Marco Monnier
La camorra: notizie storiche raccolte e documentate
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APPENDICE

XV. – Giuseppe e Giosuè Gallucci.

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XV. – Giuseppe e Giosuè Gallucci.

Anche rispetto a questi copio il processo della Questura.

«I fratelli Gallucci sono in voce del pubblico come i più sfidati di quella combriccola di raggiratori camorristi che andavano sorprendendo la buona fede e la tranquillità dei proprietari di campagna per impossessarsi delle loro partite di vino, e quindi, con pretesti di ogni specie, seguiti ben tosto da minacce e da violenze, si rifiutavano a soddisfarli. La simulata qualità di trafficante di vini era il mezzo d'introduzione ne' luoghi altrui di deposito di vini, e colla intimazione della loro prontezza di mano, e delle pericolose attinenze del loro sodalizio camorristico, si compiva spacciatamente il distorno delle ricevute mercanzie. le minacce si rimanevano a semplici parole, quando alcuno non avesse voluto persuadersi della saldezza del loro proposito a voler fare danaro distornando l'altrui; ma spesso è accaduto che i poveri fattori, nel presentarsi a riscuotere il prezzo del vino ne hanno invece riportate bastonate e violenze tali, da far loro abbandonare ogni ulteriore pretensione dello adempimento dei propri diritti.

»Per portare al loro ultimo termine siffatte soverchierie non si aveva ritegno d'incutere timore e agli avvocati che difendevano i loro creditori, e agli uscieri che si ardivano intimare gli atti giudiziari, e agli stessi agenti della forza pubblica che accingevansi a garantire il corso della giustizia; e l'archivio della Questura è sì ripieno di reclami di probi negozianti, ai quali per vie di fatto si era imposto di non arrecare alcuna molestia ai fratelli Gallucci, se preferivano la vita alla riscossione dei loro crediti.

»Pronti a dar mano ai coltelli, onde mantenere la impressione della loro prepotenza nell'animo de' timidi coloni dei dintorni della città, essi Giuseppe e Giosuè Gallucci appartenevano alla classe de' camorristi accoltellatori e più corrivi alle mani; ond'è che il loro arresto ha tutelata la proprietà di molti coloni ed ha messo a sbaraglio la suddetta comitiva di truffatori, i quali possedevano in grado eminente la qualità di camorristi, cioè l'audacia di attentare alla roba altrui, e d'impedire agli altri il libero esercizio dei propri diritti, credendo che ogni altro principio di autorità e di giustizia dovesse inchinarsi alla forza delle loro cupidigie


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