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Catone, seguìto da Erennio, con altri Littori e Detti.
(Rientra in scena, colla toga stretta ai fianchi, con piglio iracondo, borbottando alcune frasi sconnesse fra i denti. Vede le donne in vesti sfoggiate e rimane stupefatto a guardarle. Claudia Valeria sostiene con dignità il suo sguardo; Annia Luscina, più vivace, gli fa una mezza riverenza, a cui egli risponde con un ghigno ironico e quindi fa l'atto di tornarsene indietro seccato. Ma in quel mentre gli vien veduta Licinia, che vorrebbe starsi nascosta. S'avanza a lei, la trae fuori del crocchio, e meravigliato di vederla tutta ravvolta nella rica, le scioglie i lembi del velo. Licinia appare come le altre, nobilmente vestita, sebbene non così sfarzosamente. Egli dà un balzo indietro, tra per stupore e per rabbia).
Ma la è una ribellione universale! La follia s'è impadronita dunque di Roma? Sta bene! Due donne consolari!
(volgendosi poscia a Marzia Atinia ed Annia Luscina)
[113]
E due mogli di pretori.... dei primi magistrati della città, dopo i consoli!... La sedizione, il disprezzo delle leggi, il mal esempio, hanno tolto le nostre case a baluardo, donde potessero più sicuramente rovesciarsi sul popolo!
(Claudia gli risponde con un gesto severo)
A te, nobile Claudia, non dirò altro.... sebbene, come Console rimasto in città e depositario del comando supremo, potrei....
Il Banditore
(di dentro)
Le centurie hanno votato. Marco Fundanio e Lucio Valerio tribuni, la vostra dimanda ha il consenso del popolo.
(di dentro)
Ciò che il popolo ha statuito, abbia forza di legge. Quiriti, la legge Oppia è cassata.
(di dentro)
Viva Marco Fundanio! Viva Lucio Valerio! Viva!
Vedi? non potresti più nulla. La legge Oppia è sepolta.
E sia, col piacer degli Dei! Ma son marito.... e questa donna.... oh, avremo a dircela insieme. In casa mia non è abrogata la legge.[114]
Undicesima Tavola; i suffragi del popolo decidono; ciò che il popolo ha statuito....
(stizzito)
Eh, va in tua malora, tu e tutte le dodici....
Oh!
Me la facevi dir grossa! Usciere di tribunale! Repertorio ambulante di leggi!... Una dovevi trovarmene, una sola, da metter fine a questo sconcio baccanale.
(le donne offese si ritraggono in disparte)
(mettendosi in mezzo)
Càlmati, via! È dinanzi a te il fiore delle matrone romane.
Ah, sì, gli è vero! Fiore velenoso, ma fiore! Ma già ve lo annunzio, o nobili matrone, che ridete della sconfitta del Console; uscito appena di magistrato, domanderò la censura. Ho fede di ottenerla, perchè dirò ai miei concittadini: «la repubblica è inferma; volete voi un medico che la risani, curando le sue membra col ferro e col fuoco? Eleggetemi censore». E mi vedrete all'opera. Vi prometto una legge, più rigida della legge Oppia a gran pezza.[115]
Che durerà ancor meno di questa.
Ah, sei tu? sei tu, che hai stregato Valerio? Quel Valerio! Una perla!
Ma almeno tu non hai profittato della abrogazione; sei vestita come prima.
(guardando Valerio che si avvicina)
Mi ha trovato bella così; rimarrò dunque così.