Alberto Mario
La schiavitù e il pensiero
Lettura del testo

PARTE SECONDA DEGENERAZIONE E RIGENERAZIONE

Gli ultimi cinquant'anni.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

PARTE SECONDA

 

DEGENERAZIONE E RIGENERAZIONE

 

 

 

Gli ultimi cinquant'anni.

 

 

Cadute le repubbliche del medio evo, fissatosi stabilmente lo straniero in Italia, essa fu spartita in sei o sette monarchie parimenti d'origine straniera che, appoggiate ora a Spagna, ora a Francia, ora ad Austria, vi si mantennero sino al presente, d'onde la sua decadenza, che nella seconda metà del secolo XVIII toccò l'ultimo grado, dopo di cui un popolo o cessa di appartenere alla storia, o comincia una vita nuova. Infatti il più ortodosso feudalismo opprimeva il reame di Savoia, che nei tre precedenti secoli appena aveva dati segni di essere uscito dalla barbarie, talmentechè quando tra la pace di Utrecht e la guerra del 1733 si ristabilì l'Università, fu d'uopo chiamare di Napoli, di Roma, di Venezia, di Parigi e anche dalle Fiandre quasi tutti i professori60.

Le leggi e le costituzioni erano contrassegnate da una crudeltà stupida e sterile, perchè gli arbitrii del Vaticano ne impedivano quel poco di bene che, come figlio illegittimo, talvolta nasce dal male: «i ribaldi si ricoveravano negli atrii delle chiese o nei chiostri dei conventi, dove sicuri vivevano e d'onde uscivano per rubare e bruttarsi le mani nel sangue61.» I reali bigotti e ignorantissimi, capaci di preferire un trombetta a Franklin, a Jenner, a Volta «reggevano il Piemonte, come uno Stato divulso e segregato, con freno paterno, ma stretto e arbitrario, trascurando le industrie e i commerci, le scienze e le arti62: i nobili vieppiù ignoranti, oltracotati, pitocchi e mignatte insaturabili dello Stato; 120 milioni di pubblico debito per l'esercito: sole gesta segnalate, i pii sterminii dei Valdesi, il dilemma memorabile «la messa o l'esilio!!» Lagrime di dolore e di rabbia mi scaturivano nel vedermi nato in Piemonte, gridava Alfieri, ed in tempi e governi, ove niuna altra cosa non si poteva fare dire, ed inutilmente forse ella si poteva sentire e pensare63. Nissuna vita nuova, nissun impulso, nissuna scintilla d'estro fecondatore; un aere greve pesava sul Piemonte e i liberi respiri impediva. L'istesso vivere tanto assegnato del principe, faceva che la consuetudine prevalesse64 sul miglioramento, e che nissuna dell'usato sentiero uscisse, ancorchè più facili più utili, più dilettevoli strade, in luoghi vicini, di facessero mostra. Dai duri lidi fuggivano Lagrange, Alfieri, Denina, Berthollet, Bodoni, e fuggendo dimostravano, che se quella era per natura una feconda terra, un gretto coltivatore aveva65. Genova, malgrado i miracoli del popolo nel 1746, rifusa da suoi spilorci ed evirati patrizii in sullo stampo dell'età di mezzo. L'oligarchia veneta frolla e annighittita sotto allori gloriosissimi, ma antichi ed inutili: e quello scadimento, benchè larvato dalle fogge della magnificenza, era il debito gastigo pel colpevole obblio in cui ebbe lasciati dieci milioni di sudditi greci. Evvi nel mondo una giustizia distributiva: Venezia ha incatenata e calpestata la patria di Milziade, e di Epaminonda anzi che ridarle la vita e farla scudo all'Occidente e quindi a se medesima contro Maometto, e Venezia, la Venezia dei Dogi, venne alla sua volta incatenata, calpestata, venduta e morta. Milano e Mantova, feudi imperiali trasformati, cautamente, in alveari di burocratici austriaci. La Santa Sede sbertata nell'opinione europea, e assai più nell'italiana; dieciotto mila assassinii in sul declinare del secolo consumati nel solo Stato pontificio, retto da ottantaquattro mila leggi. In Napoli il peso di 395 diritti feudali sulle cose e sulle persone. La Baronia possedeva più che metà delle terre del Regno, e sopra 14 milioni e 400 mila ducati di annue imposte essa ne pagava solamente 268 mila. Il Regno numerava 2765 città terre e luoghi abitati, dei quali 50 nel 1734, e non più di 200 nel 1789 non erano feudali; dodici legislazioni vigenti; nei giudizi criminali processo inquisitorio, la tortura, i suplizii, e l'arbitrio nel criterio dei giudici; in vigore il giudizio del truglio, non interrogati i condannati, reputata indispensabile la loro difesa: pena di morte a chi si fosse trovato con arma presso le ville, le case, i parchi, le caccie, le officine, gli atrii appartenenti al re: tortura ai borsaiuoli: remissioni di colpe e di pene all'occasione degli onomastici, dei natalizii e di altre feste della reggia, tanto frequenti, dice il Colletta, che se ne contano diciannove66 in trenta anni; onde il popolo quasi aggiravasi in cerchio perpetuo di delitti, di barbare pene, di impunità e delitti peggiori: pena di morte ai Liberi-Muratori: tre anni di galera per chi leggeva i libri di Voltaire: tre mesi di carcere ad ogni lettore della Gazzetta di Firenze; e acciocchè il guazzabuglio fosse compito, da una parte la cacciata degli Ebrei, dall'altra la cacciata dei Gesuiti: l'istruzione pubblica affidata ai laici, e nell'Accademia delle Scienze e delle Lettere gli Accademici onorarii eletti dal Supremo arbitrio del re nella sublime nobiltà (parole testuali dello Statuto). Filangeri protetto da Tanucci ministro, e poco dopo i suoi libri sbanditi e in Sicilia arsi. La Sicilia barbara ancora più apprestò il fuoco all'ultima pira della Santa Inquisizione. In Toscana un codice buono e qualche opposizione alle papali esigenze. Duchi di Parma e di Modena avversi al Pontefice e alla aristocrazia, ed avuti da Pio VI in concetto di demagoghi. A Lucca la censura del Discolato.

