Giuseppe Mazzini
Scritti: politica ed economia
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VOLUME SECONDO PENSIERO ED AZIONE.

SCRITTI SUL MEDESIMO PERIODO

IL SOCIALISMO E LA DEMOCRAZIA

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IL SOCIALISMO E LA DEMOCRAZIA298

 

Esiste un malinteso fra gli uomini della Democrazia e i socialisti; e questo malinteso produsse la scissura che rese possibile la dittatura bonapartista, e tiene tuttora divisa, in Europa, la classe media dalle299 classi operaje. Questo malinteso consiste nell'aver confuso, sì gli uni che gli altri, i sistemi socialisti col pensiero sociale, col principio d'associazione.

Gli uni credettero che il Socialismo consistesse in certe teorie assolute, presentate da alcuni pensatori; e siccome quasi sempre queste teorie movevano dal punto di vista governativo, e minacciavano colla loro uniformità regolamentare di sopprimere ogni personalità umana, quelli uni condannavano il socialismo in nome della libertà.

Gli altri credettero che l'antagonismo della Democrazia verso i loro sistemi provenisse dalla negazione del loro principio fondamentale, e condannarono quindi la Democrazia, in nome dell'Associazione.

Questo malinteso esiste tuttora per gli uomini esagerati, che sempre si trovano in ogni partito; ma è però affatto mancante di base.

Havvi un terreno comune abbastanza vasto, perchè vi possiamo stare tutti uniti.

Per noi non esiste rivoluzione, che sia puramente politica. Ogni rivoluzione deve essere sociale, nel senso che sia suo scopo la realizzazione di un progresso decisivo nelle condizioni morali, intellettuali ed economiche della Società. E la necessità di questo triplice progresso, essendo più urgente per le classi operaje, ad esse anzitutto devono essere rivolti i beneficî della rivoluzione.

E neppure può esservi una rivoluzione puramente sociale. La questione politica, cioè a dire, l'organizzazione del potere, in un senso favorevole al progresso morale, intellettuale ed economico del popolo, e tale che renda impossibile l'antagonismo alla causa del progresso, è una condizione necessaria alla rivoluzione sociale.

È necessaria all'operajo la sua dignità di cittadino, ed una garanzia per la stabilità delle sue conquiste nella via della libertà.

La parola d'ordine dei nostri tempi è l'Associazione, che deve estendersi a tutti.

Il diritto ai frutti del lavoro è lo scopo dell'avvenire; e noi dobbiamo adoperarci a rendere vicina l'ora della sua realizzazione. La riunione del capitale e dell'attività produttrice nelle stesse mani sarà un vantaggio immenso, non solo per gli operaî ma per l'intera Società, poichè aumenterà la solidarietà, la produzione ed il consumo.

Le associazioni volontarie, moltiplicate indefinitamente, oltre al riunire un capitale inalienabile, aumenteranno progressivamente e faranno concorrere al lavoro, libero e collettivo, un numero di operaî ogni giorno maggiore.

Ciò è quanto io intendo esprimere colle due parole, egualmente sacre, che non cesso di ripetere: LIBERTÀ-ASSOCIAZIONE. Forse che ciò non basta a farci unire nel lavoro come fratelli? Un solo passo nella realizzazione di questi due principî non ci schiuderebbe egli un'ampia via per discutere tranquillamente le questioni secondarie?

Ecco quanto, se lo potessi, ripeterei ogni giorno ai miei fratelli di Spagna. Ecco quanto dovete ripeter loro in mio nome: Libertà per tutti; progresso per tutti; associazione di tutti. Può egli esistere un vero democratico, che non s'inchini, nel fondo del suo cuore, davanti a questi tre termini eterni del problema della Umanità? La logica inflessibile non esige forse il lavoro associato di tutti, per conquistare, svolgere e consolidare il progresso e l'associazione?

Per quanto si voglia impedirlo, noi corriamo ad una crisi europea, simile a quella del 1848: sventurata la Spagna e sventurati noi tutti, se le severe lezioni che allora e negli anni seguenti abbiamo ricevute, non ci hanno insegnato ad unire le nostre forze per la prossima lotta! I vostri padri vinsero i Mori, non già dividendosi e questionando tra loro sull'importanza del Cristianesimo e dell'Indipendenza nazionale; li vinsero, perseverando uniti in una lotta eroica di 800 anni, e così ottennero finalmente il loro posto di popolo libero in Europa!

Riunitevi tutti adunque, o credenti nella Libertà e nell'Associazione, contro i Mori moderni, contro i nemici di queste due grandi idee, e sono certo che conquisterete il vostro posto fra gli Stati Uniti, liberi ed associati, d'Europa.

 

1862.

Giuseppe Mazzini.


 

 

 





298 Il brano che segue, che noi qui inseriamo per la importanza che serba anche dinanzi ai rapporti odierni fra il partito repubblicano e le scuole socialiste, è tratto da una lettera di Mazzini a Ferdinando Garrido, egregio patriota e scrittore spagnuolo, che avea pubblicato a que' giorni un libro notevole sul moderno socialismo, e chiesto all'esule italiano di esaminarlo e dirgliene il suo parere.



299 Nell'originale "delle". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



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