IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
Anton Giulio Barrili La legge Oppia Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
Atto, Scena
2001 I, 5| sotto il consolato di Livio Salinatore.... quando incominciò tanta 2002 II, 1| che fatica ho durato, per salir fino a lei! Quella benedetta 2003 III, 3| all'ara di Giunone. Noi salivamo appunto la gradinata del 2004 III, 1| il Console! E in quattro salti mi son capitate ai fianchi, 2005 III, 4| Accompagnami!~ ~(a Catone)~ ~Saluto il Console, e vo' nel tempio 2006 II, 3| esercito romano sfila e si salva. Ora, io lo dimando a te; 2007 I, 4| sorcio!~ ~(tra sè)~ ~Annia~ ~Salve, speranza e presidio delle 2008 II, 3| prima guerra punica, che salvò l'esercito romano, tratto 2009 II, 3| parto, lasciando la casa sana. Torno, e già c'è penetrato 2010 I, 6| piè della stola! E questi sandali traforati!~ ~(Mirrina solleva 2011 I, 4| ciò non darti pensiero; sanno il debito loro.~ ~Annia~ ~ 2012 II, 1| è lecito. L'ambizione è santificata dall'uso; le leggi! poverine! 2013 II, 4| traevano la vita nel loro santuario, preparando il pasto, intendendo 2014 I, 6| Fulvia~ ~Tribuno, vuoi saper troppo.~ ~Volusia~ ~Oh! 2015 II, 4| alla moda; che importa non saperla? ci si prova ugualmente 2016 Pro | orecchiante de' primi, non sapeva distinguerlo da questa. 2017 III, 5| sorella![102]~ ~Valerio~ ~Lo sapevi?~ ~Catone~ ~Sì, e godevo 2018 II, 6| Non ho inteso dir ciò. Non sapevo spiegare a me stesso i tuoi 2019 III, 5| maggiore. Conservate il freno sapiente della legge Oppia, o Quiriti; 2020 II, 3| Diamo alla commedia il sapor greco; ma sia romano l'amaro; 2021 II, 2| che imparavo, rise, rise saporitissimamente. Poverina! Aveva così bei 2022 I, 1| può anche passare. Basta, sappi; non è niente vero del ritorno 2023 I, 6| purchè governi la casa, sappia filare e distribuire il 2024 III, 5| streghe!~ ~Valerio~ ~Sì, sappilo; io t'amo, ti venero, o 2025 I, 2| dirà vostro padre, quando saprà che s'è aspettata la sua 2026 II, 4| Noi siamo infemminiti; non sapremmo più tendere l'arco di Ulisse; 2027 III, 5| non s'è volta al proprio? Sapreste per avventura esser più 2028 III, 6| Dei buoni, che furia di sarcasmi!... E' vuol fare di nostra 2029 III, 4| inoltrandosi, con piglio sarcastico)~ ~Marzia Atinia, in compagnia 2030 | sarebbero 2031 I, 5| certe che gli uomini non sarieno stati da meno di loro e 2032 II, 1| in questo capo ameno di Sarsinate! E come il popolo ha ragione 2033 II, 4| di violetto, o di cera; sartori d'abiti, colle maniche alla 2034 III, 1| donne son matte, saranno savi gli uomini?~ ~(esce a sinistra)~ ~ 2035 III, 5| avendo le leggi nostre saviamente disposto che le donne fossero 2036 II, 6| buona scuola, ornata di così savie massime!.... Non potresti 2037 III, 6| Eh, non dico che siate savissime. Ma alle donne va bene un 2038 III, 4| Ah, mègere d'inferno! Si sbizzariscano a lor posta, adesso; le 2039 III, 1| mala pena m'hanno veduto a sboccare sul Foro.... È lui; sì, 2040 III, 7| squarciasacco, come se volesse sbranarlo. Ah, bene, Valerio! Cortesie 2041 III, 2| atterrato Erennio, la turba si scaglia verso la porta e sparisce)~ ~ 2042 II, 4| di[62] capegli, coppiere, scalco, cantiniere, cuoco, sguattero 2043 II, 1| a lei! Quella benedetta scalinata non volea più finire. Ci 2044 II, 1| volta, appena fatti i primi scalini. Ma quando giunsi da lei, 2045 III, 8| dodici....~ ~Erennio~ ~(scandolezzato)~ ~Oh!~ ~Catone~ ~Me la 2046 I | tutto intorno, seggioloni e scanni. — Lateralmente, distribuite 2047 II, 3| pallio greco addosso, ma alla scapestrata, così che di sotto mi scappa 2048 II, 3| scapestrata, così che di sotto mi scappa d'ogni parte la toga.~ ~ 2049 I, 6| di fine tessuto di colore scarlatto, che aggiusterà sul capo 2050 II, 4| e donzelli e carrozze da scarrozzare! All'uscio non picchieranno 2051 II, 2| bisunto, col bastone e gli scartafacci; filosofia vera, filosofia 2052 II, 2| spetta di ammettere, o di scartare la roba nostra.~ ~Valerio~ ~ 2053 II | vedono pezzi di stoffa e una scatola di aghi da cucire. A fianco 2054 III, 1| contro quella turba di furie, scaturite d'inferno?~ ~Erennio~ ~Oh, 2055 I, 5| tribuno. Che dico sciocca? scellerata ed iniqua. «Niuna donna 2056 III, 7| Atinia~ ~Uominacci!~ ~Annia~ ~Scellerati! Prepotenti!~ ~Plauto~ ~ 2057 II, 6| Ah, in fede mia, bella scelta ha fatto la plebe romana! 2058 II, 2| avvedertene, la vettovaglia si scema. Un bel dì, fai per guardar 2059 I, 5| come la bruttezza può esser scemata, così la bellezza può essere 2060 III, 5| noi comporteremo ch'esse scendano in piazza, nei parlamenti 2061 I, 3| sul capo, i cui lembi le scendono sugli òmeri.)~ ~Annia~ ~ 2062 Pro | macchine e tutti gli apparati scenici, raccogliendo in sè i moderni 2063 III, 7| 110] fosse Giunone, quando scese sul monte Ida a far perdere 2064 II, 2| lasciato nel Foro, dove siamo scesi, tornando da Tuscolo; appena 2065 III, 6| Ha finito? Infatti egli è sceso.[107]~ ~Volusia~ ~E come 2066 Pro | quanto a novità, non sa sceverare il bene dal male. Egli stesso, 2067 III, 5| Valerio~ ~(perplesso, cercando schermirsi)~ ~Ma.... io....~ ~Catone~ ~ 2068 III, 7| del pari?~ ~(Licinia si schermisce, stringendosi nella rica; 2069 I, 6| Cotesta non è più materia da scherzo. Che così parli mio fratello, 2070 I, 1| Birria~ ~Un altro di quegli schiaffi!...~ ~Mirrina~ ~Va in tua 2071 I, 1| volto)~ ~Birria~ ~Un altro schiaffo?~ ~Mirrina~ ~No, una carezza. 2072 I, 6| Fulvia~ ~Cara mia, a dirti schiettamente ogni cosa, non sento.... 2073 III, 9| chiave, e tra esse quella sciagurata di mia moglie. Anch'io le 2074 II, 4| c'è? Che c'è? che siete sciocche e sguaiate. Ohè, dico, non 2075 II, 3| che hai fatto tu;.... una sciocchezza!