi nascondo. Riparleremo del tuo, del
2235    IX|             facile. Tutti gli atti che nascono da una riflessione dovrebbero
2236  VIII|            soavissimamente pensosi; il naso e le labbra sottili; la
2237   XVI|           baciò i capelli, le trine, i nastri dell'abito. – Ora sta bene, –
2238 XVIII|               strana creatura sembrava nata per interpretare, nel suo
2239   VII|             per qualche mese nell'aria natia.~ ~Egli partì da Roma sul
2240    II|         derideva, sembravagli un fatto naturalissimo, e cosa alla quale sarebbe
2241   XIV|               candore morale che nelle nature forti ed energiche prende
2242    IX|              del secolo che costruisce navi, che fa strade ferrate,
2243    IX|           giorno d'oggi fra le diverse nazioni civili, scendendo giù sino
2244   III|              ombre degli abeti, fra le nebbie del mattino, come nei tramonti
2245   III|               Era una mattina fredda e nebbiosa; la barchetta, che lo portava
2246    IX|                sono gridi nella folla, necessari anch'essi, ma che rappresentano
2247     X|             rinunziare a cosa che le è necessaria, perchè alcuni non la credono
2248   III|           cagione grave e dolorosa che necessitava la partenza anticipata dell'
2249     X|             dei sensi, e allora potrai negarle l'illusione religiosa; prima
2250   XII|             duole ora ciò che sai. Non negarlo, lo vedo, lo sentodisse
2251    XV|              volle affliggerlo con una negativa, e lo seguì.~ ~– Grazie
2252   III|              un tributo di gioia che è negato agli altri.~ ~A Guido sembrava
2253    IX|            cose di questo mondo, e che neghi Iddio. Essi non intendono
2254     X|          nascondiglio per ispiegare le negre ali alla chiara luce del
2255     X|            alla fredda ragione: le due nemiche dei suoi sogni, delle sue
2256  VIII|            autori già noti a lui quali nemici della Santa Chiesa, quali
2257    IX|         concetto religioso; cercava un nesso, gli sembrò che tutta quella
2258    IX|            rappresentando quell'essere neutro e ridicolo che si chiama
2259     I|               sereni si staccavano con nitida chiarezza dal fondo azzurro
2260  VIII|             Jeronima degli Altinori.~ ~Nobilissima di casato, aveva visto precipitare
2261   VII|               degli Altinori sacrificò nobilmente  stessa per aiutare i
2262  VIII|             fare impaziente come se lo noiasse l'essere trattenuto.~ ~Jeronima
2263     V|               darsene ragione, pure lo noiava che la figlia della Rosalìa
2264      | nol
2265  VIII|                di libri.~ ~Erano tutti nomi di autori già noti a lui
2266    VI|            laconicamente la vecchia, e nominò una grossa borgata assai
2267    II|               perfettamente che il suo nonno aveva vissuto in uno stato
2268      | nonostante
2269    II|                   chiese di nuovo.~ ~– Nossignore, – replicò la donna timidamente.~ ~
2270    IX|                festosamente! La grande nostalgia che provava per quel mondo
2271   III|                 scultore di gran fama, noto anche nel mondo letterario
2272    IX|             noi? – domandò.~ ~Il conte notò con piacere la mossa altera
2273   III|                Era stata veramente una nottata cattiva e burrascosa, come
2274    VI|             dalla Rosalìa che Guido di nottetempo sarebbe giunto al castello.
2275     I|           Valfreda e delle apparizioni notturne nel bosco; ma vi prestarono
2276     X|            essere simile ad un uccello notturno che esce dal suo nascondiglio
2277  VIII|             conveniva ritardare queste nozze per non prolungare lo stato
2278     X|               cadeva sopra la bianca e nuda roccia nella quale era scavato
2279    II|            crudelmente com'egli avesse nudrito la sua giovinezza di errori
2280 XVIII|               categorie: l'una, la più numerosa, quella della gente che
2281  VIII|               circonda e che mi sembra nuovissima, tanto era il tempo che
2282    XV|           mancandogli d'altra parte il nutrimento artificiale, rimane vivo
2283   VII|           grandi artisti, non potevano nutrire per lungo tempo la sua fede;
2284    XI|                questo infelice che hai nutrito, per indovinare anche tu
2285 XVIII|             che pareva ravvolta in una nuvola. Poi si accostò allo specchio,
2286  VIII|              la falsità. –~ ~Jeronima, obbedendo al cenno del conte, era
2287   III|            doveva, entro certi limiti, obbedienza e rispetto, ma non altro.~ ~
2288    VI|             non so con quali parole, d'obbedirla. – Accetta l'offerta di
2289   XIX|         Jeronima alzò il capo, e quasi obbedisse ad un ordine senza sapere
2290   XIV|               e battendole nel viso, l'obbligò a richiudere la finestra.~ ~
2291  VIII|          perfino nei viaggi; in quelle occasioni il suo contegno era irreprensibile,
2292   XVI|               a levare, se li mise all'occhiello, e gliene dètte altri. Andò
2293   XXI|              di soddisfazione nei suoi occhietti bigi e vivaci.~ ~– Parlo
2294    II|          educazione e di quegl'istinti occorrerebbe una fecondità straordinaria
2295     X|             ammalò, ed essa era troppo occupata nell'assisterlo, per poter
2296    IX|            maravigliato, ma era troppo occupato di  per osservare lungamente
2297  VIII|                state più care, l'unica occupazione e cura di molti anni, e
2298   III|               d'altri, e le molteplici occupazioni della padrona di casa, mettevano
2299   VII|              era sembrato vasto come l'oceano, il bosco degli abeti grande
2300   XVI|         cattiva? Ma sarebbe peggio che offendere Dio, sarebbe dire che i
2301   XII|               Gualberto che non voleva offenderlo con un diniego.~ ~S'avviarono
2302   XXI|        alteramente Gualberto. – Queste offerte non bastano; ciò che otterrei
2303 XVIII|                qua, – disse l'artista, offrendo una seggiola a suo figlio, –
2304     X|             Cavò del denaro di tasca e offrendoglielo disse: – Ho caldo, e vorrei
2305  VIII|            capanna non avesse nulla ad offrirle che fosse degno di lei.~ ~
2306  XIII|             cui non pareva vero gli si offrisse lo spettacolo delle inquietudini
2307   XXI|                ma non amo più quanto m'offrite ora; ho preso l'abitudine
2308   Pre|            bella contessa Valfreda; ma offro qui invece questo povero
2309  VIII|            ironia mordace che coloriva ognora il suo discorso.~ ~Jeronima,
2310     X|               erbe montanine fresche e olezzanti, da ogni fenditura delle
2311  XVII|           sotto a quel velo; assorbì l'olezzo di quella trina che avea
2312   Pre|            istintiva timidità a questo omaggio al vero.~ ~Se nelle novelle
2313     X|               un piccolo piano erboso, ombreggiato da folti castani.~ ~Era
2314   VII|            sottili, premere la folta e ondeggiante capigliatura con un movimento
2315   XIV|        confronto degl'altri.~ ~– Siamo onesti, – rispose severamente Jeronima –
2316   XXV|               Porteremo insieme, umili operai del pensiero, le pietre
2317    II|                di un contadino o di un operaio, sarebbe stato come ritrovare
2318    IX|            della scienza di quanto può operar lei per sradicare pregiudizi,
2319   XIV|              pranzo ho visto che s'era operato in lei un mutamento. Mi
2320     X|            ricomincia a farsi in noi l'operazione del grande e incessante
2321    IX|         civiltà?~ ~– E quando la gente operosa del secolo che costruisce
2322   VII|             contro a questi prevalse l'opinione di altri, i quali l'avevano
2323    XV|             sentire o indovinare l'ora opportuna e appropriare l'opera sua
2324    IX|              altera convinzione sembra opporvisi; accettare un fatto mediocre
2325    VI|      sorridendo, e fa tutto ciò che ti ordineranno il suo signore e la contessa;
2326   XXI|             chiarore della lampada, ma ordinò che gli portassero dei sigari
2327  XVII|               un continuo ronzio negli orecchi. Aveva caldo. – si starà
2328   Pre|           delle molli armonie dei suoi organi, della sua indulgenza potente
2329     X|         prestava aiuto, era l'altera e orgogliosa sua volontà unita alla fredda
2330    IX|         Gualberto, e sorrise delle sue orgogliose parole.~ ~– Essa lo dice
2331 XVIII|                   il temporale infuriò orribilmente in questo bosco, il fulmine
