Guglielmo Berchet
La Repubblica di Venezia e la Persia
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DOCUMENTO XXIV.

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DOCUMENTO XXIV.

1570, 30 ottobre.

Al Serenissimo Imperator dei Persiani.

Sapendo noi quanto dispiaccia alla Maestà Vostra le cose ingiuste, e che un principe manchi di fede all'altro senza alcuna causa, havemo voluto con queste lettere e con la viva voce del fedelissimo secretario nostro Vincenzo de Alessandri apportatore di esse, far sapere a Vostra Maestà come il presente imperatore dei Turchi in Costantinopoli sultan Selim, havendo con solennissimo giuramento confirmata la pace che per molti anni ha avuta la signoria nostra con il signor suo padre: non havendo alcun rispetto de romper la sua parola, ne ha mossa la guerra con mandar la sua armata e molta gente da terra a combatter il regno nostro de Cipro, et altre genti in Albania et Dalmatia, contro le nostre città; et questo senza averne avuto pur una minima causa. Noi all'incontro havemo fatto una grande armata, e messe insieme genti da piedi e da cavallo per difendersi gagliardamente con l'ajuto di Dio, e li altri principi christiani ancora se preparano, et già il pontefice et il re di Spagna hanno congiunte le loro forze con le nostre talmente che si farà la guerra a questo comune inimico, qual non osserva fede ad alcuno; et tanto conserva l'amicitia con uno, quanto li torna a proposito per batter un altro, siccome fa al presente, che simula di esser amico di Vostra Maestà per poter combatter con noi christiani senza aver timor delle vittoriosissime armi di Vostra Maestà, ma l'animo suo è cattivo contro di lei, et quando non fosse travagliato dalle forze dei christiani cercheria di travagliar li sudditi di Vostra Maestà, la qual essendo prudentissima, et conoscendo molto bene l'animo che ha questo signor, de inimico, non manco contra di lei che contro di noi, saprà ben prender l'occasione, hora che detto signor è occupato con le sue forze in queste nostre bande, di far dalla sua parte quei acquisti che li saranno facilissimi, si perchè il sig. Turco non potrà resistere alle potentissime forze di V. M., massimamente a questo tempo che è combattuto dalle armi christiane, sì perchè la maggior parte dei sudditi[163] di esso Turco sono devotissimi al nome della imperial Maestà Vostra. Noi con le forze degli altri principi christiani, faremo dal canto nostro una gagliarda guerra, in modo che movendosi anco la Maestà Vostra si esser certi da ogni parte aver vittoria, et che sarà con perpetua gloria del potentissimo suo nome, con grandezza et ampliatione del suo impero, et la Signorìa nostra insieme con tutta la cristianità resterà obbligatissima alla imperial Maestà Vostra, secondo che più ampiamente le narrerà il predetto fedelissimo secretario nostro, alle parole del qual la si degnerà prestar fede come farebbe a noi medesimi. Et li anni soi sieno longhi et felicissimi.

De parte

21

De non

0

Non sincere

1

Parti secrete; ibid.


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