Marco Monnier
La camorra: notizie storiche raccolte e documentate
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APPENDICE

VIII. – Antonio Mormile.

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VIII. – Antonio Mormile.

GIUSEPPE SCOLAPASQUALE LEGITTIMO detto MozzoneLEOPOLDO MURAGLIAANTONIO CACCAVIELLONICCOLA ACCURSOCIRO COZZOLINODOMENICO D'ONOFRIO detto PuzzolanoCARLO DILIKER detto lo SvizzarottoFrancesco cervoneGaetano e alfonso giulianoFRANCESCO SERAPIGLIAMICHELE ESPOSITOLUIGI MILETTI detto Piede di PorcoFerdinando farinapasquale annunziata detto Cento dentialfonso maiettapasquale Esposito detto Cazzarola.

Ecco amici nostri antichi: noi li vedemmo all'opra e leggemmo le loro lettere nei capitoli II e III di questo libro. – Erano dessi che costituivano la società di Castel Capuano, dopo gli ultimi rigori e decretati contro di loro dal Gabinetto di Torino e dalla Questura di Napoli. Ecco pertanto un compendio biografico e morale della loro vita.

Antonio Mormile, antico soldato, cacciato dall'armata per la sua condotta (1857), carcerato un anno dopo per falsità (9 giugno 1858), condannato ai ferri dalla Corte criminale di Napoli, liberato qualche tempo dopo, essendo stata cassata la sentenza per un difetto di forma, ma tosto ripreso a causa delle sue brutalità e delle sue estorsioni come camorrista, trovasi oggi alle Murate di Firenze.

Antonio Caccaviello era stato condannato giovanissimo ancora all'ergastolo (1848) ossia alla pena più grave e a quella immediatamente inferiore alla morte. Nell'ergastolo stesso avea tirato il coltello, nuovo delitto, del quale era venuto a render conto innanzi i tribunali di Napoli. Imprigionato di nuovo nel 1861, evase violentemente; fu ripreso nel 18 maggio dell'anno corrente. Insomma, antico galeotto liberato, poi di nuovo condannato, poi evaso, per ultimo camorrista.

Michele Esposito fu condannato tre volte per furto, nel 1855, nel 1857 e nel 1859; al suo terzo arresto ha resistito con coltello vietato alla forza pubblica.

Pasquale Legittimo, arrestato il 4 gennaio 1849 per furto violento, evase rompendo le inferriate della sua carcere; ripreso il 2 dicembre 1850, fu inviato nella prigione di Aversa; espiata la pena, fu di nuovo arrestato il 22 marzo 1860; liberato il 17 luglio fu riposto in prigione il 15 agosto 1861, come truffatore, ladro e camorrista.

Francesco Cervone cominciò coll'ergastolo alla pari del suo nobile compagno Caccaviello, evase violentemente, e da quel giorno sostenne una delle parti principali fra i settari. Fu egli che, imprigionato di nuovo il 3 agosto di questo anno, avea concepita, preparata e diretta la famosa evasione del 24 settembre, di cui menaron tanto rumore i giornali. Ognuno ricorda che 29 camorristi imprigionati a San Lazzaro aveano tentato di fuggire dall'apertura che conduce alle fogne di Napoli. Il complotto fu sventato dalla Guardia Nazionale, dai Carabinieri e dagli agenti della Questura, che non temerono di recarsi ad arrestare i fuggiaschi nella melma (ingentilisco la espressione) a traverso la quale speravano evadere.

Domenico d'Onofrio fu relegato a Ponza nel mese di agosto 1856, poi condannato al Presidio, d'onde era evaso, poi di nuovo arrestato il 5 novembre 1860 per tale evasione e per un omicidio.

Carlo Esposito, detto il Marinariello, condannato per la prima volta nel 1846, è stato tre volte in galera e tre volte ne è evaso. Ricondotto per la quarta volta a Castel Capuano, è stato relegato a Tremiti.

Pasquale Annunziata, detto Centodenti, ha subito già due condanne per furti qualificati, una nel 1847 a sei anni di reclusione, l'altra nel 1853 (subito dopo aver espiata la prima pena) a venti anni di ferri. Evase e riprese il suo duplice mestiere di ladro e camorrista. Fu di nuovo sostenuto in carcere il 3 gennaio.

Per desiderio di brevità nulla dico intorno agli altri non dissimili da questi. Qual più qual meno, sono tutti assassini e ladroni, e più spesso l'uno e l'altro insieme.


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