Guglielmo Berchet
La Repubblica di Venezia e la Persia
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DOCUMENTO LXXVIII.

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DOCUMENTO LXXVIII.

Serenissimo Principe,

Nella sollecitudine in cui siamo di mantenere e coltivare per ogni modo il veneto commercio, e procurar da esso i possibili vantaggi, abbiamo fatto nostro singolare studio per ravvisare quali traffici e quali profitti derivino alla nostra nazione solita a commerciare colla piazza di Aleppo.

Riconoscemmo in fatto che riaperto di presente il traffico con la Persia, molto contribuisce allo smaltimento delle merci e manifatture, che da questa a quella piazza si spediscono, il libero passaggio che da non molto tempo hanno le carovane di Bassora (prima scala delle Indie nel golfo Persico) e Bagdad per Aleppo e Damasco, nelle quali i sudditi negozianti stabiliti in Aleppo spediscono per arbitrio in dette due piazze merci di Germania, robe, allume, perle false, corniole e diverse conterie.[265]

Gli stessi Arabi conduttori delle carovane fanno considerabili provviste di detti generi per contanti, ciò che rende un riguardevole profitto, ossia perchè i ritorni che ricevono quei veneti negozianti consistono per lo più in droghe diverse, capo di essenzial commercio di questa piazza, ossia perchè gli Arabi suddetti comperando in Aleppo per contanti le sopradette merci e manifatture provvedono li mercanti delle spezie, onde possano adempiere alle commissioni o tratte che lor vengono ingiunte dalli loro corrispondenti proprietari.

Utile pertanto e per noi vantaggioso ravvisando questo commercio, ci siamo perciò applicati nel cercare quale protezione venga nella detta scala di Aleppo donata al nostro traffico, e rilevassimo per il fatto essere presentemente appoggiati questi affari ad una ditta ebrea, e ciò fino a che si trasferisce a quelle parti la suddita persona di Domenico Serioli in qualità di deputato, dipendente questo dal veneto console in Cipro, nella di cui scala doveva per decreto di Vostra Serenità 10 aprile 1770 risiedervi in figura di console nostro Girolamo Brigadi che attualmente ne sostiene il carico. Sembrando a noi nelle già esposte circostanze di questo commercio non adattata la figura di un deputato, perciò chiamati i capi del Consorzio di Egitto e pur quelli di Cipro e Sorìa, ed eccitati a porre in scritto che a pubblici rispetti rassegniamo se convenisse unire li 2 Consorzi e le di loro rispettive casse, se più utile fosse a quel commercio destinarvi colà un console o pur bastasse lasciarvi un deputato, finalmente se la persona che avesse a sostenere il carico in Aleppo potesse soffrire l'annuo aggravio di piastre 600 da corrispondersi al veneto console in Cipro; mostrarono anzi la necessità di trascegliersi un console in Aleppo, indipendente da quello di Cipro, di sollevarlo dall'annua contribuzione delle accennate piastre 600, e perfino di unire i due Consorzii e le casse.

Ed infatti essendo li Consorzi stessi di Cipro, di Egitto e di Sorìa composti di un numero di negozianti che per lo più negoziano del pari nell'uno e nell'altro luoco, ne diviene che le viste dell'interesse sieno comuni e che questi due corpi abbiano ad essere diretti colle stesse massime e con gli stessi principii.

