Alberto Mario
La schiavitù e il pensiero
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PARTE PRIMA

IV.

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IV.

Pietro Pomponazzi

 

 

Innanzi che Campanella si avventurasse prematuramente alla sintesi, il lavoro analitico in Italia era già cominciato con Pomponazzi e proseguito da Vanini; ma faceva mestieri di più lungo e più universale travaglio intorno al vecchio dogma acciò che la demolizione fosse compiuta e si potesse dar mano a rifabbricare saldamente. Pomponazzi34 con proponimento di riconoscere per veri tutti gli enunciati della dottrina cattolica corroborati dall'Aristotelismo, secondo che li esamina vi rinviene il verme interiore che li rode, e la sua fede via via si dissigilla, e con acutissimi ragionari, mina, quasi suo malgrado, l'edificio che volea fortificare. Ei trova che Dio non agisce che indirettamente sul mondo35 in generale, e sugli individui; che verun argomento razionale gli dimostra il mondo creato nel tempo, e l'immortalità dell'anima36; imperciocchè in suo avviso: — il corpo naturale comprende due sostanze; materia e forma: la forma di tutti i corpi naturali è un essere corruttibile e che regolarmente perisce tutte le volte che il composto perisce, cioè viene convertito in altra specie naturale; quindi se l'anima non è immateriale non può essere immortale. — Passa in rassegna la dottrina della predestinazione e con critica acutissima combatte San Tommaso, e ironicamente conclude: se San Tommaso ha ricevuta la sua dottrina direttamente da Cristo intorno alla predestinazione, allo influsso ed all'efficacia della grazia, benchè mi sembri falsa e impossibile, e le soluzioni di lui mi paiano inganni ed illusioni, per seguire il consiglio di Platone che devesi credere agli Dei ed ai loro figliuoli, io mi sento in obbligo di accettarla37. Tolta di mezzo la predestinazione fassi intorno alla Provvidenza, e riesce alla dimostrazione del libero arbitrio, onde provvidenza divina e libero arbitrio umano si contraddicono. il Fato ha in suo avviso maggior consistenza; «poichè se è in nostra potestà, egli scrive, di fare e di non fare alcune cose, non può dirsi che dell'azione o dell'ommissione sia causa il fato, perchè il fato trae seco la necessità»38. — Sottopone all'istessa stregua i miracoli e ne inferisce che «le ossa d'un cane non produrrebbero meno sicuramente la guarigione, se il malato che confida nella virtù delle reliquie, formasse la medesima immaginazione riguardo a quest'ossa che riguardo alle ossa o alle ceneri dei martiri»39.

Dalla sua teoria sull'anima deduce la morale, essere la virtù oggetto della vita e premio a se stessa; la speranza dei premii, il timore delle pene dopo la morte rendere gli uomini interessati e codardi; la dottrina dell'immortalità dell'anima quindi risolversi in artificio politico per reprimere le inclinazioni brutali degli uomini grossolani. Un gran numero di fraudolenti e di scellerati, son sue parole, credono all'immortalità dell'anima, e molti santi e giusti non vi credettero fra i quali Simonide, Omero, Alessandro Afrodiseo, il grande Alfarabio, Abubaker, Avempace, Plinio e Seneca40.

Le sue opere gli suscitarono una moltitudine di nemici e di persecutori; quest'ultima venne arsa a Venezia ed egli fu salvato dal rogo, non già per la cura che si dava di distinguere la filosofia dal credo cattolico, bensì dall'interposizione potentissima dello scettico cardinal Bembo presso Leone X, il quale si limitò alla pubblicazione d'una Bolla che eccitava i fedeli a credere nella immortalità dell'anima41.

 

 

Lucilio Vanini

 

 

Pomponazzi demolisce apertamente il Cattolicismo come filosofo, negando le conclusioni della sua filosofia come cattolico, — le tenaglie e gli aculei del Sant'Ufficio, gli facevano curare questa distinzioneVanini continua l'opera di Pomponazzi con metodo consimile, atteggiandosi ad oppugnatore della incredulità e dell'ateismo; ma son così tenui e ridicoli gli argomenti schierati in favore del Cattolicismo, e così concludenti e vigorose le contraddizioni, che veruno può rimanere perplesso sulla vera intenzione dell'autore. Per esempio: adduce le sibille, gli oracoli, i miracoli come prove irrefragabili dell'intervento della Provvidenza nella vita umana e nel governo del mondo; parimenti adopera quando parla di Dio, de' suoi attributi, dell'immortalità dell'anima, dell'origine del male fisico e del morale42. Ragionando della fatalità, riproduce le opinioni di tutti i filosofi antichi che la sostengono, e le confuta, ma in maniera di riuscire al seguente risultato: «Se Dio sa il male, lo fa: se lo vuole, se può farlo ne è l'autore; perchè in Dio il pensiero e la creazione sono identici, conoscere è produrre la cosa conosciuta, causarla, farla. Stabilire l'esistenza di Dio è stabilire la fatalità»43. Imperocchè definisce Dio, buono senza qualità, grande senza quantità, e per lui conoscere, agire e volere sono atti identici.

