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Copia di una relatione facta per dom. Costantin Laschari, stato al Charaman per nome della Signorìa Nostra, narra delle cosse del Sophì, le quali furono lette in Collegio ed in Pregadi.
Ser.mo ed ill.mo principe, et excell.mi signori, post debitas comendationes io Costantin Laschari bon servidor di questa signorìa, per obedir a quella, che dovessi diponer in scriptura zercha ale cosse imposte per Vostra Serenità de le cose del sig. Caraman de inde del sig. Sophì el qual è principe de tuta la Persia, chel ser.mo imperador Uxon Cassan dominava: et prima zonto a Tarsus che fo adì 16 marzo, subito mandai uno messo a Tauris al sig. Caraman con letere di V. S. facendoli intender tanto quanto per questa signorìa me està imposto, de lo qual sig. ebbi aviso, siccome alla S. V. io ho scrito, et subito mi partii de Tarsus per andar a trovarme con el dito sig. el qual trovai in Astankief lontan da Tauris zornate 15 con circa cavalli 300; fate le debite revisitation da parte de Vostra Serenità narandoli quanto questa signoria era disposta a darli ogni favor et ajuto contro il Turco, azò potesse esser ritornato in suo stato, de che sua sig.ª ne ricevette grandissima consolation et insieme cavalchassemo in verso Aleppo, in la qual terra stessemo insieme zorni 5, et dapoi molti consulti e rasonamenti fatti insieme la sua sig.ª deliberò mandar uno ambassador in Cypro a le exellentie[154] de quelli rectori de V. S., i qual invero i ha fato bona acoglientia al dito amb. et della promessa fatta al suo signor de artelaria et galie, che ne altra cossa desiderava questo signor; et tanto più chel signor Sophì li comesse che dovesse vegnir verso la Caramania che etiam lui li veniva drieto per metterlo in signoria, lo qual sig. Caraman et da tuta la sua zente fu certificato aver cavalcato insieme col sig. Sophì tre zornade in verso alo paexe del Turco, con tuto lo suo exercito per esser el primo per discaziar quel signor, el qual è debilissimo e no po far 5000 combattenti gente inesperta et mal in ordine in arme, et poi quanto sera in Amasia fara deliberation per qual strada debba entrar in Caramania per esser tre et quattro passi; la potentia del qual signor Sophì, è de combattenti 80m. tra a cavalo e a piedi, zente persiana di gran experientia de guerra, ben armadi de armadure per loro e per li cavali, però chel fior de armadure che son al Cayro per li schiavi se trazeno de la Persia de una cità che se chiama Siras, de che Serenissimo Principe me ho voluto ben far certo non tanto del signor Caraman quanto de tute le sue gente come etiam d'altre persone venute da Persia, che tute si acordano de questa potentia et esser cussi ben in ordine, però che andava contro la casa ottomana come heretichi dalla fede macometana, et usurpatori del stato di molti signori macometani, et che se intendeva con quella ill.ma signoria, et per lui chel dito sig. Caraman narandoli quanto per vostra Serenità li avea dechiarito; praeterea el dito signor Sophì havanti che partisse de la Persia per ogni rispeto el per tolerse davanti li occhi tutti li sospetti che poteva haver, preseno con le sue forze tuti quelli signori che erano in la Persia di nº 80 in 90, et feceli tagliar la testa e a tuti i soi figlioli fin in terzo grado, la qual cosa piasete a tutti li popoli per le gran tirannie che fevano et mazimamente ali merchadanti insuper al signor Soldano del qual non hanno niun favor; et trovandomi in Aleppo ie le vidi tornar dal Cayro con 25 cavali e andar in verso Amasia per trovarse con quello altro signor molto mal contento; et quanto questi doi signori insieme zoè d'Amasia et de Tauris con tutti li favori che possano mai aver non porano far cavali 7 in 8m; ben è vero ser.mo principe chel Gran turco avea mandato nuovo fiolo con potente hoste, chi diceva di 30 mille, chi di 40 mille, in soccorso de questi do signori che per el parlar dil signor di Caramania et de