2332   III|              le bellezze di una natura orrida e ridente ad un tempo, tale
2333   Pre|              del vecchio Gualberto, ho osato mettere una mano inesperta
2334   XXI|         temerario, questo bastardo che osava contraddirlo dopo che gli
2335   XXI|                Il conte impallidì.~ ~– Oseresti contraddirmi? – domandò
2336   III|                anno, allorchè un nuovo ospite giunse al castello. Era
2337   III|        Beatrice sentì un brivido nelle ossa e non ebbe il coraggio di
2338   XII|          dovetti abitare lungamente in ossequio alla volontà di tua madre
2339     I|             suoi ricci dorati nel lago osservando come l'acqua a momenti li
2340 XVIII|          comune agli artisti, allorchè osservano qualche cosa attentamente.~ ~–
2341     X|               l'altera natura sembrava osservarlo sdegnosa, lui, il povero
2342   XXI|               ironico Gualberto.~ ~– L'osservazione è giusta, – replicò con
2343    II|               ritrovare in una sudicia osteria un quadro di Raffaello.
2344     I|              che qualche superstizioso ostinato, malgrado le minacce del
2345    XX|           potuto ottenere dal figlio l'otterrebbe da un nipote.~ ~Ma fu deluso
2346   XXI|           offerte non bastano; ciò che otterrei mutando stato, ciò che allora
2347  VIII|                lavorìo della sua mente ottusa, già stanca di tanta e insolita
2348 XVIII|            trecce e le sgocciolò costì ov'ella ha i piedi, conte Gualberto,
2349   Pre|               ricerca del vero e non l'ozio della certezza; allora soltanto
2350   XXI|               disse il conte con tuono pacato e con un lampo di soddisfazione
2351    XI|               a stento gli riusciva di padroneggiarla.~ ~Gualberto indietreggiò
2352  VIII|              con essi di un quattrino; pagava senza riposo con ogni fibra,
2353 XVIII|              tavolino, due seggiole di paglia, componevano tutta la mobilia
2354     X|                la fede e saresti stato pago; non è miglior cosa il dubbio
2355   XIV|              luna che lo faceva parere pallidissimo. – Oggi ho decisodisse
2356 XVIII|                corsa; poi la vista del pallore di Gualberto la turbò. Essa
2357 XVIII|          sebbene ascoltasse anch'egli, palpitando, le parole della Vanina.~ ~
2358   XVI|             chiesa; tutto è suo , le panche, i marmi, Dio e gli Angioli;
2359   VII|                gioia un rozzo pezzo di pane bagnato forse di lagrime
2360   XXI|             traviato? Che cos'è questo paragonato a quella?~ ~– Parli così
2361    IX|           progresso, ci rimanderà, noi parassiti inerti, alle nostre case
2362   XIV|         Jeronima dormiva nel suo letto parato con gravi cortine di damasco,
2363   III|             dai vincoli di una lontana parentela.~ ~Il conte Ottone s'incontrò
2364    II|               era stata mai turbata da parentele indegne di essa; certi tipi
2365   III|              di portare il suo nome. A parer suo, Beatrice faceva bene,
2366 XVIII|        specchio, che è appeso a quella parete, e si guardò. «Sono bella,»
2367    XX|            suoi begli occhi mesti, che parevano più grandi ora che il suo
2368    XI|               l'altro con fermezza, ma parlando piano perchè Gualberto incominciava
2369    XI|            muovo se tu non prometti di parlargli; di farlo subito – replicò
2370   XIV|              in questo momento. Volevo parlarle, e mi dispiaceva di non
2371     I|            quella domenica i contadini parlarono meno della contessa Valfreda
2372   XXI|             intellettuale, della quale parlasti or ora? Mi lascerai prendere
2373  VIII|         conosceva poco, e non si erano parlati che di rado. Jeronima aveva
2374 XVIII|                 forse col tempo non mi parlerai più così, forse vedrai che
2375   XXI|        Gualberto, – no, e forse non vi parlerei oggi così, se avessi sofferto
2376    IX|              disse con graziaperchè parliamo di me e non di lei, Gualberto?~ ~–
2377   XIV|           pensieri sieno buoni, che ti parlino in favor mio, che ti dicano
2378   VII|            visioni; esse gli sarebbero parse quali dame eleganti in abito
2379 XXIII|              cui essa non aveva ancora partecipata la notizia della morte del
2380   VII|               potere una briciola, una particella di quella grande e altera
2381   III|           onoredisse il conte – che partirete domani di qui, e lascerete
2382    VI|            ultima volta, prima ch'egli partisse per l'America.~ ~Alcuni
2383     I|              al luogo dal quale si era partita il giorno innanzi la barchetta
2384  XXII|           pregava invano di fare delle partite di caccia o delle gite con
2385   XXI|                tutti gli altri fossero partiti da un pezzo.~ ~Verso le
2386   XIV|             pensando che...~ ~– Che io parto? – interruppe con violenza
2387    II|                 La signora contessa ha partorito...~ ~– Un maschio? – domandò
2388 XVIII|              altra, quella che legge e pasce lo spirito di parole scritte;
2389     X|                una vasta prateria, ove pasceva una mandra.~ ~A destra era
2390  VIII|                la vita di un fantasma, passa fra le cose di questo mondo
2391  VIII|            dire, prendendole la mano e passandola sotto al suo braccio per
2392   III|              vita. I mesi che solevano passar nel castello sembrarono
2393    IV|          incerto e di atterrito, quasi passassero dinanzi al suo sguardo fisso
2394    XI|               le tristi ore d'angoscia passate in quella mattina gli parvero
2395    IX|        promessa! – disse lentamente; – passeggerebbe fra il volgo rappresentando
2396  XIII|           giorno il conte di Ardenberg passeggiò nelle ore del meriggio su
2397  VIII|               fronte di lei baciandola paternamente.~ ~– Ho inteso, Jeronima,
2398   XXI|             dividono. Non si amano due patrie, non si amano due madri,
2399    IX|              grandi, caste, coraggiose patrizie romane che affrontavano
2400     V|          sembra loro di vedere qualche paurosa visione. Il conte si avanzò
2401    IV|           dinanzi al suo sguardo fisso paurose visioni. Sembrava che meditasse
2402   VII|               della solitudine e fra i paurosi silenzi dei deserti. Eletti,
2403   VII|               in quella via esitante o pauroso; vi entrò con gioia, con
2404  VIII|         talvolta a dimostrazioni quasi pazze d'amore per lei, le gettava
2405    XI|                     Mio padre?... qual pazzia ti coglie dicendo queste
2406     I|              argomento, dicendo quanto peccaminose fossero tali credenze superstiziose,
2407    II|                far scontare al vecchio pedagogo le prediche, le messe, i
2408    II|             dovere, allorchè colla sua pedanteria e le molteplici e tediose
2409    IX|             del Cristianesimo, e fra i pedanti, gli ambiziosi, gl'ingrati
2410    XI|               mancare ad un dovere, di peggiorare forse la condizione del
2411   XXI|            scintillante di sdegno – il peggiore degli assassinii, quello
2412     V|                e posò la manina fra il pelo bianco del gatto. Il conte,
2413    XV|            destinato a scontare questa pena, e pensava con amarezza
2414    IX|               intende... –~ ~Gualberto pendeva dalle labbra di Jeronima,
2415 XVIII|                fondo al lago. La lunga penitenza è finita, la vittima chiesta
2416   Pre|               A molti non piace che la penna dello scrittore di fiabe
2417   Pre|               religioso delle mistiche penombre delle sue chiese, delle
2418    IX|              altrui. Ti figuri ciò che pensano di un sacerdote che rinnega
2419   XXI|          insolito. – Perchè questo non pensarlo prima? – tornò a dire con
2420  VIII|               a  stesso ciò che ella pensasse in cuor suo del povero Ermanno
2421     X|               sazietà; le cose fatte e pensate dagli altri pèrdono valore,
2422  VIII|             parola di un filosofo o di pensatore. Qui – disse avvicinandosi
2423    IX|            profonde amicizie coi primi pensatori della Chiesa. Vedeva le
2424   XIV|               poi lo guardò un momento pensosa, appoggiandosi al parapetto
2425   XIV|              Gualberto.~ ~– No. Non mi pentii di quello che le dissi –
2426   XXI|        fermezza, – l'ho deciso.~ ~– Ti pentirai, – replicò con voce persuasiva
2427    XV|         esaurite prima che divenissero percezioni, non poteva quindi meditare
2428   XIV|               via lunga e distante che percorre gli spazi interminabili
