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Chi avrebbe mai detto a Renzo, qualche ora prima, ch'egli si sarebbe finalmente ritrovato in presenza della sua adorata Lucia? Che avrebbe riveduta proprio lei, benché isvenuta, in quel suo delizioso «deshabillé» di «crepe Georgette», con que' suoi dolci capelli scuri e morbidi che avevano i riflessi metallici dell'ondulazione permanente, con quel perfetto «maquillage» che dava alla sua pelle, già vellutata per natura, una trasparenza di bianchissima camelia, con que' suoi polsi carichi di braccialetti acquistati a prezzo di chissà quali fatiche, con quelle sue unghie a mandorla, smaltate d'un rosso fiammeggiante, nel quale pareva esprimersi tutto l'ardore amoroso della 'sua gioventù in pieno fiore?
Staccatosi alfine dalla finestra, ove si era trattenuto un lungo istante, meditabondo e truce, dopo aver lanciato all'odiato rivale l'ultimo guanto di sfida, egli non ebbe altro pensiero che di lei, e premurosamente si avvicinò alla poltrona dove Lucia, grazie alle cure delle amiche e di donna Prassede, andava a poco a poco riprendendo conoscenza. Egli s'inginocchiò al suo fianco, le prese una mano, ed incominciò a baciarla.
- Lucia! v'ho trovata! vi trovo! siete proprio voi! siete viva! - esclamava Renzo tratto tratto, con una voce gonfia di palpiti.
Temendo ch'egli le avesse presa la mano con l'intenzione di portarle via un braccialetto, Lucia rinvenne completamente. Guardò il suo fidanzato, che in fin de' conti era piuttosto un bel giovine,, e fece una smorfia da scimmietta capricciosa, con l'aria quasi di voler dire «Se non e i fosse di mezzo il voto, un capriccetto con lui me lo pagherei volentieri!».
Ma non disse questo; e ritirando la sua mano inanellata e imbraccialettata, esclamò invece, con un tono di fredda convenienza:
- È un pezzo che non ci rivediamo, signor Tramaglino. Che buon vento vi mena da queste para?
- Signor Tramaglino?... Voi mi chiamate signor Tramaglino... - proruppe il nostro Antonio Rivolta, che aveva quasi dimenticato il proprio cognome originario.
- Io mi ricordo che questo era il vostro nome alcun tempo fa... - disse Lucy, Lucette o Lucia, con simulata innocenza.
- Ed era un nome, - esclamò Antonio Rivolta, - che doveva, ahimè lasso! divenire anche il vostro.
- La fatalità non volle... Amico mio, rinunziamo, vi prego, a rimestare nel passato!... Ah, il peso dei ricordi!...
- Non mi amate voi dunque più?
- L'amore... cos'è mai l'amore?... Ah, mon Dieu! come la vita trasforma gli esseri che furon tutto l'uno per altro... Quando pronunzio il vostro nome, signor Tramaglino...
- Mi chiamo Antonio Rivolta. È più prudente chiamarmi Antonio Rivolta.
- Per me no. Tramaglino vi conobbi, e Tramaglino per me rimanete. Anch'io non son più quella d'una volta. Voi mi trovate ora sotto questi panni... o meglio, senza questi panni; ma...
- Non ditemi nulla!... non ditemi nulla... È troppo! Il mio cuore si spezza!... Vi ho attesa, vi ho cercata; vi ritrovo in una casa di stranieri, più bella, più desiderabile che mai non foste!... Come vi amo! Come vorrei trascorrere con voi una lunga notte, sino all'alba, sino alle dieci del mattino, sino alle due del pomeriggio... ed anche oltre, oltre, oltre!.,. - Fece una pausa, chinando gli occhi a terra come un fanciullo; poi soggiunse: - Ma forse avete altri impegni...
- No, amico mio; questa sera no. Ma non posso... veramente non posso. Fuori di qui, domani, quando vorrete... ma qui no. Qui no... qui no!... C'è una regola in questa casa... e donna Prassede non transige.
- Che regola? - fece Renzo Tramaglino arricciando il naso di Antonio Rivolta.
- Ahimè, sì! Poiché siamo rimasti soli, vi parlo a cuore aperto, amico mio... - Lucia si fece rossa in volto come una verginella, poi sospirò: - Se non pagaste voi, che purtroppo non ne avete l'abitudine, dovrei pagare io...
- E quanto? - fece Antonio Renzo Tramaglino Rivolta, deliberato a tutti gli spropositi.
La deliziosa Lucette si piegò all'orecchio del suo fidanzato, e con un soffio di voce appena intelligibile mormorò una cifra. Poi aggiunse: - La vita costa caro, purtroppo, e le materie prime sono tutte in rialzo.
