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Dai padri domenicani in Europa spediti da monsignor reverendo arcivescovo di Naschirvan, ci sono state rese in questi giorni lettere di V. M. ricevute da noi con quel contento che può esser ben concepito dalla conoscenza della stima rispetto ed affettuosa osservanza professata sempre dalla Repubblica nostra alla sua serenissima casa, e continuata alla sua imperiale persona, secondo l'istituto dei maggiori nostri, dell'assunzione della quale al trono colle più cordiali espressioni dei nostri cuori, ce ne rallegriamo; come alla perdita della Maestà del padre, contribuimo affettuoso sincero compatimento, consolandosi nel vederla compensata colla successione di sì degno erede, d'ogni più squisita prerogativa adornato. Li favori dalla M. V. impartiti nei suoi felicissimi Stati a monsignor vescovo di Naschirvan ed ai cattolici con il riguardo di esimerli da ogni aggravio, che da tenue volontario solo all'imperial cassa, è degno effetto della sua generosità, che obbligando noi a' più sinceri ed efficaci rendimenti di grazie,[240] impetrerà dal grande Iddio alla degnissima persona e casa di V. M. la affluenza d'abbondanti concorsi di prosperi eventi, al singolar merito che la adorna corrispondenti ed adeguati. A' sudditi però di codesto serenissimo imperio saran nei stati nostri sempre e per propension propria nostra, e per corrispondere alle cortesissime deliberazioni sue, prestato ogni miglior trattamento, assistiti li mercanti nei loro negozi, e fattegli godere tutte le prove di affetto e dilezione, e quanto più abbondante sarà il loro concorso sarà tanto maggiore il nostro godimento, di poter con più copiosi effetti far conoscere la stima che per Vostra Maestà havemo, ed il desiderio di comprobargliela con effetti. Con grandissimo sentimento si ricevono pure li cortesi sensi della M. V. verso le cose pubbliche, che ad ogni occorrenza saran sempre corrisposti dalla Repubblica nostra con pari affetto e propensione alle grandezze e vantaggi del suo serenissimo dominio.
Terminando le presenti col pregar a V. M. copiose prosperità e grandezze con incremento di gloriosi successi e lungo corso di anni felici.
E da mo sia preso: che nel darsi nel collegio le lettere ai padri domenicani pel re di Persia, sian dal Serenissimo Principe spese parole che indicando la stima delle lettere e persona reale, dichiarino soddisfazione e godimento per le loro espedizioni verso monsignor vescovo di Naschirvan che li ha mandati.
Sia pur deliberato che a' padri predetti che sono due con li compagni sia pagato il viaggio sino a Fiorenza che importa ducati cinquanta. Ed alli stessi, delli danari della Signorìa nostra sien dati in dono scudi d'argento cento per una volta tanto, che doveran esserli fatti capitar dalli Savi del collegio con la notizia del deliberato per il viaggio, come meglio loro parerà.
De parte |
148 |
De non |
0 |
Non sinceri |
2 |
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