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Questo capo, già celebre, regnava a San Francesco, mentre De Crescenzo imperava a Castel Capuano.
Esordisce a 15 anni con furti di destrezza, e per questi subisce varie carcerazioni dal 1837 al 1841 nella prigione di Santa Maria Apparente. Nel 1841 tira il coltello per la setta e diviene camorrista. Restituito in libertà, si conduce tanto bene, che la polizia lo manda nell'isola di Tremiti. Graziato di nuovo nel 1848, ricomincia le sue estorsioni, è ripreso, è liberato ancora, è ripreso di nuovo nel 1851 come vagabondo e come ladro. Provoca un ammutinamento fra i camorristi di Castel Capuano per la distribuzione del barattolo, e si fa condannare a 40 mesi di detenzione nella prigione di Avellino. Subita la pena, apre nel quartiere del Mercato (una delle dodici sezioni di Napoli) un caffè che diviene il quartier generale della camorra, del contrabbando, del furto, il deposito del bottino, il refugio de' malfattori. Una perquisizione in questo luogo sospetto fa rinvenire una provvisione di oggetti rubati, di munizioni e d'armi. Zingone torna nella prigione di San Francesco, d'onde corrisponde con Mormile e con De Crescenzo, come vedemmo. Ora trovasi alle Murate.