2429 XVIII|                 La via che egli doveva percorrere era fra le più belle di
2430  XXII|               ci rivedremo! La via che percorrerò sarà ardua, severa, piena
2431    XV|           quell'ora; doveva, dopo aver percorso lungo e arduo cammino, tornare
2432   XII|            tanto faticosamente, non ci perderemo mai più.~ ~– Te lo giuro! –
2433    VI|          gravemente, che si temette di perderla.~ ~Non fu dunque una stolta
2434   XXI|          figlio.~ ~Al conte dispiaceva perderlo, perchè con esso perdeva
2435   XVI|            sempre pensato. Ho paura di perderti; ho paura che tu mi accompagni
2436    IV|         spaventata e credette che egli perdesse la ragione. Cercò d'interromperlo,
2437   XVI|                le si avvicinò: – Se ti perdessi? Se un giorno io fossi qua
2438   VII|              piedi, soli, senza guida, perdevano con indifferenza il loro
2439     I|               che agognava di trarre a perdizione. Da quella domenica i contadini
2440   Pre|               a noi novellieri son più perdonati i sorrisi della donna la
2441  XXIV|                speranza che essa mi ha perdonato tutti gli affanni patiti
2442   XXI|        ucciderli o perdonare.~ ~– E se perdonavo, chi me ne avrebbe compensato,
2443   XXI|              guardando Gualberto. – Mi perdoneresti tu?~ ~– Io? – rispose Gualberto. –
2444     X|            fatte e pensate dagli altri pèrdono valore, e lo spirito, ripiegandosi
2445   III|             giovinetta che invaghitasi perdutamente di lui, fuggì con esso a
2446    IX|             tempo che la vita non è un perenne sorriso; che si celano sotto
2447   Pre|         ricerca il vero si giunge alla perfetta sicurezza che non v'ha momento
2448    IX|          preferire l'isolamento ad una perfezione che non si può raggiungere.~ ~–
2449     I|                in quella notte s'erano perfin vedute le fiaccole dei soldati
2450   Pre|              fac-simile di una vecchia pergamena che affermi l'esistenza
2451     X|                era lontano, difficile, pericoloso. Gualberto non vi badò,
2452  VIII|               come fossero un vezzo di perle. Poi l'invadeva un sentimento
2453    II|             ferrea volontà non avrebbe permesso si rallentasse di un'ora
2454   XIV|                questo temporale non mi permetta di udire la voce di Ermanno.
2455   XII|          urgente, un motivo che non mi permetteva di aspettare? –~ ~– Perdoni –
2456   Pre|            dice.~ ~Molti novellieri si permettono di accompagnare con appendici
2457 XVIII|          perciò non insisto,  voglio perorare una causa che non sarei
2458     X|            poteva più reggere a quella persecuzione.~ ~Gli sembrava che i suoi
2459   VII|                non valse la resistenza perseverante della contessa; il conte
2460   XIV|           calate le tende  chiuse le persiane, e i lampi rischiaravano
2461    XI|                era vero allora, tutto, persino le fiabe che tu mi narravi
2462   XVI|            stésse per tornare. Ma egli persisteva nel dire che si sentiva
2463    II|           degli spiriti più eletti, ai perspicaci sorrisi dei più irriverenti
2464   XVI|                   rispose, cercando di persuaderlo. – E in sogno che cosa ti
2465   XXI|           pentirai, – replicò con voce persuasiva il conte; – sei giovane,
2466     X|               un tappeto variopinto di pervinche, di margherite, di mammole,
2467     X|                verticali degli scogli, pesto, malconcio, giunse laddove
2468     I|               muovevano le foglie ed i petali dei fiori su' quali riposava.
2469  VIII|             continui che travagliano i petti deboli e sgorgano dagli
2470    IX|               che fanno mostra, come i pezzenti lungo la pubblica via, delle
2471   XIX|                finestra e guardando un pezzetto di trina bianca che svolazzava
2472     V|      analizzarsi; l'avrebbe tagliato a pezzi, se le fibre sue avessero
2473    VI|          tenuta involta in una candida pezzola, come fosse una reliquia,
2474   XVI|               sei buona, non perchè ti piaccia, – rispose con insolita
2475  VIII|              accompagnerà dovunque gli piacerà di portarlo seco. Ma Ermanno
2476   XVI|           argomenti, quando questi gli piacevano.~ ~– Ma che motivo hai per
2477    IX|         spretato? metterebbe a nudo le piaghe puerili del suo spirito?
2478   XIV|                il lume – voglio che tu pianga come me.~ ~– Piangere? Ma
2479   XIV|           avessi un vero dolore, tutti piangerebbero con te? – replicò con affetto.~ ~
2480   XIV|               lo acciecava.~ ~– Perchè piangi, Ermanno? – tornò a dire
2481    XI|               sospirò, poi finalmente, pianissimo, susurrò il nome di Guido
2482   VII|        biblioteca del conte, situata a pianterreno, con le finestre che guardano
2483     X|              feconda ogni cosa, non la pianticella che lo riceve o il limpido
2484  XIII|                cani lo attendevano sul piazzale dinanzi al castello.~ ~Egli
2485   XVI|             Gualberto. In quel momento picchiarono all'uscio del salotto. Il
2486   XVI|               servitore; poi si alzò e picchiò sommessamente all'uscio
2487    II|         stupidi, certe teste strette e piccine con mascelle sporgenti e
2488     V|              sollevò i piedini tondi e piccini, tanto belli che sembravano
2489     X|       movimento.~ ~Giunto presso ad un picco deserto, si fermò. Egli
2490  XIII|         profanata, fosse scesa dal suo piedistallo, fosse più lontana dalle
2491   VII|            vestibolo e due vaste sale, piegando a destra si entra nella
2492 XVIII|                   Quello che saprà far piegare le tue forti risoluzioni
2493    IX|              vedeva le alghe del fondo piegarsi e sollevarsi con movimento
2494     I|               passando sul suo capo le piegava dolcemente i capelli ondeggianti
2495   VII|          lodando il carattere facile e pieghevole, l'ingegno prontissimo di
2496   XXI|                Solo! – disse fra , e piegò il capo giù giù sul petto.~ ~
2497   XXI|              interrogazione.~ ~– Sarai pienamente felice allora – continuò
2498  XIII|              con tanta durezza, era un pigmeo accanto a quel grande artista.
2499  XXII|                nulla da fare e divento pigro. –~ ~In quella sera fu più
2500    XI|            fatto della persona, un po' pingue, di quella pinguedine che
2501    XI|               un po' pingue, di quella pinguedine che non toglie ancora l'
2502     I|                fiori, leggera come una piuma salì nella barchetta della
2503    VI|           lembo della bianca vesta e i pizzi delle lunghissime maniche
2504     I|         distesa sull'arena, vi dormiva placidamente, colla testolina bionda,
2505    IX|             che le genti lo credettero plasmato miracolosamente sul vero
2506    IX|               che al primo grido di un plebeo rivoluzionario, il grande
2507 XVIII|               il Campaldi si scostò un pochino da Gualberto, e lo guardò
2508   VII|           sempre rivestita di tutta la poesia, di tutto quell'idealismo,
2509 XVIII|          ascoltavano con attenzione la poetica visione della Rosalìa. Questa
2510   VII|                tutti i più vaghi sogni poetici e religiosi, affine di salire
2511     I|              posteriore del fabbricato poggiasse verso levante sulle nude
2512    IX|               della sua persona, e , poggiata a quel parapetto, sembrava
2513   XIV|                 Allora con voce bassa, poggiato al parapetto della terrazza,
2514  XXII|               in Roma, gli avvenimenti politici, lo stato del clero e le
2515   XVI|            aveva al collo, le trine ai polsi e sulle spalle.~ ~– Perchè
2516    XI|              di angoscia; le sue vesti polverose, malconce, ricoprivano in
2517     X|       precipizio, dalla prima, lieta e pomposa, fatta in Roma!  a Gualberto
2518     X|        biblioteca,  le sale spaziose popolate di ritratti degli avi; gli
2519   XIV|        interminabili del mondo ideale, popolati come i vasti deserti da
2520   XIV|          pensiero involontariamente la popolava d'immagini nuove, intorno
2521   VII|               il mondo e l'eternità si popolavano per opera di una idea sola
2522    XI|              l'animava il desiderio di porgere aiuto e sollievo a Gualberto,
2523   VII|               fatti o d'idee; sapevano porgergli le cose in modo che in lui
2524     X|               il danaro che questi gli porgeva, e con un inchino rispettoso
