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Emilia Ferretti Viola (alias Emma) La leggenda di Valfreda Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
Cap.
3009 VI| lagrime; quella lettera faceva risorgere dinanzi alla sua mente vive 3010 XI| da un pezzo, che adesso risortivano dal passato illuminate vivamente 3011 XIV| quella notte burrascosa, e si risovvenne, a un tratto, del sogno 3012 XXIII| rivederlo, le aveva voluto risparmiare inutili e tristi fatiche.~ ~ 3013 I| segno di croce – poteva risparmiarsi l'incomodo d'apparire. –~ ~ 3014 XXI| dimenticare, che lo potrei.~ ~– Ho risparmiato tua madre, – disse il conte 3015 VIII| incominciava ad amare e rispettare la sua nuora; ammirava adesso 3016 V| balia si presentò, salutò rispettosamente il conte e rispose alla 3017 X| porgeva, e con un inchino rispettoso corse ad aprire una vecchia 3018 XII| del nostro avvenire... risponderai meglio che non lo potresti 3019 XII| turbato, troppo sbalordito per risponderle... Un motivo? Quale? –~ ~– 3020 IX| che sarebbe toccato a me rispondervi. Pensai che altri avrebbe 3021 IX| Gualberto con amarezza – che le risposte che m'ebbi ora debbano bastare?~ ~– 3022 Pre| venne una gran voglia di non ristamparla. Trovai che essa portava 3023 Pre| Leggenda di Valfreda che ristampo oggi, ho sentito che in 3024 XIV| grazie... Sognavo... – poi ristette un istante, perchè l'argomento 3025 II| che affoga nella cerchia ristretta del bigottismo, l'aria libera 3026 II| abitudini entro un campo ristretto. Per vincere gli effetti 3027 IX| di suo padre suonavano e risuonavano nelle sue orecchie; in lui 3028 VII| tanto amava. Questa bellezza risvegliava un sentimento di ammirazione 3029 V| della figlia di Rosalìa li risvegliò; fu però soltanto una fugace 3030 XXI| Gualberto, dimenticando ogni ritegno.~ ~Il conte ammutolì a un 3031 XIV| come dolore benefico che ci ritempra l'animo. L'amore feconda 3032 IV| migliorare le vecchie schiatte ritemprandole fra il volgo delle nuove 3033 II| ammenochè si sian potute sempre ritemprare con nuovi elementi di vita.~ ~ 3034 VIII| contendiamo. Mi farà bene ritemprarmi invece nelle lotte dell' 3035 IX| senza essere molestata, ritemprava l'animo nello studio e nella 3036 VIII| Beatrice, e allorchè questa si ritirava nella sua camera, ciò che 3037 Pre| presentata al pubblico senza ritoccature e senza mutamenti, e per 3038 IX| per abitudine, talvolta ritorna, ma adesso è muta e non 3039 IX| della sua fede. Alcune, ritornando ad assumere forme più umili, 3040 IX| rimango solo e le vecchie idee ritornano. Potessi pregare... adorare... 3041 IV| tranquillo e azzurro; talvolta ritornava invece col vagante pensiero 3042 XVIII| mi spinge altrove, pure ritornerò sempre là ove mi sarà dato 3043 VIII| aver più alcun diritto di ritrarne gioia o dolore.~ ~Ermanno 3044 IX| quel parapetto, sembrava il ritratto vivente di una castellana 3045 VIII| nell'indagare quello spirito ritroso; gli venivano delle curiosità 3046 XVIII| inquieta; essa dispera di ritrovarlo, si teme, si crede che egli 3047 XVI| bambino, – e sarebbe facile ritrovarmi.~ ~– È vero, – replicò Ermanno; 3048 VII| feudale, e cerchiamo di ritrovarne gli abitanti.~ ~Dopo avere 3049 VII| innanzi; desiderava pure ritrovarsi nelle sue valli del Tirolo, 3050 IX| il filo non interrotto si ritrovasse sempre sebbene nascosto 3051 XII| promettimi che ora dopo esserci ritrovati tanto faticosamente, non 3052 XVI| che poi ti cerchi e non ti ritrovi.~ ~– Ma la chiesa è piccina, – 3053 X| potevano nè coricarsi, nè star ritti, nè riposare in verun modo. 3054 XI| muoveva, e lo sconosciuto ritto dinanzi a lui non aveva 3055 XIV| sentiva piangere Ermanno e riudiva le ardenti parole di Gualberto, 3056 XXII| persone di servizio ivi riunite, e Jeronima e Gualberto 3057 XV| solito quand'erano tutti riuniti, non parlava; gli si faceva 3058 IX| il primo vincolo che lo riuniva alla vita comune di tutti, 3059 XIX| darle speranze che potevano riuscire vane, nè confortarla, quasi 3060 IX| fede rozza e triviale non riuscirebbe però trovare la cagione 3061 X| effetto di esse diminuiva non rivedendola. Nell'animo agitato si confondevano 3062 VII| un desiderio insolito di rivederla. Sembrava che il lungo malore 3063 VI| convinti entrambi di non più rivedersi, mentre le loro labbra con 3064 VIII| era il tempo che non la rivedevo, mi stanca, mi turba; c' 3065 XXII| della contessa.~ ~– Non rivedrò più quei due, – disse volgendosi 3066 VI| tale.~ ~– E credi d'averla riveduta? – domandò ancora Beatrice 3067 XI| movenze e del passo, ma che rivela l'età matura. Il suo viso 3068 XIV| un gesto non una sillaba, rivelarono il violento fluttuare dei 3069 XXI| tuo forte ingegno potrà rivelarsi senza paure e senza esitazioni; 3070 XXII| spalle più curve del solito, rivelassero che il suo vigore era scemato 3071 VIII| poi, ripensando alla gioia rivelatrice che aveva manifestata al 3072 XIII| leggiero fruscio di seta gli rivelò subito chi fosse.~ ~Corse 3073 XXII| E i contadini, creduli e riverenti, le prestarono fede; ma 3074 VII| tutte, quella che meglio riveste le dottrine e le imagini 3075 X| si sentiva spossato.~ ~Si rivestì della sua vecchia e lacera 3076 IX| grande e non ha misura, e rivestirà quell'idea in modo diverso, 3077 Pre| sveste il suo abito per non rivestirlo mai più. Nella mia novella, 3078 VII| aveva sempre bisogno di rivestirsi di certe forme convenzionali, 3079 X| lì accanto a lui che lo rivestisse; egli ignorava che l'umile 3080 VII| più bella, perchè sempre rivestita di tutta la poesia, di tutto 3081 VII| bisogno di vedere le cose rivestite con grazia e con fasto di 3082 IX| affermare che tuttociò che hanno rivestito quelle forme secolari fu 3083 VIII| nello stesso modo come rivestiva con cura la sua bella persona, 3084 VI| mille sentimenti dolcissimi rivivessero in lei, pure sentiva che 3085 XXI| sentimenti altrui. Ma poi rivolgere i vostri pensieri, il vostro 3086 IX| freddo sorriso che essa gli rivolgeva. Jeronima, ora che la biblioteca 3087 XXII| attività del suo spirito era rivolta a tener viva quella corrispondenza, 3088 X| parole che essa gli aveva rivolte in quella sera gli avevano 3089 V| questo frattempo Ermanno, rivoltosi di nuovo dalla parte della 3090 X| poi, vestito a nuovo, l'ha rivoluto sempre. È un cerchio come 3091 IX| primo grido di un plebeo rivoluzionario, il grande edifizio che 3092 II| Enciclopedisti, dalle storie della Rivoluzione francese, da quella corrente 3093 X| un tempo. A un tratto si rizzò di là, e con uno sguardo 3094 XVIII| quel bel ragazzo, vivace, robusto, ardito sino alla temerità, 3095 I| verso levante sulle nude rocce, mentre verso ponente la 3096 III| l'amor proprio offeso, lo rodeva.~ ~Ma finalmente, pochi 3097 II| mentre in quelle ore lo rodevano tutte le impazienze febbrili 3098 IX| caste, coraggiose patrizie romane che affrontavano la solitudine 3099 III| Ardenberg e di un pittore romano.~ ~La famiglia degli Ardenberg 3100 Pre| Se nelle novelle e nei romanzi il lettore cerca sempre 3101 II| quel primo impeto volle rompere ogni relazione col sacerdote 3102 XVII| dolente, e sentiva un continuo ronzio negli orecchi. Aveva caldo. – 3103 I| alveo di mammole e viole, di rose bianche e candidi gelsomini, 3104 I| altissime di quelle prealpi, rôse dal tempo, acute, frastagliate 3105 I| appoggiata alle alghe e coi rosei piedini lambiti dalle onde 3106 V| bellissimo bambino, biondo, roseo, con occhi grandi che scintillavano 3107 XI| la Vanina che s'era fatta rossa e pallida nello stesso momento 3108 XVI| colla parola. Aveva il viso rosso, gli occhi splendenti, come 3109 IV| non li temete... – Un vivo rossore salì al viso della contessa; 3110 IX| dolore; ma sopra gli altari rovesciati non v'era più posto per 3111 II| intendevano male, le applicavano a rovescio, e per esso il vedere uno 3112 IX| da quelli alle forme più rozze e primitive del concetto 3113 IX| sono una forma religiosa rudimentale e quelle ancora che non 3114 I| era una vecchia curva e rugosa, e i ricci biondi, accarezzati 3115 XIV| infrangevano con insistente rumorìo contro le mura del castello, 3116 VIII| accavallavano e s'infrangevano rumorose contro le mura del castello, 3117 XI| Finalmente Gualberto lo ruppe, e umilmente, senza guardarla, 3118 X| che lo riceve o il limpido ruscello che lo riflette. Non sai 3119 VII| altro; c'era qui un che di ruvido, di violento nell'evocazione 3120 VII| artistiche, di tutte le pompe sacerdotali, spogliavasi qui di quelle 3121 VII| imagini alte e perfette.~ ~Il sacerdozio era dunque per Gualberto 3122 IX| Se Jeronima non si fosse sacrificata per lui! Feci intendere 3123 XX| stato portato via, era stato sacrificato per vendicarsi di una sua 3124 XI| avrebbe fatto qualunque sacrificio per vederlo felice. Essa 3125 VII| Jeronima degli Altinori sacrificò nobilmente sè stessa per 3126 IV| altera, o di mettere una mano sacrilega sulla vostra bella persona? 