0001p-desia | desid-odora | odori-uccel | uccis-zodia
     Parte

1001   0|             mia bella, io figurare~ i desideri miei per te ne ’l verso,~
1002   0|               più l’alzo; e più ne ’l desiderio~ ardo, sentendo il palpito~ ~
1003   0|               l’occhio gli balena~ di desiderj enormi d’avventura.[137]~ ~
1004   0|               lavoro,~ mentre i nuovi desii cercanvi a gara~ — veltri
1005   0|            che troppo di te m’arse il desio!~ Or tu m’odi! — E la trasse
1006   0|             cuor de le donne a ’l suo desire.~ ~Tutte, da’ beipalagi
1007   0|            Amor, nudo garzone,~ con i Desiri, cupidi sparvieri,~ con
1008   0|              saracina,~ ella sogna il destin de’ Lusignani;~ e innanzi
1009   0|            Ciro ¶ figlio di Cambise,~ destro era e forte, generoso e
1010   0|           rima e senza ritmo, ma d’un determinato numero di ¶ sillabe seguentisi
1011   0|              che il Frate fece per la detta tavola. Uno di quei disegni (
1012   0|               poeti~ ivi, in un luogo detto Galaora;~ e sedeano in su’
1013   0|            Ridono i fatti di ¶ Venere dia~ su ’l cofano di cedro,
1014   0|               il capo cinto avea d’un dïadema~ ed il petto di pietre preziose~
1015   0|              e gai colori~ come in un diamante,~ ~non anche  un sospiro~
1016   0|              sottili orafi, illustra~ diamanti, camei, perle e smeraldi.~ ~
1017   0|              In mezzo, un vivostel dïamantino~ balza ne ’l sole: tra i
1018   0|              ventura,~ veggendo faci, dicano le genti:~ — Torna forse
1019   0|              pena~ a la notte serena~ diceano i rosignoli~ entro i boschi
1020   0|      Lucidamente arrisegli la Bella,~ dicendo: «Voi mi fate~ «onor grande,
1021   0|            ove a me piacque.~ Che mai dicevan l’acque~ ne ’l silenzio
1022   0|          grappolo intatto. —~ Ella mi diede il bacio sovrumano.~ [32]~ ~[
1023   0|            pace, o neve; e le radici~ difendi e i germi, che daranno ancora~
1024   0|               dolce il mare intorno~ ~diffondevasi nel ¶ sole,~ come un drappo
1025   0|             eguali torme~ di sette; e digradando in lungo ad arte~ imitare
1026   0|           Qual gregge, con ¶ un lento digradare~ scendon li olivi a le ricurve
1027   0|             l’eguale ombra più vaste~ digradavan le ruine.~ ~Ma s’apría più
1028   0|              de la villa secolare,~ o diletta ne’ sogni dei poeti.~ [198]~ ~ ~
1029   0|        adagiati su’ troni orientali,~ dilettansi a gittar lucidi strali~
1030   0|             solo, io solo, io solo ho dilettate,~ ~godo infranger la ¶ coppa
1031   0|            ismisurate,~ d’omaggi e di diletti senza nome.~ Lucidamente
1032   0|              era molle ed umida pel diluvio e feconda.~ [127]~ ~
1033   0|                  Tu la Bella vedrai ¶ diman da sera~ e a lei ricingerai
1034   0|            pur su colui che in carità dimanda~ «una stilla d’amore, umile
1035   0|               da tempo in van prego e dimando.~ La bocca picciolella ed
1036   0|          piacere,~ l’unico fior de la dimenticanza,[144]~ ~che, misto a ’l
1037   0|               piacere,~ che tentan la dimora solitaria.~ E il bosco è
1038   0|              e sia composto, quale~ è Dïonigi nel buon marmo acheo.~ ~
1039   0|              bei cantori~ a le nostre dipartite.~ Ma pur oggi, o amica,
1040   0|          roseti~ salutavano il gallo~ dipinto su ’l palvese.~ [97]~ ~II.~ ~
1041   0|               è morto?~ E se ancora a diporto~ la fata Vigorina è pe’
1042   0|       Norénamou.~ ~La quale outa vuol dire: «Per cogliere i fiori di ¶
1043   0|               rimasero.~ Io non seppi dirle: — V’amo.~ Ella, forse paventando~
1044   0|           rinato pane,~ ~ella solea ¶ discender le marmoree~ scale de ’l
1045   0|              bianchi atrj di Pompei,~ discenderà la luce in abondanza.~ ~
1046   0|                DonnaClara, alfine~ discendete... Urrà, mia bella!~ (Rossa
1047   0|               la vermiglia~ china che discendeva all’acque d’oro.~ Da lungi
1048   0|            NOTTE~ DI PRIMAVERA~ ~ ~Tu discendi con pompa orientale~ giù
