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Copia di una lettera scritta per D. Catarin Zen, Orator nostro al Signor Ussun Cassan, nell'anno 1473, addì 27 Lujo.
Serenissime Princeps et Excellentissime Domine etc. Addì 14 Jugno scrissi a Vostra Sublimità dalle campagne di Erzingan a risposta di una di V. S. in data addì 9 Zener 1473; et certo dirò così: Serenissimo Principe quella lettera non fu lettera ma Spirito Santo, se detta lettera non veniva ovvero la fosse stata più tarda non so come fossero passà le cose. Questo illustrissimo signor toleva la volta di sopra come el feva. Il sommo Dio sia ringraziato il quale ha provisto a tutto. Questo illustrissimo signore come scrissi a V. S. ringrazia molto V. Serenità dell'esaltazione che feci per nome di V. Celsitudine a Lui, per essere andà magnanimamente contro l'Ottoman.
Lui ha prevenuto la V. Sublimità in aver fato dar commiazione all'ambassador dell'Ottomano, et questo perchè V. Serenità si riputava za essere unita et conzunta con essa ill.ma sua signorìa, et per il simile delle bombarde e munizion, maestri ingegneri et de schiopeteri e dell'armata mandata da V. S.; et perciò sua ill.ma signorìa aveva mandato, come saveva, un suo schiavo che fu Armirbei contro l'Ottoman con cavalli 200,000. Allora sua signorìa voleva mandar suo fio Ourgulu bei con cavalli 150,000 e sua celsitudine voleva venir dietro potentissimo, et dissimi ancora così come Vostra Serenità aveva posta fede in non far pace coll'Ottoman, ella stasse di buon animo che egli non faria mai pace coll'Ottoman per la fede che aveva porta. Qualunque cosa Vostra Serenità intendesse dall'Ottoman non lo credesse et come sua ill.ma signorìa voleva vegnir prima ad Erzengian, e li adunar tutte le sue genti, et[131] per tutta la luna di luglio voleva andar e mandar contro l'Othoman per amor delle biade; e come in quei dì essendo venuto un ambassatore dell'Ottoman a questo stesso signore per fare la pace, lo avesse rimandato.
Significai ancora a V. S. tutti li progressi che aveva fatti questo signore fino a quell'ora, per dita mia lettera.
Scrissi ancora un'altra mia in data 12 luglio da Erzengian, per avvisarla come questo ill.mo signor avea fatto cazzar dito ambasciatore dell'Ottoman senza dargli udienza; e come a certi spioni turchi ha fato tajar la testa e taccarla al collo e così mandar all'Ottoman dicendogli ch'el vegna presto; et come pure abbia fatto venir me alla sua presenza e dissemi: Ambasciator, tu intendi, l'Ottoman vien con tuto el so poter contro de mi, et ha abandonà tutti li luoghi che tiene in ponente per venir più potente contro di noi. Scrivi alla tua illustrissima Signorìa ed all'imperator et al re d'Ongheria, che facciano tutto el so poter di andar a distrugger l'Ottoman in Europa, perchè in questa parte d'Anatolia vojo andarlo a trovar, et coll'aiuto di Dio distrugerlo, et così voglio che faccian quelli Signori di ponente acciò el dito Ottoman non si possa più refar, et che totalmente el sia distrutto et che il suo nome no se abia più a menzionar; et comandami scrivessi alla magnificenza del capitano spazzasse presto una galia per dar ricapito a ditte lettere, et così quamprimum scrissi una lettera al capitano che mandasse una galia in Dalmazia, et così mandai la lettera alla Maestà Cesarea dell'Imperatore, et altre d'Ongaria; le copie delle quali mandai a Vª Serenità et altre cose come avrà inteso per quella mia.