3127 VIII| quasi avesse commesso un sacrilegio, che era stato per opera 3128 XVII| pensare a lei, con un libro sacro fra le mani, che le apparteneva, 3129 VII| Gualberto, guidato da saggi e dotti istitutori, era 3130 X| di avere ottenuto questo sagrifizio da sè stesso dopo aver voluto 3131 XXI| riconosciuta quella grande e salda paternità dell'intelletto, 3132 XV| diversamente, di rimettere salde radici nel terreno; le fibre 3133 XVIII| stringendosi un legame ben più saldo e durevole di quello che 3134 X| veramente che quell'uccello salendo verso il cielo azzurro ridesse, 3135 XX| più pallido e magro.~ ~– Salgo dalla mamma, – rispose: 3136 IX| quelle ore di stanchezza saliva dal fondo del mio animo 3137 XXII| cappella di famiglia la salma del conte Ottone.~ ~Jeronima, 3138 III| quei ritratti appesi nel salone, ebbe la certezza che tale 3139 XVIII| riposò nella notte prima di salutare Beatrice e di baciare il 3140 XV| colazione si rividero.~ ~Si salutarono come vecchi amici; ma in 3141 XVIII| tranquillamente che dopo averla salutata; poi, Gualberto, parleremo 3142 II| educazione che valesse a salvargli il figliuolo dalla tirannia 3143 VIII| dato la vita volentieri per salvarli. Ma che poteva fare pei 3144 VIII| della sua casa sarebbero salvi.~ ~Jeronima rispose al conte 3145 | salvo 3146 VI| di quella stessa che mi salvò la vita allorchè ero ancora 3147 III| piccolo Ermanno cresceva sano e robustissimo di corpo, 3148 VII| ispirata abnegazione, di santi e soavissimi entusiasmi, 3149 II| avi mostravano l'ordine di Santo Stefano e la Croce di Malta, 3150 VIII| impazienza, col dolore di non saperle trattenere; era un'amarezza 3151 XIV| pensoso, – speriamo di non saperlo mai!~ ~– E se un giorno 3152 XIV| lo confortava tanto il sapersi ascoltato da lei, il deporre 3153 IX| d'arte, fatto con tanta sapienza, con tanta squisitezza di 3154 XVIII| Gualberto.~ ~– Quello che saprà far piegare le tue forti 3155 XIV| volontà e la sua energia la sapranno aiutare più efficacemente 3156 X| ti raffigurano quanto non saprebbe esprimere un volume di astrazioni 3157 X| dolci parole di Jeronima, ai sarcasmi di suo padre, all'amorevolezza 3158 XXII| ebbe qualche lampo del suo sarcasmo mordace d'altri tempi, le 3159 XIII| opere tante volte; il freddo sarcastico conte Ardenberg che lo trattava 3160 XXII| dei suoi vecchi sorrisi sardonici. – Ho avuto sinora un còmpito 3161 X| dall'autore più insigne sarebbegli parsa puerile e stolta a 3162 | saremmo 3163 | saremo 3164 I| da poter contare tutti i sassolini, tutte le alghe e le boraccine 3165 X| un senso di disgusto e di sazietà; le cose fatte e pensate 3166 X| cocente che lo agitava. Era sazio di letture e di tutte quelle 3167 XVIII| le pagine degli in-folio. Sbaglierò. Io non amo, non cerco, 3168 VIII| fanciullesco di commettere uno sbaglio, di meritare punizione, 3169 XI| Allora dinanzi alla mente sbalordita e confusa di Gualberto apparvero 3170 X| rabbiosamente, che neppure sbalzando di rupe in rupe da quell' 3171 XIV| durava sempre, e il lago sbatteva, infuriato, le onde contro 3172 I| raccontavano di averle richiuse sbigottiti, avendo visto una bianca 3173 XVI| fiori, che ricominciavano a sbocciare. Jeronima sperò che egli 3174 X| esistenza; vuoi essere il fiore sbocciato e la mèsse matura.~ ~– Sei 3175 VIII| sua intelligenza appena sbozzata, quelle fibre tronche dell' 3176 XV| sue impressioni, appena sbozzate, gli svanivano dalla mente, 3177 XV| immagine di Jeronima per scacciare quei pensieri; ma quell' 3178 XVIII| la mia matita ed il mio scalpello per combattere contro di 3179 VI| quell'infelice amore nuovi scandali sulla casa degli Ardenberg 3180 XI| esclamò la Vanina come fosse scandalizzata da quella proposta.~ ~– 3181 Pre| del pensiero?~ ~Perchè si scandalizzerà meno del racconto di un 3182 VII| quel fanciullo non suo, scansando nello stesso tempo il pericolo 3183 IV| avvenire, ma le bastava di scansare il pericolo presente. Così 3184 XIII| fare un bene a lui avesse scapitato per sè, che avesse perduto 3185 Pre| ancor più, ho scritto, a scapito del mio lavoro, queste pagine, 3186 I| e la contessa Valfreda scapitò assai nella simpatia popolare 3187 I| erano diventati bianchi e scarmigliati.~ ~La Rosalìa aveva perduto 3188 XVI| fibbia d'acciaio della sua scarpetta. – È freddo il tuo piede, – 3189 III| era stata impartita una scarsa, ma rigorosissima educazione, 3190 XV| non poteva dare che delle scarse goccie di acqua, mentre 3191 XVI| sorgente di conforto che fosse scaturita da un anno nell'arida sua 3192 I| alberi, cercando la fossa scavata di fresco. E i contadini 3193 X| nuda roccia nella quale era scavato l'alpestre sentiero, e vi 3194 I| chiarore delle fiaccole, scavavano una fossa e vi deponevano 3195 X| parte più larga e chiara, scegliendo senza volerlo la strada 3196 IX| Gualberto – crede che la via che scelsi fosse buona?~ ~Jeronima 3197 XIII| energia per la via che è stata scelta per me. –~ ~A queste ultime 3198 XIII| Gualberto da bambino era scemata, e col tempo non solo era 3199 XIII| suo affetto per essa non scemava, ma si sentiva di nuovo 3200 II| pensiero tutti i ritratti degli scemi della sua famiglia, che 3201 XVI| che le figure sugli altari scenderebbero per far posto, e gli angioli 3202 XXII| attendeva nel cortile che scendessero. S'era riavuto dalle commozioni 3203 XVI| dimenticato che c'erano sempre, e scendevo così!~ ~– Non levarli, lasciali, 3204 XVI| tardi, è l'ora in cui tu scendi a leggere; è un pezzo che 3205 XVI| Dite alla contessa che scendo subito, – rispose finalmente 3206 XI| lucidissima la memoria di certe scene domestiche, di certe ore 3207 VIII| cadesse lo sgabello, – poi, scesi i gradini che mettevano 3208 II| della sposa, il conte era sceso nella sua biblioteca, attendendo 3209 Pre| abito sacerdotale.~ ~Non è scetticismo nel senso egoista e freddo 3210 X| balze nude ed irte di roccie scheggiate; il cielo sopra il suo capo 3211 X| caso – sembrava dire lo schernitore che volava sopra il suo 3212 IX| grado, – aggiunse quasi scherzando, – preferisco esserle sorella 3213 I| raggi del sole, sembrava scherzare allora festosamente colle 3214 II| febbrile impazienza o con scherzevoli carezze rapidamente la traeva 3215 V| testa stretta, il suo viso schiacciato in alto, con gli occhi infossati 3216 VII| luogo di qualche albero schiantato dal vento n'erano sorti 3217 I| degli abeti, e sibilando ne schiantava i rami secchi.~ ~Durante 3218 III| questa vergogna della sua schiatta; le parve di avergli dato 3219 III| tornavano più soli, ma una lieta schiera d'invitati veniva con essi 3220 III| carpire uno solo: fece uno scialo, in quei mesi, che lo esaurì 3221 II| Un mostriciattolo, uno scimiotto fasciato, si presentò agli 3222 II| rassomigliava piuttosto ad una scimmia che ad un essere umano, 3223 IX| volse. S'avviò verso la scintilla di fuoco del sigaro che 3224 XXIII| quel luogo, mentre il mare scintillava sotto ai raggi dorati del 3225 VII| brillavano di quando in quando le scintille di un sigaro acceso. Era 3226 I| per divertirsi, si fosse sciolta improvvisamente la fune, 3227 I| fune presso la spiaggia; ma scioltasi la fune, la barchetta, abbandonata 3228 XXI| un altro? un'intelligenza sciupata, avvelenata, allorchè nasceva, 3229 VIII| maravigliata.~ ~– Perchè hai sciupato tutti i tuoi fiori che erano 3230 X| sue vesti; le lacerò, le sciupò; poi ne fece un involto 3231 X| le braccia, lasciandosi scivolare lungo le pareti quasi verticali 3232 VIII| po' più magra, un po' più scolorita in viso, con qualche filo 3233 XVIII| distende sulla tela o le scolpisce sul marmo, e non intende 3234 X| tu sei ora? Non è meglio sconoscere l'errore e ignorare la verità 3235 XIV| invadevano l'animo e che le erano sconosciuti.~ ~Il cuore di Gualberto 3236 I| vette dei monti, la madre sconsolata se ne tornava alla sua casa; 3237 VIII| fatto quell'offerta, ne fu scontenta, e le parve che fosse questa 3238 XIV| replicò. Pensava con doloroso scontento quanta indifferenza rivelavano 3239 V| coll'audacia dell'innocenza scoprì il suo corpicino forte e 3240 I| come il fiero feudatario scoprisse la tresca, e come nella 3241 XIV| sai niente, ma io non lo scorderò più. – Jeronima si volse 3242 I| fondo del lago, le parve di scorgere che di sotto vi fosse del 3243 II| di Ottone, fra' quali si scorgevano qua e là, a brevi distanze, 3244 III| III.~ ~Scorsero cinque anni dopo l'infausto 3245 XVI| contessa Beatrice sarebbe parsa scortese, se non avesse aderito all' 3246 XIX| Perchè sotto quella rozza scorza vibrava un cuore delicato, 3247 XII| messo le mani sulle spalle e scostandosi un poco da lui lo guardava 3248 XVIII| mie calze tessute d'erbe scricchiolano e diventano polvere sotto 3249 XI| guardarlo. Le parve di sentir scricchiolar dei rami, le parve di udire 3250 V| feci dare quel foglio e ti scrissi...~ ~– Non ti affannare, 3251 V| che giaceva aperta sullo scrittoio.~ ~La contessa seguiva con 3252 Pre| piace che la penna dello scrittore di fiabe tocchi audacemente 3253 II| motti arguti di quei grandi scrittori che egli prediligeva, e 3254 II| che gli era stato maestro, scrivendogli una lettera, che sebbene 3255 Pre| cosa il mettere un punto e scrivere fine a un dato momento della 3256 Pre| senz'altro mi risolsi a scriverla. Piuttosto che prefazione, 3257 XXII| accanto all'altro. La contessa scriveva discrete notizie di sè, 3258 XII| senza esitazioni e senza scrupoli.