2525   XIX|               prese con riverenza e la porse senza dir parola a Jeronima.~ ~
2526   XIV|              sei pura come Margherita, portamela in cielo e non lasciarla
2527    IX|         spergiuri ad una promessa, che portano perennemente il segno della
2528  VIII|               che quei libri dovessero portargli via dei cari pensieri, delle
2529  VIII|                dovunque gli piacerà di portarlo seco. Ma Ermanno in quella
2530 XVIII|             albero, devono restare per portarne altri.~ ~– Porterò i miei
2531    XI|                sua madre quando glielo portarono via, l'angoscia silenziosa
2532  XXII|               Jeronima, e mi sembra di portarti meco! –~ ~Jeronima gli strinse
2533   XXI|             lampada, ma ordinò che gli portassero dei sigari e che gli andassero
2534   XIV|               di vento scosse tutte le porte e le finestre del castello,
2535   XXI|           ampia fronte di Gualberto; – porterai con orgoglio e intelligenza
2536   XXV|              gentile sibilla, che cosa porteranno i nuovi giorni? – e cercava,
2537   XXV|               nascere e farsi potenti. Porteremo insieme, umili operai del
2538 XVIII|                per portarne altri.~ ~– Porterò i miei frutti anch'io, –
2539     V|                di fuori. Finalmente la portiera si sollevò, ed un uomo entrò
2540   XXI|               e che tu abbia eredi che portino il mio nome. –~ ~Gualberto
2541    IX|              dilaniavano l'animo senza posa e senza misericordia. Che
2542 XVIII|             ultima canzone del giorno, posandosi sugli alberi, de' quali
2543 XVIII|                fredde e bagnate, potrà posarmi il liuto sulle ginocchia,
2544   VII|                 In essa, dovunque egli posasse il suo pensiero, poteva
2545   XIV|           quella parte di te che non è posseduta da nessuno, perchè non v'
2546    IX|           queste le migliori, erano le possenti per intelletto, quelle forti
2547   VII|             parve prendere con essi il possesso del suo sogno.~ ~Provò una
2548   XXI|          rispose Gualberto. – Che v'ha possibilità di fare un raffronto fra
2549    IX|             esigenze può avere chi non possiede più nulla?~ ~– Si esagera
2550    IX|             valga questo che aveva io? Possiedono essi nella realtà ciò che
2551     I|          lontano sembrava che la parte posteriore del fabbricato poggiasse
2552     X|                parola di Jeronima. Non potendola vedere gli sembrava aver
2553   XXV|              dovettero nascere e farsi potenti. Porteremo insieme, umili
2554    XX|              Ermanno, quasi sentiva di potergli perdonare mercè quel dolore,
2555    XX|              cui era condannato, senza poterlo aiutare, senza ardire di
2556   III|            triste verità, sembrava non potersene consolare, dopo breve tempo
2557      | potersi
2558      | potessimo
2559      | potette
2560      | Potevate
2561      | potrebbe
2562      | potrebbero
2563      | potremmo
2564      | potremo
2565      | potresti
2566      | potute
2567  VIII|          nascondendo con l'orgoglio la povertà della sua mente.~ ~Amava
2568   III|        contessa Beatrice presiedere ai pranzi, ai balli, ai convegni del
2569     X|            monte, in mezzo a una vasta prateria, ove pasceva una mandra.~ ~
2570     X|           lontano, si stendevano altri prati, sorgevano altri monti,
2571    IV|           sicure da poterle mettere in pratica con tale prontezza; l'idea
2572    II|                le molteplici e tediose pratiche religiose toglieva all'infanzia
2573     I|               cime altissime di quelle prealpi, rôse dal tempo, acute,
2574  XXII|            dalle commozioni dei giorni precedenti. Era tranquillo, benchè
2575  XIII|          variati e belli del cielo che precedono di qualche ora il tramonto.
2576   XXI|              reso Ermanno; l'avrebbero preceduto, – aggiunse pensoso. Indi
2577   XVI|          mentre eri al buio e udivi le preci de' contadini, – rispose,
2578  VIII|     Nobilissima di casato, aveva visto precipitare nell'abisso d'incessanti
2579   XXI|               con espansione insolita, precipitosamente, come temesse che Gualberto
2580    IX|                religione, in una forma precisa e compiuta di essa, un conforto
2581    II|        scontare al vecchio pedagogo le prediche, le messe, i vespri e le
2582  VIII|               colse tutti i suoi fiori prediletti. Colse le foglie, svelse
2583   XXI|             conte di Ardenberg sarà il prediletto delle dame, l'esempio dei
2584    II|              grandi scrittori che egli prediligeva, e di assaporarne le bellezze
2585    IX|               avvia a far meglio senza preferire l'isolamento ad una perfezione
2586   Pre|       religioso; quando alla paura che preferisce l'illusione al dubbio si
2587    IX|           aggiunse quasi scherzando, – preferisco esserle sorella ed amica
2588   XVI|                vieni?~ ~– Tua madre mi prega di scendere. Non vorresti
2589    XV|          tornare nel suo appartamento, pregando Jeronima di accompagnarlo.~ ~
2590   XVI|                e intanto che gli altri pregano, parlano piano piano; anche
2591   XVI|              contessa Beatrice venne a pregarla di scendere nella sala terrena,
2592  XXII|          tenergli compagnia.~ ~Essa lo pregava invano di fare delle partite
2593 XVIII|                 È venuto! – esclamò; – pregavo il Signore e la Madonna
2594   VII|           dello spirito suo, pei quali pregi non vi era l'uguale nel
2595  XIII|                nuovo alle prese con un pregiudizio che avrebbe dovuto vincere.
2596   III|                un loro parente che era prelato in Roma, la contessa aveva
2597   III|                nome ne  il diritto a prelevare da ogni cosa che vive, che
2598   VII|              aristocratiche e sottili, premere la folta e ondeggiante capigliatura
2599     X|       accarezzare col viso la terra, e premette le guance sulla dura pietra
2600     X|         sembravano mani di donna e che premevano la terra come fosse un essere
2601  XIII|              contessadisse con fare premuroso ed ironico il marito, cui
2602   XIV|              nature forti ed energiche prende talvolta la forma severa
2603   Pre|             mescolarsi agli altri, dal prender parte efficacemente alla
2604   VII|             dicevano – che la sua fede prenderà stabili e profonde radici
2605   XXI|            cenno a Gualberto che se ne prendesse un altro per . Ma Gualberto
2606   III|                alberi scossi dal vento prendevano in quell'ombra forme fantastiche
2607   XII|               immagini della mia mente prendono forma, diventano realtà
2608    XI|               glielo può dire, chi può prepararlo a ricevere quella nuova
2609   XVI|                solo e pensare a te. Ti preparerò una sorpresa... voglio pensare
2610     I|                Valfreda, quasi volesse presagire orribili sciagure.~ ~– Eppure –
2611   III|                della contessa Valfreda presagiva, a detto dei contadini,
2612   Pre|        racconti. Io non posso imitarli presentando il fac-simile di una vecchia
2613  VIII|             cura la sua bella persona, presentandosi al pranzo familiare, quasi
2614   VII|               segno, allorchè dovevano presentare alla sua mente qualche nuovo
2615   XII|          tacque e la memoria parve gli presentasse una tormentosa riminiscenza. –
2616   Pre|                d'un pezzo, l'avevo già presentata al pubblico senza ritoccature
2617  XIII|             della colazione;  si era presentato a sua madre per dirle addio
2618   XIV|               i tristi pensieri che si presentavano alla sua mente dopo gli
2619  VIII|                due sole fra le persone presenti a quell'incontro ebbero
2620   III|           bellissima contessa Beatrice presiedere ai pranzi, ai balli, ai
2621 XVIII|                desiderio, Gualberto, è pressochè esaudito. Non solo ti voglio
2622   Pre|           dell'atomicità morale che ci presta l'attitudine di compenetrarcene
2623    XI|               ripetè quasi non potesse prestar fede a quella risposta.~ ~–
2624     I|              contadini di quelle valli prestavano cieca fede.~ ~Non v'era
2625   XIX|            disse il conte, trovando un pretesto per allontanarla da quella
2626   Pre|             suo animo, quella timidità pretina, delicata se si vuole, ma
2627   VII|            mondane. Ma contro a questi prevalse l'opinione di altri, i quali