La Monarchia e il Papato che in siffatta guisa contaminavano e avvilivano la Penisola, usarono le più minute diligenze per ispegnere nel petto degli Italiani ogni senso di vita libera e dignitosa per intorpidirne e addormentarne gl'ingegni, per renderli indifferenti all'aspetto dello straniero e degli ottanta mila frati; indifferenti ai rimproveri che uscivano dai sepolcri e dai monumenti repubblicani, che repubblicana è la gloria, repubblicano il genio nazionale, repubblicana tutta quanta la storica eredità: e si è toccato il segno di gettare il fango sul sacro capo di Dante.

Cotesti cinquant'anni rappresentano un'epoca di sfacimento completo, d'un ordine di idee, d'instituzioni, di tradizioni e di costumi, il quale letterariamente incominciato col Risorgimento, teologicamente determinato dalla Riforma, politicamente trasfuso nel così detto Nuovo sistema di Stati, che fu sigillato nel consesso di Westfalia, aveva finito il suo compito nello svolgimento progressivo della civiltà.

 

 

 





60 Denina, Rivoluzioni d'Italia, lib. xxv, cap. 6.



61 Botta, Storia d'Italia fino al 1789, lib. xlvii.

Nous venons de lire en entier les Royales constitutions, publiées en 1770 sous le titre de: Lois et constitutions de S. M. le voi di Sardeigne; ce code renouvelé des Statuta sabaudiae, et du Code Victoriens. Affirmons donc simplement qu'il est dans cet amas indigeste des lois surannées des paragraphe tout aussi barbares du code Gondebaudi: pour juger le code de Charles Emmanuel III il n'est point besoin d'etre jureconsulte, il suffit de lire et d'avoir de coeur (Claude Genoux, Hist. de Savoie, partie 3.me



62 Gioberti. - Primato, parte 1a.



63 Vita. - Epoca 3a.



64 Nell’originale "preprevalesse". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



65 Botta, Ist., lib. 48.



66 Nell'originale "dicianove". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2011. Content in this page is licensed under a Creative Commons License