Renzo Antonio Tramaglino Rivolta estrasse il portafogli. Lucy, Lucette o Lucia, sbirciando le banconote in esso contenute, e che il leccobardo fingeva di estrarre, supplicava, pudica, tendendo le due braccia:
- No, no, no....
Renzantonio Tramaglino Rivolta si rimise in tasca il portafogli. Lucy, Lucette o Lucia fu li lì per lasciarsi cogliere da un altro svenimento.
In quel mentre, dopo aver battuto discretamente all'uscio, entrava una servidoressa, portando la carta dei vini spumanti.
- Vi piace secco o amabile?... - fece Renzo.
- Cosa?
- Lo Champagne.
- Ma che domande son queste, signor Tramaglino?... Secco, secco,secco!
La servidoressa mise una tovaglia e due asciugamani sopra una tavola; poi se ne andò.
- Ma come? Servono lo Champagne con gli asciugamani in questa casa?
- Già, è vero!... Non ho mai capito il perché. Continuate, amico mio, a parlarmi della vostra vita. Che mestiere fate ora?
- No!... ma dite sul serio?... L'agente di cambio?
- Perché meravigliarsene tanto? È un mestiere comodo, qualchevolta lucroso.
- Allora siete ricco?
- Oh, Dio!... Ford è probabilmente più ricco di me... ciò non toglie che...
La servidoressa entrava portando lo Champagne in un secchio d'argento, fregiato con le armi di donna Prassede, la quale stava cenando in un'altra stanza, con le sue allieve, con suo marito e con la piccola Fifi. La servidoressa fece saltare il tappo, rimise la bottiglia nel secchio, poi se n'andò.
- È un pezzo che non rivedete mia madre? - domandò Lucia.
- La santa donna? Sì, è un pezzo. Mi fece scrivere varie lettere dal suo turcimanno; ma da gran tempo non mi scrive più. Sono stato al paesello per rivedere voi e lei, per sapere almeno in quale angolo della terra potessi ripescarvi… e siete qui, adorata Lucia, fiamma di tutti i miei pensieri, luce di tutti i miei occhi!...
- Che c'è di nuovo al paesello?
- Vostra madre viaggia in incognito, con recapito provvisorio a Pasturo. La casa è chiusa; la mia vigna è affittata a un tale che non paga l'affitto. Don Abbondio fa una vita scostumatissima, da quando è morta Perpetua..Questa povera donna - chi lo avrebbe mai detto? - per amore di Rodolfo Valentino si è buttata giù dal Resegone. Voi, per me, non vi buttereste nemmeno su quel mucchio di cuscini....
- Perdonatemi Renzo: ho fatto un voto.
- Ma che, faccenda è questa del voto?
- Non ve lo scrisse mia madre, la santa donna? Un voto di verginità perpetua. Se lo infrangessi, la vendetta del cielo mi perseguirebbe.
- Ma come?... e vorreste farmi credere che da allora sino ad oggi siete rimasta pura come una colomba?
- Eh, ci mancherebbe altro! Ma il mio voto di verginità si riferisce unicamente a voi, Renzo. Non si può essere vergini con tutti, vi sembra? Basta esserlo con qualcuno.
- Il voto è grave, - ammise Renzo, - ma non è infrangibile.
- Come sarebbe a dire?
- Chiederemo la dispensa al cardinal Federigo, o, se ve ne sentite il coraggio, gli proporremo di sostituire il voto con un altro, venticinque volte più grave.
- Séguito a comprendere meno di prima.
Le coppe raggelate si colmavano e si vuotavano; si ricolmavano e si rivuotavano.
- Ascoltatemi bene, Lucia. Voi avete fatto voto di rimanere vergine sino alla morte, nei confronti d'un solo uomo: il povero sottoscritto; per tutti gli altri no.
- Vi ho già detto che anche nei voti non bisogna mai esagerare.
- D'accordo. Ma un voto così ferreo può solo annullarsi con un altro più terribile. Ve ne sentite voi la forza, Lucia?
- Questa forza sento di possederla, e vi ascolto.
- Orbene, mia adorata. Noi proporremo al cardinal Federigo una lista di venticinque uomini, con nome, cognome, indirizzo e numero del telefono, di fronte ai quali voi v'impegnate, vita natural durante, a rimaner vergine, s'egli consente a liberare la vostra verginità dall'unica e scellerata ipoteca che ora la grava. Il venticinque per uno, anche in materia di voti, mi sembra un interesse ragionevole. Che ne dite?
- Non si potrebbe telefonare sùbito al cardinale Federigo?
- Proviamo.
Il Cardinale, quella notte, era dà eccellente umore; accordò la dispensa telefonicamente, e concesse che la lista dei venticinque capri espiatori gli venisse presentata entro un mese.