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Ed io non mi sentivo più un errante, perchè la mia casa eri tu; non un solitario, non un deluso, non un disperso da tutte le famiglie, perchè tu divenivi la mia solitudine, e la mia strada e la mia compagna eri tu. Adesso mi si destava nell'anima una grande malinconia, quasi una bontà nascosta, che non sapevo di portare in me. Avevo trovata un'anima nel tuo corpo giovine come il sole, e stando così presso alla tua bocca desiderata, meravigliosamente sentivo che la mia bellezza eri tu...
Vieni; la notte è quasi profumata come la tua gola che intravvedo. E noi passeremo allacciati sotto i portici di questa vecchia Lourdes, cercando una camera scura, un letto angusto, con due guanciali di freddo cotone, sotto un Crocifisso di legno tarlato. Pregni ancora d'incenso, noi discioglieremo in un tetro albergo di pellegrini questi abiti che portano il segno della nostra insolente paganità. Vieni; così ti amo, così ti voglio, contaminata come sei dal respiro di tutti i patimenti, nuda, come fosti nel Tempio, quando eri la danzatrice di Mágdala...
E sul guanciale ove discioglierai la tua treccia bionda e buia, dove annoderai le tue braccia nel contorto grido irreprimibile, sentirò salire da me stesso e da te la gioia viva del mondo in mezzo alle piaghe di tutto l'uman genere; mi bacerai con la tua bocca rossa, mi toccherai con l'erto ápice de' tuoi seni lussuriosi come la sterilità, mi farai sentire, nel dolore gioioso del tuo grembo non ancor dissuggellato, battere quell'unico senso della vita che non può disgiungersi da ogni cosa viva, ma traversa come una eterna divinità la bellezza universale...
Vieni; ancora ho voglia d'immergermi sino alla gola nella gioia del mondo, e ridere in mezzo a questo pianto, e vivere in mezzo a questa morte, ove ti condussi per intendere quale musica debba essere la mia.
I mistici organi delle basiliche hanno cantata l'apotéosi del divino amore; vieni; ora forse riudiremo trillare da lungi le canzoni vertiginose dei pazzi violini... E questo avverrà per le scale buie d'un locandiere da pellegrinaggi, in una stanza rimasta vuota, forse perchè aveva qualche vassoio di puro cristallo e qualche drappo di bianca trina.
Vieni; le rose nascoste ancora fioriscono dai fragranti rosai; un fiume bianco di spuma entra nella sera infinita; per il cielo eterno si alza il respiro di una immensa fatica; un fiume passa; il tuo braccio mi stringe; tutto questo è il rumore di una giornata umana, un po' di giovinezza finita, un po' d'amore disperso, Madlen... e la tua bocca è giovine, la tua mano è calda, il fiume passa, passa...
Vieni; su noi piove il pagano amore del vivere; in questo immenso tentativo dell'andare più in là, una sola cosa è necessaria: impadronirci della barbara vita.
Vieni; troveremo una porta quasi conventuale, con sopra un lume vacillante; se la porta sarà chiusa, noi picchieremo col battente. Scenderà mezzo addormentato una specie di furbo scaccino sessantenne, per vedere chi mai siano, a sì tarda ora, nella buia Lourdes, questi due rumorosi importuni. E guarderà le tue mani accese di brillanti, le tue dita quasi azzurre, con una specie di sdegno avido e scandolezzato, mentr'io gli dirò che siamo due pellegrini del Sacro Cuore di Gesù, rimasti senza tetto e senza giaciglio in questa città così deserta, ove si comprime a stento una immigrazione formidabile. Nella sua casa, ove par che ogni uscio vi chieda il favore di pronunziare un «Amen», troveremo tutto ciò che delicatamente occorre a bene dormire dentro lini di bucato; le mura d'antica pietra, le porte di vecchio noce, le cortine di spesso drappo, ci seppelliranno vivi fra il sonno di questa guelfa città de' conventi, e lontano, chissà dove, nei profondi nostri occhi pieni di febbre ancora vedremo ardere la Grotta Fiammeggiante sul piazzale dei Miracoli, ridere d'un riso immoto l'enorme idolo di legno dipinto e gli ultimi guizzi della vampa lambire il pergamo dove apparve, con i suoi occhi freddi come l'argento, la tragica ombra del diácono Ralph...
Tu ed io guarderemo tacendo il pallore dell'uomo che ti abbandonò.
Vieni; le rose nascoste ancora fioriscono dai fragranti rosai; nostra è ancora la gioia del mondo; in noi sale scintillante la spuma del vino biondo; ridono, tremano, cantano gli archi dei pazzi violini...
Non tutto è rinunzia e buia preghiera; se due sono le strade, forse la nostra è quella che passa nel cuore della vita.
Vieni; ora ti spoglierai; la tua pelle nuda mi ricorderà che il mondo è pieno di sole...
In questa camera vecchia, fra queste mura stinte, ove pesa l'ombra della tragica Lourdes, penserò la sera di Settembre, su la bella Concha, quando la strada scintillante correva sotto i gonfi giardini del reale Castello di Miramar...