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III.
Dipartendosi ugualmente da Platone e da Aristotele Bernardino Telesio provasi di fondare col solo ausilio dell'osservazione e dell'esperienza una dottrina speculativa che ponendosi in rapporto immediato coll'esistenza sociale vi eserciti un'azione positiva e senza incertezza. Al quale uopo sviluppando il disegno di Parmenide e tesoreggiando la fisica di Democrito e le cogitazioni di Plutarco15 ricostruisce tutto il sistema cosmologico. Il caldo ed il freddo sono le due sostanze primarie e incorporee o principii attivi che agiscono perpetuamente sulla materia — principio corporeo passivo od obbietto16 —, la quale è atta a ricevere le impressioni d'entrambi; da una parte vi ha calore, luce, rarefazione, mobilità; dall'altra, freddo, opacità, densità, immobilità; il caldo ha sede nel cielo, il freddo nella terra. Il calore nei corpi celesti è disugualmente distribuito, e così la virtù luminosa. È pure differente, e per la velocità e per la curva descritta, il loro moto. Il calore dei corpi celesti produce tutte le trasformazioni e le generazioni sulla terra. Fra la terra e il cielo evvi uno spazio intermedio o natura mediana, prodotto dalle azioni e reazioni del cielo e della terra. Dal perpetuo combattimento di questi due elementi contrari che mirano a invadere la massa immensa della materia risultano tutte le specie d'esseri, d'azioni, di forze, di qualità, ecc. In questa lotta il sole tenta di render sole la terra, e la terra ha verso il sole la opposta tendenza, ma lo spazio intermedio o natura mediana annulla il reciproco conato17.
Telesio discorre poscia tutte le vicissitudini della luce e del calore sulla materia e accenna alle reazioni di questa che non aumenta mai, nè diminuisce in tutti li suoi svolgimenti, e arriva alla conclusione che eterno è il sistema del mondo. Telesio fu predecessore e maestro di Bacone, come quei che gli ha additato il metodo d'investigazione filosofica, e che il Bacone riguarda «primo fra i moderni che abbia meritato il titolo di filosofo. 18» Nel minuto esame fatto sul libro di Telesio dal cancelliere d'Inghilterra si legge: «Ogni filosofia sia quella di Telesio o d'altri, che immaginando un sistema del mondo, lo fabbrica, lo bilancia, lo sviluppa in modo che esso non sembri derivare dal caos, non è che una filosofia superficiale. 19» Sembraci in vero che il precettore della filosofia positiva e sperimentale adduca ragioni non troppo profonde, nè troppo scientifiche per sostenere l'accusa di superficialità data alla filosofia di Telesio.
Infatti Bacone si riferisce al sistema cosmologico di Mosè e conchiude «la fede debb'essere l'unica nostra guida in tale questione, ed è nei libri destinati a consolidarla che noi dobbiamo cercare la verità»20. Ognuno sa che la Fede non è la Scienza.
Era naturale che l'autore di una dottrina la quale nel suo risultato cancella il principio di creazione, e col rifiutare le astrazioni a favore degli esseri reali21, le logiche ambagi della filosofia ufficiale per l'esperienza e l'induzione22, col sostituire l'evidenza sensibile che non ammette il miracolo al dogmatismo cattolico che riposa sul miracolo, scalza l'edificio di Roma, trovasse oppositori i filosofi cattolici e persecutori i depositarii della Fede. La sua opera in effetto venne impugnata da Antonio Solino, da Jacopo Antonio Marta, da Andrea Chiocco, dal Padre Abate Grillo; ed egli salvossi appena dalle ecclesiastiche vendette fuggendo da Napoli. 23
Ma ebbe in Tommaso Campanella una strenuo difensore e continuatore24. — Sentire è sapere. Questa formola costituisce il fondamento delle sue speculazioni. I sensi, ei dice, sono il fondamento di tutte le scienze; le cognizioni che essi ci danno sono certe perchè nascono dalla presenza medesima degli obbietti; e la ragione è tanto più certa quanto più si sta aderente ai sensi, e fallibile tanto più in quanto se ne discosta; e siccome i sensi danno la nozione del particolare, così il metodo per iscoprire il vero consiste nell'induzione, la quale è un'argomentazione che conclude dalla diciferazione delle parti al tutto. La logica in suo pensiero, non è che Parte che insegna il linguaggio filosofico, la quale dividesi in tre parti che rispondono ai tre atti dell'intelletto — il concetto, il giudizio, il ragionamento, i quali non sono che differenti modificazioni della sensibilità.