Ben è vero però, che la pratica fin'oggi corsa nel metodo del pagamento dei consolati è stata eseguita in modo differente. Ma è vero altresì che questi rispettivi consoli si mantengono con li diritti consolari che si ricavano dalle merci andanti e venienti da quelle scale, con questa diversità però che il Consorzio d'Egitto corrisponde al suo console generale un annuo ed idoneo assegnamento, ed egli invece[266] esige per cassa nazionale a questa parte tutti i diritti consolari; ma il Consorzio di Cipro e di Sorìa, che non tiene cassa nazionale, assegna alli suoi rispettivi consoli in moneta turca tutti i diritti consolari sopra il valore delle merci andanti e venienti, che risultano in ragione di 2 per 100 delle stime delle dogane turchesche, e mercè di tali esborsi viene la nazione protetta e resa immune da ogni altro aggravio. — Ora pertanto che la esperienza delle cose corse e l'indole delle presenti ci documenta, sembra perciò che convenga al rispettivo interesse dei commercianti ed alla buona disciplina del commercio l'unione di questi Consorzi nella parte che tende al pagamento dei consolati, da farsi sempre da ognuno indistintamente a Venezia, onde andrà a passare tutto il soldo in una cassa nazionale. Oltre il ravvisarvi per le importanti viste di quel commercio necessaria la residenza di un console in Aleppo dalli medesimi negozianti che vi trafficano come abbiamo accennato, altro riflesso ancora persuase di aderirvi, mentre essendo stata eletta per lo innanzi la figura di deputato nella supposizione che risparmiar potesse molte spese, non sussiste per il fatto la stessa supposizione poichè i Turchi soliti a ricever regali dalla figura colà residente per la dovuta protezione delle rispettive loro nazioni, li professano inalterabilmente e senza alcuna diminuzione, potrebbero minorarsi senza molta dispiacenza di quei comandanti, i quali non distinguendo deputato da console, riguardando sì l'uno come l'altro come rappresentante la nazione, allorchè essi non rimanessero contenti, ne succederebbe inevitabilmente una rovinosa conseguenza pei mali trattamenti che riceverebbe la nazione e chi la rappresenta, con pericolo e danno del nostro commercio.

Se in Aleppo pertanto devesi per gli addotti motivi destinare un console, che per le informazioni prese e per le asserzioni scritte dagli stessi capi delli due rispettivi Consorzii, il più utile ed il più opportuno non sappiamo riconoscere se non se il veneto suddito Domenico Serioli persona di tutta probità e cognizione, avendone già dati saggi nell'esercizio del vice-consolato di Cipro con molta sua laude e nostra approvazione sostenuto; indebita perciò comparisce l'annua corresponsione delle piastre 600 verso il Briganti console in Cipro: sì perchè tal sottrazione gli toglierebbe il modo di potersi mantenere; sì perchè lo stesso Briganti, lorchè risiedeva in Aleppo, considerando non bastevoli i proventi consolari che senza alcuna diminuzione esigeva, supplicò in seguito che gli fossero aggiunti i dritti per le mercanzie che andassero e venissero da Alessandretta, Cipro, Acri ed[267] altre scale; si perchè finalmente il ricavato di alquante merci che dalla dominante colà si spediscono passano con cambiali in danaro in Cipro e nelle coste della Sorìa per la provvista dei coloni e di altri generi necessari al carico delle venete navi di ritorno a questa parte. — Quando pertanto dall'eccellentissimo senato venga adottata la massima di destinar questo console ad Aleppo indipendente da quello di Cipro, vorrà pertanto V. S. precisamente stabilire che il Serioli abbia da rimanere sollevato da tal contribuzione tanto per il passato che per l'avvenire. E che sì l'uno che l'altro debbano conseguire un annuo certo ed idoneo assegnamento, da esser loro corrisposto dalla cassa nazionale che dovrà tenersi in questa parte ed in cui avranno ad affluire tutti i diritti consolari spettanti alli sopradetti due consoli, come si accostuma per quello del Cairo. Ma siccome per deficenze dei lumi non si può ora fissare il preciso annuo quantitativo, così si sono eccitati i capi delli sopradetti due Consorzi a denotarci qual provisionale assegnamento stabilir si potesse a dovuto mantenimento di ambedue questi consoli, sopra il qual punto non avendo essi per ora esibiti i loro pensamenti, ci riserbiamo perciò di produrre il reverente nostro parere in altra scrittura. Avendo la particolarità di questo consolato somministrato a noi argomento di riconoscere nella generalità dei consoli singolarmente del levante, la inosservanza e la indisciplina anco riguardo alla esazione dei cottimi e delle avarìe, faremo pertanto nostro impegno il rintracciarne i disordini, per quindi rilevati portarne distinte le relazioni all'eccellentissimo senato per gli opportuni rimedi e compensi. Ma poichè tale importante argomento esigerà qualche dilazione di tempo, così vorrà intanto la sovrana autorità rinnovare la tanto utile e salutar legge, che i consoli abbiano coi metodi soliti e praticati ad ogni quinquennio ad essere ammessi alla ballottazione o per la loro riconferma, o per la dimissione dal servizio, a norma delle loro direzioni. Grazie.

Data dal Magistrato dei V. Savi alla Mercanzia li 23 decembre 1762.

Marcantonio TrevisanL. Andrea da Rezze
Gabriel MarcelloAlvise Contarini
Savi alla Mercanzia.

Senato Mar., Filza 1110.

[268]


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