~ ~Catone~ ~Che cosa borbotti 2076 II, 4| quest'oggi, non fai che sciocchezze. Da prima citi Leonida al 2077 III, 3| condurle qua, sotto pretesto di sciogliere un voto all'ara di Giunone. 2078 I, 4| inalberato sul Gianicolo, sarebbe sciolta l'assemblea senza fallo. 2079 Pro | che oramai non si sa più scompagnare da un certo chè di poetico. 2080 III, 8| da metter fine a questo sconcio baccanale.~ ~(le donne offese 2081 II, 2| fossi uno di quei vagheggini sconclusionati che s'aggirano intorno a 2082 III, 8| matrone, che ridete della sconfitta del Console; uscito appena 2083 III, 5| precedendo il Console)~ ~Sconfitto anche il Console! In fondo, 2084 III, 5| biasimar le matrone, che nello sconfortar la proposta. Ha chiamato 2085 I, 4| futuro cognato. Lo pregai, lo scongiurai; ma invano. E mi troverò 2086 III, 8| borbottando alcune frasi sconnesse fra i denti. Vede le donne 2087 I, 3| Annia~ ~(facendo il viso scontento)~ ~Ah, filosofi?~ ~Marzia~ ~ 2088 I, 2| l'altra sui fianchi. Capo scoperto. Calzari di cuoio.)~ ~Claudia~ ~ 2089 III, 5| inutili, o contrarie allo scopo? Questa legge non è delle 2090 III, 7| Luscina)~ ~Ma che vedo?~ ~(scoprendo una stola intessuta di porpora, 2091 III, 7| Claudia....~ ~Claudia~ ~(scoprendosi a mezzo)~ ~Un po' meno, 2092 I, 1| città, non vorrà dare una scorsa a casa? Ah, tu la smetti 2093 III, 7| che tutte, levata la prima scorza....~ ~(Volusia gli si scopre, 2094 I, 6| parte nostra.~ ~Fulvia~ ~(scossa dalle parole di Marzia)~ ~ 2095 II, 6| là; indi si accosta alla scranna di lei)~ ~Lavori?[69]~ ~ 2096 I | di marmo, con suvvi uno scrigno ed altri arnesi di lusso; 2097 III, 9| venturi.[119]~ ~Catone~ ~Se la scrive, io fo voto che me lo fischino.~ ~ 2098 II, 2| mi riscattai, tornando a scriver commedie, che gli Edili 2099 II, 2| Ennio, che è l'Omero latino, scriverà il somigliante.~ ~Valerio~ ~ 2100 III, 9| Hai ragione; lasciamola scrivere da un altro, nei tempi venturi.[ 2101 III, 9| io ho una voglia matta di scriverla.~ ~Catone~ ~Bravo! per mettere 2102 II, 2| pochin pochino, ad oncie, a scrupoli, come il greco Arcàgato 2103 II, 6| salda, formata a così buona scuola, ornata di così savie massime!.... 2104 II, 3| lunghi e barba. Fasci senza scure, nella mano destra, appoggiati 2105 II, 3| indietro)~ ~Non ammetto scuse. Fammene un'altra di queste 2106 III, 5| lagni de' lor schiavi, noi sdegniamo esser pregati da libere 2107 Pro | senonchè, gli parve troppo sdolcinato per una commedia di toga 2108 III, 8| atto di tornarsene indietro seccato. Ma in quel mentre gli vien 2109 Pro | pensando che dura da diciotto secoli, e che durerà forse.... 2110 I, 5| Certamente. Son nata colla seconda guerra punica, sotto il 2111 II, 6| Fulvia~ ~(alzandosi da sedere)~ ~Sarebbe un gran male! 2112 I, 5| contadina!~ ~Marzia~ ~Or dunque, sediamo, con gravità romana. Vi 2113 I, 5| Diciotto. Io ne ho quasi sedici.[33]~ ~Fulvia~ ~Sono più 2114 II, 1| primo e il second'ordine di sedili, come un pulcin nella stoppia. 2115 III, 5| anco le donne a muovere le sedizioni tribunizie; a noi consoli, 2116 I | di lusso; tutto intorno, seggioloni e scanni. — Lateralmente, 2117 I, 2| esserci tu, moglie di console, segnatamente dopo che le donne di casa 2118 Nota | stati inoltre corretti i seguenti refusi (tra parentesi l' 2119 III, 2| entrato per di qua. Donne, seguiamolo!~ ~Birria~ ~(a Mirrina)~ ~ 2120 III, 2| affacciandosi all'intercolonnio, seguita dallo compagne)~ ~È entrato 2121 III, 8| SCENA VIII.~ ~Catone, seguìto da Erennio, con altri Littori 2122 III, 6| Valerio e Fulvia la seguono, per star ad udir l'oratore, 2123 III, 5| v'accada come colle fiere selvatiche, istizzite da lunga prigionia, 2124 Pro | e poi a sudar versi che sembrino prosa, che sugo?~ ~Nè vi 2125 I, 6| e l'unica, poichè il seme di tai donne finirebbe con 2126 II, 4| di queste mani, che hanno seminato esse il mio grano e potato 2127 II | rozzamente dipinte; pochi e semplici arredi. Un Larario nel fondo, 2128 I, 2| furono i re. Poi comandò il Senato. Ora, la mercè dei tribuni, 2129 III, 5| il proprio, dall'opulento senatore alla vedovella meschina. 2130 I, 2| cinture; la prima sotto il seno, l'altra sui fianchi. Capo 2131 III, 4| prestantissimo Console. Non sentirai nulla. Parlerà invece un 2132 III, 2| Altro che parere! questo è sentire....~ ~(tastandosi le membra 2133 III, 4| causa.~ ~Catone~ ~Benissimo! sentiremo la sua eloquenza!~ ~Fundanio~ ~ 2134 III, 6| da sè)~ ~Se l'amico mi sentisse a dar consigli di questa 2135 III, 2| Bastone a me? Tu hai già sentito qualche volta di quante 2136 III, 8| nulla. La legge Oppia è sepolta.~ ~Catone~ ~E sia, col piacer 2137 II, 2| Maccio! A tutti, in Roma ne seppe male.~ ~Plauto~ ~Ma non 2138 I, 3| fatta chiamare a sè ed ha sequestrato la merce. E la greca e la 2139 I, 1| hai ragione; fin da ier sera me ne ero avveduto.~ ~Mirrina~ ~( 2140 II, 1| Catone. Il suo amico poeta lo serve a puntino, con questi colpi 2141 III, 2| tumultuante è di condizione servile, sia battuto con verghe 2142 I, 1| Saturno che non è lieta cosa servire in casa di consoli. Onor 2143 II, 6| Valerio~ ~E sia; eccoti servita!~ ~(ritira lo scanno dall' 2144 III, 4| sua eloquenza.~ ~Catone~ ~Sèrviti!~ ~(Marzia Atinia e Fundanio 2145 II, 3| intanto, l'esercito romano sfila e si salva. Ora, io lo dimando 2146 III, 5| veste di supplicanti? Di sfoggiarla in porpora e oro; d'esser 2147 III, 3| colonnato.~ ~(Marzia Atinia sarà sfoggiatameate vestita, ma diligentemente 2148 III, 8| Vede le donne in vesti sfoggiate e rimane stupefatto a guardarle. 