Nella logica l'argomentazione è il lavoro dello spirito che sale dal noto all'ignoto per conoscerlo, dichiararlo e provarlo: la definizione si ricava dalle cose sensibili, e si trasporta nelle intelligibili; e vi ha più modi di definire, perchè vi ha più maniere di essere; e imperciò Dio non è definibile perchè non presenta che una differenza negativa. Adunque esperienza e induzione sono li due strumenti coi quali Campanella, continuando Telesio, tentava di ricostrurre l'edificio della conoscenza umana.
Ma non nella natura soltanto il Campanella addita la fonte della cognizione, egli l'addita nella rivelazione; dall'una derivando la filosofia e dall'altra la religione. E questo secondo fonte fu l'errore che ha infermata l'opera sua vastissima. Campanella ebbe consecrato il proprio genio e le vigilie a comporre in una sintesi le molteplici diramazioni della scienza25, e a quest'uopo, ciò che Bacone non fece, intese a dar base convenevole al monumento, cogitando una metafisica26 dalla quale figliassero e nella quale si nudrissero la cosmologia, la fisica, la morale, la politica, l'economia27. E su quella metafisica (scorgendo troppo aliena l'età sua dal porre in atto il suo concetto, nè sapendo rinunciare all'adorazione del proprio ideale, benchè il mondo reale contemporaneo lo smentisse) costrusse una città fantastica28 come Platone e vi si fe' cittadino, e vivendo in essa si sottrasse spiritualmente allo squallore del proprio carcere. La città del Sole contiene le prime linee del Socialismo.
Campanella considerando la religione il veicolo che conduce l'anima dal mondo sensibile allo invisibile ed alla maggiore perfezione, la sentì inseparabile dalla filosofia; quella procedendo in particolare da uno degli attributi dell'essere, l'amore, la seconda dalla conoscenza29 ed entrambe avendo in comune il terzo attributo la potenza. Ingegno anticipatore precorse di troppo il suo tempo. Egli si accinse a risolvere un problema che in effetto riuscì soltanto a posare; nè fu ancora risoluto a' di nostri se la religione e la filosofia siano inseparabili. E ove il risultamento riesca affermativo, vuolsi per fermo una religione in ogni sua parte conforme ad ogni parte della filosofia; e se la filosofia ne' suoi progressi perenni si innalza vieppiù sempre alle regioni del vero e quindi indefessamente aspira all'avvenire, è indispensabile una religione che non sia la mera espressione del passato, poichè l'accoppiamento del cadavere triduano al corpo vivo non è per certo sorgente di vitalità.
Ora il Campanella speculativamente emancipatosi dalle fascie dell'Aristotelismo tentò un sistema filosofico di rinnovamento, ma sposandolo alla rivelazione cattolica lo incadaverì30; d'onde la tenuità dei frutti del proprio lavoro, senza dubbio meraviglioso. Era necessario che alla sintesi precedesse l'analisi, la quale sfabbricando quella rivelazione sgombrasse la via a un nuovo verbo religioso.
L'importanza, certamente rilevantissima, del Campanella nella storia degli svolgimenti del pensiero umano, si raccoglie nell'avere egli con profetico lume speculato il prodromo intellettuale dell'avvenire.
Campanella prima di por mano all'affrancamento del pensiero e alla riedificazione del mondo ideale aveva tentato di liberare la patria dalla politica servitù, e trasse nel suo proponimento vescovi e monaci, nobili e popolo di buona parte del reame di Napoli «e gli dava l'animo (scrive Pietro Giannone che pur lo giudica con poca benevolenza) in quella rivoluzione di mutar le Calabrie e il regno in ottima repubblica, con toglierlo dalla tirannide dei re di Spagna e dei loro ministri, gridando libertà. Egli e i suoi promettevano di liberare tutte le monache dai monasteri, uccidere tutti i preti e monache che non volevano aderire ad essi, e passare a fil di spada tutti i Gesuiti»31. Ma, la cospirazione tradita da Fabio di Lauro e da Giovan Battista Biblia di Catanzaro, il Campanella dovette gemere 27 anni nelle carceri di Napoli come patriota, e tre in quelle del Sant'Uffizio a Roma come filosofo. «Fu sette volte torturato, egli stesso narra32, e, ridotto esanime, cacciato in cinquanta prigioni durissime: un giorno venne stretto con nodose funi che gli furono all'osso per quaranta ore; altra fiata, appeso per le mani legate a tergo, sovra legno acutissimo che gli ha divorate le carni deretane, facendogli versare dieci libbre di sangue, e finalmente, dopo sei mesi di conseguente malattia, gettato in una fossa, sino al termine della prigionia. »33