Guido da Verona
I promessi sposi (parodia)
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CAPITOLO XIX

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CAPITOLO XIX

 

Chi, vedendo in un campo mal coltivato, un'erbaccia, per esempio un bel lapazio, volesse proprio sapere se sia venuto da un seme maturato nel campo stesso, o portatovici dal vento, o lasciatovici cader da un uccello, per quanto ci pensasse, non ne verrebbe mai ad una conclusione.

Chi, vedendo in un gruppo di fanciulle popolane un tipetto fuori dal comune, per esempio una bella civettuolina, più adorna e più fina delle altre, che avesse l'aria di una vera contessina, volesse proprio sapere se sia venuta proprio da un seme maturato nel giusto letto di sua madre, o portatovici dal vento, o lasciatovici cadere da un uccello di passaggio, per quanto ci indagasse, non ne verrebbe mai a capo di niente.

Chi, vedendo in un bel gruppo di frati cappuccini, un frataccio, più canuto e più sant'uomo degli altri, doversi prendere l'obbedienza di partirsene pedibus calcantibus per Rimini, a predicarvi la Quaresima, come fu il caso che avvenne a fra Cristoforo da Pescarenico, volesse proprio sapere se tale ordine fosse venuto in mente al Padre Provinciale di sua spontanea volontà, o per suggerimento dell'Altissimo, o per gli intrighi del conte Attilio e del suo potente patrono il Conte-Zio, non ne verrebbe mai a capo di niente.

Il fatto certo si è che fra Cristoforo, la sera in cui giunse a Pescarenico un cappuccino di Milano, con un plico per il padre guardiano, e con dentro l'obbedienza per fra Cristoforo, questi andò alla sua cella, prese la sporta, vi ripose il breviario, il suo quaresimale, e il pane del perdono, s'allacciò la tonaca con la sua cintura di pelle, si licenziò dai confratelli che si trovavano in convento, andò da ultimo a prendere la benedizione del guardiano, e, col compagno, prese la strada che gli era stata prescritta.

Abbiamo detto che don Rodrigo, intestato più che mai di venire a fine della sua bella impresa, s'era risoluto di cercare il soccorso d'un terribile uomo. Di costui non possiamo dare né il nome, né il cognome, né un titolo, e nemmeno formare congetture sopra nulla di tutto ciò: cosa tanto più strana, inquantoché del personaggio troviamo memoria in più di un libro (libri stampati, dico) di quel tempo. Essendoci pertanto rivolti al celebre detective Ferrari, abbiamo risaputo in un batter d'occhio chi egli fosse: cioè Francesco Bernardino Visconti, feudatario di Brignano Geradadda. Ma noi, per non far torto al nostro Manoscritto, ed anche un poco per timore di rappresaglie da parte del temutissimo signore, (benché taluni assicurino ch'egli sia morto già da secoli) converremo di chiamarlo l'innominato.

Una mattina, don Rodrigo uscì a cavallo, in treno da caccia, con una piccola scorta di bravi a piedi, il Griso alla staffa, quattro altri in coda; e s'avviò al castello dell'Innominato.

 

 

 


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