Marco Monnier
La camorra: notizie storiche raccolte e documentate
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APPENDICE

XVI. – Gaetano Zonoli – Pasquale Paturgo Domenico Donnaperna.

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XVI. – Gaetano ZonoliPasquale Paturgo
Domenico Donnaperna.

Questi forse erano i più pericolosi di tutti. Abili a fabbricare chiavi false, per aprire i ricchi magazzini d'onde uscivano con gran bottino senza far rumore: durante il giorno occupati a un lavoro in apparenza onesto, in grado di provare mezzi di sussistenza e la più alta moralità e anche una certa educazione, ben vestiti, ben circondati, irreprovevoli, ma ladri sfrontati. Studiavano le case, prendevano l'impronta delle serrature, entravano di notte in un appartamento e lo svaligiavano in un batter d' occhio. I vicini nulla avevano visto, tranne gente di buon'apparenza che andava e veniva.

Vuolsi conoscere uno de' misfatti commessi da questi terribili malfattori? L'anno scorso, nel mese di novembre, volevano saccheggiare il magazzino di dorature di un certo De Francesco, in via Toledo. Che fecero? Montarono al piano superiore, in casa di Tesorone, negoziante conosciutissimo. Coll'aiuto di una chiave falsa, penetrarono nell'appartamento di questo galantuomo, d'onde scesero nella bottega, praticando un'apertura nell'impiantito con una sbarra di ferro. La mattina, senza che alcuno si fosse accorto di questa impudente estrazione, la bottega era vuotata. Si sospettò che il portiere della casa avesse fatto il colpo, e il pover uomo, che ne era innocentissimo, dovè subire una lunga detenzione. Egli avea veduto gente ben vestita salire e discendere colla maggior franchezza: ora a Napoli i portieri non fermano mai le persone ben vestite.

Il colpevole era Zoboli con i suoi affiliati. Operando una perquisizione presso questo impudente camorrista, si trovarono fra mille spoglie alcuni gioielli e altri oggetti provenienti da un furto commesso nel maggio 1861, a pregiudizio di un imbecille, che meriterebbe di esser nominato. Questo vigliacco, temendo Zoboli, che alla sua volta temeva la giustizia, aveva consentito a trattare con lui e gli avea venduto il segreto al prezzo di duecento ducati, che il ladro pagava al derubato di mese in mese a piccoli acconti, e che era per saldare nel mese di settembre. Questa transazione fra il malfattore e la sua vittima è una delle specie più singolari di camorra, che si possano immaginare.

«Aggiungeremo pure (dice il processo della Questura) che nell'inverno del 1861, Zoboli coi suoi compagni si fece a spogliare di notte tempo la casa di un Francesco Pastore traendo partita della costui assenza da Napoli: e poi, avuto sentore che il proprietario era sulle mosse di denunziarlo alla giustizia, gli si porse spontaneo innanzi, spacciandosi consapevole del furto e capace di ricuperargli gli oggetti involati, se si fosse avuto la cautela di non muoverne scalpore, e così, posto in iscena l'uno dei suoi compagni, l'anzidetto Gabriele Cottone, fece che da costui si rilasciasse a Pastore, in assoluzione del reato, una cambiale che non fu mai estinta

Potrei citare altre imprese simili di questa banda; ma non amo i grossi volumi e le interminabili ripetizioni. Lascio dunque questi ladri e il loro emulo, il famoso cocchiere Francesco Paesano, bellissimo uomo, di gentil portamento e di amabili maniere, che derubava elegantemente le botteghe degli orafi, e che una notte aggredì una villa di Posilipo, ove fu ricevuto a colpi di fucile. Ritorno al contrabbando e trascrivo il curioso articolo seguente dal noto processo.


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