~ ~In questo punto una mano 3259 XXII| stavano ad impigrire nelle scuderie, i cani non uscivano che 3260 XXI| gli stemmi e le corone sculte in rilievo al di sopra degli 3261 XIV| momenti un raggio di gioia mi scuote, e m'illumina come un lampo 3262 IV| che velocemente correvano scuotendo i loro sonagli, la destarono 3263 XVI| atroce rimprovero, che doveva scuotere tutta la delicata coscienza 3264 IX| impazienza quasi volesse scuoterla dalla consueta tranquillità. 3265 VIII| capelli castagni e occhi scuri, grandissimi; ora splendenti 3266 XX| condotta del quale non trovava scusa veruna nel giudizio implacabile, 3267 XX| biblioteca.~ ~Non v'era modo di scusarsi, sua madre era presente, 3268 III| suoi ospiti; il conte la scusò dicendo che ella era indisposta. 3269 XIV| allorchè sono infelici e sdegnano venire a patto colle più 3270 XXI| propria volontà? – disse sdegnato.~ ~– Io, – replicò imperiosamente 3271 X| che perchè lo sdegni, lo sdegneranno anche gli altri? Credi che 3272 III| grandiose.~ ~Ma lo scultore sdegnò di dar loro forma e realtà. 3273 X| natura sembrava osservarlo sdegnosa, lui, il povero pazzo, che 3274 VIII| quell'animo indipendente, sdegnoso di manifestarsi. Il conte 3275 VIII| come presentarsi in abiti sdruciti e malconci dinanzi alla 3276 VII| di sorrisi, di una foglia secca che cade sulla neve, del 3277 XVIII| gocciolano più, le mie alghe sono secche, le mie calze tessute d' 3278 IX| pendolo della biblioteca segnava con un battito lento e regolare 3279 XII| narravano delle lagrime segrete di tua madre... – Qui s' 3280 XVII| capì che non poteva più seguirla senza essere veduto. Allora, 3281 XIV| paese, ove io non potessi seguirti...~ ~– Tranquillati, Ermanno, – 3282 XIV| Jeronima credette che egli seguisse il suo consiglio; ma poi, 3283 XIX| Gualberto che l'aveva seguita non rispose. Staccò quella 3284 XIX| si aprì, e Jeronima entrò seguíta dal conte.~ ~Essa portava 3285 XV| tracciato una via che avrebbe seguìta irrevocabilmente. Poi pensò 3286 Pre| e di caratteri con fatti seguiti a lui e caratteri a lui 3287 X| piano l'uomo che l'aveva seguito gli si avvicinò, gli si 3288 XXII| modesto convoglio funebre, seguìto da pochi montanari.~ ~Era 3289 III| sentieri scoscesi nella selva di abeti, o fra le alghe 3290 III| alteramente fra quei dirupi selvaggi, e quel lago chiaro ed azzurro; 3291 VII| diventando sempre più grandiosa e selvaggia, un'impressione nuova, quasi 3292 IX| natura, qualche luogo aspro e selvaggio dei suoi monti, ove non 3293 III| solevano passar nel castello sembrarono adesso ad entrambi assai 3294 XIV| furiosamente dal vento, sembravamo le vesti disciolte e lacere 3295 X| ripararsene; quei raggi infuocati sembravangli carezze; quel calore, vita 3296 II| Europa, portava dovunque il seme delle nuove idee. La vecchia 3297 VII| Beatrice; intorno alla bocca semiaperta, fresca, giovanile, una 3298 IX| spera nell'avvenire dei semidei e tornerà ad incontrare 3299 VII| del fiore che muore nel seno di una donna. Ma Gualberto 3300 Pre| memoria, quel desiderio sensualmente religioso delle mistiche 3301 XXI| vivamente, – sai tu come si sentano simili ingiurie? L'hanno 3302 XIV| domandò premurosamente. – Ti senti male? –~ ~Egli non rispose, 3303 IX| Non tutto. Ma ciò che non sentii lo so, lo sapevo da un pezzo, – 3304 XI| ardì guardarlo. Le parve di sentir scricchiolar dei rami, le 3305 XVII| gli parve di vederla, di sentirla, e si assopì leggermente.~ ~ 3306 XVIII| accarezzarmi le trecce senza sentirle fredde e bagnate, potrà 3307 VI| che gli alberi stessi la sentissero.~ ~– Giovannino, il cameriere 3308 XXI| lo provava prima che lo sentissi io stesso. Avete voluto 3309 Pre| lagrime di chi è costretto a separarsi dalla propria religione?~ ~ 3310 XII| questa volta hai ragione. Ci separeremo allo sbocco della valle. –~ ~– 3311 XXII| Temo che il tempo ci separi.~ ~– Separarci? – disse 3312 XXII| leggenda di Valfreda, morta e sepolta con essa nel modesto cimitero 3313 IV| sempre con queste tristi sequele di angosce, di terrori, 3314 III| esempio, in materia religiosa serbasse con grazia femminile delle 3315 XXIV| felicità.~ ~La sua gioia serena non poteva espandersi con 3316 XXV| Recheranno le gioie serene del sacrifizio e le fatiche 3317 I| e nei giorni più belli e sereni si staccavano con nitida 3318 XVIII| spirito mio – disse con minore serietà – non è fatto per certe 3319 IX| la veste che indossava lo serrasse come se fosse di ferro, 3320 I| vestita di bianco, con un serto d'oro sottile che le cingeva 3321 XXI| sdegno basti tanto tempo, che serva ad alimentare venti anni 3322 VI| suo signore e la contessa; servendo ad essi tu servi a me, ed 3323 XIII| che cosa voleva.~ ~– Posso servirla in qualche cosa, – continuò 3324 Pre| ultima fra le ultime, per servirmi ancora dello stile del vecchio 3325 XVIII| luoghi ove le provai, non servivano che ad ispirarmi qualche 3326 VIII| compagnia di Jeronima, ma le severe ammonizioni del conte, che 3327 VII| spogliare gli abiti eleganti e sfarzosi, de' quali soleva adornarlo, 3328 XXII| contessina.~ ~Si sentiva tanto sfinito da non poter più uscire 3329 XXI| freddo ed ironico sorriso sfiorare le labbra pallide di Gualberto. 3330 XVII| parevagli che il suo piede sfiorasse il lago.~ ~Non aveva più 3331 IX| riflessione, un mesto sorriso le sfiorò le labbra. Essa aveva presso 3332 XXIII| confortata da Jeronima e di sfogare con lei il suo dolore, confidandole 3333 XIX| lasciò che la poveretta sfogasse il suo pianto sul suo petto.~ ~ 3334 VII| le pagine di un libro che sfogliava con febbrile impazienza.~ ~ 3335 VIII| intenzione di discrezione, non le sfuggì una sola parola di quanto 3336 XXI| che Gualberto gli dovesse sfuggire per sempre.~ ~– No, – rispose 3337 VII| antipatia essa aveva sempre sfuggiti e spregiati.~ ~Fu giorno 3338 III| o guardando una leggiera sfumatura che velava nel lontano orizzonte 3339 X| il cielo azzurro ridesse, sghignazzasse.~ ~Su quella cima deserta, 3340 VI| lunghissime maniche umidi e sgocciolanti, alla cintura portava una 3341 XVIII| strizzò le lunghe trecce e le sgocciolò costì ov'ella ha i piedi, 3342 VII| spirito. Ma alcuni di essi si sgomentavano di quella foga, di quell' 3343 VIII| travagliano i petti deboli e sgorgano dagli occhi di chi non sa 3344 II| essere umano, e in quella sgraziata fisionomia non era mai balenato 3345 XV| Anche la mamma mi ha sgridato... vuol più bene a Gualberto, 3346 II| più giovani, ammenochè si sian potute sempre ritemprare 3347 IX| nobile ed elevata cosa che siasi adorata e perduta, una religione. 3348 III| vegliava aveva udito il vento sibilare sinistramente fra gli anditi 3349 XIV| ascoltarono insieme il vento che sibilava negli anditi e fra gli alberi, 3350 XXV| a noi, Jeronima, gentile sibilla, che cosa porteranno i nuovi 3351 | siccome 3352 IV| tanto avanzate e teorie così sicure da poterle mettere in pratica 3353 VII| che potessero essere ben sicuri di lui, egli aveva a combattere 3354 | sieno 3355 | siete 3356 Pre| cattolica, la quale ci avvolge siffattamente in tutti gli atti, in tutte 3357 I| fantasma, e che si serviva di siffatte fiabe per acquistare influenza 3358 XXI| ordinò che gli portassero dei sigari e che gli andassero a prendere 3359 V| sorrise mestamente e intese il significato delle parole di Beatrice. 3360 XVIII| diventato un prete. – Perdoni signorino, disse poi, ravvedendosi, – 3361 XV| quindi si maravigliò del suo silenziò in quella mattina.~ ~Ma 3362 IX| luogo, mentre quei due, silenziosi, l'uno accanto all'altro, 3363 IX| cose della terra; era il simbolo d'addio a quelle altissime, 3364 IX| profonda intelligenza, e simpatizzò con tutto il cuore col dolore 3365 IX| si può raggiungere.~ ~– Simulare?... – disse piano Gualberto.~ ~– 3366 IX| che avrà perciò mutato, simulato il suo pensiero? Se darà 3367 XIV| adesso a questo modo? mi dica sinceramente perchè? Si pentì di quanto 3368 IX| quali è più facile essere sinceri, che essere utili e grandi. 3369 X| sentiero, e vi si disegnava con singolare chiarezza.~ ~Gualberto aveva 3370 IX| e deboli come quella dei singoli individui; come sapere in 3371 XII| occhi ora a destra, ora a sinistra.~ ~– Per carità signore, 3372 VI| un sorriso incredulo.~ ~– Sissignora, – rispose prontamente la 3373 II| il tempo di finire.