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La chiesa era bella; era tutta un arazzo d'argento, un portico d'oro; i ceri si moltiplicavan tremando nel fuoco del tesoro inaccessibile; da ogni pietra saliva in Cristo l'anima del pellegrino inginocchiato.
Ed io pure sentivo qualcosa di me uscire da questa mia pesante materia, che tutto soffrì e tutto volle, per alimentarsi di quell'anima grande che la folla tramandava, come se il principio della liberazione stesse per invadere la mia spiritualità non ancora trascendente. E questo senso della purificazione mistica era in me tanto più vuluttuoso, quanto più sentivo di essere vicino all'amore di una donna, e quanto più sentivo il braccio di questa mia donna impaurita tremare leggermente sotto il mio, quando, nella splendente Basilica, fra la turba infinita, ella era il solo profumo, la sola presenza che ancora potesse ricordarmi della mia vita lontana
Eppure, mai come allora, mai con uguale carnalità, avevo sentita la gioia della sua bellezza invadermi, l'ardore del suo desiderio possedermi, essere mio, confondersi nel tremore d'anima che pareva mi volesse dividere dalle gioie della vita.
Forse quest'amante, che non mi diedero le coppe lievi, ricolme di vini biondi, or mi darebbe la Chiesa dove l'organo balenante cantava, e mia diverrebbe davanti alla genuflessione di tutti i percossi, davanti alla miseria di tutti i pentiti, tra quell'incenso pregno d'immaterialità, che salendo in larghi vortici offuscava le gemme dell'idolo scintillante.
In una specie di sogno meraviglioso io pensavo alla liberazione dai sensi e pativo l'odore della sua carne, intravvedevo le altezze della mistica fedeltà e mi accorgevo del suo corpo ignudo, sentivo giungere insieme l'ora di partirmi da ogni desiderio e quella di godere il più logorante peccato.
Forse in lei, più profonda che in me stesso, era questa medesima duplicità, e le sue mani crudeli toccavano me, come un'amante cerca di comunicarsi al piacere dell'amante. Ne' suoi occhi pieni di nord non avevo mai veduta più ombra.
Non so perchè, in quel momento la immaginai qualora fosse morta - morta nella sua gioventù - ed immaginai di vederla giacere sovra un letto pieno di trine, seminuda, co' suoi capelli ancor segnati dall'ondulazione, con tutti i suoi vizi ancora evidenti su la pelle incipriata, e pensai come sarebbe stato lieve il peso di quel corpo da mettere nella bara...
Ma era viva, e diventerebbe vecchia, - una piccola vecchia gialla, col mento aguzzo, lo scheletro accartocciato... Il giorno del suo funerale, quando la porterebbero via, forse da tutti dimenticata, forse in miseria, qualcuno direbbe ch'era stata una prostituta; le darebbero, per marcire, due metri di terra santa...