altre zente che venivano de Persia el signor Sophì con lo suo exercito gera più potente di quello che se stimava, et ben in ordine e tanto più quanto[155] l'andava per la fede contra questi eretici ottomani di poca fede, usurpadori de molto stato, et che senza alcun dubio li teniva aver vitoria. Ser.mo Principe sopra tutte le altre cosse ho voluto aver bona information de questo sig. Sophì: esso è in ordine di danari, de che de cadaun me fu certifichato aver grandissima ricchezza, prima pel il gran paese che possiede preterea aver tolto gran facultà di questi signori che ha fato morir, et esser signor di gran justizia et liberal con tutti, homo de anni 20 in 22 molto prospero, ha uno suo fradello de anni 11 in 12 lassato a Tauris, et una sorella chel prometeva darla per mojer al sig. Caraman. Questo signor Sophì è molto afezionato a questa sua setta che è una certa religione catholica a lor modo, in discordantia de la opinion del suo propheta Macometto et Omar, che fo suo discipulo, et questo Sophì aderisse ala opinion de Alì che fu pure discipol del profeta. Tamen in articulo di loro fede erano dissidenti come se pol dir fosseno al tempo di san Piero et de altri pontifici gli Ariani, che benchè cristiani, tamen erano eretici; concludo Ser.mo Principe che a juditio mio se la persona del Gran turco con potentissima hoste et lui in persona non vien a scontrarse con questo Sophì vedo in pericolo esser discaziato de la Caramania et a tempo nuovo andar più oltra. Apresso ali altri favori di questo Sophì se atrova in lo paexe del Turcho gran copia di gente di la opinion di questo Sophì, che son certo che si acosteranno a lui. Ser.mo prencipe non voglio restar con ogni debita reverentia dir che atrovandomi in Tarsus a questo mio viazo, da molti et molti subditi del signor Caraman fui certificato veramente chel fiolo del Gran turco primogenito che si trova in Caramania in la terra de Cogno, havendo suo padre mandò per lui per averlo suspeto non volse andar, anzi quando el Caraman ala prima volta venne in quel paexe el fugì e abandonò el paexe et lassò chel Caraman fesse el suo corso; et dapoi chel Caraman, per non se poder mantegnir contra la gente ottomana, e fu ritornato a la Caramania del dito locho de Cogno, el al continuo ha scrito al sig. Caraman che debba vegnir che lui è contento chel toglia el paexe el se fassa signor, et etiam el fradelo che è in Amasia ha fato la experentia per metter le man addosso. Ser.mo prencipe se la Vostra Ser.tà parlando sempre reverentemente non desprezia questo mio parlar, perche io ho gran famigliarità con questo fiolo del Turco, che avanti questa guerra el mio exercitio jera de andar marchadante in quelle parte, e più volte parlando de la Vostra Signoria me motteggiò: che se questa signorìa di Venetia vorà me ne[156] anderò a trovarla perche congosco che mio padre e miei fradeli zercha de metterme la man adosso per farme morir, aziò che dapoi come primo genito non abia reame et qualche volta ho parlato di questo in Cypro ala bona memoria di ms. Marin Malipiero. È vero Ser.mo Prencipe che questo signor è homo forte, e mandava spesse volte in Cypro per toler porchi, che lui mangiava che è contra la fede macometana, et ultimamente suo padre feze impichar sei subaschi, et molti altri signori de la sua porta che consentiva questa cossa, suplicando di summa gratia che la vostra ser.tà me debia despazar presto a cazone che possa tornar in casa mia o veramente dove me comanda vostra ser.tà; et cussi me voglia aver per riccomandato et guardar me con l'occhio di la pietà a tanti pericoli che ho corso per quest'impresa per avanti, et maximamente in questo viazo, de perder la vita et esser scortigato, et son cargo di fioli, et per queste guerre in Turchia ho avuto gran danno et romaxi povero et mendico, ala gratia di la qual come bon servitor me raccomando (scrita adì 14 octob. 1502 in Venetia) humilissimo servitor di la Sig.ª Vostra, Costantino Lascari.