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CAPITOLO XVI
- Scappa, scappa, galantuomo! Lì c'è un convento; ecco là una chiesa; di qui! di là! - si grida a Renzo da ogni parte.
In quanto allo scappare, pensate se aveva bisogno di consigli. Un bel fuggir non fu mai scritto, dice il proverbio; e i proverbi sono il senno dei popoli. Uomo di pronto consiglio, Renzo decise lì per lì di recarsi a Bergamo, da quel cotal suo parente, se ve ne rammentate, che si chiamava Bortolo.
Sennonché, andare a Bergamo, gli è più presto detto che fatto, quando, in primo luogo, non si conosce la strada, e in secondo si teme di riavere indi a poco i birri alle spalle.
Fortuna volle che in quel frangente egli vedesse poco discosto da sé un inglese, il quale sottobraccio aveva il Baedecker. Gli si accostò, e disse:
- Di grazia, quel signore, da che parte si va per andare a Bergamo?
- Si va da Cook and Son, - rispose il britanno; - si compera un biglietto circolare di prima classe per le ferrovie dell'Alta Italia; con quello in tasca si noleggia un taxi, e ci si reca di filato a Bergamo.
- Grazie tante, ho capito, - rispose Renzo; e su le indicazioni precise del britanno mise le gambe in ispalla per avviarsi alla volta di Bergamo.
Un po' impacciato dalla sottana della contessa Maffei, ch'erasi dileguata frammezzo alla folla, e della quale il nostro Manoscritto non dà più notizie, in capo d'alcune ore di marcia il nostro buon villico giunse ad una porta della città che doveva essere quella da dove, per l'appunto, erasi dipartito.
C'era, proprio sul passo, un mucchio di gabellini, e, per rinforzo, anche de' micheletti spagnoli; un de' quali, veduta quella vaga popola, sì robusta e aitante, andarsene da sola, con la sottana fasciata intorno all'anche, le diede al passaggio un amorevole pizzicotto in quelle parti ove il tacere è bello.
Cammina, cammina, trova cascine, trova villaggi, tira innanzi senza domandarne il nome; è certo d'allontanarsi da Milano, spera d'andar verso Bergamo; questo gli basta per ora.
E cammina, e cammina, e cammina, e cammina (il Manoscritto ripete questa parola 42 volte) gli venne finalmente il dubbio di aver sbagliato strada. Provava bensì una certa ripugnanza a metter fuori quella parola «Bergamo», come se avesse un non so che di sospetto, di sfacciato, di gozzuto, di riprovevole, di osceno, imperocché gli sovvenne che già da' suoi tempi Dante aveva creduto opportuno di mettere ognuno su l'avviso con la sua celebre invettiva
Ahi Bergamo, vituperio delle genti
del bel paese là dove il sì suona....
Tuttavia comprese che non si poteva far di meno, e risolvette dunque di rivolgersi, come aveva fatto in Milano, al primo viandante la cui fisonomia gli andasse a genio. Ma già frattanto era discesa la sera, i viandanti si facevan radi e sospettosi, ond'egli erasi ormai persuaso di dover passare la notte fra i campi.
E mentre così fra sé stesso iva pensando, alle grandi sommosse che si fanno in Milano per una festuca di paglia, e alle gambe della contessa Maffei, e a Pier delle Vigne, e a Castruccio Castracane, e ad altri personaggi illustri le cui ombre a vicenda lo accompagnavano in quel disperato suo camminare, avvennegli d'incontrarsi con un santo uomo di chiesa, certo il parroco d'uno dei villaggi di cui s'incominciavano a vedere i lumi tremolanti nella buia distanza, ed a questi il buon giovine si accostò, pieno di confidenza in quei talari paludamenti.
- Di grazia, quel reverendo, vorrebbe dirmi da che parte si va per andare a Bergamo?
L'uomo di Dio, sorpreso da quella voce in mezzo all'oscurità, ebbe dapprima un sussulto come di persona intimorita; ma vista poi la sottana ed il boa della contessa Maffei, nonostante la voce un po' grossa che aveva il nostro lecchirioto, lecchigero, o leccheronzolese che dir si voglia, tosto riprese animo, ed anzi, prima di rispondere, si guardò intorno, per vedere se lungo il viottolo fosse per sopravvenire gente alcuna.
Ma poiché nessun vivente aspetto conturbava la serena pace dei campi, il buon curato, chiuso il breviario, si fermò a guardare l'aitante pecorella smarrita. Poi disse
Il ponte al quale certo intendeva di far allusione il sant'uomo doveva esser quello di Cassano o di Canonica d'Adda, che appunto è necessario valicare tra il Ducato di Milano e l'Impero di Bergamo.
- Ahimè!... - gemette Renzo, pervaso dai neri presentimenti della lunga strada che gli rimaneva da percorrere; e così gemendo, lasciossi cadere sur una pietra.
Il curato non seppe reggere a tanto cordoglio; e viste le gambe leggermente pelose del nostro buon villico uscir di tra la balza della sottana, lasciossi cadere a sua volta su la proda del campo, e con parolette, e con gesti, e con carezze, e tentazioni d'ogni genere, tentava d'indurre l'inesperta fanciulla a perdere il fiore ascoso della sua leccobarda virtù.
Il nostro buon villico, dibattuto fra l'onta di dover rivelare l'esser suo, e quella di dover patire una dolce violenza, la quale per lo innanzi non gli era mai capitata, più non sapeva in qual decente modo comportarsi, e pertanto lo teneva a bada nascondendosi la faccia tremebonda e i biondi mostacci nel boa della contessa Maffei.
Ma poiché il sant'uomo gli faceva proposte così empie che avrebbero fatto arrossir dalla vergogna un sergente dei micheletti spagnoli, il nostro buon Renzo, non sapendo come altrimenti cavarsi d'impaccio, mandò il sant'uomo con un paio di pedate formidabili a rotolare in un fosso.