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Così un giorno era entrato il pallido Galileo nel Tempio della dissoluta Gerusalemme, ed aveva gridato: - Fuori i mercanti! Fuori i simoniáci! Siano distrutti i banchi dei venditori di Dio!
E con la sua mano scarna, e con la sua forza debole, aveva egli stesso rovesciate le tavole, disperse le mercanzie, vuotate sul pavimento le borse degli attoniti Farisei.
Ma ora chi entrerebbe a disperdere i mercanti della nuova Gerusalemme? Chi apparirebbe su la scena del teatro dove si rappresenta il dramma dell'umano dolore, a dire, come diceva il Battista: - «Uscite fuori dai tuguri, o percossi da tutte le sventure! Adesso è venuto il Messia vestito di bianco, il Redentore dalla mano trasparente, l'Annunziato nelle visioni dei Profeti, Quegli che parla coi doganieri ed amano le belle cortigiane, il Salvatore nostro, l'Uomo di tutte le penitenze, la Carne di Dio»?...