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Non so perchè, in quel momento t'immaginai qualora tu fossi morta, morta nella tua giovinezza, ed immaginai di vederti giacere sovra un letto pieno di trine, seminuda, con i tuoi capelli ancor segnati dall'ondulazione, con tutti i tuoi vizi ancor evidenti su la pelle incipriata, e pensai come sarebbe lieve il peso del tuo corpo da mettere nella bara...
E dicevi: - «Non vi muovete, non parlate... voglio darvi un bacio tutt'intorno alla bocca... no, vi prego, vi prego, non toccate i miei capelli... essi mi fanno così male!... Chiudete gli occhi, vi prego, e non guardátemi, tanto più che sono quasi nuda... vedete bene che sono quasi nuda... Oh, lasciate stare, vi prego, i nastri della mia camicia, non li toccate, ho freddo... V'impólvero con la mia cipria?... Sì, v'impólvero. Però amo arrampicarmi su voi... no, lasciatemi stare... non carezzate i miei seni... essi mi fanno più male ancora... E poi, v'ho detto: mi occorre lungo tempo, lungo tempo, innanzi d'essere innamorata... Se vi dicessi «tu» sarebbe assai più dolce, anche per una Inglese. Ma non posso ancora dirvi «tu». È molto più facile darvi un bacio su la bocca, e seguitare a chiamarvi, come si chiaman tutti gli uomini, «voi...»