1049   0|        Raggian come pianeti i bronzei dischi~ su le porte di cedro; e
1050   0|               la divina chioma~ io le disciolsi e vinta ella m’aperse~ le
1051   0|               la neve~ qualche foglia disciolta;~ ~e li stami che ardenti~
1052   0|           nerborose~ come d’atleta al disco esercitato;[119]~ ~e le
1053   0|             fronte i bei narcissi! —~ Discopron elle in tra’ capei prolissi,~
1054   0|              per le sue figure sacre, disegnare i corpi nudi dal vero. ¶
1055   0|          quando~ concederete al bacio disiato?~ O madonna Isaotta, il
1056   0|               le belle ¶ traevansi in disparte.~ Venivan quindi per eguali
1057   0|              gran salti selvaggi,~ ~e disperdendo in ¶ copia su ’l lucente~
1058   0|            allor la Primavera iddia?~ Disser la vostra lode a me li uccelli;~
1059   0|          guinzali.~ ~E conduceali a ¶ dissetarsi. Oh dolce~ cosa vedere lei
1060   0|          terra uscendo, le radici~ si distendean con lotte ed artificj~ meravigliosi
1061   0|             Ruth, una moabita,~ s’era distesa ai piedi de ’l vecchio,
1062   0|       monumenti,~ i mietitori stavano distesi, come armenti~ stanchi.
1063   0|         irrigiditi~ verso Dio, come i diti~ lunghi e scarni d’un Santo.~ ~
1064   0|               tuo sen la piena~ Luna, divelta per forza di carmi.~ S’infransero
1065   0|            mia fluire ed i ¶ capelli~ divenir gelidi, quasi~ per un’ideal
1066   0|               e solo.[237]~ ~«E tutto diverrà ¶ per t’onorare~ «Mirra,
1067   0|            stel fiori, ¶ le mani.~ Oh divine mani, oh bianche~ mani ch’
1068   0|               recessi ¶ impervi~ de i divini soggiorni,~ ne ’l silenzio
1069   0|              spirante ancor l’antica~ divinità, propizio sorridea.~ ~Al
1070   0|              da ’l giglio umile sale~ divotamente a ’l cielo.~ Trema il languido
1071   0|            vengono~ i cervi a lei con docile~ bramire, ed una siepe alta
1072   0|            ramo, su le mie braccia, o dolcissima~ Ebe. — Ed ella: — Or tu
1073   0|           gran Vinci amava. Un fiore~ doloroso era la bocca,~ e un misterioso
1074   0|               Bartolomeo Della Porta, domenicano di San Marco, uno ¶ dei
1075   0|              tu dunque iddia ne’ tuoi domíni?~ ~Questa è l’isolabella:
1076   0|                ed il ben terso~ corpo dona a l’abbraccio di Salmace.~ ~
1077   0|        semplici a lei portando i rari doni,~ come un tempo a Giovanna
1078   0|               levrieri,~ di dame e di donzelle in ricco arnese.~ ~Convenivan
1079   0|              Orïana a Floridante,~ il Donzello del mare, almo e raggiante,~
1080   0|              virtù.~ ~Ma non anche tu dormi in Broceglianda~ tra i mirti
1081   0|                uno spirto amoroso che dormía.~ ~Con che mitezza ¶ accenna
1082   0|            oro in campo oltremarino.~ Dormìa la villa ne ’l silenzio:
1083   0|             largo respirare ¶ di Booz dormïente~ mesceasi de’ ruscelli a ’
1084   0|         roseti, ne la notte bella;~ o dormire su l’erbe; o pur vegliare~
1085   0|             io felice le mie ¶ notti~ dormirò sopra il suo cuore! —~ Ah,
1086   0|       mollemente si perde. Accidiose~ dormon le palme a torno in su le
1087   0|           ramelli~ gittar suoi trilli dotti un lucherino.~ Mi veniva
1088   0|          tennero lieti eptameroni~ il dotto Astíoco e Brisenna cortese.~ ~
1089   0|             campi in dovizia.~ Se ben dovizioso, era mite ed umano~ il vecchio;
1090   0|             Durero~ va contro maghi e draghi a la battaglia~ tutto chiuso
1091   0|     diffondevasi nel ¶ sole,~ come un drappo suntuoso.~ Templi, portici,
1092   0|          sleep.~ ~A midsummer-night’s dream Ac. II. Sc. II.~ [150]~ ~
1093   0|             valle cavalcando.~ ~Ella, dritta in ¶ arcioni, agile e franca,~
1094   0|             come il fior de ’l lino,~ dritti, con rare foglie, e lunghi
1095   0|              fili eran sospese.~ ~Due dromedari, ¶ avendo in su la schiena,~
1096   0|      paliscalmo~ vestono forme, ne la dubbia sera.~ Non calano da’ rotti