In suo giudizio il mondo è eterno, perchè la prima materia è la sola potenza, l'atto puro, Dio stesso; vicina a Dio è la sostanza immateriale; vicina alla materia la forma della incorporeità44. Onde puossi ragionevolmente respingere con Diodoro a 500,000 anni addietro l'origine del genere umano da una grande corruzione di materie animali. Ma Vanini come buon cristiano crede alla Genesi di Mosè.

Non indietreggia d'innanzi a Gesù Cristo, e corre intrepido verso il suo scopo. Egli finge di convertire un ateo in Ginevra; ma l'ateo vittorioso gli dimostra che Cristo non è altrimenti figlio di Dio e Dio, ma un uomo di somma accortezza, che seppe eludere con ingegnosi ripieghi le difficoltà e le obbiezioni dottrinali de' suoi avversarii, e massimamente lo ammira per la sua idea dell'Anticristo. I Profeti predissero il Messia redentore degli uomini e così dischiusero l'adito ad ogni ambizioso di darsi per tale. Gesù predice l'Anticristo il quale verrà dall'inferno, coperto di delitti, a funestare il mondo. Ora chi vorrà comparire Anticristo per proporre un nuovo verbo religioso? In conseguenza sin che l'Anticristo non si presenti il Cristianesimo rimarrà incrollabile.

Vanini protesta che se non fosse nato nel seno della santissima religione Cattolica si riderebbe della risurrezione dei corpi, dei demoniaci, delle apparizioni, delle visioni degli angeli e dei demonii: considererebbe i miracoli di Cristo effetti naturali delle rivoluzioni celesti; il dono delle lingue agli Apostoli, il prodotto della ubbriachezza e via dicendo: insomma crederebbe che ogni religione è un'impostura, una superstizione, un mezzo, come opinavano gli antichi, e non un fine.

Così è che Vanini penetrando arditamente nel santuario del Tempio Cattolico ne ha iniziata la demolizione dal di dentro, e come filosofo panteista nell'Amphiteatrum, e materialista nel libro De arcanis naturae demolizione continuata da Bayle, da Voltaire coll'istesso sogghigno e con gl'istessi artifici. E questi artifizi furono scudo a Vanini fin che scrisse; ma allorchè colla voce viva si diede a francamente diffondere le proprie dottrine in varie parti d'Europa, non isfuggì al corruccio antico dell'Inquisizione. «Io l'ho veduto, scrive un contemporaneo, sul carrettone, quando lo si menava al supplizio, ridendosi d'un Cordigliero, che gli era stato dato per consolarlo e farlo rinvenire dalla sua ostinazione. Vanini feroce (?) e ostinato rifiutò le consolazioni del Cordigliero che lo accompagnava, e insultava al Nostro Salvatore con le parole: — egli sudò di paura e di debolezza andandosene alla morte ed io muoio intrepido. — Prima che fosse apprestato il fuoco al rogo gli venne ordinato di porgere la lingua per essere tagliata, e vi si rifiutò, e il carnefice non potè averla che con tenaglie delle quali si è servito per afferrarla e strapparla. Non si è mai inteso un grido così spaventevole; il resto del suo corpo fu consumato al fuoco e le sue ceneri gettate al vento45

 

 





34 Il Bruker lo qualifica magnum ingenium (vol. iv, pag. 158).



35 Denaturalium effectuum ad mirandorum causis etc. (Basilea 1556 in ).



36 Mihi namque videtur quod nullae rationes naturales adduci possunt cogentes animan esse immortalem (De imortalitate animae, cap. 15 pag. 125).



37 De fato libero arbitrio praedestinatione et providentia Dei (libro v, cap. 6, pag. 958) — Providentiam divinam et liberum arbitrium humanum non posse simul stare in eodera (id. p. 533).



38 Id. pag. 152.



39 De incantamentis etc. lib, 2, cap. 12.



40 De immort. cap. xiv, pag. 121.



41 Bembo scriveva intorno al libro Sull'anima di Pomponazzi «non vi trovar nulla di contrario alla verità e di non conforme al sentimento de' più celebri dottori della religione Cristiana(Le NobleTableaux des Philosophies (tom. 2, pag. 83).

Pomponazzi nacque in Mantova nel 1472, morì nel 1525.



42 Amphiteatrum aeterna Providentiae Divino-magicum, Christiano-physicum, nec non Astrologo-Catholicum, adversus veteres Philosophos, Atheos, Epicureo, Peripateticos et Stoicos. (Lion. 1615)



43 Id.



44 De admirandis Natura Reginae Deaeque mortalium arcanispag. 234. (Parigi: 1616)



45 Gramond. Historia Gallica ab excessu Hen. IV, lib. 3.

Vanini nacque a Taurisano nel regno di Napoli nel 1585, morì in Tolosa, febb. 1619.



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