Guido da Verona
Sciogli la treccia, Maria Maddalena
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Nello scendere per le scale dell'anfiteatro Lord Pepe s'imbattè in una comitiva di suoi parenti, che gli furono addosso da ogni lato e lo tennero prigioniero, avvolgendolo in un furioso cicaleccio, in un turbine di parole che più non finiva.

Quella brutta ricca gente colore della provincia possedeva una villa nei dintorni di Zaraùz. Quando il calabrone cápita nell'alveare certo non leva tanto scompiglio quanto ne mise Lord Pepe capitando fra quel nugolo di cugine.

Una lo tirava per la manica, l'altra gli passava sotto il braccio le sue lunghe magre dita, use ad intingersi nell'acquasantiera; e tutte quante insieme volevano condurlo a Zaraùz. Si dava un piccolo ricevimento, quella sera, nei giardini di Zaraùz. Gli offrirebbero il profumato col fiore d'arancio di Zaraùz.

Adelaida, la cugina milionaria, svenevolmente lo guardava con i suoi occhi di casta Susanna. Ella era, o doveva essere, colei nella quale farebbe naufragio questo bel seduttore.

Che malinconia, povero Lord Pepe!...

Ma il figlio del banchiere a Londra pensò terribilmente ai milioni della vecchia zia, doña Isabel. Non seppe resistere. Guardò noi con occhi smarriti, mentre in cuor suo malediceva il profumato all'arancio che gli offrirebbero nei giardini di Zaraùz.

Ma doña Isabel da tre anni era inchiodata in una monumentale poltrona, con un rosario per braccio, due Bibbie sotto mano e il testamento olografo sigillato nel libro dell'amministrazione. Di , col suo confessore, governava un feudo immenso. Nel suo vecchio cuore di donna rapace e devotissima non aveva che una sola debolezza: l'amore per l'unico maschio degli Higuera, Lord Pepe.

Gli avrebbe lasciato il feudo - pena: il matrimonio con Adelaida.

Che malinconia, povero Lord Pepe!... Essere stato elegante come un vero baronetto inglese, per finir sposo legittimo della provinciale di Zaraùz, che certo portava con severa cattolicità le opache mutande di cotone! Aver dormito a fianco di Madlen, per slacciare poi, la sera delle nozze, in una camera fredda, presso un tálamo in cui già scricchiolava il peso della fedeltà, le dure balene di un busto quasi verticale!... Avere quaranta soprabiti, trecento cravatte ben assortite, saper ballare il tango argentino con le ragazze della Pampa, nella sala del Rat Mort, per seppellire stesso all'ombra d'una buia moglie romantica, sul labbro della quale, col volgere dell'età, comincerebbero a spuntare i baffi... Oh, che il cielo vi scampi. Lord Pepe, dalle insidie dei giardini di Zaraùz!...

Tuttavia non seppe liberarsi da quelle premure; disse a noi che verso le nove e mezzo, non più tardi, sarebbe tornato al Maria Cristina, e frattanto ci lasciava l'automobile per salire a Monte Igueldo.

Essi erano venuti sul carro a banchi, attaccato con le mule trottatrici. Mule bionde, con sonagliere, che trottano a schiocco di frusta, nel sole, senza levar polvere, con le orecchie diritte, il collo teso, la schiena ossuta percorsa da una lunga striscia nera.

Sì, Lord Pepe, andremo a bere il su la terrazza di Monte Igueldo; e penseremo a doña Isabel, inchiodata nella poltrona monumentale, con un Rosario per braccio, le due Bibbie sotto mano e il testamento olografo sigillato nel libro dell'amministrazione...

 


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