Addì 13 luio ricevetti lettere dalla magnificenza del capitano, e di mess. Josafat Barbaro ambassatore date a dì 3 jugno in Porto di S. Teodoro, et con quelle lettere direttive a questo ill.mo signore, et al signor Caramano, per le quali fu informato della magnificenza del capitano, come Sua Magnificenza era zonta lì, con potentissima armata, e del Sommo Pontefice, e del re Ferdinando, et che avea zente, molte bombarde, munizion, maestri schiopettieri, et presenti per essere dati a questo ill.mo signore; et come Sua Magnificenza aveva mandato da Vostra Serenità di stare ad obbedienza di questo ill.mo signore, et che molto Sua Magnificenza desiderava intendere li felicissimi progressi di questo ill.mo signore, ed aspettavalo con gran desiderio alle marine, per far qualche solenissimo fatto insieme con lui; et che intanto avea preso et consegnato a Kasim bei i tre castelli alle marine. Quamprimum fui alla presenza di questo ill.mo[132] signore, e li significai quanto Sua Magnificenza me commetteva, e li apprestai la lettera che scriveva la magnificenza del capitano, et il Barbaro, il ditto ill.mo signore, me le feze lezere, e lette che le have, subito sua signoria ill.ma feze sonar le zambalare per tutto el campo in onor, gloria e trionfo di Vostre Eccellenze, e della magnificenza del capitano, dicendo: questi sono uomini da fatto, e che non stanno oziosi con tante sue galie. Il ditto ill.mo signore molto ringraziò Vostra Serenità della obbedienza che aveva commesso al magnanimo capitano, e delle bombarde, munizion, maestri scoppetieri, e presenti che si era per dare a sua ill.ma signorìa, e ringraziò molto la magnificenza del capitano di aver consegnato per suo nome a Kasim bei li tre soprascritti castelli.
Sua ill.ma signorìa mi disse: Ambassator, intendo il tua magnanimo capitano colle zenti di Kasim bei sono andati al Candelaro e sono huomini molto soleciti, se Dio li concede grazia di avere il Candelaro, scrivi al tuo magnanimo capitano nol consegni ad alcuno che sel tegni per lui, e scriverli che non si parta da lì, ovvero dalle terre del Caraman, perchè col nome de Dio seguirò loro alle marine e faremo colla Dio grazia qualche rilevata cosa. Questo ill.mo signor come ho scritto di sopra, voleva mandar avanti so fio contro l'Othoman con cavalli 150,000; ora ha deliberato non vada avanti, ma sua ill.ma signoria vuol andar in persona con tutto l'esercito a trovar l'Othomano. Da questo campo sono 300,000 cavalli ben in ordine armati, et per lo simile li huomini di ora in ora si vanno grandemente impassando. Questo ill.mo signor ha fatto comandamento a tutti li uomini di queste montagne che vengano in campo, li quali di ora in ora giungono. Questo ill.mo signore solecita il cammino per andar a trovar l'Othomano, spero in Dio non sarà troppi zorni si toccheremo li fianchi. Pregherò l'Altissimo Iddio per sua clemenza ne doni vittoria; ogni zorno vien persone dell'Othoman, che scampa per questo campo. Questo ill.mo signore li vede volentieri, e li fa doni e veste; oggi son venuti signori quattro dall'Ottoman, li quali sono fuzìti.
Sono stato dal signor Caraman al quale ho data la lettera che gli scrive la magnificenza del capitano, e di m. Josafat Barbaro ambasciatore, il quale mi ha fatto lezere. Sua signorìa ringrazia molto la Vostra Signorìa di tanto beneficio li ha fatto la magnificenza del capitano, lo qual sommamente lauda, e dice tutto il suo stato essere in Vostra Serenità, et di quello essa disponga come del suo proprio.
Delle condizion di questo ill.mo sig., l'è poco tempo che sua signorìa[133] non aveva altre che cavalli 30,000 et presto si ridusse in cavalli 300,000, s'ingegnò di rubar da suo fratello una terra grande, e che avea mura belle e grosse come quelle de Costantinopoli. Dopo comenzò ad aquistar il paese, e star sempre in campagna come fa al presente. Là el mandò domandare molte cose in tributo, fra le quali el domandava 30,000 garzoni, a Gihan Shah; questo ill.mo signore fu contento darli ogni cosa, eccetto li garzoni, dicendo non poterlo far; li comenzò a romper guerra, e mediante la Dio grazia, lo vinse sora Tauris, et havuta Tauris il soldan Baiesit qual era di sora Tauris li mosse guerra. Questo ill.mo signore l'andò a trovare, e suo fiol Ugorlom bei, il quale al presente è qui in campo, el prese e conquistò tutto il paese che è sora Tauris a zornate 50 fino al mare di India; dall'altra parte tien a confini de Tartari: et tien paese fino al monte di Bakù, da quella parte di sopra tutto è pacifico, et nulla dubita. E come scrissi a Vostra Serenità dì 12 