2628    IV|             acquistava tempo. Non potè prevedere nella confusione di quel
2629    IX|           vicina la catastrofe, ed era prevedibile che il giovane non avrebbe
2630    IX|             animo. Il conte però aveva preveduto in parte ciò che doveva
2631  XIII|               però ingannato nelle sue previsioni.~ ~Egli attese invano Jeronima
2632    II|           galleria, come gemme e opere preziose; tutte cose per gli eletti
2633    II|                 iniziandolo ai segreti preziosi degli spiriti più eletti,
2634   XIV|          triste verità imparata a caro prezzo. – Parlava coll'ingenua
2635   III|              tenne d'occhio come fosse prigioniera, e all'alba del mattino
2636     I|                Rosalìa.~ ~Un giorno di primavera, una bella bambina che si
2637     X|          contenderlo a quella bellezza primaverile che lo chiamava a  con
2638    IX|          quelli alle forme più rozze e primitive del concetto religioso;
2639   VII|        sentimento. Era questo il bello primitivo, che sembrava toccargli
2640  VIII|           molte ore del giorno dovette privarsi della compagnia di Jeronima,
2641    XX|           verso tutti coloro che erano privi d'ingegno, semplici, anche
2642  VIII|           disse – è anch'esso ormai un privilegiato come te. È tempo che egli
2643  VIII|                mia moglie; è questo un privilegio che voglio concedere a te
2644   III|              robustissimo di corpo, ma privo affatto d'intelligenza.
2645    IV|               non pensò a tutte queste probabilità. Promise al conte quanto
2646   Pre|               fiabe tocchi audacemente problemi sì elevati. Ma dov'è, lettore,
2647   XIV|             disse; – è una notte buia, procellosa, e mi sento impaurita dalle
2648   XVI|          poveretto diventasse pazzo?~ ~Procurò nuovamente mutare discorso;
2649   XII|             sole, dove la natura è più prodiga, dove la forma umana è più
2650   VII|                con pompa, talvolta con prodigalità. In essa, dovunque egli
2651   III|             della profonda impressione prodotta dalla sua presenza, e il
2652 XVIII|            perduti, perchè destinati a produrre un altro essere che più
2653    II|           energica forza innovatrice e produttiva, forza che spinge chi ne
2654   Pre|           mettere una mano inesperta e profana sopra un così serio problema
2655  XIII|            della sua fede, fosse stata profanata, fosse scesa dal suo piedistallo,
2656   VII|            gioia e dal dolore. Le cose profane e reali, le abbiette e le
2657   VII|             trovavano un non so che di profano, un modo di prendere con
2658    IX|             più difendere! – Gualberto proferì con violenza le ultime parole,
2659  XIII|             dacchè il Campaldi l'aveva proferita, egli ci avea sempre pensato;
2660  VIII|          bianche e quasi livide mentre proferiva con dignità e mestizia la
2661   VII|                per le dottrine da essi professate.  questo riesciva difficile
2662 XXIII|          domani! –~ ~Jeronima le aveva profetato il vero.~ ~Passavano rapidamente
2663   XXI|             capito ora il motivo delle profferte del conte; ma quegli continuò
2664    II|            effettuare nella realtà e a profitto di tutti le proprie idee,
2665    XX|                alcuna nell'acqua, colà profondissima, di persona o cosa che vi
2666  VIII|             avevano fatto esercitare e progredire tutte le facoltà del loro
2667   III|              molta energia, aveva però progredito assai intellettualmente
2668    II|         balocchi e giuochi severamente proibiti dal rigido educatore. Ma
2669     I|             discorso su tale argomento proibito, rammentava sempre che l'
2670    XI|               alte pareti delle roccie proiettavano da ogni spigolo, da ogni
2671  VIII|         ritardare queste nozze per non prolungare lo stato d'incertezza, 
2672  XIII|              giorno, durante l'assenza prolungata di Gualberto, il conte l'
2673    IX|              grado d'offrire...~ ~– Mi promette, Jeronima, di dirmi sempre
2674     V|               salute, e sembravano già promettere tesori d'intelligenza e
2675   XIV|     addormentarsi ha voluto che io gli promettessi di non allontanarmi, per
2676    IV|        educazione degna del suo stato. Promettete dunque di farmi dono di
2677  XIII|               côlto, intelligente, che prometteva tanto per l'avvenire, aveagli
2678    XI|                 Non mi muovo se tu non prometti di parlargli; di farlo subito –
2679   XII|          lasciarci. Addio per oggi, ma promettimi che ora dopo esserci ritrovati
2680    VI|                Io era tutta sgomenta e promisi, non so con quali parole,
2681     X|              lentamente puoi seguire e promuovere la trasformazione altrui. –~ ~
2682   VII|            Gualberto, e nelle quali si pronosticava ad esso uno splendido avvenire,
2683  XIII|              rispose subito. Le parole pronte e piene di convinzione di
2684   XIX|           bosco, ho detto che stessero pronti colle barche sulla riva,
2685   VII|                e pieghevole, l'ingegno prontissimo di suo figlio. Ogni anno
2686 XVIII|          Sempre, – rispose ancora come pronunciasse un giuramento.~ ~– E tu
2687   XXI|           perdoni, Gualberto? – disse. Pronunciò queste parole con un accento
2688   VII|                nella costanza de' suoi proponimenti; ma prima che potessero
2689    XI|                scandalizzata da quella proposta.~ ~– Or bene, chi glielo
2690  VIII|               e le disse che essendosi proposto di andare per tempo alla
2691    II|             costituire una parte delle proprietà di un gran signore. Egli
2692   XIV|                tremi?~ ~– Sì, tremo, – proruppe con voce commossa Jeronima; –
2693     X|            dalla fiera, cinica, altera prosapia degli Ardenberg.~ ~Si affacciò
2694  VIII|               sotto al suo braccio per proseguire la via, – e gli Ardenberg
2695   III|               e pensò con piacere alla prospettiva di passare alcune settimane
2696  VIII|            sciagura e delle vergognose prospettive dell'avvenire. Ella avrebbe
2697  VIII|             sentisse egli più simile e prossimo a loro che a quegli altri
2698    IX|                quando mi corico vorrei prostrarmi e adorare; la natura, così
2699   XXV|                dinanzi ai quali si era prostrato in altri tempi.~ ~Vicino
2700    IX|                 Era l'avvilimento e la prostrazione del suo spirito che lo ricacciava
2701   XII|                 Quale? –~ ~– Quello di proteggerti, di trarti da questa disperazione
2702    VI|              di poetiche favole che la proteggevano assai più validamente dall'
2703    IX|         contrade d'Europa, che avevano protetto tutte le gioie, tutti i
2704 XVIII|            farmi amare i luoghi ove le provai, non servivano che ad ispirarmi
2705  VIII|         fidanzato!~ ~L'impressione che provarono quei due fu ben diversa
2706    IX|                alla gravità delle cose provate da lei; forse questo è un
2707   XIV|          inutili pensieri sono questi? Provati a dormire. Io resto qui. –
2708   XXI|           vederla portare il mio nome; provavo per lei rispetto, amore;
2709    VI|             quali mani erano cadute le prove del suo disgraziato segreto.~ ~–
2710   Pre|                che biasimate da molti, proveranno almeno ad alcuni la sincerità
2711   XXI|             esistenza dietro un errore provocato dall'ebbrezza o dalla follia;
2712   VII|         bellezza disadorna e vigorosa, provocava nell'inconsapevole suo spirito
2713  VIII|               venivano delle curiosità psicologiche, mentre incominciava a provare
2714    IX|               come i pezzenti lungo la pubblica via, delle ridicole sofferenze
2715   Pre|              l'avevo già presentata al pubblico senza ritoccature e senza
2716   III|            prete in casa sua; e di tal puerilità il conte aveva fatto gran
2717    XI|             sdegno e dolore; strinse i pugni in atto di minaccia, e aprì
2718 XVIII|      stanzuccia più bassa, ma ariosa e pulita, ove la vecchia Rosalìa
2719    IX|                   Gualberto sentiva le pulsazioni alle sue tempie farsi sempre
2720  VIII|             torturava con tutte le più pungenti amarezze di un disgusto
2721   XXI|              colto e intelligente, per punire ingiustamente il figlio
2722   XXI|             follia; è una colpa che va punita valutandola quanto merita.
2723   XXI|               vero, – disse, – mi sono punito da me.~ ~Gli si avvicinò