~ ~– Sissignore, – rispose la donna, abbassando 3374 VII| nella biblioteca del conte, situata a pianterreno, con le finestre 3375 I| castello di Ardenberg era situato allo sbocco di una stretta 3376 XII| esclamò Gualberto con uno slancio sincero di affetto, e lo 3377 IX| ogni giorno nel giovane la smania, l'impazienza di divorare 3378 XIII| passato. Le disse che aveva smarrito la via in quella mattina, 3379 XXI| smisuratamente grandi, deserti, smobigliati; a lui pareva d'esser solo 3380 XVIII| aveva svelto delle piante, smosso il terreno e arruffate tutte 3381 II| ingenuità, ed una fede semplice, soavemente femminile che la faceva 3382 VIII| luce, ora velati, profondi, soavissimamente pensosi; il naso e le labbra 3383 VIII| l'intendeva lei, era un soavissimo ideale di tutte le più nobili 3384 VIII| gentili, delicate, di una soavità quasi femminile; egli pensò 3385 VII| era fatta più severa, più sobria; non s'associava più a certe 3386 XXII| contessa Beatrice, l'ammalato soccombeva improvvisamente, per un 3387 VI| dovresti fare quanto puoi per soccorrerla o confortarla. – Io era 3388 XXI| pensiero al padre che offrì di soccorrermi in una triste ora di disperazione, 3389 VIII| degna di essere intesa e soccorsa da lui.~ ~Egli prese le 3390 III| conte. Ed egli era stato soddisfattissimo, allorchè una volta, trattandosi 3391 XX| da esso tutte le maggiori soddisfazioni dell'orgoglio materno.~ ~ 3392 XIII| Jeronima invece mi sembra sofferente; forse si è affaticata troppo 3393 VIII| questo pensiero, egli si soffermava incerto, e guardava l'altera 3394 II| Allorchè la giovane contessa soffermavasi quasi impaurita dinanzi 3395 XXII| ritemprarsi colà dalle angoscie sofferte, e ritrovare fra genti e 3396 IX| carta che cade al primo soffio di vento; il lumicino spento 3397 X| in una prigione angusta, soffocante, mentre di là lo spirito 3398 IX| di ferro, gli pareva di soffocarvi, d'avere assunto erroneamente 3399 X| dosso quella veste che lo soffocava.~ ~Gli sembrava d'essere 3400 IX| riverenza per questo essere che soffriva da tanto tempo sempre muto 3401 III| Guido Campaldi e lo invitò a soggiornare, durante l'autunno, nel 3402 XIV| di dianzi, – rispose. – Sognai che Gualberto ti portava 3403 IX| sembrava averle già vedute o sognate; gli pareva averla incontrata 3404 VII| edificio. Sembrava che con solerte vigilanza vi fosse chi riparasse 3405 III| le quali le carezze, le sollecitudini del conte verso di lei diventavano 3406 IX| alghe del fondo piegarsi e sollevarsi con movimento grazioso e 3407 IV| contessa respirò alquanto sollevata, ma nel tuono di voce di 3408 XIII| disse il conte come fosse sollevato da un gran peso. – Dite 3409 X| polvere bianca che il vento sollevava in piccoli turbini dinanzi 3410 XXI| quelle torture? A che cosa somigliano le tue vendette? – ribattè 3411 VII| mista di espressioni che somigliavano troppo a quelle dei piaceri 3412 IV| correvano scuotendo i loro sonagli, la destarono a un tratto.~ ~ 3413 VII| spirito raffronti colla sontuosa magnificenza di Roma ch' 3414 V| sospetti, e questi erano già sopiti interamente, allorchè la 3415 XX| Beatrice lo guardava di soppiatto, e credendo che egli piangesse 3416 IX| prete non lo svestirei. Sopporterei con dignità le conseguenze 3417 X| spezzarlo, se tu sei capace di sopprimere l'infanzia e ritardare la 3418 XI| pietà e d'ira, e le nere sopracciglia erano ravvicinate dal corrugarsi 3419 IX| ad alimentarsi di fatti soprannaturali, ad interpretare in un modo 3420 XIV| una veste sulla terrazza soprastante.~ ~Tese l'orecchio e s'accertò 3421 IV| a dire il conte con voce sorda, quasi trattenesse a stento 3422 IX| scherzando, – preferisco esserle sorella ed amica come già sono.~ ~ 3423 I| La signora si mosse, e sorgendo con grazia frammezzo ai 3424 XVI| pensiero tornava alla sola sorgente di conforto che fosse scaturita 3425 XXIII| un lungo giorno di pace sorgerà col sole di domani! –~ ~ 3426 XXI| castello che egli di là vedeva sorgere altera dalle acque, e si 3427 VII| vi fossero in esso mille sorprese e mille segreti; sentì che 3428 IX| un dovere di aiutarsi e sorreggersi a vicenda.~ ~– Mi perdoni, – 3429 IX| cui vivo. Le sue parole mi sorreggono, mi aiutano, Jeronima: sono 3430 XVIII| vidi passare leggieri e sorridenti sotto alla mia finestra. 3431 XVII| Sarà con gli altri adesso e sorriderà; ella non sa che il suo 3432 XVI| adesso che sei qui non sorridi più, pensi a loro, non a 3433 II| delicato tabacco e un caldo sorso di thè, ma per il popolo 3434 VII| schiantato dal vento n'erano sorti altri, e l'edere e le borraccine 3435 XVIII| Ermanno se ne stava così sospeso sopra le acque profonde 3436 V| quale s'affermassero i suoi sospetti, e questi erano già sopiti 3437 VIII| quell'incontro ebbero il sospetto delle sue sofferenze: l' 3438 VIII| Quel trastullo tanto sospirato dallo scemo era Jeronima 3439 XIII| Allora Gualberto trasse un sospiro di consolazione. – È partito! – 3440 XI| Vanina...?~ ~La Vanina esitò, sospirò, poi finalmente, pianissimo, 3441 XVIII| Tutto il castello è sossopra; sono venuta a corsa. La 3442 XXI| colpì il conte e lo fece sostare un momento nel discorso.~ ~– 3443 IX| fine?~ ~Talvolta Gualberto sostava, e lo sguardo suo cadeva 3444 IX| il grande edifizio che sosteneva l'alta mente di un Ardenberg 3445 VII| quei nobili entusiasti che sostennero sorridendo il martirio o 3446 Pre| l'illusione al dubbio si sostituirà intero l'ardire delle indagini; 3447 XXI| espressione melanconica sostituiva quella di maligna ironia 3448 XIX| mandato a cercare perfino nei sotterranei del castello; quanto è possibile 3449 I| non peranco morto, venisse sotterrato dai soldati del castellano 3450 V| interrompere quel discorso e di sottrarsi ai sentimenti miti e pietosi 3451 VII| elegante sì, ma che pur l'aveva sottratto al contatto diretto della 3452 XVI| indefinibile, come se ad Ermanno sovrastasse una disgrazia o se egli 3453 XIX| dolore, – lo sentivo che gli sovrastava una sventura, non avrei 3454 III| e la sua immaginazione sovreccitata aveva popolato di fantasme 3455 XIV| altri o quando cercasse sovvenirsi del primo, non gli venisse 3456 II| corrente ardita e forte che spargendosi per tutta Europa, portava 3457 I| dal lago, e allorchè erano spariti gli uomini d'armi, vagava 3458 XI| la folta capigliatura era sparsa di ciocche bianche che facevano 3459 VIII| tollerare il frastuono, spaventevole per esso, dell'acqua in 3460 XI| Ardenberg, e con una rapidità spaventosa, con una perspicacia morbosa, 3461 XIV| distante che percorre gli spazi interminabili del mondo 3462 XXI| mostrargli i sentieri fioriti ove spaziano le menti libere e grandi; 3463 VII| egli del resto aveva sempre spaziato in un'atmosfera artificiale. 3464 X| vasta biblioteca, nè le sale spaziose popolate di ritratti degli 3465 III| mille raggi di sole e si specchiava un cielo azzurro e sereno; 3466 XVII| come un cristallo. Vi si specchiavano il cielo ed il castello. 3467 XIV| e con quell'espressione speciale che aveva quando cercava 3468 IX| speranze; era una furia di spegnere ogni cosa, ogni fiammella 3469 V| stretta al cuore.~ ~– Lo spegnerò quel raggio d'intelligenza 3470 XX| famiglia degli Ardenberg si spegneva.~ ~Allorchè per lunghe ore 3471 Pre| animo sì vile nel quale si spenga anche solo momentaneamente 3472 II| giovani quel sentimento, spengono facilmente in essi l'attitudine 3473 XVIII| Signore; poi tutto tacque, si spensero le fiaccole e li vidi passare 3474 XXI| gioie della vita lieta, spensierata, nè ai piaceri della giovinezza. 3475 I| a vedere alcuno, con la spensieratezza dei bambini appoggiò il 3476 III| gioia e di vita, ardito e spensierato come un fanciullo, forte 3477 II| mascelle sporgenti e occhi spenti, fissi, quasi non avessero 3478 I| della barca, e si divertì a spenzolare i suoi ricci dorati nel 3479 IX| degli eletti, dei martiri; spera nell'avvenire dei semidei 3480 IX| a quest'arduo problema, sperai trovare nella religione, 3481 III| entrò nel castello lieto e speranzoso. I suoi occhi neri e lucenti 3482 IX| domandò quasi sottovoce come sperasse attenuare così la sua indiscrezione. 3483 IX| riconfortasse anche lui.~ ~– Speravo, – disse dopo breve riflessione, – 3484 IX| senza tetto e senza asilo, spergiuri ad una promessa, che portano 3485 I| neppure di incontrare lo spettro pallido e giovanile del 3486 X| e se tu sei capace di spezzarlo, se tu sei capace di sopprimere 3487 III| promise. Il cuore gli si spezzava. Beatrice riavendosi alla 3488 III| e la difendevano dagli spiacevoli contrasti della vita intima. 3489 I| ogni luogo, lungo tutte le spiagge, il suo perduto angioletto. 3490 I| legata ad una fune presso la spiaggia; ma scioltasi la fune, la 3491 X| uomo lo seguiva da lontano spiando i suoi passi.~ ~Non badava 3492 IX| indiscreto che tacitamente spiasse quei dubbi e quelle lotte.~ ~ 3493 IX| velluto nero che faceva spiccare singolarmente la grazia 3494 XIII| contradizioni che non si spiegano facilmente, ma che sono 3495 XIV| Doveva dire i suoi pensieri, spiegare le sue impressioni senza 3496 XVI| le metteva paura, senza spiegarsene il motivo.~ ~– Perchè ti 3497 XVI| Jeronima non sapeva spiegarsi il contegno di Ermanno, 3498 XIV| non ci lasceremo; non so spiegarti in qual modo, ma sento che 3499 XIV| impressioni senza averle prima spiegate a sè stessa? Che ragione 3500 XIX| tratto, mentre il vento spiegava interamente quel sottile 3501 VIII| andarvi sola.