Marco Monnier
La camorra: notizie storiche raccolte e documentate
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APPENDICE

XIX. – Et cætera et cætera.

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XIX. – Et cætera et cætera.

E qui finisco, sebbene la mia rassegna sia tutt'altro che compiuta. Mi contento di nominare Giuseppe Arena, Vincenzo Aitolla, Gaetano Canelli, Salvatore Ascione, Gennaro Pesce, Mariano Amato, Vincenzo Mazzarella, Domenico Fogliano, carico di delitti e di condanne, Filomene Mormone, detto il Santillo, Gennaro Fasano, Gennaro Scafa, detto il Muto, Gaetano di Giacomo, ladri ostinati della marina e camorristi violenti, che praticavano estorsioni e imponevano taglie ai vetturali prima, poi ai fabbricanti di terra cotta e di maioliche, industria di un quartiere plebeo di Napoli, e per ultimo Antonio Mariano, Gaetano Gambardella, Raffaelle Mele detto Mollicone, e quel famoso Pecoraro, che regnava al mercato, ove commetteva apertamente e impunemente, sotto il pretesto della camorra, furti pubblici con una sfrontatezza, audacia e violenza incredibile. Mi urge di trarre la mia conclusione, e concludo con cifre officiali.

Nell'ottobre 1861 erano avvenuti in Napoli, tutto compreso 292 delitti diversi. Nell'ottobre del 1862, dopo i provvedimenti adottati contro la camorra, ne sono stati commessi soltanto, del pari tutto compreso, 160.

Nell'ottobre 1861, il dazio consumo avea fruttato a Napoli la somma di 45,604 ducati e 82 grani. – Nell'ottobre 1862, ha reso 68,216 ducati e 22 grani; cioè, attesa la diminuzione delle tariffe, più del doppio.

Per ultimo, dopo la abolizione dei botteghini fraudolenti e clandestini, il lotto nel mese d'ottobre 1862, nella sola città di Napoli, ha fruttato all'erario la cifra enorme di 544,831 ducati e 25 grani.

Nulla aggiungo. L'eloquenza delle cifre dev'essere da ognuno rispettata!


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