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Al famoso e celeberrimo principe e signore d'alta e felice prosapia, dominatore di paesi e di provincie, amministratore della giustizia, fondatore del vero modo e forma di governo, singolare fra i principi della nazione cristiana, ornato di virtù, valor e potenza, pieno di pompe, maestà, grandezze, il famosissimo giudice e signore di Venezia, il cui fine sia prospero e felice.
Dopo li molti ed onorati saluti che si convengono alla sua dignità e grandezza, i quali se ne vengono accompagnati dalla sincera amicizia ed amore che derivano dall'intima parte dell'animo nostro desideroso di ogni suo bene, se gli fa colla presente regal lettera amichevolmente sapere: che essendo nostro desiderio e principale oggetto di conservare sempre sincera amicizia e confederata unione colli principi famosi e gran signori cristiani, ed essendo il solito dei gran re e principi per confermazione e stabilimento dell'amore ed amicizia, rinnovare bene spesso tra di essi la memoria dell'affezione e benevolenza, et visitarsi l'uno con l'altro per via di amorevoli ed amichevoli lettere, mentre che non si possi fare ciò presenzialmente[194] e colle proprie persone, valendosi anco uno dell'altro nelle sue occasioni ed occorrenze, come noi desideriamo che Ella se ne vagli di noi e conservi la nostra amicizia in quello stesso modo che conserviamo noi la sua; pertanto coll'occasione della venuta del valoroso e fidelissimo nostro uomo Efet beg agente e negoziatore della riverita nostra corte, il quale è stato spedito e mandato in quella parte per alcuni servigi della propria nostra regal persona, non abbiamo voluto restare con la presente nostra gioconda lettera di dare una mossa e scorlo alla catena che tiene fra di noi congiunto e catenato l'amore e l'amicizia, e per dar anco occasione a lei di seguitare lo stesso uso, tenendo sempre aperta la porta agli uffici e complimenti et alla comune pratica e commercio. Onde giunto che sarà il suddetto nostro onorato e stimato uomo, desideriamo che Ella sia contenta di commettere alli suoi ministri ed agenti pubblici, che dovendo egli fare alcuni servigi in quella parte di ordine e commissione nostra, vogliano detti suoi ministri ed agenti prestare ogni suo favore ed aiuto nelle sue occorrenze, acciocchè possa egli con il mezzo della protezione ed aiuto loro, spedirsi tosto delli suoi negozi, ed adempiere quel tanto che gli è stato commesso per poter poi quanto prima fare ritorno a questo paese, nel quale se occorrerà alla sua felice persona cosa alcuna, ne la farà liberamente e senza alcun rispetto sapere, che dalla benignità e munificenza nostra sarà volontieri adempito ogni suo desiderio e richiesta.
Del resto desideriamo che la felicità, grandezza e potenza sue sieno perpetue e senza fine.
Senza data. — La sottoscrizione in stampa dentro del bollo regio, con il quale è solito di bollarsi solamente le lettere che si scrive alli re e principi posta abbasso nel fine della lettera, dice prima nel capo del bollo: Dio, Maometto et Alì, et poi più abbasso in mezzo del bollo dice: serenissimo Shàh Abbas re di Persia.
E nel principo della lettera in alto è scritto con lettere d'oro; Iddio puro et altissimo.
Tradotta per me Giacomo de Nores interprete pubblico.
Filza 11, Esposizioni Principi.
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