2149 III, 1| Roma a guisa di cavalli sfrenati! Ma che siamo ai baccanali 2150 III, 2| calca)~ ~Che leggi vai tu sfringuellando? Vuoi, o non vuoi tirarti 2151 II, 3| la sua voce sguaiata mi sfrombola un chere despòtu; mi saluta 2152 III, 7| nella foga del dire, t'è sfuggito un lembo della rica, e mostri 2153 II, 2| Addio roba mia; la è sfumata. Per fartela breve, vidi 2154 II, 4| a ragione di questa mia sfuriata. Ma se mi fanno uscire ad 2155 Pro | posteri perfino nelle sue sfuriate, fu molto ascoltato a' suoi 2156 II | senza bracciuoli, collo sgabello davanti, e vicino ad essa 2157 III | intercolonnio, colla toga a sghembo, di cui tenta ravviare i 2158 II, 6| un litigio tra voi! Vi sgozzerete nel Foro....[73]~ ~Valerio~ ~ 2159 II, 1| da Tuscolo, non abbia a sgridarti.~ ~(il servo esce)~ ~Se 2160 II, 3| manigoldo, e con la sua voce sguaiata mi sfrombola un chere despòtu; 2161 II, 4| c'è? che siete sciocche e sguaiate. Ohè, dico, non mi mettete 2162 II, 4| scalco, cantiniere, cuoco, sguattero e va dicendo. Allora i padroni 2163 III, 1| come una muta di cani, sguinzagliati addosso al cignale. Che 2164 III, 4| pezzo prima che le centurie sian tutte ai posti assegnati. 2165 | siano 2166 | siate 2167 II, 3| agguato, in una stretta di Sicilia. Toccava alle nostre armi 2168 III, 8| baluardo, donde potessero più sicuramente rovesciarsi sul popolo!~ ~( 2169 I, 4| Possiamo dunque andarne sicuri. Egli dee conoscere i suoi 2170 II, 5| eccolo sotto l'atrio!~ ~(siede in fretta e piglia un pezzo 2171 I, 4| Roma femminile lo vuole, siedi e narraci come stanno le 2172 | sieno 2173 II, 6| suo signore, ma essa la signora mia, per tutta la vita. 2174 II, 6| nè io diventavo il suo signore, ma essa la signora mia, 2175 Pro | mano una verga nera.~ ~ ~ ~Signori, io sono il Còrago.... non 2176 II, 6| la ferocia, e le catene simbolo dell'unità e della forza.~ ~ 2177 III, 6| e di qualche accessorio, simiglianti al vestiario indossato da 2178 Pro | istorici. Il rigido moralista, simpatico ai posteri perfino nelle 2179 III, 5| al mare, per ricevere il simulacro[99] di Cibele, venuto di 2180 III, 6| gli risponde?~ ~Valerio~ ~(slanciandosi alla gradinata)~ ~A me, 2181 III, 4| staranno un bel tratto, a smaltire le bizze!~ ~Atinia~ ~(a 2182 III, 4| e mia sorella, ma tante smancerìe le lascio.... ai tribuni 2183 II, 6| farmachi....~ ~(in atto di smettere il lavoro)~ ~Valerio~ ~No, 2184 Pro | che gli riuscìa troppo smilza. Al quale proposito, l'autore 2185 I, 5| son le centurie.... un po' smilze....~ ~Fundanio~ ~(sotto 2186 Pro | odia il greco Epicuro, che snerva la fiera indole sabina, 2187 II, 4| si capisce; me lo avran sobillato le belle patrizie! Queste 2188 II, 4| luccicava alla parete e la sobrietà negli occhi; servi erano 2189 III, 7| Sacro.~ ~Plauto~ ~Con que' socchi leggiadri? Eh via!~ ~(accennando 2190 III, 5| minacciata dell'ultimo eccidio. I socii ribellati; non uomini per 2191 II, 6| questo cieco amore, che soffoca i suoi cari, e, a tutto 2192 II, 5| Fulvia~ ~Ti pare? Ne godo; soffra un pochino anche lui. Oh, 2193 II, 5| con lui. Poverino! Egli soffriva, come se fosse alla tortura.[ 2194 Pro | sono, per necessità del soggetto; ci sono, colla lor faccia 2195 III, 9| questo bel cianciatore soggioga anche me. Mi chiedevi Fulvia? 2196 II, 2| amore, Valerio mio, non dee soggiogarci; non la passione ha da vincer 2197 III, 9| fare altrimenti? Dopo aver soggiogato il popolo, questo bel cianciatore 2198 I, 3| che un tribuno varchi la soglia di un Console.~ ~Annia~ ~ 2199 II, 6| veramente ami la donna di cui sognavi, gli è il meno che tu possa 2200 II, 6| Ah, gli è che ho fatto un sogno.... ad occhi aperti. Avevo 2201 I | soffitto a cassettoni dorati; solaio a musaico. — Nel fondo, 2202 | solamente 2203 I, 2| guardando in alto, all'orologio solare, fuori della scena)~ ~Siam 2204 III, 5| La repubblica, per far soldati e marinai, comperava gli 2205 Ded | fàlle il buon viso, che solevi fare al tuo~ ~Di Genova, 2206 II, 1| Se Fulvia venisse! Di solito, a quest'ora, ella si aggira 2207 II, 4| concedevano un'ora alla gioia, si sollazzavano anch'essi, ma di gaie favole 2208 II, 3| curiosare nel peristilio, torna sollecito)~ ~Son qua.~ ~Catone~ ~Figùrati; 2209 III, 3| era del numero.~ ~Atinia~ ~Sollevazione universale! Patrizie e plebee 2210 II, 2| Omero latino, scriverà il somigliante.~ ~Valerio~ ~Ah, io temo 2211 III, 3| ampio velo nero che dal sommo del capo le scende fino 2212 III, 5| noi. La colpa di questa sommossa femminile s'appartiene a 2213 II, 4| porpora, come di gualdrappe e sonagli si cuoprono i cavalli alla 2214 I, 6| andrebbe; ma, con una veste sontuosa, fa spicco. Non è egli vero? 2215 I, 1| persone che hanno ad entrar di soppiatto in casa.~ ~Mirrina~ ~Birria, 2216 III, 5| invidie perniciose. La povera, sopraffatta[97] dallo sfarzo della ricca 2217 II, 4| non mi mettete la casa a soqquadro! Poc'anzi il servo che pizzica 2218 I, 4| male gatte è capitato il sorcio!~ ~(tra sè)~ ~Annia~ ~Salve, 2219 II, 4| Valerio? Saremo noi così sori, da lasciarci soverchiare 2220 I | statuette degli Dei Lari, sorretto da una mensola di marmo, 2221 III, 7| Catone spiana le rughe.... sorride.... Bene, calma, Valerio, 2222 I, 5| un forastiero con questa sorta d'occhi, io, nella mia qualità 2223 III, 8| guardarle. Claudia Valeria sostiene con dignità il suo sguardo; 2224 Pro | Còrago. Egli porta una lunga sottana, di colore amaranto, che 2225 II, 4| così sori, da lasciarci soverchiare dalla ambizione e dalla 2226 III, 5| dei Galli; le vedove che sovvennero del loro danaro l'erario, 2227 II, 3| non ha dato, che cicaloni, spaccamonti, acchiappanuvole.