Guglielmo Berchet
La Repubblica di Venezia e la Persia
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DOCUMENTO XLII.

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DOCUMENTO XLII.

Il regno è di Dio.

Al famoso ed eccelso fra i principi e signori grandi della nazione cristiana, eletto fra i più sublimi e potenti della generazione vivente nella legge del Messia, dominator di paesi e di provincie, amministratore della giustizia, ornato di virtù valor e prudenza, pieno di gravità e di grandezza, il principe di Venezia, al quale l'Altissimo Dio sia propizio e favorevole.

Dopo molti onorati e sinceri saluti che si convengono alla sua dignità e grandezza, ed all'amore, amicizia ed unione d'animo che è tra noi, le si fa con questa nostra real lettera amichevolmente sapere che per grazia dell'altissimo Iddio le cose nostre passano fin quì prosperamente mediante le orazioni dei nostri buoni e sinceri amici, che con puro e sincero animo desiderano l'aumento della nostra felicità e grandezza, ed in questo onorato numero crediamo fermamente che siano tutti li principi cristiani, ed in particolare la vostra magnanima ed eccelsa persona: onde abbiamo determinato nel nostro puro e real animo che a guisa del sole non riceve in se macchia menda di cattivi pensieri, di continuar con tutti i principi ed in particolare colla sua onorata e felice persona, come principe grande, potente e giusto, nella solita buona amicizia ed unione d'animo, e tanto maggiormente quanto che per relazione di tutti li nostri agenti e dipendenti che sono stati in quelle parti e che sono ritornati qui a salvamento abbiamo con soddisfazion dell'animo nostro intesa la stima e conto che si fa in tutto il suo stato e paese della nazione e del nome persiano per amor nostro, ed anco delli buoni trattamenti e cortesie che sono stati usati così da lei come dalli ministri della sua eccelsa ed onorata corte, alli suddetti nostri agenti, i quali sono perciò ritornati alla nostra felice corte contenti e soddisfatti laudando molto la sua buona ed onorata giustizia e l'amor grande che ella ci porta: e però desiderando noi che per maggiore confermazione di essa amicizia, che siano sempre tra noi aperte le porte ai negozi e pratiche, e che tra li sudditi dell'una e dell'altra parte si continui amichevolmente nel commercio e traffico come si faceva prima che succedessero questi ultimi moti di guerra, abbiamo voluto[211] destinar ora costì alcuni nostri agenti, così per provvedersi di alcune cose necessarie alla nostra real corte, come anco per rinnovar la pratica ed il commercio e per dar animo ed esempio alli mercanti del suo paese di far il medesimo. Però giunti che saranno essi a salvamento, desideriamo che sieno da lei raccomandati alli suoi onorati ministri, acciò che siano da loro protetti e favoriti nelle loro occorrenze e massime nel contrattare e comperare quelle cose che le sono state da noi espressamente ordinate, ed in particolare delli zacchi di maglia che sieno di somma bontà ed eccellenza, perchè ne fanno grandemente di bisogno per essere noi quasi sempre in guerra ed in contesa, con li ostinati e temerari, che cercano di contrapporsi a noi e alle nostre forze e di perturbare il nostro reale animo. Insomma desideriamo che per amor nostro gli sia dato ogni aiuto e indirizzo necessario acciocchè eseguendo essi bene le nostre commissioni possano ritornare qui con buona espedizione delli loro negozi.

E se li mercanti cristiani delle sue città e paesi si disponeranno di venire qui per traffico, la assicuriamo che saranno da noi ben veduti e ben trattati, dandoli autorità di fornirsi di tutte quelle robe e mercanzie che le faranno bisogno, e si partiranno tutti di qui contenti e consolati. Non permettendo noi che siano essi molestati d'alcuno, over danneggiati per quanto importa un minimo capello della testa; e oltre di ciò occorrendo particolarmente cosa alcuna qui per uso o servizio della sua felice persona, ne la facci sapere che sarà da noi adempito ogni suo desiderio; e sopra il tutto la esortiamo a scriverci e visitarci spesso con sue lettere come che faremo anche noi; acciocchè rinnovandosi tra noi sempre più l'amore e la benevolenza si stabilisca tanto più il fondamento della nostra amicizia; e per fine desideriamo che le sue grandezze sieno perpetue.

Senza data; in luogo della sottoscrizione il sigillo.

Filza atti turcheschi.

[212]


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