Anton Giulio Barrili
La legge Oppia
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ATTO TERZO

SCENA IX. Valerio, indi Fundanio e Detti.

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SCENA IX.

Valerio, indi Fundanio e Detti.

 

Valerio

(S'accosta timidamente. Annia Luscina, Marzia Atinia, Volusia, Claudia Valeria, vorrebbero farglisi incontro festose; ma egli le prega col gesto di rimanersi, e va a mettersi dall'altro lato di Catone)

Catone

Ah, ti trova bella? Ma io gliene caverò il ruzzo, a quel....

Valerio

Taci, te ne prego, padre mio; imperocchè io come padre t'amo e ti venero. Fui contro te; ma potevo io resistere? Tu stesso, qualche anno addietro,[116] messo al punto di guadagnarti l'affetto di Licinia, che avresti tu fatto?... Non dirmi il contrario. Licinia non lo crederebbe. Ho vinto, insieme con Marco Fundanio, al quale io non perdonerò già certe sue invenzioni....

Fundanio

Non mie.

Atinia

(intromettendosi)

Mie; perdonale a me.

(Valerio s'inchina e stringe la mano a Fundanio)

Catone

Ah, qui si perdona.... si....

Valerio

Cose da nulla, che non meritano l'attenzione del Console.

Atinia

(piano a Fundanio)

Sebbene da piccole cause....

Fundanio

Derivano i grandi effetti! Io lo desidero vero.... per me.

Valerio

Abbiam vinto, ripeto; ma la vittoria non è dovuta alle mie parole, tanto meno eloquenti delle tue: bensì è dovuta all'ardore, con cui tutta Roma sposò[117] la causa di queste leggiadre matrone. Non ci ho avuto merito; non ci ho dunque colpa; e perchè vorresti farmi patire una pena? Io, per me, porto opinione che questa vittoria non insuperbirà le donne gentili, ed esse ne useranno con temperanza, bene intendendo che tu difendevi la legge, non per avversione ad una onesta larghezza nello spendere, ma per timore di esorbitanze possibili. Che se queste avvenissero, se così fosse adulterato il nostro concetto, tu allora mi avresti, e ardentissimo, dalla parte tua....

Catone

(tra burbero e rabbonito)

Avresti fatti meglio a non discostartene mai. Basta; cosa fatta capo ha; dimentichiamo questa pazza giornata.

Licinia

Perdoni?

Catone

Bella forza! Come fare altrimenti? Dopo aver soggiogato il popolo, questo bel cianciatore soggioga anche me. Mi chiedevi Fulvia? Le darai l'anello!

Valerio

Eccolo!

(mettendo l'anello in dito a Fulvia)

Catone

Ah! non si perde tempo?

Valerio

Non già per timore che tu abbia a cambiar di parere, ma perchè....[118]

Catone

Sì, ho capito; son vecchi come la stirpe umana, questi perchè....

Erennio

(facendosi innanzi)

Console, poichè si perdona a tutti, apre le porte del Tabulario?

Catone

E per che fare?

Erennio

Non sai? C'è una turba di donne sotto chiave, e tra esse quella sciagurata di mia moglie. Anch'io le perdono. Tavola nona: non si hanno a far leggi per casi particolari.

Catone

(ridendo)

E tu apri, e tirati il malanno e l'uscio addosso!

(Erennio va al Tabulario)

Plauto

Ah bene! un matrimonio? In fede mia, qui c'è da farne una commedia, ed io ho una voglia matta di scriverla.

Catone

Bravo! per mettere alla gogna un amico!...

Plauto

Hai ragione; lasciamola scrivere da un altro, nei tempi venturi.[119]

Catone

Se la scrive, io fo voto che me lo fischino.

Plauto

Poverino! perchè? Io ho una paura maledetta dei fischi, e tremo sempre a verghe, quando ci ho qualcosa di nuovo da mettere in scena. Posteri uditori, fatelo per amor mio; applaudite!

(Cala il Sipario)

 
 

FINE DELLA COMMEDIA

[120]


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