Anton Giulio Barrili
La legge Oppia
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ATTO SECONDO

SCENA VI. Fulvia e Valerio

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SCENA VI.

Fulvia e Valerio

 

Valerio

(avanzandosi peritoso verso di lei)

Fulvia!

Fulvia

(alzando gli occhi in atto di meraviglia)

Sei tu? Hai dimenticato qualche cosa?

Valerio

Oh, nulla.

(si aggira irresoluto qua ; indi si accosta alla scranna di lei)

Lavori?[69]

Fulvia

Lo vedi.

Valerio

(accennando il drappo che ella ha sulle ginocchia)

Che è ciò?

Fulvia

Lana.

Valerio

Che risposta!

Fulvia

E qual altra, se è lana? Non hai tu occhi?

Valerio

Ah, così non li avessi....

(Fulvia alza le spalle in atto d'impazienza)

che non sarei venuto in tanta pena!

Fulvia

Ti senti male! Chiamo Licinia, che è dotta di farmachi....

(in atto di smettere il lavoro)

Valerio

No, gli è inutile; Licinia non ha farmachi per me.

Fulvia

E tu va da un medico.

Valerio

Non valgono i medici, per questo mio male!

Fulvia

Un male insanabile, adunque?[70]

Valerio

Ben dici, insanabile!

(accosta uno scanno davanti alla tavola, e fa per sedersi)

Fulvia

Fatti più in ; mi togli la luce.

Valerio

Ma, la vien di lassù, la luce, e non da questa parte.

Fulvia

Io non la penso così.

Valerio

E sia; eccoti servita!

(ritira lo scanno dall'altro lato della tavola: ripiglia il codice di Plauto, e leggicchia a caso)

«Il rimproverare un amico, quando ei se lo meriti, per qualche suo mancamento, è cosa increscevole, ma utile assai, nella vita». Hai tu a riprendermi d'alcuna cosa? Dimmi, te ne prego.

Fulvia

Parli con me? Credevo che tu leggessi.

Valerio

Sì, ho letto una massima di Plauto. Non ti par giusta?

Fulvia

Chi ha da pentirsi di qualche suo mancamento, può giudicarne. Io non so nulla.

Valerio

Ah! Fulvia!... Se tu me lo consenti.... vorrei dire una cosa.[71]

Fulvia

E tu dilla.

Valerio

Ma temo che tu vada in collera....

Fulvia

E tu non la dire.

Valerio

Infine.... la gente dice....

Fulvia

Che cosa dice la gente?

Valerio

Che io.... ti amo.

Fulvia

Ah, dice, questo? Ma tu avrai risposto....

Valerio

Che è vero.

Fulvia

Cortese bugia! Ma io non ne avevo bisogno, perchè non m'importa nulla.... di quanto dice la gente.

Valerio

Bugia! E perchè?

Fulvia

Perchè io sono una donna, e le donne, tu non le ami, le stimi soltanto per quel poco che valgono; stare in casa, filare, tessere e distribuire il còmpito alle fantesche.[72]

Valerio

Io?

Fulvia

E dici che bisogna tenerle a freno, rintuzzarne l'orgoglio....

Valerio

Io?

Fulvia

E le chiami superbamente: questo sesso arrogante.... questo indomito animale....

Valerio

Io, Fulvia? Ma io non ho detto ciò?

Fulvia

Fundanio t'ha udito.

Valerio

Fundanio!... il tribuno?

Fulvia

Lui, sì, lui! Non sei tu del resto contrario alla sua proposta?

Valerio

Ma non ne viene di conseguenza che io abbia detto queste parole. Ah! Marco Fundanio avrà da fare con me!

Fulvia

Sì, bravo! un litigio tra voi! Vi sgozzerete nel Foro....[73]

Valerio

Al Campidoglio, nel tempio di Giove, dovunque lo troverò, dovrà rendermi conto....

Fulvia

Di ciò che non potresti negare. Fundanio avrà male udito; a me non fa mestieri la testimonianza di Fundanio. Io t'ho udito, e basta. Ah, noi siamo inesplicabili, coi nostri capricci? Siam capricciose, adunque? Siam pazze?

Valerio

Non ho inteso dir ciò. Non sapevo spiegare a me stesso i tuoi inaspettati rigori. Te ne chiedo perdono.

Fulvia

Gli è comodo assai! Ma, se tale non era l'animo tuo, chè non hai risposto al Console?

Valerio

A tuo fratello? Al grande Catone?

Fulvia

Ah, in fede mia, bella scelta ha fatto la plebe romana! Un tribuno, che ha paura di dire il fatto suo ad un Console!

Valerio

Che parli tu di paura? Di' rispetto, amore, venerazione, per quel nobile uomo, le cui virtù io mi propongo ad esemplare in ogni atto della mia vita.[74]

Fulvia

Orbene, imitalo e non se ne parli più.

Valerio

(dopo una breve pausa)

Non adirarti, Fulvia. Che debbo io fare per....

Fulvia

Lasciare in pace questi aghi.... e questa matassa, che mi si arruffa.

Valerio

Ti aiuto a dipanarla?

