Anton Giulio Barrili
La legge Oppia
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ATTO PRIMO

SCENA VI. Mirrina elegantemente vestita e Detti; Birria segue, con alcuni capi di vestiario sulle braccia.

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SCENA VI.

Mirrina elegantemente vestita e Detti; Birria segue, con alcuni capi di vestiario sulle braccia.

 

Annia

Ah, buoni Dei, la leggiadra matrona!

Licinia

In verità, l'ottava meraviglia! Ed è la tua ornatrice?

(a Claudia)

Claudia

Sì, ed ornata alla sua volta da quella bricconcella di Marzia, colle spoglie venute di Grecia.

(Tutti, tranne Fulvia che rimane in disparte, vanno a considerare minutamente Mirrina)

[39]

Marzia

Eccovi; fo come Iperide, l'oratore ateniese, allorquando, per guadagnare la causa della sua bella cliente, la messe in mostra nell'Areopago. Questa è l'acconciatura greca, coll'anadèma ed i capegli ricadenti a ricciolini sul fronte. A noi, con queste tunicacce, non andrebbe; ma, con una veste sontuosa, fa spicco. Non è egli vero? Eccovi; questa è la nostra stola, ma più aggraziata, colle maniche serrate al pugno da armille d'oro, stretta da due cinture all'imbusto e colla giunta dello strascico. Dite, non aggiunge maestà al portamento?

(Mirrina fa alcuni passi lungo la scena)

Vedete adesso!

(pigliando un pallio diploide dalle mani di Birria e aggiustandolo alla persona di Mirrina)

Questo è il pallio che addoppiato si rafferma alla spalla con un bel fermaglio d'oro. Togliete questo!

(come sopra, togliendo dalle mani di Birria e spiegando un ampio velo di fine tessuto di colore scarlatto, che aggiusterà sul capo di Mirrina)

Abbiamo il velo porporino, i cui lembi si raccolgono sulle braccia, e ravvolgono bellamente la persona. Guardate il grazioso meandro che corre a' piè della stola! E questi sandali traforati!

(Mirrina solleva il lembo della stola sul collo del piede)

Annia

Le armille alla noce del piede! Oh bella! Le metto subito anch'io.

Volusia

Ed io![40]

Fundanio

(a Marzia)

Così che, mi pare inutile di andare attorno pei voti. Hai il «come tu chiedi» all'unanimità.

Marzia

Ma.... egli pare.... cioè, non affatto.

(muovendo verso Fulvia)

Che ne sembra a te, mia divina, di questi ornamenti?

Fulvia

Bellissimi.

Marzia

Con che aria lo dici! Pare che a te non farebbe caso di vestir più sfoggiato? Invero, saresti la prima.... e l'unica, poichè il seme di tai donne finirebbe con te.... Ma già si capisce; sorella di Catone!...

Fulvia

Oh, egli non è per cotesto. Non farmi così austera per vezzo d'imitazione. Mio fratello pensa a suo modo, ed io.... se pensassi diverso, non mi terrei men buona sorella per ciò.

Marzia

Ma allora....

Fulvia

Cara mia, a dirti schiettamente ogni cosa, non sento.... come chiamarla?

Marzia

La vanità; di' pure la brutta parola.[41]

Fulvia

Non volevo andare tant'oltre. Non sento.... Via, mettiamo il desiderio.... Non sento il desiderio di comparire. Questo è il mio modo di pensare. O si piace, o non si piace; e gli ornamenti che fanno?

Marzia

Orgogliosetta! Lo sai, che piaci così disadorna, lo sai?

Fulvia

Io?

Marzia

Non lo negare! Fosti veduta alla recita dell'Epidico.... e fu veduto e notato anche un altro.

Fulvia

(arrossendo)

Ah!

Marzia

Ma l'amico è dunque molto possente su te? Egli t'ha ammaliata a segno di farti dimenticare la tua.... Come chiamarla?

Fulvia

Dignità; di' pure la gran parola.

Marzia

Arguta! mi rendi la pariglia? Orbene, sì, io la dirò, senza cercarne un'altra; la tua dignità femminile.