~ ~– Ne darò spiegazione io stesso a Ermanno ed a 3502 II| ordine sugli scaffali. – Gli spiegherò quanto v'ha di più bello 3503 XV| tutta l'esistenza colla sua spietata vendetta? Come rammentare 3504 XI| roccie proiettavano da ogni spigolo, da ogni sporgenza, lunghe 3505 XVIII| ricoprendone il tetto, e spingendo perfino dei rami indiscreti 3506 VIII| Quale triste cagione poteva spingere una fanciulla non ancora 3507 II| molti, l'amore di sè che lo spingeva: e per questo provò un acre 3508 II| fu amore della verità che spinse il conte di Ardenberg a 3509 X| che volava, in forma di spirale.~ ~A Gualberto sembrava 3510 XIV| parapetto di marmo, pareva spirare attenzione da ogni movenza, 3511 XVIII| rovine, che aria forte e pura spiravagli vigore per l'avvenire!~ ~ 3512 XIV| sorge adesso nel mio cuore splenderà di luce e di sole, finchè 3513 IX| amata.~ ~In confronto alla splendidezza di quanto aveva perduto, 3514 III| scintillante si fissava fra gli splendori della natura che lo circondava, 3515 VII| bellissimo bambino ebbe a spogliare gli abiti eleganti e sfarzosi, 3516 IX| furon modificati, misurati, spogliati della primitiva sincerità. 3517 IX| trovò solo, trasformato; spogliato come un viaggiatore assalito 3518 VII| tutte le pompe sacerdotali, spogliavasi qui di quelle ricche vesti 3519 IX| laddove non è spinta a farlo spontaneamente dalla propria volontà o 3520 XIII| invece da un affetto forte e spontaneo. In un momento di ribellione 3521 XVIII| interno della camera, ora sporgendo invece fuori dalla finestra, 3522 V| e la mascella inferiore sporgente, lo facevano ancora rassomigliare 3523 II| strette e piccine con mascelle sporgenti e occhi spenti, fissi, quasi 3524 XI| da ogni spigolo, da ogni sporgenza, lunghe strisce di ombra; 3525 X| momento, aggrappandosi alle sporgenze dei sassi, aiutandosi con 3526 VIII| alla finestra; si era però sporta da essa come guardasse di 3527 XXII| volta il capo fuori dello sportello e salutò il marito; poi 3528 IX| per avidità di ricchezze a sposare uno scemo.~ ~Un giorno, 3529 III| aveva contristate altre spose e altre madri entrate com' 3530 X| lo misi il giorno che fui sposo ed è ancora tal quale. –~ ~ 3531 VIII| collettiva, e Jeronima, allorchè sposò uno scemo, sapeva che quell' 3532 X| era stanco, si sentiva spossato.~ ~Si rivestì della sua 3533 XXI| voi, è stato come un voler sprecare l'esistenza dietro un errore 3534 II| con rabbia ai lunghi anni sprecati nell'errore e nei pregiudizi. 3535 XXI| lascia la certezza d'aver sprecato la propria esistenza. La 3536 IX| faceva sembrare ancor più spregevole la bassa ambizione che l' 3537 XVIII| e l'intendo. Noi gente spregiata, che studiamo la lettera 3538 X| adorne quelle spoglie ora spregiate!~ ~Gualberto volse il capo 3539 VII| aveva sempre sfuggiti e spregiati.~ ~Fu giorno pieno di angosce 3540 IX| quella di un essere che egli spregiava.~ ~Le parole di suo padre 3541 III| contadini, grandi sciagure, e la spregiudicata contessa Beatrice pensava 3542 II| compagno di studio, côlto e spregiudicato, intendeva farne anche un 3543 IX| ridicolo che si chiama un prete spretato? metterebbe a nudo le piaghe 3544 XXI| di più. M'hanno educato a sprezzare e fuggire le piccole gioie 3545 XIII| quasi fosse umiliato.~ ~– Ho sprezzato per molto tempo l'intensità 3546 XXI| gli batteva forte forte. Sprezzava in cuor suo quest'uomo che 3547 XVIII| che in fondo all'animo tuo sprezzi profondamente.~ ~– No, non 3548 IX| fa scintillare le acque spumanti...~ ~– Davvero! – rispose 3549 VII| neppure nella più tarda età, spuntavano dei baffi biondi. Mentre 3550 XIV| pareva che egli volesse squarciare, coll'intensità di quello 3551 VII| Adesso, qua e là, il velo si squarciava. Gualberto vedeva rapidamente, 3552 VII| artistiche, di tutte le più squisite eleganze della forma e del 3553 IX| tanta sapienza, con tanta squisitezza di gusto, sì perfetto in 3554 IX| quanto può operar lei per sradicare pregiudizi, per avviare 3555 VII| che la sua fede prenderà stabili e profonde radici nell'animo 3556 VII| gli ordini sacri. Perciò stabilì che contemporaneamente fosse 3557 VI| le diceva che intendeva stabilirsi per qualche anno in America, 3558 XVIII| Gualberto.~ ~– A Roma. Voglio stabilirvi la mia dimora, – rispose 3559 XI| vivamente come fossero quadri staccati, punti luminosi nelle tenebre. 3560 XIV| incendio. I tronchi degli abeti staccavansi sopra un fondo velato di 3561 XIX| aveva seguita non rispose. Staccò quella povera memoria dal 3562 III| che vi dimoravano nella stagione estiva, o vi passavano diretti 3563 Pre| fiabe, di tante pagine di stampa inutili e uggiose vien di 3564 XI| affranto dalla maggiore delle stanchezze, quella del pensiero.~ ~ 3565 XVIII| la Rosalìa – mi è apparsa stanotte per l'ultima volta. «Non 3566 XVIII| camera entrarono in una stanzuccia più bassa, ma ariosa e pulita, 3567 | starà 3568 XVIII| natura. Presto ci rivedremo e staremo lungamente insieme.~ ~– 3569 XIV| cagione; e non posso neppure starmene laggiù sempre solo, senza 3570 | starò 3571 VIII| moderò, cercò alla meglio di starsene sempre tranquillo e nascondere 3572 VIII| grande, forte, più alto di statura del conte; la sua fisonomia 3573 XVIII| grazia ed eleganza, magre e stecchite, come fiori appassiti fra 3574 II| mostravano l'ordine di Santo Stefano e la Croce di Malta, e s' 3575 VII| una sera splendida. Mille stelle scintillavano nella trasparente 3576 VII| non una feritoia, non uno stemma mancavano al vecchio edificio. 3577 XXI| scaffali pieni di libri, gli stemmi e le corone sculte in rilievo 3578 X| pensiero avrebbe voluto stendere le braccia per cingere quelle 3579 X| e giù giù, lontano, si stendevano altri prati, sorgevano altri 3580 XVI| domandò essa, con un sorriso stentato. Tutto quanto faceva Ermanno 3581 XIV| lasciarla trascinare fra gli stenti ed il fango della terra; 3582 XXI| cadere il braccio che teneva steso per trattenere Gualberto. 3583 XVI| il suo povero cervello, stésse per tornare. Ma egli persisteva 3584 XX| chiesto con affetto perchè non stèsse con lui e con sua madre, 3585 XIX| nel bosco, ho detto che stessero pronti colle barche sulla 3586 Pre| per servirmi ancora dello stile del vecchio Gualberto, ho 3587 III| contessa che un congiunto stimato, e al quale doveva, entro 3588 II| ai più grandi avvenimenti storici non più travisati dalla 3589 IX| costruisce navi, che fa strade ferrate, che accresce in 3590 I| fu argomento di varie e stranissime leggende, cui i contadini 3591 IX| fattasi in questo momento straordinariamente bella.~ ~– Lei parla dell' 3592 VII| Gualberto su quelle attitudini straordinarie della sua mente e della 3593 XVIII| bei frutti non si devono strappare dall'albero, devono restare 3594 VIII| conte era stato possibile di strapparle una parola più vivace del 3595 XVIII| in un burrone, che te lo strappasti di dosso con disperazione, 3596 XII| Gualberto, allorchè l'avevano strappato dalle braccia della madre 3597 X| torbido, con mano tremante, si strappò di dosso ad una ad una le 3598 IX| vecchia e la nuova fede dello Strauss.~ ~– Sì, – rispose Jeronima. – 3599 XIV| fissandola con quel suo viso stravolto e con quell'espressione 3600 XIV| della lotta che lo aveva straziato e della vittoria riportata; 3601 X| due sentimenti diversi lo straziavano. Volse lo sguardo alle sue 3602 I| superstiziose, invenzioni di streghe e di poeti e d'altra gente 3603 X| vero.~ ~Un uccello passò stridendo sopra il suo capo. Quell' 3604 X| maravigliata.~ ~L'uccello strideva sempre lassù per l'aria.~ ~– 3605 X| accompagnandoli con un ghigno stridulo; – se tu fossi nato ai tempi 3606 XVIII| Gualberto sulla soglia, stringendo forte forte la mano che 3607 XII| rispose Gualberto con fermezza stringendogli forte forte le mani. Poi 3608 XII| ragione – e le prese la mano stringendola fra le sue. – Gualberto, – 3609 XVIII| moltissimo, che fra te e me va stringendosi un legame ben più saldo 3610 XIV| voluto aprire le braccia e stringerla al petto, coprirla di baci 3611 VIII| suoi genitori, e sentiva stringersi il cuore nel vedere la testa 3612 IX| sottili di Jeronima che stringevano la sua mano, e vide un sorriso 3613 XXII| promessa. D'ora in avanti ci stringono i vincoli più alti e più 3614 XIV| momento in silenzio, si strinsero le mani e poi si lasciarono 3615 XI| da ogni sporgenza, lunghe strisce di ombra; ma Gualberto ancora 3616 VIII| qui è tracciata la lunga striscia di luce o il velo di nebbia 3617 XVIII| dai bei capelli biondi; strizzò le lunghe trecce e le sgocciolò 3618 XVIII| Noi gente spregiata, che studiamo la lettera stampata, indoviniamo 3619 XIII| di affanno e di dolore, e studiava invano nascondere le proprie 3620 V| Gualberto rispondeva a quello stupido dello scemo.~ ~Il conte 3621 VII| leggende cristiane, tutte le subblimi aspirazioni di quei celebri 3622 Pre| dolorosa lotta che possa subire l'intelletto umano, perde 3623 Pre| dirlo.~ ~Al lettore, che subisce il tedio di tante fiabe, 3624 Pre| quello di un credente che, subíta la più dolorosa lotta che 3625 XV| momento, con una chiarezza subitanea, si rivide quale era stato 3626 XIV| vergognoso di quell'impeto subitaneo, le rispose umilmente:~ ~– 3627 IX| grandi. Vi sono menzogne sublimi, che i caratteri mediocri 3628 II| stato come ritrovare in una sudicia osteria un quadro di Raffaello. 