Fulvia

No. Il tuo esemplare potrebbe coglierti sul fatto e trovarti bene infemminito, o forte romano! Dove andrebbero gli austeri costumi, che debbono essere la forza e il presidio di Roma?

Valerio

(passeggia a passi concitati per la sala; indi si accosta da capo)

Che cosa fai?

Fulvia

Me l'hai già chiesto una volta.

Valerio

E tu non m'hai risposto.

Fulvia

Segno che non credevo necessario di dirtelo.

Valerio

È lunga assai; mi pareva una veste nuziale.[75]

Fulvia

E so lo fosse? Che cos'ha da importartene, a te?...

Valerio

Ah, gli è che ho fatto un sogno.... ad occhi aperti. Avevo chiesto una fanciulla in isposa.... bella, oh, bella, come....

Fulvia

Lascia i paragoni.

Valerio

Sì, perchè nessuna cosa al mondo può paragonarsi a lei. Il capo di casa me l'aveva concessa, ed ella portava il mio anello di ferro, emblema della nostra fede, , nel quarto dito della mano manca, dove ci hai la vena che corrisponde al cuore.

Fulvia

Che c'entro io?

Valerio

Ah, dicevo così per dire. Tu eri.... cioè, ella era la mia sperata. Poco dopo, con gran cortèo di congiunti, di amici, e di pronubi, andavamo al Pontefice massimo, per la cerimonia nuziale. Era bella, nella sua lunga veste di candida lana, colla cintura stretta alla vita dal nodo d'Ercole, colla sua corona di fiori e verbene sul capo, ravvolta nel flammèo, meno splendido delle sue guance, suffuse del colore della modestia.... come le tue in questo punto. Ed ella veniva a casa mia, toccava l'acqua e il fuoco,[76] preparati sul mio limitare; io diventavo il suo signore, ma essa la signora mia, per tutta la vita. E fui felice allora..... e lo ero ancora stamane, pensando che avrei chiesta la mano di quella donna a suo fratello....

Fulvia

Ah, non ha più padre?

Valerio

No, ella è sotto la potestà d'un suo fratello maggiore.

Fulvia

E non l'hai chiesta?

Valerio

No, perchè ella non m'ama.... ed io perderò la ragione.

Fulvia

(alzandosi da sedere)

Sarebbe un gran male! Una mente così salda, formata a così buona scuola, ornata di così savie massime!.... Non potresti più fare il tuo discorso per la legge Oppia, tuonare anche tu dai rostri, contro la vanità di questo sesso arrogante.... di questo indomito animale.

Valerio

Ah, non temere! Tacerò, lo giuro al tuo genio tutelare, tacerò![77]

Fulvia

(con accento ironico, passeggiando lungo la scena)

Ma parlerà il Console per noi, e giungeremo egualmente ai nostri fini.

Valerio

Ma che debbo io fare? Mettermi contro di lui?

Fulvia

(fermandosi con piglio risoluto davanti a Valerio)

Se veramente ami la donna di cui sognavi, gli è il meno che tu possa fare per lei. Ti dicono eloquente, l'unico in Roma che possa contendere al Console la palma del Foro. Perchè starti addietro, quando puoi procedere a pari? Farti eco umilissimo altrui, quando puoi dir cose nuove e ben tue? Ah, siete, stolti, voi, colla vostra manìa di metter freni da per tutto, di far camminare il mondo a ritroso, di tener noi sotto un'eterna tutela! Non ci fate villanìa di parole; ma i fatti, i fatti vostri, ci offendono. Roma, Roma, voi dite! Anch'io l'amo, ma non di questo cieco amore, che soffoca i suoi cari, e, a tutto volendo provvedere, diventa una nuova maniera di supplizio. Nulla di troppo, o censori! La corda troppo tesa si spezza. Anch'io m'attenterò di tuonar le mie massime. Una repubblica che non può reggersi, se non facendo violenza a tutti gli istinti di natura, non è degna di vivere. Sparta è caduta sotto il suo medesimo peso. Vada anche Roma, se ha da essere quale la vorreste voi, indietreggiando cent'anni, e così vadano tutti gli Stati, dove è pregio di cittadini[78] la ruvidità, virtù la ferocia, e le catene simbolo dell'unità e della forza.

Valerio

Hai ragione; che dirti? hai ragione. Ma andar contro a lui?... Sarebbe un tradimento. Impossibile! impossibile! E come ardirei io guardarlo in faccia? come rimetter piede in questa casa? Via, Fulvia, mia diletta Fulvia, che te ne giova, a te, di questi vani ornamenti?... Non sei tu bellissima tra le belle? Te ne supplico, non mi mettere a contrasto col console; io non sono da tanto.

Fulvia

Ah, tu vuoi l'amor facile? Il mio è a prezzo d'un sacrifizio. Guadagnalo.

Valerio

Fulvia, te ne scongiuro....

Fulvia

Non una parola di più!

Valerio

Dimmi, almeno.... Mi ami tu?

Fulvia

(dopo essere rimasta alquanto perplessa)

No!

(si libera da lui, e fugge per la fauce)

Valerio

Ah! fermati, Fulvia!... Partita! Che farò io? Austerità romana, tu corri oggi un gran risico!

(si allontana precipitoso)

 
 

FINE DELL'ATTO SECONDO

[79]


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