[59]~ ~ 2228 II, 2| come il greco Arcàgato spaccia le sue medicine, che il 2229 II, 3| commedie, fanno tutti così. Spacciano i fatti loro come avvenuti 2230 III, 6| contro di lui, sarei bell'e spacciato.~ ~Annia~ ~(affacciandosi 2231 I, 6| babbo console) difende a spada tratta la legge? E non fu 2232 I, 1| Nomentana, che in casa sua spadronan le femmine. Ma bada; il 2233 II | tavola una sedia alta con spalliera e senza bracciuoli, collo 2234 III, 2| scaglia verso la porta e sparisce)~ ~Altro che parere! questo 2235 I, 4| avviata, e ad un tratto sparisse lo stendardo inalberato 2236 II, 6| non è degna di vivere. Sparta è caduta sotto il suo medesimo 2237 III, 5| che non le armi, non le spartisci in legioni e non le conduci 2238 I, 3| qua. Vediamo dunque; io spasimo dalla voglia.~ ~Marzia~ ~ 2239 III, 7| Io credo che tu ti prenda spasso di noi, poeta comico! Non 2240 II, 1| questo ritardo?~ ~(alzandosi spazientito)~ ~Ah, donne, donne!... 2241 II, 6| cioè, ella era la mia sperata. Poco dopo, con gran cortèo 2242 II, 1| Console, e addio colloquio sperato! Pazienza, leggiamo!~ ~( 2243 III, 7| Marzia~ ~Che gli Dei sperdano l'augurio.[112]~ ~Il Banditore~ ~( 2244 II, 2| che non francano la spesa d'essere raccontate. Ma, 2245 II, 2| Edili. Soltanto ad essi spetta di ammettere, o di scartare 2246 I, 5| littore, sebbene, a te non spettasse parlare; ma vedi? come la 2247 II, 6| La corda troppo tesa si spezza. Anch'io m'attenterò di 2248 Pro | riesce mai in commedia così spezzato, da dissimular la cadenza 2249 III, 7| prodigio, portento!... Catone spiana le rughe.... sorride.... 2250 II, 2| mercato, se lo facciano a spicchi».[52] E la legge pietosa 2251 Pro | tragici. La prosa è più spicciativa; e poi a sudar versi che 2252 I, 6| con una veste sontuosa, fa spicco. Non è egli vero? Eccovi; 2253 I, 6| togliendo dalle mani di Birria e spiegando un ampio velo di fine tessuto 2254 II, 6| inteso dir ciò. Non sapevo spiegare a me stesso i tuoi inaspettati 2255 I, 1| Birria~ ~Poh, non guari; ma spiegata così, può anche passare. 2256 II, 3| educati in Atene. E il vecchio spirito romano se ne va, cede di 2257 II, 1| codice, leggicchiando a spizzico)~ ~Ah, se la piglia colla 2258 III, 7| vestimento sfoggiato)~ ~Che splendidezza? Tu sei più in fronzoli 2259 III, 5| legge, s'erano d'ogni cosa spogliati? E più vana apparisce ora; 2260 I, 6| bricconcella di Marzia, colle spoglie venute di Grecia.~ ~(Tutti, 2261 I, 1| due volte al giorno lo si spolvera, questo tablino del malanno. 2262 I, 1| PRIMA~ ~Birria, con uno spolveraccio di penne di pavone alla 2263 I, 1| avanti a ripulire; avanti a spolverare!~ ~Mirrina~ ~(passando attraverso 2264 III, 5| donne senza eccezione, e per spontaneo moto e per legge, s'erano 2265 I, 6| tu porterai un flammèo di sposa come questo. Provalo! Io 2266 I, 3| se la voce è vera, per sposarne la sorella.~ ~Marzia~ ~Ma 2267 III, 5| E qui ti si citano le spose sabine, che fecero posare 2268 III, 9| ardore, con cui tutta Roma sposò[117] la causa di queste 2269 III, 5| spendere, ogni ritegno allo spreco! Oh! tempi mutati! Grecia 2270 I, 5| non ne ho. Sono côlto alla sprovveduta. Il voto lo darete ad alta 2271 II, 1| Pazienza, leggiamo!~ ~(squaderna il codice, leggicchiando 2272 III, 2| col Console.~ ~Erennio~ ~(squadrando la sua tunica di schiavo)~ ~ 2273 III, 7| cappello di nuvole. Lo guarda a squarciasacco, come se volesse sbranarlo. 2274 III, 5| il Console!~ ~(si odono squilli di tromba da varii punti 2275 III, 5| nei parlamenti e negli squittinii? Ponete freno, vi dico, 2276 II, 3| paesani; o ci casco sotto, o sradico fin le ultime barbe di questi 2277 III, 2| nessun testo di legge che lo stabilisca. Il Campidoglio è fatto 2278 III, 5| nè invidia? No, tu non stabilisci che una nuova classe di 2279 III, 2| del popolo romano. Così fu stabilito ab antiquo. Ma non ve fidate, 2280 II, 4| ed oro a staia, ancelle, staffieri e donzelli e carrozze da 2281 II, 4| Avrete porpora ed oro a staia, ancelle, staffieri e donzelli 2282 II, 2| coltura; l'aia, il cortile, la stalla, sono lucenti come uno specchio. 2283 III | fascio sulla spalla. Poco stante entra Catone dall'intercolonnio, 2284 | star 2285 | staranno 2286 III, 8| veduta Licinia, che vorrebbe starsi nascosta. S'avanza a lei, 2287 II, 6| la palma del Foro. Perchè starti addietro, quando puoi procedere 2288 I, 4| che perciò?~ ~Volusia~ ~Stassera egli verrà da noi....~ ~ 2289 I | riguardante, il Larario, colle statuette degli Dei Lari, sorretto 2290 II, 3| vergogna, poichè, gl'inimici stavolta erano cartaginesi. Che fa 2291 III, 1| peggio? Vedete come mi hanno stazzonato quelle Megère. E mancò poco 2292 III, 7| suggesto, s'affaccia a rostri. Stende la mano in atto di voler 2293 II, 2| lavorato di buona voglia a sterrargli un campo che sarà messo 2294 | stessa 2295 | stette 2296 | stettero 2297 II, 2| felicità.~ ~Plauto~ ~Ha da stiacciare la noce, chi vuole la polpa. 2298 II, 6| donne, tu non le ami, le stimi soltanto per quel poco che 2299 II, 2| sai, Tito Maccio; io ti stimo grandemente.[50]~ ~Plauto~ ~ 2300 II | Saturno e di Opi. A destra uno stipo di ferro, con suvvi un gruppo 2301 III, 9| capito; son vecchi come la stirpe umana, questi perchè....~ ~ 2302 II, 6| nuove e ben tue? Ah, siete, stolti, voi, colla vostra manìa 2303 II, 1| sedili, come un pulcin nella stoppia. Ah, mai ho sudato tanto 2304 Pro | littori, come la verità storica richiede, i quali anzi eseguirebbero 2305 Pro | troppo volgari i personaggi storici ch'egli ha posti in iscena. 2306 II, 4| forse venti, che, dopo la strage di Canne, Maertale consigliava 2307 III, 5| fare a ruffa raffa coi doni stranieri. Respingete la proposta 2308 III, 5| non le diamo[100] già più straordinario tributo di danaro, o di 2309 II, 5| capegli. Non vorrei che se li strappasse, povero giovinotto!