Guido da Verona
Sciogli la treccia, Maria Maddalena
Lettura del testo

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«Sì, Madlen, le leggende sono belle come la storia o, per lo meno, la storia non è altro che una continua leggenda. Ed io vi consiglio, Madlen, di non avere inutili curiosità; vi consiglio di non indagare mai cosa è vero e cosa non è vero nei documenti memorabili che di età in età si tramandano gli uomini. Se non ci fosse qualche poeta in mezzo a questa eterna gazzarra di giocolieri e di mercanti che per nove decimi compongono la fiera umana, se non nascesse in ogni età qualche divino illusionista, il quale riesce a colorire di sogno la volgare giunterìa dell'esistenza, oh, cosa mai sarebbe, Madlen, questa buia terra nostra, piena di templi ove si vende Cristo e di postriboli ove si vende l'amore?

Sì, Madlen, lasciate cantare le leggende!... Sono ancora ciò che di più bello noi udremo, in mezzo alle indecenti verità della vita, in mezzo ai cenci ed agli orpelli degli istrioni che recitano la giornaliera commedia umana. Lasciate cantare le leggende, sorgere dai pascoli e dalle catapecchie gli inventori di paradisi!... Questo è ciò che importa. Madlen: - ascoltare una bella favola e credere, come assorti fanciulli, nella divina impossibilità.

Lasciamo ai geometri l'esattezza; per noi basti un poco d'ideale. Vadano gli archeologi ed i conservatori di musei a disturbare le mummie o compulsare i palinsesti: - noi continueremo a credere nei miti. La critica storica non potrà che farci sorridere, come un triste giocattolo di vecchi bambini. La «Weltanschauung24» de' filosofi tedeschi e le inestirpabili «Categorie» di quel loico atroce che fu il signor Emanuele Kant, noi le terremo nella tasca del soprabito, come un goffo e pretenzioso Baedecker ad uso dei provinciali moderni che amano viaggiare nell'infinito. Ma su la dolce nostra terra fiorita, noi sempre andremo in cerca di provare qualche brivido, - e questo è ciò che importa.

Perchè noi veniamo dalle città piene di baccanali, dai teatri furiosi di luce, dai transatlantici che portano con campi da golf e sale da ballo; veniamo dalle inesorabili esperienze di quella vita senza catene che non può tutta contenersi nel puzzo di rinchiuso d'un'aula universitaria sul panno macchiato d'inchiostro d'una tarlata scrivania; noi siamo i profani di tutte le cose, ma insieme i perfetti nel vivere, cui nessuno può nulla insegnare; noi veramente sappiamo conoscere quali fiori mandano profumo nei giardini della vita, e di questi, non d'altri, per noi tesseremo la nostra conviviale ghirlanda.

Voi che vestirono le divine abbigliatrici di Francia, con tutto il sogno che può comporre la trama del più sottile telaio, con tutta la lievità che può essere nella morbidezza della pelliccia e dalla piuma, voi che tempestarono di prodigiose fiamme i pazzi gioiellieri, e sovra ogni cosa che toccò la vostra mano lasciaste un poco di profumo, voi ora entrerete con me nella valle de' cancerosi e degli sciancati, vedrete l'immenso dolore della carne umana, offenderete i vostri occhi pieni di lucente impurità con lo spettacolo di tutte le contaminazioni.

E gli anelli vostri, che brillarono sui tavolieri ambigui delle tavole da giuoco, tremeranno per un attimo dentro la polla dell'Acqua Incantata, e curverete sotto i portici di questa vecchia buia Lourdes la fronte vostra di cortigiana che non si diede, la bocca vostra di vergine che amò patire ogni offesa, e forse conoscerete ancora una ebbrezza ultima: - quella di sentirvi crudelmente gaudiosa in mezzo a questa pena infinita.

E forse voi comprenderete, Madlen - ed io pure sentirò con voi - che due sono le maniere di vivere; due strade conducono ugualmente verso la tomba: il piacere, da un lato; dall'altro la genuflessione.

Or io vi conduco ad intendere la ricchezza di chi non possiede, la gioia di chi solo può essere incatenato al patimento, la voluttà meravigliosa dell'astinenza, il sogno dei traditi.

Voi mi diceste una sera, - la sera che io vi conobbi, tra il rumor dell'oro e le musiche dei pazzi violini: - «Ma voi che avete scritto qualche libro, forse qualche libro d'amore, perchè venite così lontano, in questa città piena di perdizione, ad avvelenare nelle case da giuoco il vostro cuore che ama l'Atlantico?...»

Ecco, ed ora vi rispondo:

«Io vado, traverso il piacere, Madlen, in cerca della genuflessione

 

 





24 Nell'originale "Weltanschaung". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



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