1097   0|           hannomi i Sogni? — E stetti dubitando.~ [44]~ ~BALLATA II.~ ~Non
1098   0|              questo ne ’l mio pensier dùbito sorse;~ e ancor ne trema
1099   0|               posava~ ella il suo piè ducale,~ la selva fluviale~ tutta
1100   0|               natale~ cui nasconde la duna,~ ride il sole autunnale,~
1101   0|            volto.~ ~Non i miei lunghi duoli,~ non de ’l suo cor la pena~
1102   0|              poppe~ bianche rotonde e dure~ un fante a lei da le papali
1103   0|             In un’antica stampa de ’l Durero~ va contro maghi e draghi
1104   0|                io t’avrò, se non sien duri li eventi,~ in questi di
1105   0|                Cellini, erami ¶ assai duro ed ingrato~ il tempo, quando
1106   0|             spento,~ la lunga scala d’ebano, coperta~ di femmine, vibrar
1107   0|              Non ¶ mai le sue parole~ ebber soavità così profonda:~
1108    | ebbi
1109   0|             l’incantamento.~ Giacean, ebri d’assai dolci veleni,~ ne
1110   0|                   Vittoria! — li orti echeggiano.[117]~ ~Poi ella torna,
1111   0|            suoni,~ come d’un riso, li echi.~ ~Ai lidi i cigni muovono,~
1112   0|              il magico velario~ che l’edera tessea, con quell’ardito~
1113   0|            NATALE DEL MDCCCLXXXVI~ ~ ~Editrice La Tribuna.~ ~ ~PROPRIETÀ
1114   0|            ascoltanti~ ed ai compagni efébi, in tra’ rosai,~ mentre
1115   0|             treman l’acque~ poi che l’efébo, ignudo come nacque,~ in
1116   0|             de ’l lor numero;~ e tale effluvio spargono aulentissimo~ onde
1117   0|                 Da ’l soffio a l’aria effusi~ per lunghe onde i profumi,~
1118   0|            regnando Numa con la ninfa Egeria.~ [112]~ ~III.~ ~Or falcian ¶
1119   0|             le rose,~ quasi con metro egual, come un respiro.~ Il veltro
1120   0|             altura~ coronata d’opachi elci e di mirti.~ Rompevano li
1121   0|              muso di luccio, candidi, eleganti,~ snelli, che Paol Veronese
1122   0|              pagina 186.~ ~Leggendo l’elegantissima traduzione che ultimamente
1123   0|            orafo mastro di Fiorenza,~ eleggea con acuta pazienza~ le gemmate
1124   0|            ordine stabilito.~ ~La più elementar forma di poesía giapponese
1125   0|            poeti, miracolo~ di gioia, Elena sorse),~ ~così le occulte
1126   0|           Ogni torma correa ¶ verso l’eletto.~ Ad una ad una le bocche
1127   0|            Dorme a notte il palagio d’Elïana,~ simile a un dòmo gotico
1128    | Ell’
1129   0|            munían gl’incanti ai prodi elmo e pavese.~ ~Su la cima del
1130   0|                fluisse da quel lento~ eloquio, tutti i boschi affascinando.~ ~
1131   0|              de le cose, a ’l giorno~ emanava non so qual senso umano~ ~
1132   0|              a mezzo de la rara conca emerge;~ e la fante con anfore
1133   0|               si moveano lentamente:~ emergean lunghe figure[207]~ ~fra
1134   0|               virtù de’ miei ¶ canti~ emergevan da l’onda~ amorosa e feconda~
1135   0|               simili~ a chiusi fiori, emergono.~ ~È Diana: così dorme da
1136   0|      compagnia~ di musici che il lido empion di canti.~ Tutto s’accende
1137   0|          roseti,~ la danza; mentre li èmuli poeti~ a tal vista fremean
1138   0|           vago sopito in tra le rose~ Endimïon, tendendo ambo le braccia,~ (
1139   0|             tesoro~ entro il suo seno enorme.~ ~Par che ne l’aria salga~
1140   0|                                   ~ ~ EPILOGO~ ~Sale dubbio vapor su da
1141   0|                                   ~ ~ EPODO~ ~Amo io così raffigurarti,
1142   0|       alluvïoni.~ Quivi tennero lieti eptameroni~ il dotto Astíoco e Brisenna
1143   0|              a l’aurora,~ con pomposo equipaggio,~ ~si faceva canora~ la
1144   0|               la sua voce a ’l grande equoreo coro.~ ~Quale il Sole per ¶
1145   0|             CELLINI~ ~ ~I.~ ~Cellini, erami ¶ assai duro ed ingrato~
1146    | erasi
1147    | eravamo
1148   0|            Pascono in ozio su le mura erbose~ i cavalli asïatici d’Erode,~
1149   0|              tutta la figura~ l’unico Erede, figlio di Ieéna.~ Ei tace.
