Guglielmo Berchet
La Repubblica di Venezia e la Persia
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DOCUMENTO LXI.

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DOCUMENTO LXI.

Sia lodato il grande Iddio,
Sia sempre benedetto il nome del potente Iddio,
Sia lodato e salutato il profeta Macometto et suoi seguaci.

Al sublime, eccelso, magnanimo signore, imperatore e monarca, supremo duce, glorioso, trionfante, cospicuo tra i più grandi imperatori. A voi che siete il re più potente fra i nazareni credenti, ed arbitro degli affari tra i più maestosi principi della religion del Messia e di tutto l'imperio della cristianità, quello che porta sopra il capo la corona universale e possiede la fortuna di Alessandro Magno, possessore del manto della gloria concessa ab eterno dalla maestà del sommo e potente Dio, signore che viverà in tutti i secoli glorioso e trionfante, che così le viene da noi augurato con tutta la credenza maggiore.

Si porta li più sinceri, amichevoli, cordiali ed affettuosi saluti quali possono derivare dalla corrispondenza pronta di buon amico. Dopo di che si notifica alla S. V. e grandezza esserci pervenuta una lettera scritta dalla sua magnanimità e presentataci in ora propizia da Antonio Doni, il quale ha in tutti i numeri adempiuto il comando che dalla sua sublimità gli è stato commesso, e dal quale ci è stata con tutte le forme più efficaci rappresentata la buona disposizione che la grandezza sua si compiace conservare verso di noi.

In quanto a quello si pratica in questo stato intorno al succedere all'eredità delle facoltà dei fratelli, cioè quando un armeno abbracci la legge maomettana, è costume sempre mai continuato e però tale essendo non si può alterare la legge antica: così lo rappresentiamo alla sua notizia poichè costà non può esser cosa alcuna a lei nascosta; tuttavolta per levare qualsisia inganno o pregiudizio dei medesimi si daranno ordini espressi ai giudici cui spetta, acciò questa nazione non abbi a soggiacere ad alcuna molestia, ma solo a quello comandano le leggi antiche, e ciò sarà fatto e intanto se ci sarà dato il modo di manifestare sempre più la nostra cordiale e sincera amicizia colla Ser. V. capitando qui alcuno dei suoi sarà in tutti i numeri ben visto, se li somministrerà ogni aiuto e si procurerà di fare il possibile acciò si adempisca la volontà della sua grandezza. Tanto desideriamo di corrispondere alle sue cordiali espressioni che[243] si è compiaciuta darcene nelle sue lettere, le quali da noi al maggior segno sono desiderate, acciò sempre resti ferma e radicata questa buona corrispondenza, che come tale viene da noi sempre promessa, e per il resto il grande Iddio sii quello che prosperi e rendi fortunato il suo stato ed imperio.

Sigillo: Il servo di Dio, Abbas re di Persia.

Liber dominorum, Arch. gen., la sola traduzione.


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