lujo l'è venuta a questo ill.mo signore una solenne ambassata del Tartaro, et ha portato presenti nove ferri da taiar, nove scimitare, una sella, una brenna, do fanali, e 200 persone cariche di peletterie, zoè martori, zibellini, faine, armellini, dossi vari e volpi: et ha mandà a dire a questo ill.mo signore come el pretende stare con sua signorìa in pace, come l'è sta finora, sicchè di fora delle parti di levante, per la Dio grazia sta sicurissimo, verso tramontana confina col re di Zorzania e da queste parti nulla dubita, e sono in pace. Dalla parte destra confina con Bagdad, zoè Babilonia la grande, et confina con Arabi, colli quali è in pace, et molti sono in campo con questo ill.mo signore. Quando l'andò verso Aleppo tutti li Arabi si movevan per venir in favore di questo signore, sicchè da parte destra nulla dubita. Verso ponente confina col Soldan e con l'Othoman; col Soldan, come dirò de sotto, credo sarà d'accordo, nel mezzo del suo paese l'aveva il signor di Bitilis, dove el mi mandò l'anno passato, il quale aveva castelli 20 et assaissime montagne li qual si chiama Kurdi, valorosissimi huomini et dividono il paese di questo ill.mo signore in do parti, cominzando da un luogo chiamato Kirmanchà che va fino a Tauris ch'è sotto alle montagne, et divide il paese in do parti, da confini dell'Othoman fino a Tauris. Allora quel signor di Bitelis si rese con tutti li castelli e genti, in modo che tutto il paese s'è ridotto di questo ill.mo signore, con assaissime città e tutte ben condizionate, castelli assaissimi, le quali città e castelli molti ho visti, per essere andà per mezzo del paese di[134] Tauris, e da Tauris ho circondà tutto il paese, come per altre mie ho scritto a Vostra Serenità.
Questo illustrissimo signor, se vol, el farà un milion de huomini; da suoi signori ha una grandissima obbedienza; li principali signori ha di grazia andare al suo padiglion, avanti al quale stanno sentadi in terra, et essendo nel padiglion niuno osa parlare, et il Signor parla, e quel sua ill.ma signoria dice tutti conferma, et nullo li basta l'animo di dirli contro di quello el dice di che l'ha un'obbedienza grandissima. Questo campo pare un santuario, nullo si lamenta. Questo ill.mo signor non ha far altro se non attendere all'Othoman, perchè da tutte le altre parti l'è benissimo condizionato. Per tutto questo paese sono Armeni cristiani assaissimi, fanno chiese a suo piacere, il signore li concede in un luogo chiamato Galguch sia fatta una chiesa di Nostra Donna in volto: ha coperto do chiese, una di Simeon Apostolo, l'altra di S. Zuan Battista con tre cappelle, et li dà il modo di farle al modo italian, e così hanno fatto.
Delle sue entrate non posso bene intendere: tol la decima di tutte le entrade; gli Armeni pagano uno ducato per testa che sono grandissimo numero. Li signori, a beneplacito di questo signore, li mette e dismette alle sue zenti e castelli, li quali secondo la signorìa che hanno, quando il signor li chiama sono obbligati di venir con certo numero di cavalli et huomini secondo le sue rendite, e così vengono; le zente d'armi sono pagate a ragion di anno, et hanno le paghe di mesi sei in mesi sei, et da per homo col cavallo da ducati 40 fin a 60 secondo li homini, all'anno; et benchè dica, Serenissimo Principe, che questo illustre signore potrà fare un milione di huomini et al presente abbia in campo homini 300,000, di questo la non la si meravigli: perchè come ho detto la lettera di V. Serenità de 9 Fevrer 1473 non fu lettera, ma fu lo Spirito Santo. Questo ill.mo signore non pretendeva per lui venir zoso, ma andar alla volta di levante; et ho saputo per buona via da principali signori, che questo illustrissimo signore, la venuta del veneto ambassador reputava un sogno, per essere il paese della Signorìa lontanissimo, et dopo che venne questa santissima lettera, il signore che avea allora persone 100,000, veduta la ditta lettera, la quale ricevè addì 12 jugno, si deliberò di venire contro l'Othoman.
In questi zorni è venuto un ambassator del Soldan a Ongurlu bei fio di questo ill.mo signore, et al signor Caraman, ad esortar quelli s'interpona con questo ill.mo signore di far paze col Soldan,[135] e vuol far tutto quello piace a questo ill.mo signore, l'ha mandà al Soldan un suo ambassatore per questa facenda per quel che mi dice il Caraman, ma temo la pace non seguirà. Nec alia. Alla grazia di Vostra Serenità mi raccomando. Data nel felicissimo Campo di Ussun Cassan in le campagne di Erzignan addì 27 luio 1473. Excellentissimae Dominationis vestre, Caterinus Zeno.