Emilia Ferretti Viola (alias Emma)
La leggenda di Valfreda
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XXIII.

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XXIII.

Compiuto l'ultimo e mesto dovere verso il padre di Ermanno, Jeronima partì subito dal castello di Ardenberg e andò a ritrovare la contessa Beatrice, cui essa non aveva ancora partecipata la notizia della morte del conte. Sapendo che non avrebbe potuto giungere in tempo per rivederlo, le aveva voluto risparmiare inutili e tristi fatiche.

La contessa, che non sapeva ancor nulla, tranne quello le aveva scritto Jeronima, dello stato malaticcio del conte, indovinò subito ciò che era accaduto, quando suo figlio le disse che Jeronima era giunta improvvisamente. Le corse incontro nel viale che metteva alla villa ove essa abitava, presso al mare, e l'abbracciò dicendo:

– Al castello di Ardenberg non v'ha più nessuno! –

Jeronima non rispose, ma strinse la suocera fra le sue braccia.

Una donna che seguiva Jeronima e che dall'abito sembrava una persona di servizio, abbrunata anch'essa, si fece avanti piangendo:

Signora contessa, anch'io non ho più nessuno laggiù! –

Era Vanina, la figlia di Rosalìa, che dopo i figli e il marito avea perduto anche la madre.

La contessa le stese la mano, poi si appoggiò al braccio della nuora, chinò la testa sulla sua spalla, e piangendo in silenzio, la condusse in casa sua.

Le due donne stettero insieme parecchi giorni, e Gualberto le lasciava sole, perchè s'accorgeva che sua madre aveva bisogno di essere confortata da Jeronima e di sfogare con lei il suo dolore, confidandole i segreti della sua tormentata esistenza.

E in una sera, in una di quelle sere d'estate, sempre maravigliosamente belle in quel luogo, mentre il mare scintillava sotto ai raggi dorati del sole che tramontava, e che tutta la natura splendeva di luce e sembrava godesse della propria bellezza, la contessa Beatrice narrò finalmente a Jeronima tutta la sua storia di brevi gioie e di lunghi affanni.

Jeronima l'ascoltò attenta e commossa. Alla fine prese le mani fredde e tremanti della contessa fra le sue, e disse dolcemente:

– Tutto è finito e un lungo giorno di pace sorgerà col sole di domani! –

Jeronima le aveva profetato il vero.

Passavano rapidamente le ultime settimane dell'estate e le prime d'autunno.

La quiete, l'affetto di Gualberto e di Jeronima, l'incanto della natura bella e lieta intorno ad essa, acquetarono il suo cuore travagliato da memorie dolorose.


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