Guglielmo Berchet
La Repubblica di Venezia e la Persia
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DOCUMENTI

DOCUMENTO XXXII.

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DOCUMENTO XXXII.

Traduzione fatta da me Giacomo de Nores interprete della ser. Rep. di una lettera scritta in lingua persiana da Shàh Abbas re di Persia, portata da Fethy bei suo agente e servo. Di sopra della lettera è scritto con oro:

Dio immacolato e altissimo.

Et poi comincia di sotto.

Al famoso ed eccelso principe, e signore di alto stato, dominatore di paesi e di provincie, amministratore della giustizia, osservatore del vero modo di governo, eletto tra i principi grandi della nazione cristiana, unico tra i potenti della generazione credente il Messia, ornato di gloria onor e potenza, pieno di pompe prosperità e grandezze, il famoso ed eccelso principe di Venezia le sue grandezze durino sempre.

Dopo li onorati e sinceri saluti, che procedono dalla buona amicizia, amore ed unione d'animo, che è fra di noi, le si fa colla presente nostra real lettera amichevolmente sapere, che essendo costume del nostro reale animo di augurare sempre prosperità e grandezze alli nostri buoni amici, prima d'ogni altra cosa, preghiamo con questa nostra che le sue azioni sieno conformi alla volontà di Dio, e che abbino buon e felice fine. Da poi le dicemo che per l'inclinazione e desiderio che noi abbiamo di stabilire l'amicizia ed amore con tutti li principi grandi e signori della cristianità, ed in particolare colla sua eccelsa persona come principe famoso e potente, tenemo sempre le porte aperte a tutti quelli che vengono da quei loro paesi e massime da Venezia, i quali sono da noi ben veduti e favoriti, ed ognuno se ne ritorna contento e soddisfatto della reale cortesia e buoni trattamenti che gli si usa.

Ora dunque confidando noi che all'incontro lei ancora per la stima che fa della nostra amicizia sincera ed amore, debba fare il medesimo con li nostri, acciò che si continui tanto maggiormente la pratica ed il commercio fra li mercanti dell'una e l'altra parte, abbiamo voluto mandare ora a quel paese l'onorato agente nostro e servo nominato Fethy bei per alcune cose necessarie al nostro real servigio e specialmente per provvedere di alcune armi archibusi e zacchi fini che gli abbiamo commesso per servizio proprio[197] ed uso della nostra real corte. Pertanto desideriamo dalla sua eccelsa persona, che per amor nostro egli sia visto con occhio benigno e protetto in ogni sua occorrenza e bisogno, commettendo inoltre alli suoi onorati ministri e servi, che dovendo il suddetto Fethy bei nostro onorato servo ed agente comperare le suddette armi archibusi e zacchi di nostra commissione, debbano essi ministri prestargli ogni favore ed aiuto per trovare cose che sieno onorate e degne della nostra real persona, acciocchè ben servito di ogni cosa se ne possa egli ritornare presto alla nostra felice corte. E se all'incontro occorrerà alla sua eccelsa persona cosa alcuna, delle cose preziose che si trovano in questi paesi, ne la farà come buoni amici sapere confidentemente, che sarà adempito ogni suo desiderio e mandato tutto quello le farà di bisogno. Del resto desideriamo che osservando le condizioni dell'amicizia, voglia esser contenta di visitarci qualche volta con sue onorate lettere come faremo ancor noi colle nostre. E per fine preghiamo che le sue grandezze e prosperità e onori sieno perpetui, e con lo aiuto celeste si termini in bene ogni suo desiderio.

Senza data.

In luogo della sottoscrizione è posto al fine della lettera il sigillo grande del re qual dice: Shàh Abbas servo del miracoloso uomo Alì protettore del regno.

Iscrizioni veneziane, del Cicogna.


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