Guido da Verona
Sciogli la treccia, Maria Maddalena
Lettura del testo

54

«»

«Signore mio Lord Pepe, non posso che darvi ragione. Lourdes è una triste fiera dei miracoli, dove si vende Cristo e si esorcizzano le piaghe de' cristiani; una bottega di atroce medievalità, ove governan senza pudore il fanatismo e la superstizione. Questa insolente impresa di alberghi e di monasteri, di ceramica sacra e di candele istoriate, ha per sua fondatrice involontaria la figlia d'un povero mugnaio, che disturbò notevolmente, con il rumore de' suoi miracoli, gli ozî parigini del terzo Napoleone.

Signore mio Lord Pepe, voi siete - come io ben conosco - l'ultimo rampollo di una vecchia gente cristianissima, e siete un gagliardo possessore di femmine disoneste, un fino artefice del lieto vivere, un amabile fanatico della religione di Vatel: - questa buia Lourdes, invasa di storpi e di catecúmeni, certo non è il teatro che si conviene ad un giovine hidalgo pari vostro. Sebbene imbevuto di ortodossìa fin dentro le midolle degli ossi, pur, nel cattolico epicureismo del vostro felice ubi consistam, non è luogo per l'umano dolore. Il senso del mondo per voi si compendia - unica teologia - nel perfetto piacere.

Signore mio Lord Pepe, voi siete un vero credente.

Nel passare davanti ai tabernacoli non dimenticate il segno della croce; per istrada lasciate il passo al maestoso clero cattolico; fors'anche recitate il Pater e l'Ave, ogni sera, prima di coricarvi con Litzine. Gesù Cristo vi serve inoltre a formulare qualche sonora e pittoresca bestemmia; la vostra fede, altrettanto superficiale quanto inestirpabile, vi aprirà la via del Paradiso, allorchè, al termine di tutte le gioie della vita, voi pure dovrete comporre la vostra spoglia elegante in un freddo cimitero.

I pellegrinaggi, la follìa mistica, il traffico delle mercanzìe religiose, la Fontana dei Miracoli: - ecco, signore mio Lord Pepe, un certo numero di cattoliche seccature, alle quali, voi credente, preferite i miracoli dello scomunicato baccarà. Per avere il capriccio di strofinarsi a que' mille contaminati, bisognava esser pazzi come la folle Madlen, od essere - voi dicevate Lord Pepe - «un extraño caballero como Usted

Orbene, in questo gran disordine della fiera umana, quali dovremo noi scegliere, per disciplina dello spirito nostro, fra i sacri ed i profani mercanti di paradisi? Chi è nel giusto? chi è più presso alla vena d'oro, fra questi cercatori di felicità?

Gli uni e gli altri méntono; questi e quelli méntono. La vita è una volgare sciocchezza. Mente il dolore, mente il piacere.

Lasciate gemere le campane, cantare le orchestre: tutto questo non è in fondo che un po' di rumore...

Si passa, Lord Pepe. La strada è ciò che importa; la polvere della strada è ciò che pesa; voi sarete un uomo giusto quando saprete perdonare al mondo l'infinita sua vanità.

Perchè sorridete ora, vedendo migliaia di pellegrini che vanno ad intinger le dita nella Fontana della rupe di Massabielle? Vanno ad ubbriacarsi d'un sogno, - il sogno dell'umile pascolatrice - e tutti camminando cantano:

- Libera nos a malo, Sancta Dei Genitrix...

Si passa, Lord Pepe!... Il sogno è ciò che importa; la delusione d'un sogno è ciò che pesa.

Ed io vi dico: - Non ridete; se davanti a noi cammina un vecchio uomo, scarno e gigantesco, tutto vestito di nero, col bracciale dei servi di Gesù e nel pugno un cero enorme che sembra la clava di Ercole...

Questo gigante non fa che ripetere con profonda umiltà:

- Libera nos a malo, Sancta Dei Genitrix...

Porta un solino di celluloide, i guanti bianchi, di buio cotone; la sua mascella scarna trema, tagliata nel mezzo dal colore falso de' suoi lunghi baffi tinti.

Non è che un pellegrino fra mille, una vecchia bestia paurosa e docile, un cristiano che regge col suo braccio stanco la pesante fiaccola bene istoriata, e prega, umile, infaticabile, con la mascella scarna che trema sotto i lunghi baffi tinti.

Ha forse una figlia inferma, un parente in agonìa, taluno de' suoi che marcisce dentro una barella oscillante, sopra una gruccia complicata; forse porta egli stesso un male giallo e nascosto che rode la sua vecchia carne o gli scava l'incurabile anima; forse non è che un devoto, un pio, l'uomo dai guanti bianchi di buio cotone, con il solino di celluloide, il bracciale dei servi di Gesù...

Signore mio Lord Pepe, siamo nel millenovecento dodici; la terra di Francia è una repubblica dove si coltiva il libero pensiero; le sue città infernali bruciano di fredda elettricità; l'oro d'ogni terra fluisce dietro le sue vetrine scintillanti; è il secolo nuovo dello Stato laico e della plebe tiranna; si muovono dalle catene infrante le orgogliose democrazie; gli altari divengono teatri; la giustizia è recitata con sfarzo da magnifici istrioni; è l'ora dei commerci terribili, delle ricchezze brutali, delle cáttedre positive, delle cliniche infallibili, dei laboratori onde forse uscirà, imprigionato nel crogiuolo di un divino alchimista, l'elettrone della vita... e v'è ancora un pellegrino di Cristo, che viene cantando alla Fontana di Lourdes, l'uomo dai guanti bianchi di buio cotone, con la mascella scarna che trema sotto i lunghi baffi tinti...

Sono centomila e centomila; vengono da tutte le chiese, affluiscono dalle corsìe degli incurabili, dalle galere di tutte le infermità; nei loro immobili occhi splende la follìa dei portatori di stígmate; nella loro carne macerata s'incidono le piaghe del Calvario; un paralitico si alza: e il popolo grida; i ciechi vedono, i muti parlano, i lebbrosi guariscono: - e il popolo grida; entro la piscina fredda e letale il cadavere assiderato riacquista il calore della vita... è il secolo di tutte le irriverenze: - cantate, o chiese di Lourdes!..

 

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on touch / multitouch device
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2011. Content in this page is licensed under a Creative Commons License