2724    XI|               fossero quadri staccati, punti luminosi nelle tenebre.
2725  VIII|             per il quale essa scendeva puntualmente sempre alla medesima ora,
2726   XIV|             dal gelo del dubbio, erano puri entrambi, avevano quel candore
2727    XX|           incolti. Suo figlio, che era purtroppo indubitatamente nel numero
2728      | qualora
2729  VIII|                 sicura di , pronta a qualsifosse dolore o abnegazione, ora
2730      | qualvolta
2731  XVII|           fondo del lago per lasciarle quassù i sorrisi. Mi cercherà? –
2732    II|            questo mondo, che costavano quattrini a chi voleva acquistarle,
2733  VIII|               in debito con essi di un quattrino; pagava senza riposo con
2734   XXV|               e le fatiche delle lotte quotidiane. Le grandi istituzioni hanno
2735  VIII|               gli faceva ricordare con raccapriccio, quasi avesse commesso un
2736   VII|               uno specchio grandissimo racchiuso in una larga e vaporosa
2737  XXIV|             bisogno di essere sola, di raccogliere il suo pensiero, di volgere
2738   XIV|              di Ermanno. Ho bisogno di raccogliermi, di riflettere, di pensare
2739     X|               passato ed ha bisogno di raccogliersi per riavere tutto il vigore
2740   VII|               anno Ottone di Ardenberg raccoglieva così molte lettere che contenevano
2741     X|               nel letto del torrente e raccolse risolutamente gli abiti
2742   III|              valersi di una lettera di raccomandazione per gli Ardenberg, che gli
2743  VIII|              lo teneva sulle ginocchia raccontandogli lunghe istorie di fate e
2744   Pre|           appendici o documenti i loro racconti. Io non posso imitarli presentando
2745     I|                collo della mamma, e le raccontò colla sua vocina infantile
2746   XXI|             disse Gualberto, con tuono raddolcito e dandogli di nuovo del
2747   Pre|              questo fatto senza mutare radicalmente ogni cosa. Ma come fare?
2748    II|           sudicia osteria un quadro di Raffaello. Le idee erano per lui come
2749     X|             landa ricoperta di erbe ti raffigurano quanto non saprebbe esprimere
2750    XI|              cercasse faticosamente di raffigurarla, di rammentare chi ella
2751   XXI|              grandi; avete con crudele raffinatezza cercato ogni mezzo per rendermi
2752   VII|              inconsapevole suo spirito raffronti colla sontuosa magnificenza
2753   VII|               ribellione per parte del ragazzetto.~ ~Egli fu accompagnato
2754    IX|              perfezione che non si può raggiungere.~ ~– Simulare?... – disse
2755   III|           persona sicura l'incarico di ragguagliarlo sulla sua sorte, il conte
2756    IX|              riflettere da  solo, di ragionare per conto proprio; e dimostrerà
2757   III|             invitati veniva con essi a rallegrare le vaste sale della vecchia
2758    IV|               mesta dimora sarà presto rallegrata dai sorrisi e dai giuochi
2759    II|                non avrebbe permesso si rallentasse di un'ora il corso regolare
2760   XXI|             che meritava una moneta di rame. Potevate vendicarvi, nel
2761    XV|           perchè ella venisse, ed essa rammentando la notte inquieta che egli
2762   XXI|               le credo buone, e vorrei rammentarle tutte per ripeterle ora
2763   III|         orecchio degli Ardenberg, essi rammentarono, senza sdegno, che era unito
2764   III|            conte Ottone non si era mai rammentato di quegli oscuri e lontani
2765   XXI|         esempio dei cavalieri, nessuno rammenterà che l'elegante e invidiato
2766   XXI|              castello prima di me. Non rammenti la leggenda di Valfreda? –~ ~
2767   XXI|     avvenimento della sua vita.~ ~– La rammento, – disse; – fu quella una
2768   III|              la borgata ove abitava il ramo degli Ardenberg, cui apparteneva
2769    IX|                tempie farsi sempre più rapide e rimbombare nel suo capo
2770    XX|            soddisfatta dell'averglielo rapito, d'averlo costretto a vestir
2771    IX|             passeggerebbe fra il volgo rappresentando quell'essere neutro e ridicolo
2772    IX|            necessari anch'essi, ma che rappresentano nel mondo il cómpito più
2773  VIII|               portare questo mazzo che rappresentava le cose che gli erano state
2774    IX|             non aveva che quei brevi e rari momenti di conforto; ma
2775   XIV|                un modesto sentiero che rasenta la terra... vuol sentire
2776  XVII|            seguì; la seguì da lontano, rasentando le pareti della camera,
2777  VIII|           tanta e insolita attività. E rassegnato, colla pazienza consueta,
2778   III|             della contessa Beatrice si rasserenò. Egli aveva trovato il modo
2779    VI|              vecchia, ma quei detti la rassicurarono, e capì che ormai non v'
2780    IV|                di difesa; – anzi è per rassicurarvi che ne parlo, è per evitare
2781    IX|               una larva almeno che gli rassomigli; quell'ufficio severo non
2782    II|            indegne di essa; certi tipi rassomiglianti fra di loro si ripetevano
2783   Pre|            cerca sempre con avidità la rassomiglianza di fatti e di caratteri
2784   Pre|             modo che la verità di ieri rassomigliasse di più alla verità di oggi?~ ~
2785    II|               fra di loro non tutti si rassomigliassero, riapparivano regolarmente
2786    II|                sua famiglia, che tanto rassomigliavano a questo che aveva ora dinanzi
2787   XXI|             attende da te eredi che ti rassomiglino. – Il conte si fermò un
2788 XVIII|          Perdoni signorino, disse poi, ravvedendosi, – ho detto male; ma pensavo
2789    XI|                nere sopracciglia erano ravvicinate dal corrugarsi della sua
2790     V|          Finalmente il povero scemo lo ravvisò; sul suo brutto viso balenò
2791 XVIII|            anch'essa, tanto che pareva ravvolta in una nuvola. Poi si accostò
2792    XX|             un'amarezza, cui non potea recare qualche conforto che la
2793  VIII|       conversando col conte, oppure si recava nella biblioteca.~ ~Il conte
2794   Pre|              antica la porta ancor più recente di quella della novella.~ ~
2795    XI|               mescolavano alle memorie recenti; parole dette da sua madre
2796   XXV|          lontano fra mare e cielo.~ ~– Recheranno le gioie serene del sacrifizio
2797    IX|           trovare la cagione sottile e recondita che l'affratella alle più
2798     X|          allora essere un uomo rinato, redento. Gli sembrò avere finalmente
2799   VII|                d'altri tempi, i quali, regalando l'ultimo lembo della loro
2800    II|               del suo vecchio maestro, regalandogli una copia di una bellissima
2801    IX|                reale, grandissima, che regga al confronto della più meschina
2802   XIV|          commosso, Gualberto. – Non mi regge il cuore a partire di qua. –
2803  VIII|            giovinetta bastò appena per reggerla sino alla fine di quel primo
2804    IV|              pallida come una morta si reggeva a stento, appoggiandosi
2805  VIII|               che volesse ospitare una regina, e nella sua misera capanna
2806    IX|             dalla superstizione che le regna d'intorno, e trova il suo
2807     X|                che gli stava d'attorno regnasse un ordine severo, irremovibile
2808   XVI|                 I suoi movimenti erano regolari, tranquilli, come al solito.~ ~
2809    II|              impeto volle rompere ogni relazione col sacerdote che gli era
2810   VII|              più vaghi sogni poetici e religiosi, affine di salire ancor
2811    VI|                pezzola, come fosse una reliquia, gliela consegnò.~ ~Beatrice
2812  XVII|               le guardava come fossero reliquie; inginocchiarsi e pensare
2813   XXI|         entrambi allora... Il lago non rende i suoi morti... non ha reso
2814  VIII|             del discorso fosse tale da rendere imbarazzante pel giovane
2815   XIV|               ancora avuto il tempo di rendermene conto, perchè le sole cose
2816   XXI|    raffinatezza cercato ogni mezzo per rendermi più amara la sventura. La
2817    II|            conte invece provava, senza rendersene conto, quella stanchezza
2818   VII|            agitavano, lo turbavano, lo rendevano felice e infelice ad un
2819   XXI|          vorrai, di disporre delle tue rendite, perchè a te confiderò la