~ ~Fulvia~ ~ 2310 II, 5| disprezzare le donne! Lascia che strappi!~ ~Licinia~ ~Purchè non 2311 I, 6| imbusto e colla giunta dello strascico. Dite, non aggiunge maestà 2312 I, 4| schiavi di Roma.~ ~Fundanio~ ~Stravaganze del grand'uomo. Ma, come 2313 III, 8| sei tu? sei tu, che hai stregato Valerio? Quel Valerio! Una 2314 III, 5| chiuse nel Tabulario, le streghe!~ ~Valerio~ ~Sì, sappilo; 2315 III, 6| guardandosi e sempre tenendosi stretti per mano)~ ~Bolle, come 2316 III, 4| sono a prova d'unghie e di strida. Ma che! donne ancora?...~ ~( 2317 III, 9| Valerio s'inchina e stringe la mano a Fundanio)~ ~Catone~ ~ 2318 III, 7| Licinia si schermisce, stringendosi nella rica; ma Plauto la 2319 III, 7| Vedi, eh, Fulvia, come gli stringono la mano, congratulandosi 2320 II, 3| sul dinanzi da una larga striscia di porpora. Toga bianca 2321 I, 4| sul collo del piede con striscie di porpora. Toga portata 2322 II, 1| sarebbe già qui!~ ~(passeggia stropicciando il codice tra le mani)~ ~ 2323 I, 4| Ah, sentiamo!~ ~(da sè, stropicciandosi le mani)~ ~Marzia~ ~(avvedendosi 2324 III, 2| Birria, Materina e uno stuolo di Donne.~ ~ ~ ~Erennio~ ~ 2325 III, 8| vesti sfoggiate e rimane stupefatto a guardarle. Claudia Valeria 2326 I, 1| che siete voi, uominacci stupidi, da non intender mai per 2327 II, 4| raunata. I giovani, allora, succinti, abbronzati dal sole, crescevano 2328 Pro | più spicciativa; e poi a sudar versi che sembrino prosa, 2329 II, 1| nella stoppia. Ah, mai ho sudato tanto come allora; e in 2330 III, 5| in cocchio, le mogli dei sudditi ed alleati latini; noi stessi 2331 III, 7| Quiriti, al ponte dei suffragii. Venga innanzi la prima 2332 II, 6| splendido delle sue guance, suffuse del colore della modestia.... 2333 Pro | che sembrino prosa, che sugo?~ ~Nè vi paiano troppo volgari 2334 III, 5| mio.... Impossibile!... Sulpizio Gallo? Quel ragazzaccio 2335 I, 1| alla greca. Braccia ignude. Suole allacciate, al collo del 2336 I, 3| collo. E si gonfiava, la superba; facea la ruota, come i 2337 II, 6| Fulvia~ ~E le chiami superbamente: questo sesso arrogante.... 2338 III, 5| Ah, in fede mia, orecchie superbe ci abbiamo, che, mentre 2339 I, 5| ornamenti[36] loro, non pure al superfluo, ma al necessario eziandio; 2340 II, 6| bellissima tra le belle? Te ne supplico, non mi mettere a contrasto 2341 II, 6| diventa una nuova maniera di supplizio. Nulla di troppo, o censori! 2342 III, 8| depositario del comando supremo, potrei....~ ~Il Banditore~ ~( 2343 II, 4| non già per accudire agli svariati uffizi di portinaio, cameriere, 2344 III, 1| costì, mentre io salgo al Tabularlo. Vorrei esser lasciato una 2345 III, 9| a quel....~ ~Valerio~ ~Taci, te ne prego, padre mio; 2346 II, 2| creditore, poverino, ne tagliasse un po' più del necessario, 2347 I, 1| è vestita di una tunica talare e del peplo. Capegli pettinati 2348 | tali 2349 I, 1| che albagìa! Se non par Tanaquilla regina....~ ~Mirrina~ ~Regina 2350 I, 6| Fulvia~ ~Non volevo andare tant'oltre. Non sento.... Via, 2351 II, 5| udito tuo fratello, che tantafera?~ ~Fulvia~ ~Ho udito Valerio 2352 Pro | alle corte, la festività un tantino plebea di Maccio Plauto 2353 I, 2| quinta.[16]~ ~Claudia~ ~Così tardi? Le nostre vigile non istaranno 2354 III, 2| questo è sentire....~ ~(tastandosi le membra indolenzite)~ ~ 2355 III, 7| pigliato d'assalto. Qua la tavoletta, distributore, e via! Eccola 2356 Pro | vocabolo!... sono colui che nei teatri romani forniva le decorazioni, 2357 Pro | quarto, per riempire una tela, che gli riuscìa troppo 2358 I, 1| collo, dacchè non ha più tema del collare di bronzo!~ ~ 2359 I, 1| male, sai? Non far giudizii temerarii! Ma ecco le padrone; odo 2360 I, 2| Marzia~ ~Eh via, di che temi? Il dado è tratto.~ ~Claudia~ ~ 2361 III, 9| ed esse ne useranno con temperanza, bene intendendo che tu 2362 III, 6| Bolle, come un mare in tempesta! Dei buoni, che furia di 2363 II, 4| figli fossero di quella tempra su cui si fiaccarono i ferri 2364 II, 4| infemminiti; non sapremmo più tendere l'arco di Ulisse; i nervi 2365 III, 6| spesso guardandosi e sempre tenendosi stretti per mano)~ ~Bolle, 2366 I, 1| l'essèdra, poi, s'ha da tenerla sempre in assetto, pei ricevimenti 2367 II, 6| Fulvia~ ~E dici che bisogna tenerle a freno, rintuzzarne l'orgoglio....~ ~ 2368 I, 4| Meno male!~ ~Annia~ ~Ma di tenerli in freno e di far le leggi 2369 I, 6| Il tribuno Valerio ha da tenersi saldo, se può.~ ~Fulvia~ ~ 2370 I, 4| trionfo sicuro, come se io lo tenessi nelle pieghe della toga.... 2371 II, 5| Ho udito Valerio che gli teneva bordone, io! Tutto a modo 2372 III, 3| piacerebbe anco al Console! Io tenevo dietro ad una baraonda di 2373 III, 7| c'è caldo, nè freddò che tenga, quando siamo nel nostro 2374 III, 5| Cinea, suo ambasciatore, fe' tentar con lauti presenti uomini 2375 I, 4| fatto altrettanto. I mariti tentennano, ed è già molto che non 2376 III, 4| troppo.[94]~ ~Atinia~ ~Se tentennasse!... Bisognerà provvedere. 2377 I, 4| uomo di virtù antica e non tenterà cose illegali. Egli, e ciò 2378 Nota | Volsci, che ci terranno [teranno]~ ~ ~ ~Grafie alternative 2379 III, 3| Venivo appunto di là. Il terrazzo è pieno di popolane, che 2380 I, 6| pensassi diverso, non mi terrei men buona sorella per ciò.~ ~ 2381 III, 5| per le vie, colle palme tese per raccogliere.... che 2382 Pro | uomo esagerava alquanto la tesi. Progresso ce n'era prima 2383 II, 6| stare in casa, filare, tessere e distribuire il còmpito 2384 II, 4| foggia asiatica; rigattieri, tessitori, profumieri, e più sorte 2385 I, 6| spiegando un ampio velo di fine tessuto di colore scarlatto, che 2386 II, 5| mio fratello, a chinar la testa, come se parlasse un oracolo, 2387 Pro | i detti memorabili e le testimonianze di gravissimi istorici. 