3629 IX| di Jeronima come fosse il suggello di un nuovo patto che egli 3630 | sullo 3631 XVI| aderito all'invito. I suoi suoceri vedevano di buon occhio 3632 IX| Le parole di suo padre suonavano e risuonavano nelle sue 3633 II| cavargli di bocca altro che suoni confusi; talvolta erano 3634 Pre| assolutamente rifare il lavoro, superai la ripugnanza per una prefazione, 3635 XXI| rispetto, amore; andavo superbo di poterla chiamare mia, 3636 I| quelle bufere i contadini superstiziosi credevano udire le voci 3637 XIV| Jeronima, – disse, quasi supplicando, come avesse paura.~ ~– 3638 XIX| dando degli ordini, ora supplicandoli di ritrovare suo figlio, 3639 XVIII| mostruosa, strana, inconcepibile supposizione del Campaldi.~ ~– Perchè? – 3640 X| serve più a nulla e non suscita più altro che un senso di 3641 XIV| rapidamente il sangue nelle vene, suscitasse anche in lui, ma più violenta 3642 III| ammirazioni e gelosie che suscitava questa donna, ch'egli non 3643 XI| finalmente, pianissimo, susurrò il nome di Guido Campaldi.~ ~– 3644 XVII| avuto per tanti anni, era svanito come per incanto.~ ~– È 3645 XV| impressioni, appena sbozzate, gli svanivano dalla mente, e le sensazioni 3646 XVI| lumi dinanzi a loro, si svegliano, e intanto che gli altri 3647 XI| Gualberto fece una mossa come si svegliasse davvero.~ ~– Vada via – 3648 XI| alberi.~ ~Il giovane si era svegliato e fissava la contadina quasi 3649 XVI| nel salotto, e quando ti sveglierai, ti sarò vicina, – replicò 3650 VIII| ma fu più disgraziato. Si svegliò anche in lui un certo orgoglio 3651 VIII| prediletti. Colse le foglie, svelse perfino le pianticelle e 3652 IX| buona notte. – E sparve svelta e leggiera nell'ombra, lasciando 3653 XVIII| quei massi e quegli alberi svelti. Ma quanta luce di sole 3654 III| La contessa Beatrice svenne. Guido sentì che la sua 3655 XVIII| occhi chiusi – Ho visto sventolare, in sogno, la bandiera nera 3656 XXI| dei miei affari, che tu svesta quell'abito e che tu abbia 3657 Pre| Gualberto del nostro spirito sveste il suo abito per non rivestirlo 3658 Pre| più al Gualberto d'oggi di svestire l'abito sacerdotale.~ ~Non 3659 IX| Ma se fossi prete non lo svestirei. Sopporterei con dignità 3660 XIV| commozione. Jeronima cercò di svincolare la sua mano da quella di 3661 XXI| cuore come il tuo possono svincolarsi dalla influenza nociva dell' 3662 XXII| sto bene.~ ~– Ma questa svogliatezza può essere indizio di malattia, – 3663 XXII| con impazienza; – mi sento svogliato, ma sto bene.~ ~– Ma questa 3664 X| indispensabile errore. – L'uccello svolazzò ancora intorno alle roccie 3665 XIII| questo triste dramma che si svolgeva per opera sua sotto ai suoi 3666 X| abiti che v'avea buttato.~ ~Svolse con mano tremante l'involto 3667 X| terrene. Ma poi, ad ogni svolta della via rivedeva la propria 3668 II| di finissimo e delicato tabacco e un caldo sorso di thè, 3669 XIV| per dire e gl'imponesse di tacere.~ ~– Se questo che provo 3670 XI| voluto che il suo pensiero tacesse dinanzi a questa domanda.~ ~ 3671 IX| ad un essere vivente.~ ~Tacevano entrambi. Il pendolo continuava 3672 IX| commosso, d'indiscreto che tacitamente spiasse quei dubbi e quelle 3673 III| da lui, perchè le aveva taciuta questa vergogna della sua 3674 VII| quali soleva adornarlo, e tagliati quei capelli d'oro che essa 3675 V| da analizzarsi; l'avrebbe tagliato a pezzi, se le fibre sue 3676 VIII| felice o infelice a suo talento, che lo accompagnerà dovunque 3677 II| robustissimo della persona, alto e tarchiato per la sua età, aveva il 3678 IX| vigorosi intelletti o vada a tastoni fra i sentimenti più nobili 3679 III| incontrata alle feste o nei teatri, e pensò con piacere alla 3680 IX| una vasta guardaroba da teatro, togliere da essa ad una 3681 III| Tirolo italiano e quello tedesco, e specialmente la borgata 3682 II| pedanteria e le molteplici e tediose pratiche religiose toglieva 3683 Pre| non meriterebbe il lusso tedioso di una sì lunga chiacchierata.~ ~ 3684 XVIII| colori e le distende sulla tela o le scolpisce sul marmo, 3685 XXII| accingeva a richiamare, con un telegramma, la contessa Beatrice, l' 3686 IV| altri.~ ~Però un giorno temè che la sua vittima potesse 3687 XXI| sino a me.~ ~– Sono parole temerarie le tue, – disse il conte, 3688 VI| e sì gravemente, che si temette di perderla.~ ~Non fu dunque 3689 Pre| tuttora di correzioni, pure temevo correggendola di toglierle 3690 VI| che sembravano qua e là tempestati di gemme; ma poi, fattasi 3691 XXV| animo che tien lontane le tempeste delle passioni.~ ~Egli pose 3692 I| in una notte delle più tempestose vedevansi luccicare fra 3693 IX| sentiva le pulsazioni alle sue tempie farsi sempre più rapide 3694 IX| che avevano popolato di tempii le più belle contrade d' 3695 VI| lo ripetiamo, una debole tempra che non poteva resistere 3696 IX| ancora.~ ~– Era orgoglio? era tenacità? lo chiami come vuole. Vivevo 3697 II| di casta e l'educazione tendente allo scopo di accrescere 3698 II| che si manifesta colla tendenza all'isolamento e a quell' 3699 XVIII| la sua balia e lo amava teneramente. Temeva che l'improvviso 3700 XVIII| scoperta.~ ~– Vanina, non tenerci in questa incertezza, narra 3701 XXII| distrarre il vecchio conte e tenergli compagnia.~ ~Essa lo pregava 3702 VI| quell'altro, che doveva tenerle luogo dell'amante lontano 3703 XIII| intensità dei sentimenti che tengono stretti gli uomini fra di 3704 VIII| in istato di embrione per tentare di farle vivere. Fu inferiore 3705 VII| quasi crudele, represse ogni tentativo di ribellione per parte 3706 XXI| suo quest'uomo che così lo tentava dopo averlo fatto tanto 3707 III| da uno scandalo.~ ~Guido tentò invano quella sera di rivedere 3708 VI| tasca una lettera, che avea tenuta involta in una candida pezzola, 3709 V| ansia grandissima aveva tenuti gli occhi fissi sulle portiere 3710 IX| della Chiesa o di qualche teologo famoso, di quelli che egli 3711 I| tranquillo, che ne rifletteva le terrazze e le torri. Un bosco di 3712 XII| isolamento e abbandono, nelle terre disabitate del nuovo mondo, 3713 XVI| pregarla di scendere nella sala terrena, ove la contessa l'attendeva, 3714 X| intricati sentieri delle cose terrene. Ma poi, ad ogni svolta 3715 XI| balbettando a stento quelle terribili parole.~ ~– Mio... mio padre...? – 3716 XVIII| di parole scritte; e la terza, piccola e inquieta minoranza, 3717 XIV| terrazza soprastante.~ ~Tese l'orecchio e s'accertò che 3718 Pre| vincerà mai se tutto il tesoro di scienza e d'intelligenza 3719 XVIII| coperto con una calza verde tessuta d'erbe, e i suoi piedini 3720 XVIII| sono secche, le mie calze tessute d'erbe scricchiolano e diventano 3721 XIX| interamente quel sottile tessuto, lo riconobbe.~ ~– È la 3722 II| mansueti e stupidi, certe teste strette e piccine con mascelle 3723 VIII| prete la presenza di un testimone. Ma, nonostante la sua intenzione 3724 I| dormiva placidamente, colla testolina bionda, appoggiata alle 3725 X| nulla intorno a sè. Quel tetro burrone non vedeva mai sole, 3726 XIV| castello, passò sibilando fra i tetti e le torri, mentre il tuono 3727 II| tabacco e un caldo sorso di thè, ma per il popolo non valevano 3728 XXV| e sicura dell'animo che tien lontane le tempeste delle 3729 XI| quell'uomo e con un gesto timido e pieno di rispetto gli 3730 VIII| mentre aveva di alcune cose timori infantili, invincibili. 3731 II| salvargli il figliuolo dalla tirannia e dagli errori che avevano 3732 XI| trovava più il verso di tirare innanzi – lo sapeva la sua 3733 I| arruffava e a momenti li tirava lisci lisci quasi fossero 3734 VII| primitivo, che sembrava toccargli l'immaginazione a nudo, 3735 V| paura di guardarlo e di toccarlo, ebbe paura di dimenticare 3736 IX| sentite, nè che sarebbe toccato a me rispondervi. Pensai 3737 Pre| dello scrittore di fiabe tocchi audacemente problemi sì 3738 XVII| cosa sarà? – disse, e si toccò la fronte, poi guardò la 3739 XI| quella pinguedine che non toglie ancora l'elasticità delle 3740 IX| vasta guardaroba da teatro, togliere da essa ad una ad una le 3741 Pre| temevo correggendola di toglierle l'unico e maggiore suo pregio: 3742 X| fanciullesca speranza di togliersi per sempre di dosso quella 3743 IV| disperata risoluzione glie la togliesse ancor prima ch'egli potesse 3744 IV| perchè egli da quella si tolga. Altrimenti, lo ripeto, 3745 XXI| bisogno di vendetta.~ ~– Ah! tollera in pace quelle torture? 3746 IV| Credete che io sia capace di torcere un capello della vostra 3747 III| cambio vi darò la mia che non torcerò un sol capello alla contessa 3748 XXV| le tristi memorie che tormentano ancora il cuore di tua madre, 3749 XXIII| confidandole i segreti della sua tormentata esistenza.~ ~E in una sera, 3750 XX| spettacolo del prete infelice, tormentato dai dubbi, derisore della 3751 XII| questa disperazione che è il tormento di tua madre e forse la 3752 XIII| andava ed aggiunse: – Appena torna il conte Gualberto, avvisatemi.~ ~ 3753 XIV| esistenza.