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Fra le glorie più insigni della M. V. quella particolarmente risplende della bontà colla quale si degna di riguardare ed amare li proprii sudditi; nè essendo li cattolici commoranti sotto il felice suo impero niente meno divoti ed affezionati alla di lei corona di quello sieno gli altri, a ragione si persuadono e promettono ogni favore. Di qui è però che dovendo la M. V. essere supplicata dal padre fra Antonio Fassi domenicano vicario generale in Oriente di una grazia a favore dei medesimi, come essi se la persuadono dalla generosità del di lei animo, così la Repubblica nostra, che professa grande osservanza verso il suo cospicuo nome e che tiene tanta parte nel vantaggio del cristianesimo, viene ad intercedere con tutta la sua svisceratezza dell'animo per la medesima, il che non anderà disgiunto dai riguardi del vantaggio della sua corona, e sommamente obbligherà la Repubblica stessa, la quale brama che dalla M. V. sia prestato cortese l'orecchio al padre suddetto in ciò che le rappresenterà in ordine alla suddetta istanza. E qua alla M. V. bramando gli incrementi delle maggiori felicità, gli auguriamo felice e prospero il corso degli anni.
De parte |
125 |
De non |
1 |
Non sinceri |
2 |
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Questa raccomandazione è stata chiesta dal granduca di Toscana per mezzo del suo residente a Venezia Celesi; il quale fatto venire in collegio nel 29 decembre ebbe oltre questa lettera un'altra pel granduca, acciò il padre Fassi per incarico di quello sostenesse in Persia gli interessi della causa comune, rispetto agli impegni colle armi turchesche in Ungheria, invitando lo shàh a coglier l'occasione di riacquistare alla propria corona l'antico patrimonio.
Senato Corti, Reg. 40 e Filza 59.