Fulvia

Io non t'intendo.[42]

Marzia

Sì; non è forse noto che Lucio Valerio (parlo del tribuno, e non del babbo console) difende a spada tratta la legge? E non fu udito a dire che le donne sono ornate anche troppo?

Fulvia

Eh, può aver torto; ma la è un'opinione come un'altra.

Marzia

Sì, ma egli ha aggiunto che le donne sono fatte per la casa....

Fulvia

Anche qui....

Marzia

Che egli, qualunque sia la donna che condurrà in moglie, l'avrà per ottima, purchè governi la casa, sappia filare e distribuire il lavoro alle fantesche.

Fulvia

Ah, è ben poca cosa che egli richiede, per trovare una moglie!

Marzia

E non basta. Che l'uomo dee mantener fermo il suo diritto e la maestà maritale contro l'orgoglio delle donne....

Fulvia

(con piglio d'incredulità)

Ha detto questo? Valerio tribuno? E a chi?[43]

Marzia

A Fundanio, qui presente, che voleva indurlo a caldeggiare la parte nostra.

Fulvia

(scossa dalle parole di Marzia)

A te, Fundanio?

(Fundanio, che s'era avvicinato, rimane alquanto dubbioso: Marzia gli accenna ripetutamente degli occhi)

Marzia

Rispondi! Ciò che hai narrato a me, non puoi ripetere a Fulvia?

Fundanio

Egli è che.... Infine, sì, ha detto questo ed altro ancora. O fosse il suo pensiero, o non mirasse che ad entrare nella grazia del Console tuo fratello, egli ha per giunta chiamato la donna: questo sesso arrogante! questo indomito animale! Animale!

Fulvia

(con accento di corruccio)

Anche questo?

Marzia

Cara mia, egli può aver torto; ma la è un'opinione come un'altra.

Fulvia

Non mi far celia! Cotesta non è più materia da scherzo. Che così parli mio fratello, padrone; egli ha moglie; se la intenda con lei. Ma Valerio, che non l'ha ancora!... Vuol trovarla, e a modino, se pensa e ragiona così.[44]

Marzia

Pure, sarai tu quella.

Fulvia

Oh, egli mi ha chiesta, io....

Fundanio

Ti chiederà.

Volusia

(facendosi innanzi con un velo di color giallo e brillante, che ella ha già indossato)

E tu porterai un flammèo di sposa come questo. Provalo! Io l'ho già messo. Ah, come ti va bene! vuoi vederti allo specchio?

Fulvia

(respingendo il velo)

Lascia, te ne prego. A te, non a me, queste allegrezze nuziali!

(l'abbraccia)

Fundanio

(a Fulvia)

Ma dimmi; e che farai, quando Lucio Valerio chiederà la tua mano.

Fulvia

Tribuno, vuoi saper troppo.

Volusia

Oh! quello che tu farai, lo so io.

Fulvia

Tu?

Volusia

Sì, fatti in qua! Sai che l'abrogazione della legge sarà proposta nei comizi. I comizi non sarebbero validi se i sacri polli non mangiassero. La capisci tu, questa[45] relazione tra i polli e i comizi? Io no, ma così è. Ora, io te lo giuro, non accetterò la mano di Caio Claudio Pulcro, se, il dei comizi, i suoi polli non mi useranno la cortesia di mangiare.

Fulvia

Brava! Comincia così, tu che lo puoi; comanda agli uomini! A far diverso, ci si perde della sua dignità e non ci si guadagna nulla in compenso.

Marzia

Tu sei nostra; ho capito. Il tribuno Valerio ha da tenersi saldo, se può.

Fulvia

Ah, quanto a lui!... Ma mio fratello, piuttosto....

(con aria peritosa)

Marzia

Vinci; è l'essenziale. Tuo fratello farà come mio padre, come mio marito, come il marito di Annia Luscina, come tutti i senatori; se la recherà in pace. Infine, che cosa domandiamo noi? Un po' di lusso non guasta. Ci volete? Fateci belle!

Annia

Brava, ben detto; fateci belle! Ah, se le donne volessero sempre mettersi d'accordo!

Fundanio

(da , mentre le donne si accomiatano nel fondo della scena)

Primo guadagno; non si graffierebbero più!

 
 

FINE DELL'ATTO PRIMO

 

[47]


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