2820   XXI|              dell'animo suo lungamente repressa.~ ~– E perchè dirmelo adesso
2821   VII|         castigo severo, quasi crudele, represse ogni tentativo di ribellione
2822 XVIII|               Basta, basta, – replicò, reprimendo la sua impazienza, Gualberto; –
2823   XXI|             mio nome per rispetto alla reputazione di tua madre e di questa
2824   VII|                preghiere, non valse la resistenza perseverante della contessa;
2825   XXI|           rende i suoi morti... non ha reso Ermanno; l'avrebbero preceduto, –
2826    IX|        credenze della vecchia fede. Le respingerà o le riprenderà per ?
2827   XVI|                senza avvedersene, e lo respinse. Ermanno ammutolì e la guardò
2828 XVIII|                guardava da ogni parte, respirando la fragranza del terreno
2829    IV|                dentro. –~ ~La contessa respirò alquanto sollevata, ma nel
2830  XVII|               Volse gli occhi intorno, restando pensoso a contemplare gli
2831   XIX|                   Jeronima e Gualberto restarono soli.~ ~Jeronima si lasciò
2832   XIV|           avessi confessato tutto e mi restasse a dire ancor questo? – Gualberto
2833   XVI|              leggere oggi, – risposeresterò con te.~ ~– Ma io, – disse
2834 XVIII|                un giuramento.~ ~– E tu resti... così... come sei? – e
2835   VII|              senza dare guarentigia di restituzione; egli apparve talvolta temerario,
2836   Pre|           umanità, senza paure e senza restrizioni, fidando in questo, anch'
2837  XXIV|             parole.~ ~Mentre Gualberto riaccompagnava gli amici e il Campaldi
2838   XIV|             pioggia diminuì e che potè riaffacciarsi, quel chiarore nel bosco
2839    IX|            grandi, buone. Ma quando mi riafferra l'orribile realtà, dispero
2840    IX|             che le stava accanto; poi, rialzando la bella testa bionda e
2841     V|                a chi ne era cagione; e rialzatosi si volse verso Ermanno.~ ~
2842   XIX|          sentiva che non poteva essere riamato. – Si alzò e si accostò
2843   VII|        cattolica, che parla ai sensi e rianima tutte le più poetiche imagini
2844    II|             tutti si rassomigliassero, riapparivano regolarmente dopo un numero
2845   XIV|                col solito nome sarebbe riapparso il medesimo viso, la medesima
2846    XI|         rispose mestamente Gualberto e riappoggiò la persona stanca al tronco
2847    IV|       interromperlo, ma dalla sua gola riarsa, dalle sue labbra strette,
2848   III|              gli si spezzava. Beatrice riavendosi alla vita udì le ultime
2849    IV|           troverò la contessa Beatrice riavuta da queste commozioni e non
2850  XXII|         cortile che scendessero. S'era riavuto dalle commozioni dei giorni
2851     I|                loro superstizione ed a ribattere le illuminate asserzioni
2852  VIII|               nell'avvenire.~ ~L'animo ribellato di Jeronima, lottava tra
2853  VIII|             Santa Chiesa, quali audaci ribelli alle sue dottrine, ed egli
2854   XXI|             aggrottò le ciglia e sentì ribollire in  un'ira ancor nascosta,
2855    IX|    prostrazione del suo spirito che lo ricacciava fra quella? Era un sentimento
2856   XIV|            ricordarsene. Aveva sonno e ricadde sopra il guanciale per dormire
2857  VIII|                questo breve sfogo, era ricaduto nella sua consueta apatia.~ ~
2858  XXII|               tremante di commozionericambio con intraducibile gratitudine
2859   VII|              spogliavasi qui di quelle ricche vesti e tornava ad una semplicità
2860    II|             lui, essere indipendenti e ricchi, per poterle manifestare
2861   VII|                o perchè era un signore ricchissimo, ma per il suo grande ingegno
2862     X|       giovanile, quei capelli biondi e ricciuti mossi dal vento, quelle
2863  VIII|            egli non lo poteva fare; ma ricercava i particolari, le guardava
2864    IX|               nobili dell'umanità e ne ricerchi le cagioni, poco importa;
2865     X|              non la pianticella che lo riceve o il limpido ruscello che
2866   XIX|                sentire tue nuove. Vuoi riceverlo, interrogarlo; forse...
2867  XXII|                Jeronima si accingeva a richiamare, con un telegramma, la contessa
2868    XI|             semplice voce umana che lo richiamava perchè tornasse a vivere
2869  XVII|              dovrò uscire dall'acqua e richiederla eternamente. – Ebbe un capogiro;
2870   XIV|             fulmine, – pensò Jeronima, richiudendo una seconda volta la finestra.
2871   XIV|       battendole nel viso, l'obbligò a richiudere la finestra.~ ~Allorchè
2872   XII|                terra nuova ove tu pure ricomincerai una nuova vita. –~ ~Gualberto
2873     X|              sull'animo nostro, allora ricomincia a farsi in noi l'operazione
2874 XVIII|               non sono più a tempo per ricominciare a vivere sotto una forma
2875     X|                arrestava, pensava, poi ricominciava con più ardore la salita.~ ~
2876   XVI|             guardare i suoi fiori, che ricominciavano a sbocciare. Jeronima sperò
2877   XXV|         ingenua ed energica parola, lo riconduceva ad altre e migliori aspirazioni.~ ~
2878   III|               braccio in silenzio e la ricondusse seco al castello. Quella
2879    IX|           trovare forse una parola che riconfortasse anche lui.~ ~– Speravo, –
2880  XXIV|                  disse piano, – non mi riconosce? –~ ~La contessa gettò un
2881    IX|           gelosamente; chi non è stato riconoscente alla veste, qual si fosse,
2882 XVIII|             loro un nome, che possiamo riconoscerle...~ ~– Basta, basta, – replicò,
2883   XII|               lo traeva con violenza a riconoscerlo per tale.~ ~Gualberto gli
2884    II|             pregiudizi, che finalmente riconosceva come tali: no; era, com'
2885   XXI|             con gioia.~ ~– Mi lascerai riconquistare quella paternità intellettuale,
2886     X|            albero, un fiore, una landa ricoperta di erbe ti raffigurano quanto
2887 XVIII|          proprio a ridosso della casa, ricoprendone il tetto, e spingendo perfino
2888    II|               sollevare il velo che la ricopriva, disse:~ ~– Coraggio, Ottone,
2889    XV|                d'essere un vecchio che ricorda i giorni lieti della giovinezza.~ ~
2890    VI|            luogo dell'amante lontano e ricordarglielo eternamente.~ ~– Fate un
2891   XVI|           veder altro, voglio soltanto ricordarmi... –~ ~Jeronima non sapeva
2892   XIV|                impossibile. Non poteva ricordarsene. Aveva sonno e ricadde sopra
2893    IX|          campana, non so perchè mi son ricordata anch'io di quel luogo. –
2894  XXIV|              ben più di vent'anni e vi ricordate ancora? – disse titubante
2895   XIV|               ed il fango della terra; ricordati che io non l'ho più, perchè
2896     V|                dice alcune parole, s'è ricordato di te, ha capito che dovevi
2897   XXI|              l'abito del prete.~ ~– Lo ricorderei io – disse coi denti stretti,
2898  VIII|              conte Ottone. Ma Jeronima ricusò; finse, mostrò anzi di essere
2899    IX|           hanno tranquillato, mi hanno ridato la forza di pensare e cercare.
2900   III|        bellezze di una natura orrida e ridente ad un tempo, tale come ancora
2901     X|         salendo verso il cielo azzurro ridesse, sghignazzasse.~ ~Su quella
2902  VIII|               collo con urli, mordeva, rideva, le copriva il viso di baci
2903    IX|           lungo la pubblica via, delle ridicole sofferenze del povero spirito
2904    IX|   rappresentando quell'essere neutro e ridicolo che si chiama un prete spretato?
2905     V|              visto e sentito, e poteva ridire ogni cosa?~ ~Assunse nascostamente
2906    XV|            allora.~ ~Presso a lei egli ridivenne lieto. La contessa Beatrice
2907 XVIII|            alcuni crescevano proprio a ridosso della casa, ricoprendone
2908   VII|             aiutare i vecchi genitori, ridotti quasi alla miseria; e nello
2909    XV|             quale era stato una volta; riebbe sott'occhio tutti i minuti
2910  XVII|                chino, tornò addietro e rientrò nella camera di Jeronima.
2911 XVIII|           abbia altre nuove. Se non mi riesce rivederti, lascerò il mio
2912   VII|             essi professate.  questo riesciva difficile con Gualberto,
2913   Pre|              non potendo assolutamente rifare il lavoro, superai la ripugnanza
2914   XXI|              estraneo alla società, di rifarlo a modo suo per vendicarsi,