~ ~– Non potrò tornar qui, – disse ancora Gualberto, – 3754 XVI| XVI.~ ~Allorchè furono tornati nel loro appartamento, Ermanno 3755 VII| istintive tendenze degli avi, tornerebbe alla terra e vi morderebbe 3756 XVIII| polvere sotto al piede; non tornerò più nel lago, le mie labbra 3757 IV| risoluto l'arduo problema. Torniamo dunque a vostro figlio. 3758 XIV| quel silenzio Gualberto, – torno a Roma.~ ~– Partire? – esclamò 3759 VIII| Ermanno sopra di lei la torturava con tutte le più pungenti 3760 XVIII| fuori dalla finestra, faceva traballare la sua persona, come dovesse 3761 IV| questi sentimenti stavano per traboccare e trascinare la povera donna 3762 XV| intelletto, che gli avea tracciato una via che avrebbe seguìta 3763 XI| non vedi sul suo viso le traccie del dolore, della disperazione? 3764 XV| vendetta? Come rammentare senza tradirsi tutti i tristi episodi della 3765 XVIII| prima.~ ~– E se lei... ti tradisse! – domandò dopo un momento.~ ~ 3766 II| sue cifre, non ne avrebbe tradotta una pagina sola ad uno dei 3767 XVIII| piacere nel suo viso, quasi ne traesse vigore, la brezza vibrata 3768 XVIII| domandò la donna ansante, trafelata.~ ~Gualberto, che era seduto 3769 XIII| queste parole e sentì una trafitta al cuore, ma non replicò 3770 XV| allorchè altre covinzioni lo traggono a vivere diversamente, di 3771 VIII| povere pianticelle ed i bei tralci fioriti appassivano presto. 3772 XVI| guardando con ammirazione il tralcio che le avea messo sulla 3773 I| sapeva quanto tempo fosse tramontato il sole. Essa si addormentò 3774 III| nebbie del mattino, come nei tramonti dorati della sera; e allorchè 3775 VIII| persuasioni della madre, lo tranquillarono, ed egli le concesse volentieri 3776 XIX| affettuose, che la esortavano a tranquillarsi, la contessa volle di nuovo 3777 XVI| movimenti erano regolari, tranquilli, come al solito.~ ~Jeronima 3778 IX| insistenza quel momento di transizione, quell'epoca di lotte, di 3779 XIV| umili gioie della vita per trarne conforto. Gualberto invece 3780 XII| Quello di proteggerti, di trarti da questa disperazione che 3781 II| al più esagerato furore, trascende, ma non perde mai di vista 3782 IX| quella lotta terribile, lo trascinarono lungi dai sentimenti pietosi 3783 VIII| Jeronima la baciò in fronte, e trascinato dalla commozione le disse 3784 X| della fede e che ora lo trascinavano pei cocenti e intricati 3785 VIII| corso della vita dell'uomo, trascorreva inavvertito; egli era destinato 3786 III| eccitare maraviglia e a non trascurare la Messa della domenica, 3787 X| lavorìo della materia che si trasforma per vivere e vive per trasformarsi; 3788 VII| infelice la contessa Beatrice, trasformandole quel figliuolo adorato, 3789 X| stesso e non sai che solo trasformandoti lentamente puoi seguire 3790 XX| nessuno dopo di lui avrebbe trasmesso ad altri il suo nome.~ ~ 3791 XVIII| studia le linee, che si trasmette le proprie idee colla figura 3792 XXI| di farlo suo erede e di trasmettere ad altri il proprio nome, 3793 VII| pericolo che un bastardo trasmettesse ad altri il nome degli Ardenberg; 3794 IX| intimi pensieri sembravano trasparire dalla sua mobile fisonomia 3795 XIV| nella sua vita, côlto nel trasporto più ardente di una fede 3796 VIII| belle vesti, voleva altri trastulli per sè?~ ~Lo scemo l'osservava 3797 VI| lei; allora la Rosalìa, tratta di tasca una lettera, che 3798 III| soddisfattissimo, allorchè una volta, trattandosi d'invitare un loro parente 3799 XIV| disse che l'amore convien trattarlo come un dolore che feconda 3800 VIII| gli si fece intendere che trattavasi del suo matrimonio, che 3801 XXI| dopo un breve silenzio, trattenendo a stento la sua ira, – e 3802 XIV| non le avrebbe detto per trattenerla? Che cosa non le avrebbe 3803 VIII| fece un movimento come per trattenerlo, e disse a mezza voce una 3804 IV| conte con voce sorda, quasi trattenesse a stento la sua ira. – Non 3805 XII| Per carità signore, non si trattenga qui... può passare della 3806 VIII| come se lo noiasse l'essere trattenuto.~ ~Jeronima si pentì ed 3807 VIII| la contessa di Ardenberg tratti gentili di rispetto quasi 3808 VIII| violenti e continui che travagliano i petti deboli e sgorgano 3809 XXIII| acquetarono il suo cuore travagliato da memorie dolorose.~ ~ 3810 IX| Quale maggiore bisogno travaglierà allora lo spirito umano? 3811 XXI| nasceva, e un cuore di donna traviato? Che cos'è questo paragonato 3812 II| avvenimenti storici non più travisati dalla prudenza dei maestri, 3813 III| indefinite; e il turbine la travolse.~ ~Guido fu felice. Felice 3814 XIV| pensare al turbine che mi ha travolta in quest'ora.~ ~– Va... – 3815 VI| ora appena a godere di una tregua, e sperando pace nell'avvenire, 3816 XXIII| fine prese le mani fredde e tremanti della contessa fra le sue, 3817 XXI| viso pallido, e le mani gli tremavano leggermente. – Mi perdoni, 3818 XIV| te stessa, tremi?~ ~– Sì, tremo, – proruppe con voce commossa 3819 II| Il conte Ottone contava trent'anni e la contessa ne contava 3820 XVI| che dovevano giungere da Trento per lui; cercò in ogni modo 3821 IX| pensieri, e l'amarezza, le trepidazioni di quella lotta terribile, 3822 I| feudatario scoprisse la tresca, e come nella notte di San 3823 II| avrebbe sorriso delle lodi tributate alla propria benignità.~ ~ 3824 III| che ha luce o colore, un tributo di gioia che è negato agli 3825 XXI| sventura. La mia ragione ha trionfato della vostra triste e stolta 3826 XII| di tua madre e forse la trista gioia di... – Ma non finì 3827 XI| tempi felici per lei, furono tristissimi per gli altri; le vecchie 3828 IX| che l'impulso d'istinti triviali, di desideri volgari e brutali, 3829 XVIII| arrestò nella sua narrazione, tronca ad ogni momento, perchè 3830 XIII| vi erano sparse, e disse, troncando il discorso di prima:~ ~– 3831 XVIII| degli alberi e il vento li troncava; poi vidi luciccare le fiaccole 3832 IV| conte se ne avvide e le troncò sulle labbra la parola.~ ~– 3833 | troppa 3834 IX| che le regna d'intorno, e trova il suo posto pieno di difficoltà, 3835 XIX| Beatrice, – disse il conte, trovando un pretesto per allontanarla 3836 I| aveva avuta una gran paura. Trovandosi così abbandonata in mezzo 3837 XXI| sera, e adesso, anzichè trovarle ingiuste, le credo buone, 3838 VII| violenza quasi rozza; era un trovarsi a tu per tu colle imagini 3839 IX| nell'intimo pensiero per trovarvi una speranza, una verità.~ ~ 3840 XI| fosse e in qual modo egli si trovasse nel luogo dov'era, e in 3841 II| despotiche idee feudali, si sono trovati a un tratto, nel primo giorno 3842 VII| del nuovo mondo. Come li troverebbe adesso?~ ~Nella sua convalescenza 3843 IV| spero che al mio ritorno troverò la contessa Beatrice riavuta 3844 VII| quelle erbe alpestri, di tuffare il viso e le mani in quelle 3845 XI| improvvisamente, disordinate e tumultuose delle immagini del passato; 3846 VIII| castello, il povero scemo si turava le orecchie e stava per 3847 VIII| rivedevo, mi stanca, mi turba; c'è come una lotta fra 3848 III| poteva rassomigliare assai ai turbamenti cagionati da un primo amore. 3849 XI| nuovo lo sconosciuto senza turbarsi.~ ~– Sì, sì, farò come vuole, 3850 XV| al cuore entrambi erano turbati, come non si fossero mai 3851 VII| ma che l'agitavano, lo turbavano, lo rendevano felice e infelice 3852 XI| debitore della vita ad un turpe delitto o all'amore, all' 3853 XXI| manchi di rispetto e di ubbidienza.~ ~– Ah! – esclamò Gualberto; 3854 XXI| viva ogni parte del corpo e uccide il pensiero; avete voluto 3855 XXI| fuorchè da voi. Dovevate ucciderli o perdonare.~ ~– E se perdonavo, 3856 XVIII| le fiaccole nel bosco e udii il paggio che suonava dolcemente 3857 III| castello; e che la s'era udita piangere nel bosco, allora 3858 IX| un tempo egli le avesse udite insieme? Perchè a un tratto, 3859 I| soldati nel bosco, e s'erano uditi i lamenti e i singhiozzi 3860 XVI| Ermanno, mentre eri al buio e udivi le preci de' contadini, – 3861 Pre| pagine di stampa inutili e uggiose vien di diritto questo po' 3862 Pre| più semplice e robusta, umanamente migliore, che mi spinge 3863 VII| andavano disadorne le cose umane. E lo spirito eletto ed 3864 XIV| soave fascino degli affetti umani. Non ho scelto la via lunga 3865 XIV| avrebbero strappate le più umilianti confessioni, se egli avesse 3866 XIII| questo fatto non poteva umiliarlo.~ ~Era altero di un padre, 3867 XXI| s'esce che impotenti ed umiliati, mostrargli i sentieri fioriti 3868 XX| suo amore paterno. Ermanno umiliava suo padre colla sua presenza. 