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Laudato sia il grande e onnipotente Iddio.
Potentissimo, maestosissimo ed altissimo principe, padrone e possessore del vasto dominio veneziano, signore e monarca di grandezza, maestà, giustizia e magnanimità, serenissimo possessore del manto della gloria, potente dominatore fra li re cristiani, di carità e di equità che non ha pari, qual s'assomiglia all'oceano che non ha paragone nella immensità, essendo nota a tutto l'universo la sua grandezza e potenza.
Dopo di che le portiamo colla presente che avendo la Serenità Vostra inviate sue da noi stimatissime lettere, per mano di Matteo vescovo di Naschirvan, dirette alla felice memoria del potentissimo nostro padre che ora gode stanze serene e gloriose nel paradiso; quali lettere sono state invece di lui a noi presentate, ed intesone il contenuto, alle quali si è fatta quella stima che meritano le grandezze cospicue di chi le ha inviate.
E sopra il motivo della raccomandazione per li popoli cattolici, della credenza di Gesù che si attrovano nel nostro dominio, acciò godino tutte le immunità e privilegi, abbiamo comandato che per tutte le città, castelli, terre e villaggi dove vi sono abitazioni sieno rispettati ed onorati, comminando che non li sia inferita molestia alcuna: anzi per maggiormente far palese la stima che facciamo delle raccomandazioni[235] di Vostra Serenità, abbiamo comandato che attrovandosi in qual si sia castello e villaggio alcuno dei sopradetti, molti o pochi dei sudditi cattolici in molto o poco numero, a causa di loro restino anco immuni tutti gli altri di qualsivoglia condizione o setta, e ciò per esservi colà abitanti cattolici; e questo perchè si veda la nostra intenzione che è sempre per incontrare nelle soddisfazioni di un principe così a noi amico, al quale professiamo osservanza non ordinaria. Ma nonostante le immunità ed esenzioni da noi concesse ai popoli non solo cattolici, ma anco agli altri abitanti in quelle terre e castelli, hanno essi voluto colla direzione del suddetto vescovo Matteo contribuire un semplice segno di ricognizione al mio erario come dominante, e questo per goder perpetuamente le concessioni da noi fatteli, dove per consolarli abbiamo così confermato. Onde con questo decreto restano immuni da qualsivoglia altra contribuzione, cui per l'avanti soccombevano, non solo all'erario regio, ma anco alli rappresentanti che colà si attrovano e che per l'avvenire vi saranno; quali dovranno in tutta puntualità adempire ed eseguire i nostri comandi nel ben governarli, proteggerli e difenderli da qualsivoglia molestia, i quali popoli potranno a loro piacere e con sicurezza attendere ai loro negozi. Abbiamo avuto notizia come la guerra che vertiva sopra l'isola di Candia con l'Ottomano resti ora cessata, ed il tutto aggiustato con la pace stabilita e convertita in buona amicizia, ed attrovarsi al presente la predetta isola di Candia in potere del medesimo Ottomano e restate sopite tutte le differenze. Nonostante però se nell'animo della Serenità Vostra insorgesse altro di nuovo sopra ciò, la preghiamo che senza alcun rispetto o riguardo si compiaccia darci avviso e manifestarci l'animo suo, assicurandola di una prontezza nell'abbracciare e poner in esecuzione quanto ci dirà e quanto desidera.
Nel resto le preghiamo dal Signor Dio tutte le felicità, prosperità e grandezze maggiori.
Sigillo del re di Persia Suleiman.
Pietro
Fortis
Dragomanno pubblico.
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