2915   Pre|             che parte potevo io dunque rifarmi per mutare una storia vera
2916    IX|                storia religiosa poteva rifarsi vivente al giorno d'oggi
2917    VI|             male, Rosalìa, mi disse, a rifiutare l'offerta di Giovanni; la
2918    IX|               alzandosi. – Uno spirito riflessivo non si lascia trascinare
2919     X|                limpido ruscello che lo riflette. Non sai appartenere soltanto
2920   VII|          profonde dinanzi al castello, riflettendone le torri e le mura e lambendole
2921   III|              che sporgevano in esso si riflettevano nell'acqua limpida, mossa
2922    IX|                 Calmati – aggiunse – e rifletti alle mie parole. Vedrai
2923    IX|            spirito, stavano frugando e rifrugando audacemente nell'intimo
2924  VIII|               di madre aveva frugato e rifrugato in ogni canto di quella
2925   III|               impartita una scarsa, ma rigorosissima educazione, essa aveva trovato
2926   VII|              un essere che essa doveva riguardare con vergogna, forse con
2927    II|       bellissima edizione del Diderot, rilegata in pelle ed oro colle sue
2928   Pre|             atrofizzato.~ ~Per questo, rileggendo nei fascicoli della Nuova
2929   XXI|           stemmi e le corone sculte in rilievo al di sopra degli usci,
2930    IX|            attività e il progresso, ci rimanderà, noi parassiti inerti, alle
2931     V|            questa volta il conte volle rimaner solo.~ ~Entrò nella camera
2932   III|              partenza, e invitandolo a rimanere; Guido non sapeva dissimulare;
2933    IX|             perduto tanto, che non gli rimanesse altro fuorchè lei. Confuse
2934   XVI|                insistenza, ottenne che rimanessero ove erano.~ ~– Perchè, Jeronima,
2935  XXII|                Ermanno e che a lui non rimanevano altri figli, mentre a lei
2936    IX|                semplicità Gualberto. – rimango solo e le vecchie idee ritornano.
2937   XVI|                   dormire.~ ~– Ebbene, rimarrò nel salotto, e quando ti
2938  XXII|                 e Jeronima e Gualberto rimasero ad attenderla presso allo
2939    IX|            forme più umili, erano però rimaste vive, erano scese dagli
2940    IX|              farsi sempre più rapide e rimbombare nel suo capo come colpi
2941   Pre|            realmente,  era possibile rimediare a questo fatto senza mutare
2942    XV|                vivere diversamente, di rimettere salde radici nel terreno;
2943   III|          Europa; che per vent'anni non rimetterete il piede qui; e in cambio
2944   XII|             presentasse una tormentosa riminiscenza. – In quegli anni, che molti
2945     I|                 E mentre la Rosalìa la rimirava estatica, la bella signora
2946     X|             Senza scopo determinato si rimise a camminare nella valle
2947     I|               tarda, senza badare alle rimostranze superstiziose delle altre
2948     X|        guardavano immobili, sembravano rimproverarlo tutte in coro; sembravano
2949     I|               i loro figliuoli, aveali rimproverati severamente, allorchè venne
2950    XI|          contessa, gli aspri e ironici rimproveri del conte, la disperazione
2951    XV|          accompagnarlo.~ ~Sua madre lo rimproverò dolcemente di non trattenersi,
2952     X|             sembrava d'essere vicino a rinascere, d'essere simile al baco
2953    IX|              nelle ore più cattive gli rinasceva una speranza. Il passato
2954     X|           sembrò allora essere un uomo rinato, redento. Gli sembrò avere
2955    IX|               dell'intelletto umano; e rinchiusi con quelle opere fra queste
2956    XV|              tenerezza; avrebbe voluto ringraziarlo di farla felice con quel
2957  VIII|             grande, che avrebbe voluto ringraziarne incessantemente lei e gli
2958    IX|            pensano di un sacerdote che rinnega apertamente la sua fede?
2959   III|                 Tutti i membri di essa rinnegarono la moglie del pittore, che
2960    IV|                al conte quanto voleva; rinnovò a sua richiesta la già fatta
2961    II|               cavaliere, un cacciatore rinomato, un gentiluomo di modi cortesi
2962     I|           valle gli si apriva dinanzi, rinserrando un piccolo lago, azzurro
2963   VII|        Gualberto di Ardenberg, a Roma, rinunciava per sempre a tutte le gioie
2964     X|                l'umanità sia capace di rinunziare a cosa che le è necessaria,
2965     I|           sparì e non fu più possibile rinvenirlo;  mai più si potè sapere
2966  VIII|                lotte dell'intelletto e rinvigorire la mia fede combattendo
2967    XV|        maggiore; a lei sempre pensava, riordinando nella mente la sua futura
2968     X|               caldo,  egli curava di ripararsene; quei raggi infuocati sembravangli
2969   VII|         solerte vigilanza vi fosse chi riparasse costantemente ai danni del
2970   XII|              meglio, dove mi nascondo. Riparleremo del tuo, del nostro avvenire...
2971   Pre|          verità di oggi?~ ~Ci pensai e ripensai; ma la mia esitazione mi
2972  VIII|             muta per un pezzo; ma poi, ripensando alla gioia rivelatrice che
2973    IX|        ammirati negli anni scorsi; ora ripensava le parole del Vangelo e
2974   XXI|           vorrei rammentarle tutte per ripeterle ora come fossero mie.~ ~
2975    II|          rassomiglianti fra di loro si ripetevano ad ogni generazione; quelle
2976    VI|              suo amore; essa aveva, lo ripetiamo, una debole tempra che non
2977     X|          pèrdono valore, e lo spirito, ripiegandosi sopra  stesso, ha bisogno
2978   VII|           soavissimi entusiasmi, aveva ripieno di fede e di speranza lo
2979   Pre|              nella vita umana si possa riporre infruttuosa, come un oggetto
2980   XIV|             straziato e della vittoria riportata; tutto disse, tranne l'incontro
2981   VII|                il suo pensiero, poteva riposarlo fra imagini alte e perfette.~ ~
2982   Pre|               nella quale ci siamo già riposati una volta Quando nell'incerto
2983  VIII|               vano dell'alta finestra, ripose il libro che aveva tenuto
2984 XVIII|               cameretta; la stessa ove riposò nella notte prima di salutare
2985   VII|               dalla contessa che aveva riposto in questo mezzo le sue ultime
2986     X|              propria. Allora la natura riprende il suo ascendente sull'animo
2987    IX|               fede. Le respingerà o le riprenderà per ? Secondo, se le incontra
2988    IX|             realtà, dispero e chiedo e ripudio a un tempo ciò che ho perduto, –
2989   III|               potè celare tutte le sue ripugnanze.~ ~Il conte afferrò di volo
2990     X|            guardò con un sentimento di ripulsione; provò ira verso  stesso;
2991     X|           seguì la china del monte, lo risalì dall'altra parte e giunse
2992    IX|              fisso fisso dinanzi a . Risaliva colla mente all'epoche religiose
2993   VII|                intorno al collo, e che risaltava sull'abito nero, rivelava
2994    IX|            quel debole raggio, come vi riscaldava lo spirito intirizzito,
2995    VI|               luce fioca e incerta che rischiara il fondo delle acque, allorchè
2996   XIV|            lentamente, mentre un lampo rischiarava il suo viso commosso e pensoso, –
2997   XXI|              che difficilmente avrebbe riscontrato in altri. Poi, senza volerlo
2998   XIX|                disperazione che non ha riscontro in qualsiasi altra angoscia,
2999    IX|         tranquillità imponeva un certo riserbo al suo spirito agitato;
3000    XI|            dopo avere esitato un pezzo risolse di parlare, e allora lo
3001   Pre|            prefazione, e senz'altro mi risolsi a scriverla. Piuttosto che
3002    IV|             quistione; quando l'avremo risolta, io mi assenterò per qualche
3003   XII|              disse – ho già scelto. Ho risolto oggi stesso quello che debbo
3004    VI|            mostrarsi a vicenda forti e risoluti.~ ~Dentro di  erano desolati.
3005 XVIII|               far piegare le tue forti risoluzioni e che troverà ben altri
3006 XVIII|              verità, perchè non sapeva risolvermi a prendere una dimora fissa,
3007   III|           assai più lunghi di prima, e risolvettero di stare in città la maggior
3008    IV|               quello di vostro figlio. Risolviamo prontamente la quistione;


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