2388 II, 2| torna, lo venda di là dal Tevere. Se poi ci sono più creditori, 2389 I, 2| giungere. Bada, Mirrina, tien d'occhio tu stessa l'uscio 2390 I, 1| è rotta?[12]~ ~Mirrina~ ~Tienla per tale.~ ~Birria~ ~Vedete, 2391 III, 7| Plauto~ ~Bel fuoco giovanile! Tienlo caro, o Fulvia; è desso 2392 I, 4| Fundanio~ ~(a Marzia)~ ~Oh tigri! Parole, parole, e poi non 2393 II, 4| di tuniche, di camicette; tintori, vuoi in color di fiamma, 2394 Nota | annotazione minimi errori tipografici. Le correzioni indicate 2395 III, 1| affrontano, e quell'altro tirano pel lembo della toga, dimandandogli 2396 I, 4| altro si è fatto, se non tirar dalla nostra il tribuno 2397 III, 2| sfringuellando? Vuoi, o non vuoi tirarti da banda?~ ~Erennio~ ~(con 2398 III, 4| inchinandosi)~ ~Accetto il titolo, come tutto ciò che mi viene 2399 Pro | commedia riuscisse proprio togata. Se più non si è fatto, 2400 II, 6| Fulvia~ ~Fatti più in là; mi togli la luce.~ ~Valerio~ ~Ma, 2401 I, 4| feltro a tesa stretta, che toglie nello entrare. Mazzetta 2402 I, 6| Togliete questo!~ ~(come sopra, togliendo dalle mani di Birria e spiegando 2403 III, 5| guisa di trionfanti; di togliere ogni misura allo spendere, 2404 I, 6| un bel fermaglio d'oro. Togliete questo!~ ~(come sopra, togliendo 2405 II, 2| caso mio: «Il creditore tolga al debitore la sua libertà, 2406 III, 1| fa il gesto di menare a tondo il suo fascio)~ ~[85]~ ~ 2407 II, 4| alla nettezza della casa, o torcendo il fuso, mentre venian ragionando 2408 III, 8| ironico e quindi fa l'atto di tornarsene indietro seccato. Ma in 2409 III, 3| comiziale. Anche gli auspicî son tornati favorevoli....~ ~Atinia~ ~ 2410 II, 3| lasciando la casa sana. Torno, e già c'è penetrato l'inimico. 2411 I, 5| capita un forastiero a Roma, torrà noi per uomini, e per matrone 2412 II, 5| soffriva, come se fosse alla tortura.[67]~ ~Fulvia~ ~Ti pare? 2413 I, 4| di Càstore, nel borgo de' Toscani, al Velabro, non si parla 2414 II, 2| Plauto~ ~Sì, come la tosse.~ ~Valerio~ ~Perchè?~ ~Plauto~ ~ 2415 II, 2| desso e pigliai presto il tracollo. Fino a tanto ne ebbi nel 2416 II, 6| contro a lui?... Sarebbe un tradimento. Impossibile! impossibile! 2417 III, 8| nascosta. S'avanza a lei, la trae fuori del crocchio, e meravigliato 2418 III, 6| Oh brutti!~ ~Valerio~ ~(traendo Fulvia in mezzo alla scena)~ ~ 2419 II, 4| le nostre madri, perchè traevano la vita nel loro santuario, 2420 II, 2| fatto mio che di darmi al traffico, per diventare un grosso 2421 I, 6| stola! E questi sandali traforati!~ ~(Mirrina solleva il lembo 2422 Pro | cadenza e il suo bazzicare co' tragici. La prosa è più spicciativa; 2423 I, 5| guasterebbero, farieno tralignare questi forti Romani! Ma, 2424 III, 7| monte Ida a far perdere la tramontana al marito. Ah, erano queste 2425 III, 4| Fundanio~ ~Mi duole di averti a trarre d'inganno, prestantissimo 2426 III, 5| coperte d'oro e di porpora, trascorrere in cocchio, le mogli dei 2427 I, 5| cassata. Vent'anni sono trascorsi, e questa bellezza di legge 2428 Nota | Nota del Trascrittore~ ~Ortografia e punteggiatura 2429 III, 6| vecchi, che amano d'esser trattati con ossequio, e ti sarà 2430 II, 4| loro l'esempio de' gravi travagli e de' pasti frugali, sotto 2431 III, 4| censiti durano molta fatica a traversare il Foro. Tutte le donne 2432 II, 4| l'orefice, il lanaiuolo; trecconi, merciai di frange d'oro, 2433 III, 6| romani, non più pace, nè tregua.~ ~Plauto~ ~Ma noi, Veturie 2434 I, 3| Dal Viminale fin qua! Un tremila passi a piedi, nè più, nè 2435 III, 9| maledetta dei fischi, e tremo sempre a verghe, quando 2436 III, 8| facevi dir grossa! Usciere di tribunale! Repertorio ambulante di 2437 I, 4| leggi! Esse hanno la mia tribunizia approvazione fin d'ora.~ ~ 2438 III, 5| donne a muovere le sedizioni tribunizie; a noi consoli, che dovremo 2439 III, 5| 100] già più straordinario tributo di danaro, o di schiavi. 2440 I, 1| magni. Poi c'è da curare il triclinio, poi da[10] badare all'uscio 2441 I, 5| Annia~ ~I nostri mariti trionfano in cocchio; noi andiamo 2442 III, 5| attorno in cocchio, a guisa di trionfanti; di togliere ogni misura 2443 III, 5| si odono squilli di tromba da varii punti del Foro)~ ~[ 2444 | troppa 2445 | troppe 2446 III, 9| Catone)~ ~Catone~ ~Ah, ti trova bella? Ma io gliene caverò 2447 II, 2| arricchiti. Cerca cerca, non trovai niente, più al fatto mio 2448 I, 6| cosa che egli richiede, per trovare una moglie!~ ~Marzia~ ~E 2449 I, 6| non l'ha ancora!... Vuol trovarla, e a modino, se pensa e 2450 III, 8| di leggi!... Una dovevi trovarmene, una sola, da metter fine 2451 Pro | vestiarista, attrezzista e trovarobe. Non son nuovo alle chiacchiere 2452 III, 5| pensiero chiunque abbia a trovarseli contro. E ciò sarà giusto.~ ~ 2453 I, 2| non gli dorrà troppo di trovarsi vinto in cosa di minor conto. 2454 II, 6| potrebbe coglierti sul fatto e trovarti bene infemminito, o forte 2455 III, 8| che si avvicina)~ ~Mi ha trovato bella così; rimarrò dunque 2456 II, 1| frastuono delle assemblee, si trovava lassù, tra il primo e il 2457 II, 2| non alla donna per cui mi trovavo in quel guaio. Quando ella 2458 III, 5| ma, non dubitate, ella troverà un altro che dica: son qua. 2459 III, 5| benefizio pubblico, perchè troverai a ridire se una volta escono 2460 III, 5| adesso? Se Cinea tornasse, troverebbe le matrone romane in volta 2461 III, 6| Annia~ ~Peggio ancora. Troveremo dei Volsci, che ci terranno.~ ~ 2462 III, 6| terranno.