Guido da Verona
Sciogli la treccia, Maria Maddalena
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A quel tempo il signore Lord Pepe sarà il monarca del feudo di Zarauz; la buia cugina Adelaida, or divenuta con severa cattolicità la viscontessa Fernandez de Higuera, lo avrà lentamente attratto nella viscosità della sua carne romantica e provinciale; a governo di tutto il latifondo siederà il Gesuita macilento ed impenetrábile che fu il ministro-confessore della sepolta doña Isabel.

E Litzine, la bionda come il sole, con i suoi voluttuosi occhi da educanda, seguiterà nondimeno a far cadere nei tranelli di Dánae i suoi piccoli franchi d'argento; in estate a Deauville, d'autunno a Biarritz, d'inverno a Cannes, di primavera sotto le acacie di Armenonville, seguiterà nondimeno a dividere le sue laboriose giornate fra le colazioni di Crisópulo il Greco, i pranzi di Ned l'Americano e le cene del Marchese Sciogatsu, ovverossia il Marchese Capo d'Anno35...

E mentre tutti noi consumerà la pesante polvere della strada, ogni anno torneran le rondini su la bianca terra di Guipuzcoa, dove gonfie di maturo pólline le tue rose ubbriacheranno l'estate, o felice Monte Igueldo...

E torneranno alle Fontane del Miracolo i greggi degli eterni miserabili, a dimenticare nel sogno d'un'umile pascolatrice il sogghigno freddo e sarcastico dell'uomo che si chiamò Voltaire.

 

 





35 Nell'originale "Capodanno". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]



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