3869 XXI| insoliti in quell'uomo l'umiltà del concetto, la parola 3870 XIX| bianca che svolazzava da un uncinello presso alla persiana sul 3871 | une 3872 VIII| idiotismo e la sua ignoranza, unendosi ad un'istintiva gentilezza, 3873 V| le mani, i capelli, le unghie; l'osservava con una ansietà 3874 XIII| era più il frutto di un'unione convenzionale, infelice, 3875 VIII| fanciulla non ancora ventenne ad unire la sua sorte a quella di 3876 VIII| un essere intelligente si unisse per sempre a far vita comune, 3877 VII| vinto? Si sarebbero esse unite concordi, oppure l'avrebbero 3878 XXII| degni entrambi di restare uniti così. – Le stese la mano. – 3879 VII| mormorio. Sulla terrazza che univa le due torri e che prospettava 3880 X| altre, mentre tutte pure si univano per distruggere le sue. 3881 IX| sarà un tempo d'assoluta universale incredulità, quanta superstizione, 3882 XVIII| assume la campagna dopo un uragano. Il sole splendeva sopra 3883 XII| senza che vi fosse un motivo urgente, un motivo che non mi permetteva 3884 XI| Gualberto, poi a un tratto quasi urlando gridò. – Non è vero! Non 3885 I| accavallavano e andavano ad urtare furiosamente contro le mura 3886 VIII| accento ben diverso da quello usato col figlio, le rivolse la 3887 XXI| rilievo al di sopra degli usci, guardò verso il lago quella 3888 XVIII| seguirlo, e, piano piano, uscirono entrambi dalla camera della 3889 X| più inverosimili, quasi uscisse dal lungo delirio d'una 3890 XXII| nelle scuderie, i cani non uscivano che per passeggiare coi 3891 II| attitudini che ci fanno applicare utilmente ai grandi interessi comuni 3892 | V 3893 V| V.~ ~Erano scorse dieci settimane 3894 XVIII| ginocchia, senza che ne vadano guaste e mute le corde. 3895 IV| Il figlio di un artista vagabondo porterà il nome degli Ardenberg – 3896 VII| arrampicanti che ricoprivano vagamente le vecchie mura e ricadevano 3897 VII| che incontravano per via, vagando a piedi, soli, senza guida, 3898 IV| talvolta ritornava invece col vagante pensiero agli anni dell' 3899 VII| lo spirito suo, stanco di vagare nelle regioni dell'ideale, 3900 IV| sogni apparivano immagini vaghe e confuse. Le sembrava d' 3901 V| figlio, per il quale aveva vagheggiata gloria e fama nell'avvenire, 3902 I| alghe vi crescevano fiori vaghissimi che sembravano fatti con 3903 V| e sorrise. Fu un sorriso vaghissimo, che illuminò tutta quella 3904 XVI| tutto il giorno con me e vai a leggere nella biblioteca 3905 III| meno di fermarsi colà, e di valersi di una lettera di raccomandazione 3906 II| metodo d'educazione che valesse a salvargli il figliuolo 3907 II| thè, ma per il popolo non valevano niente; a questo bastavano 3908 IX| cosa hanno gli altri che valga questo che aveva io? Possiedono 3909 VI| la proteggevano assai più validamente dall'indiscrezione o dall' 3910 VII| valsero le preghiere, non valse la resistenza perseverante 3911 VII| nera veste del prete. Non valsero le preghiere, non valse 3912 XXI| una colpa che va punita valutandola quanto merita. Credete che 3913 VIII| ormai di essere scossa dalla vana parola di un filosofo o 3914 XVIII| forse due anni.~ ~– Essa ha vaneggiato tutta la notte, – disse 3915 XVIII| intendere che la poveretta vaneggiava ancora.~ ~– La contessa 3916 VIII| fosse altro che una piccola vanerella, desiderosa di diventare 3917 VII| volontà paterna riuscirono vani. La contessa non rivide 3918 VIII| gradini che mettevano al vano dell'alta finestra, ripose 3919 IX| più utile una macchina a vapore o qualsiasi nuovo ritrovato 3920 VII| racchiuso in una larga e vaporosa cornice di alti monti.~ ~ 3921 XIV| chi volesse rammentare i vari capitoli di un libro, e 3922 IX| religioni sono forme, che variano secondo i costumi, l'indole, 3923 IX| mobile dell'ombra delle torri variare col muoversi dell'acqua, 3924 XIII| che rifletteva quei colori variati e belli del cielo che precedono 3925 IX| per non disturbarlo, aveva variato più volte l'ora nella quale 3926 VII| mobilità allorchè si animava, variava ad ogni momento. La persona 3927 I| con cristalli sottili e variopinti, e finalmente in un alveo 3928 X| stendeva sopra un tappeto variopinto di pervinche, di margherite, 3929 VIII| di esso, raccolte in una vasca presso al castello. Aveva 3930 XIV| ideale, popolati come i vasti deserti da una fata morgana 3931 XVIII| finita, la vittima chiesta in vece mia è trovata. Addio, Rosalìa,» 3932 XIX| Perchè la mamma non veda.... – disse Gualberto.~ ~– 3933 XXI| il suo intento; e ora il vederselo dinanzi agli occhi anche 3934 XII| Signore, per carità, se ci vedessero... – ~– Buona Vanina – disse 3935 I| notte delle più tempestose vedevansi luccicare fra le ombre folte 3936 VIII| sorriso di felice ebetismo che vedevasi quasi perennemente sul suo 3937 XXI| prendere presso la giovane vedova del tuo povero fratello, 3938 IX| e in codesto fatto non vedrebbero che l'impulso d'istinti 3939 VII| consumato nella contesa?~ ~Lo vedremo più innanzi.~ ~ 3940 XV| come non si fossero mai veduti prima d'allora.~ ~Presso 3941 IX| Era tanto – rispose con veemenza il giovane – che se fosse 3942 VII| famiglia, era perciò necessario vegliare sul fanciullo, affinchè 3943 III| La povera donna aveva vegliato tutta quella notte, e mentre 3944 VIII| dovrà amare, mentre egli veglierà sopra esso, che egli potrà 3945 VI| rivedremo, Beatrice, da lontano veglierò sopra di te; accorrerò ad 3946 III| una leggiera sfumatura che velava nel lontano orizzonte le 3947 XIV| scroscio d'acqua violento che velò ogni cosa, e battendole 3948 IV| finestre, e i cavalli che velocemente correvano scuotendo i loro 3949 XXI| che cosa somigliano le tue vendette? – ribattè il conte vivamente, – 3950 XXI| gente che sa amare non si vendica, forse non ha neppure bisogno 3951 XXI| bada che io sono capace di vendicarmi sopra di te e sopra altre 3952 XXI| moneta di rame. Potevate vendicarvi, nel momento che i vostri 3953 X| certe favolose istorie di vendicative divinità, che avevano imposto 3954 II| quel mutamento, fiero e vendicativo di sua natura, pensò con 3955 XXI| E mi accusi d'essermi vendicato: – domandò vivamente.~ ~ 3956 XIV| rapidamente il sangue nelle vene, suscitasse anche in lui, 3957 II| era stato loro imposto di venerare sino a quel momento. Il 3958 IX| una ad una le splendide e venerate imagini della sua fede. 3959 | venissero 3960 | venni 3961 VIII| una fanciulla non ancora ventenne ad unire la sua sorte a 3962 II| e la contessa ne contava ventidue, ed avevano già un figliuolo 3963 VII| con ciocche di fiori o con verdissimi rami lunghi e pieghevoli.~ ~ 3964 IX| di cose che non saranno vere. Ma a me sembra che non 3965 IX| giovinezza aveva un che di verginale e d'incontaminato.~ ~– E 3966 IX| animo mio; i poveri non si vergognano fra loro. – A queste parole 3967 XX| avevano mai mostrato di vergognarsi di lui.~ ~Il conte aveva 3968 XI| senza guardarla, quasi si vergognasse dinanzi a lei le chiese.~ ~– 3969 XXV| Vicino a lei, egli si vergognava degl'impeti disordinati 3970 IX| mia, lo sento, lo so, e mi vergogno di lei e di me stesso nel 3971 VIII| peso della sciagura e delle vergognose prospettive dell'avvenire. 3972 VII| lettere scritte al conte erano veritiere. Gualberto fu da essi trattato 3973 | verranno 3974 | verrò 3975 II| elevata di quella di Beatrice, versato specialmente negli studii 3976 III| per alcuni suoi bellissimi versi, ricco, giovane, festeggiato 3977 XVI| piena di profumo, e gliene versò sulle mani, sul collo, sui 3978 X| roccia viva scendeva quasi verticale nel fondo di un abisso angusto, 3979 X| scivolare lungo le pareti quasi verticali degli scogli, pesto, malconcio, 3980 XIV| e, come fosse colto da vertigine, non vedendo più nulla, 3981 X| in rupe da quell'altezza vertiginosa s'era potuto sciogliere. 3982 X| quando vuol salire alle più vertiginose altezze; in quel momento 3983 | veruna 3984 II| le prediche, le messe, i vespri e le litanie che aveva dovuto 3985 VI| aveva il lembo della bianca vesta e i pizzi delle lunghissime 3986 XXI| elegante e invidiato gentiluomo vestì in altri tempi l'abito del 3987 XX| rapito, d'averlo costretto a vestir quell'abito, voleva anche 3988 IX| Gualberto disse ancora: – Vestirebbe quest'abito?~ ~– No, – rispose 3989 IX| peggiori potremmo però dire che vestisse cosa che fosse veramente 3990 X| diversa era questa seconda vestizione nel fondo freddo, angusto 3991 XXIV| e il Campaldi alle loro vetture, la contessa uscì pian piano 3992 VIII| dentini come fossero un vezzo di perle. Poi l'invadeva 3993 III| padre di Guido vi giunse viaggiando, non potè fare a meno di 3994 IX| trasformato; spogliato come un viaggiatore assalito lungo la via dai 3995 XXIII| improvvisamente. Le corse incontro nel viale che metteva alla villa ove 3996 XVIII| traesse vigore, la brezza vibrata e fredda. Quanto diverso 3997 XIX| sotto quella rozza scorza vibrava un cuore delicato, e perchè 3998 XIV| discorrere, guardarsi, essere vicini, chiamarsi sempre, vivere 3999 XXII| contadini di Ardenberg non videro più il conte uscire per 4000 XIV| mestamente, – le nostre vie giaciono discoste l'una 4001 III| conte Ottone s'incontrò a Vienna con Guido Campaldi e lo 4002 XIV| migliore di sè gli doveva vietare. E la lotta doveva durare 4003 XIII| severo precettore, i giuochi vietati dal rigido prete, la gioia 4004 VII| Sembrava che con solerte vigilanza vi fosse chi riparasse costantemente 4005 VII| anche altre più forti e più vigorose inclinazioni; tendenze cavalleresche, 4006 IX| incessanti aspirazioni dei più vigorosi intelletti o vada a tastoni 4007 VIII| spirito aveva sempre mordace, vigoroso e pieno di brio. Leggeva 4008 | VII