~ ~Plauto~ ~Oh, se li troverete! io lo giuro.~ ~Annia~ ~ 2463 III, 4| E credi tu che non si trovi nella nostra causa niente 2464 II, 3| Figùrati; entro in casa e trovo il servo di mia moglie che 2465 III, 2| tumultante. Capite? tu....mul....tuan....te! Chi tenta tumulto 2466 Pro | è troppo nobile; o dà un tuffo nel grave, o piglia un volo 2467 III, 2| non già per la moltitudine tumultante. Capite? tu....mul....tuan.... 2468 III, 2| tunica di schiavo)~ ~E se il tumultuante è di condizione servile, 2469 I, 6| fronte. A noi, con queste tunicacce, non andrebbe; ma, con una 2470 II, 4| Erennio~ ~Quando il Console tuona contro i molli costumi, 2471 II, 6| Anch'io m'attenterò di tuonar le mie massime. Una repubblica 2472 II, 6| discorso per la legge Oppia, tuonare anche tu dai rostri, contro 2473 I, 1| brontoli sempre, peggio del tuono.~ ~Birria~ ~Venere ti guardi, 2474 I, 3| corteggiar[20] la sorella del Tuscolano. Dov'ella è, si può metter 2475 II, 6| tener noi sotto un'eterna tutela! Non ci fate villanìa di 2476 II, 6| Tacerò, lo giuro al tuo genio tutelare, tacerò![77]~ ~Fulvia~ ~( 2477 | tuttavia 2478 II, 2| e calzante di dire F.... U.... L....~ ~Valerio~ ~Basta! 2479 II, 2| quel guaio. Quando ella udì della nuova arte che imparavo, 2480 III, 6| la seguono, per star ad udir l'oratore, ma spesso guardandosi 2481 II, 1| imporporarsi la bella guancia, all'udirmi dare il benvenuto da quella 2482 I, 1| in tua malora!~ ~Birria~ ~Udite, o Dei Lari, i dolci augurii 2483 III, 9| mettere in scena. Posteri uditori, fatelo per amor mio; applaudite!~ ~( 2484 III, 6| grave e pacato; riposerai l'uditorio, entrerai nelle grazie dei 2485 III, 4| sia, vedremo il campione; udremo le salde ragioni![93]~ ~ 2486 II, 4| per accudire agli svariati uffizi di portinaio, cameriere, 2487 III, 2| Vi parlerò da pubblico uffiziale. «Se vi pare, allontanatevi, 2488 II, 4| questa benedetta dignità dell'uffizio ci chiama al campo di Marte.~ ~ 2489 I, 5| nostro sesso, e per ragione d'uguaglianza cogli uomini, si chiede 2490 II, 4| non saperla? ci si prova ugualmente e si fa quanto basta[61] 2491 II, 4| sapremmo più tendere l'arco di Ulisse; i nervi intorpidiscono 2492 III, 6| indossato da Mirrina nell'ultima scena dell'Atto primo).~ ~ 2493 III, 9| son vecchi come la stirpe umana, questi perchè....~ ~Erennio~ ~( 2494 II, 6| procedere a pari? Farti eco umilissimo altrui, quando puoi dir 2495 I, 5| in cocchio; noi andiamo umilmente a piedi.... e non c'è mica 2496 I, 6| il «come tu chiedi» all'unanimità.~ ~Marzia~ ~Ma.... egli 2497 III, 8| legge.[114]~ ~Erennio~ ~Undicesima Tavola; i suffragi del popolo 2498 III, 4| le mura sono a prova d'unghie e di strida. Ma che! donne 2499 II, 6| Ti dicono eloquente, l'unico in Roma che possa contendere 2500 II, 6| e le catene simbolo dell'unità e della forza.~ ~Valerio~ ~ 2501 III, 7| suggesto tra gli applausi universali.[111]~ ~Fundanio~ ~(di dentro)~ ~ 2502 II, 2| quella greca, col mantello unto e bisunto, col bastone e 2503 Int | è in Roma — anno 557 ab Urbe còndita.~ Consoli L. V. 2504 III, 5| il fatto loro! Che nuova usanza è cotesta di correr fuori 2505 Pro | pubblico; i comici antichi mi usarono spesso la cortesia di farmi 2506 III, 8| Me la facevi dir grossa! Usciere di tribunale! Repertorio 2507 II, 4| sfuriata. Ma se mi fanno uscire ad ogni tratto dai gangheri! 2508 III, 5| indietro)~ ~E bada, che non t'uscisse di mente! Mia sorella non 2509 III, 5| maravigliasti tu ch'elle uscissero tante volte per benefizio 2510 I, 3| mesi or sono, non era anche uscita da Tuscolo!~ ~Annia~ ~Ma!... 2511 III, 5| quante volte siano le donne uscite fuori, e sempre per benefizio 2512 III, 8| della sconfitta del Console; uscito appena di magistrato, domanderò 2513 II, 3| servo di mia moglie che usciva. Si tira da un lato, il 2514 III, 5| Valerio~ ~«Finisco. Noi uomini useremo porpora e toga intessuta 2515 II, 1| ambizione è santificata dall'uso; le leggi! poverine! vedetele 2516 II, 2| Tribuno della plebe, tu usurpi l'autorità degli Edili. 2517 II, 6| indietreggiando cent'anni, e così vadano tutti gli Stati, dove è 2518 II, 5| cosa viene a fare? Io me ne vado.~ ~Licinia~ ~Eh via, fanciullona! 2519 II, 2| Se tu fossi uno di quei vagheggini sconclusionati che s'aggirano 2520 Pro | pare di poter dire che il valent'uomo esagerava alquanto 2521 III, 6| non ha mai avuto un più valente campione.[104]~ ~Plauto~ ~( 2522 I, 5| Claudia~ ~E noi, mogli a tai valentuomini, ci siamo sempre amate.~ ~ 2523 I, 4| desiderio di una tra esse; ma valgo troppo poco, lo so. Comunque 2524 I, 4| auspicii. Anche una assemblea è valida, se sono propizii i segni 2525 I, 6| I comizi non sarebbero validi se i sacri polli non mangiassero. 2526 II, 4| di portinaio, cameriere, valletto, arricciator di[62] capegli, 2527 II, 6| ne giova, a te, di questi vani ornamenti?... Non sei tu 2528 I, 5| Birria~ ~Padrona!~ ~Marzia~ ~Vanne a Mirrina, tu, e dille che 2529 I, 3| io credo, che un tribuno varchi la soglia di un Console.~ ~ 2530 II, 4| di marmi, di arredi e di vasellame d'argento; il rame luccicava 2531 I, 1| Mirrina~ ~Sì, tutto, ma vattene.~ ~Birria~ ~Un altro di 2532 I, 4| Basilica, alle Botteghe vecchie, al tempio di Càstore, nel 2533 III, 5| annichilita! In quella vece!...~ ~Catone~ ~Questo è 2534 Pro | facendogli anche tener le veci di quarto, per riempire 2535 I, 4| grosso, non mi pare che veda di mal occhio la cosa. E 2536 III, 8| frasi sconnesse fra i denti. Vede le donne in vesti sfoggiate 2537 II, 2| meno, chi ne fa conto? Ma veder[55] cercata da Valerio una 2538 III, 8| crocchio, e meravigliato di vederla tutta ravvolta nella rica, 2539 I, 6| Ah, come ti va bene! vuoi vederti allo specchio?