Guido da Verona
Sciogli la treccia, Maria Maddalena
Lettura del testo

83

«»

Cosa udivo? - Erano i tisici che tossivano, i febbricitanti che battevano i denti, erano i cancerosi che si sentivan trafiggere dalle pugnalate interne, gli artritici che non sapevano dove tenere le membra gonfie, i tifosi che balbettavano sudando freddo, i pazzi che ridevano, con un riso gutturale, aspro e corto; erano le donne sterili che domandavan un figlio, i percossi dal ballo di San Vito che accompagnavano la propria danza con un ronzìo de' labbri simile ad un rumor di cicale, i gozzuti che facevano gorgogliare la propria melopea nella vescica enorme che pendeva dal loro mento; erano le fanciulle contaminate, che pregando mettevano a nudo i loro seni rôsi e bucherellati come alveari, ed i fetidi che trasudavano di umori viscidi, luccicanti come lumacature delle biscie, gli epilettici che incominciavano a tremar di convulsione, i ciechi che piangevano, lasciando colare dalle caverne degli occhi lagrime di nero sangue raggrumato: - era la voce di tutta la umana infermità che saliva nella invocazione del cantico:

- Ave, Regina Coeli, ultima nostra spes...

Un pazzo, dai capelli rossi, con due buchi nelle guance, con due grossi orecchini d'oro, faceva e disfaceva continuamente la sua floscia cravatta nera.

Due nani gemelli, congiunti per un braccio, vestiti come due pretini, senza la manica interna, s'inginocchiavano, s'alzavano insieme.

La monaca senza occhi, rigida come un fachiro, con le mani torte fin sotto i gomiti, cercava di pregare anch'ella battendo insieme i moncherini.

 

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on touch / multitouch device
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2011. Content in this page is licensed under a Creative Commons License