~ ~Fulvia~ ~( 2540 II, 1| uso; le leggi! poverine! vedetele in Campidoglio; le sono 2541 II, 2| autore inascoltato, che ti vedeva tutt'occhi e tutt'orecchi 2542 III, 6| buttiamo tutte quante in vedovanza.~ ~Annia~ ~Anzi meglio; 2543 III, 5| dal furore dei Galli; le vedove che sovvennero del loro 2544 III, 5| dall'opulento senatore alla vedovella meschina. E già allora questa 2545 III, 5| niente sarà consentito? Vedranno coperte d'oro e di porpora, 2546 I, 4| nel borgo de' Toscani, al Velabro, non si parla più d'altro. 2547 I, 4| tutto andrebbe a gonfie vele. Ma, egli c'è....~ ~Annia~ ~ 2548 Pro | antidoto pe' suoi stessi veleni; odia il greco Epicuro, 2549 III, 8| Ah, sì, gli è vero! Fiore velenoso, ma fiore! Ma già ve lo 2550 I | Lucio Valerio Flacco, sul Velia. — Pareti ornate di fregi 2551 II, 2| libertà, e, se gli torna, lo venda di là dal Tevere. Se poi 2552 I, 1| modi son questi? Da ieri vendicata in libertà per grazia profumata 2553 II, 6| paura? Di' rispetto, amore, venerazione, per quel nobile uomo, le 2554 II, 4| torcendo il fuso, mentre venian ragionando d'antiche storie 2555 | venisse 2556 | Venite 2557 | veniva 2558 | Venivo 2559 I, 5| volgendosi a Volusia)~ ~ne ho venticinque.~ ~Marzia~ ~Eh via!~ ~Fulvia~ ~ 2560 II, 3| Plauto~ ~Ahi! gira il vento.[57]~ ~Catone~ ~(entrando, 2561 I, 5| Va innanzi.~ ~Volusia~ ~Ventuno?~ ~Claudia~ ~Zitta là! non 2562 III, 9| scrivere da un altro, nei tempi venturi.[119]~ ~Catone~ ~Se la scrive, 2563 II, 6| colla sua corona di fiori e verbene sul capo, ravvolta nel flammèo, 2564 Pro | Teatro italiano. Se Catone, verbigrazia, vi comparisse in un azione 2565 | verrà 2566 Pro | le scuri. E le donne non verrebbero fuori per l'abolizione della 2567 | verremo 2568 III, 7| Prepotenti!~ ~Plauto~ ~Ih, che vespaio! Avete ragione; la calda 2569 III, 3| Vedi? stanno inalberando il vessillo comiziale. Anche gli auspicî 2570 II, 3| ci abbiamo il tempio di Vesta? Leonida! Leonida! Io ti 2571 Pro | in sè i moderni uffici di vestiarista, attrezzista e trovarobe. 2572 I, 6| a te non farebbe caso di vestir più sfoggiato? Invero, saresti 2573 Pro | forniva le decorazioni, i vestiti, le macchine e tutti gli 2574 II, 2| e, senza avvedertene, la vettovaglia si scema. Un bel dì, fai 2575 III, 5| le matrone, condotte da Veturia al campo di Coriolano; le 2576 III, 6| tregua.~ ~Plauto~ ~Ma noi, Veturie a rovescio, verremo in lunga 2577 I, 6| Non farmi così austera per vezzo d'imitazione. Mio fratello 2578 II, 2| desiderio di gloria, con un viatico di baldanza, di fede, di 2579 | vicino 2580 II, 2| sfumata. Per fartela breve, vidi la bella in teatro, alla 2581 | vieni 2582 I, 5| cangiate? Vônno ricondurci ai vieti costumi dei pastori del 2583 I, 3| mani, quel tribuno che ci vietò d'andare in cocchio. A piedi! 2584 I, 2| Così tardi? Le nostre vigile non istaranno molto a giungere. 2585 III, 2| proprio a questa volta. Vigiliamo l'ingresso.~ ~(si pianta 2586 II, 2| colà. Il grano promette; la vigna ha fatto prodigi; sei altri 2587 | VII 2588 | VIII 2589 II, 6| eterna tutela! Non ci fate villanìa di parole; ma i fatti, i 2590 I, 3| Ah lasciatemi stare! Dal Viminale fin qua! Un tremila passi 2591 III, 6| siam tutte in ballo. O si vince, o si muore, ma tutte insieme.~ ~ 2592 II, 2| soggiogarci; non la passione ha da vincer l'uomo, bensì l'uomo la 2593 III, 6| e ti sarà più agevole il vincere.~ ~(da sè)~ ~Se l'amico 2594 I, 6| aria peritosa)~ ~Marzia~ ~Vinci; è l'essenziale. Tuo fratello 2595 I, 2| temere. Il babbo tornerà vincitore dei Galli e non gli dorrà 2596 II, 3| dai greci! Noi li abbiamo vinti; essi ci ammorbano. L'è 2597 II, 6| reggersi, se non facendo violenza a tutti gli istinti di natura, 2598 II, 1| ambedue la toga anch'essa violetta).~ ~Valerio~ ~Bene, non 2599 Pro | difetti, l'uomo intiero, visibile da tutti[81] i lati, abbiamo 2600 II, 4| uscio non picchieranno che visitatori a modo! il ricamatore, l' 2601 III, 7| brutta!~ ~Annia~ ~Nacque, visse, morì.~ ~Plauto~ ~Breve 2602 II, 2| fatto prodigi; sei altri vitelli son nati in questo mese; 2603 II, 4| mio grano e potato le mie viti; me ne glorio assai più 2604 III, 8| sguardo; Annia Luscina, più vivace, gli fa una mezza riverenza, 2605 II, 4| Cartagine è in piedi; Annibale è vivo ancora e fremente vendetta; 2606 Pro | Còrago.... non vi spaventi il vocabolo!... sono colui che nei teatri 2607 III, 3| così poche persone che ci voglian bene!~ ~Atinia~ ~T'aiuti 2608 | vogliono 2609 | volea 2610 | volendo 2611 Pro | benevolenza. Si ascoltano più volentieri i supplicanti[80] che parlano 2612 II, 1| il popolo ha ragione di volergli bene! Sarà bello, come tutta 2613 | volerla 2614 | volersi 2615 | volessero 2616 Pro | sugo?~ ~Nè vi paiano troppo volgari i personaggi storici ch' 2617 III, 5| esse adoperato del pari? Volgerò contro te le storie mirabili 2618 Pro | morire. Ma basta; se no, volgo alla predica.~ ~Lascio l' 2619 I, 1| ero avveduto.~ ~Mirrina~ ~(voltandosi indietro)~ ~E da che?~ ~ 2620 I, 1| ancora....~ ~Mirrina~ ~(senza voltarsi)~ ~Che cosa?~ ~Birria~ ~ 2621 II, 1| battendo stizzito il volume sulla tavola)~ ~ 2622 I, 5| sono di tanto cangiate? Vônno ricondurci ai vieti costumi 2623 | vorrebbe 2624 | vorrebbero 2625 II, 6| se ha da essere quale la vorreste voi, indietreggiando cent' 2626 | vostre 2627 | vostro 2628 III, 7| intercolonnio)~ ~Ah, ah! come si vota quest'oggi! ridendo. Il 2629 I, 5| Gracco, che i padri nostri votarono la sciocca legge, proposta 2630 Pro | sabina, nè pensa al greco Zenone, le cui dottrine, sotto 2631 III, 7| compendio di più lunga vita. Ma zitto! la prima centuria ha votato.