1150   0|              235]~ ~Ed egli, avendo ¶ ereditato il Verbo,~ amò, come Gesù,
1151   0|            ordine i Gigli),~ ~il capo ergeano su ¶ da li origlieri~ le
1152   0|              antica del re Tantalo.~ ~Ergesi il corpo d’Ebe, quale ¶
1153   0|         nostri,~ misteriosa e grave,~ ergeva i tronchi e i rami a ’l
1154   0|        giungono,~ i mammiferi timidi~ ergono il muso ne l’inquietudine,~
1155    | eri
1156   0|               vi guidai,~ a la chiesa erma e gentile~ che fiorito a’
1157   0|       dilettosamente:~ la sua testa d’Ermète adolescente~ e la sagliente
1158   0|          erbose~ i cavalli asïatici d’Erode,~ mirabili cavalli; e tra
1159   0|              Nazareno,~ al bene amato eroe de la fortuna.~ Lui proseguìano
1160   0|           segreti:~ la barba il petto eröico gl’inonda.~ ~Lo sguardo
1161   0|        raggianti a schiere~ passan li eroi, ne l’arida barbarie~ de
1162   0|               esercitata da una gente errabonda~ che ignote orme giganti
1163   0|         uniforme nel testo.~ ~ Minimi errori tipografici di punteggiatura
1164   0|             sorride da l’origliere.~ ~Erto su l’ésilizampe il levriere~
1165   0|               misterioso odore[206]~ ~esalava ne ’lrespiro.~ I capelli
1166   0|              nobile giglio morituro,~ esangue il capo d’angelo infedele,~ ~
1167   0|      Francesco Villon, che son meno ¶ esatti. L’ultimo segue la regola
1168   0|              ogni poco~ da la pergola escir suoni di lira.~ ~E il sol
1169   0|               via,~ grandi e candidi, escire~ con in fronte una croce
1170   0|                or sì or no da ’l limo escono lagni.~ ~Ma balzan, di desir
1171   0|               quei disegni (n. 1204), eseguito ¶ a penna, rappresenta nude
1172   0|                metricamente, sopra un esemplare ¶ di Clemente Marot. Li
1173   0|            capo un saggio.~ La terra, esercitata da una gente errabonda~
1174   0|                come d’atleta al disco esercitato;[119]~ ~e le gambe in lor
1175   0|            anche, se si vuole, oziosa esercitazione di stile e di metrica.~ ~
1176   0|        mormoravano li alberi felici,~ espandendo le chiome ai vènti amici,~
1177   0|               del pane, o madre terra esperia;~ ~come quando per ¶ Cerere
1178   0|                                     L’ESPERIMENTO~ ~ ~Ne la stanza regale,
1179    | esse
1180   0|             la chioma bionda~ di rare essenze che facean languire~ le
1181    | esser
1182    | esso
1183   0|                  giacciono a ’l fondo estinte~ da gran tempo ne ’l gelo;~
1184   0|               a le tiepide~ lunazïoni estive i boschi odorano,~ si sveglia
1185   0|              una fontana~ magica de l’età cavalleresca.~ ~Scintillavano ¶
1186   0|              prime,~ entra nelli anni eterni, esce dai  malcerti.~
1187   0|         segnar come in nitido papiro~ evangelicamente i suoi versetti.~ ~Quale
1188   0|             avrò, se non sien duri li eventi,~ in questi di settembre
1189   0|             ne l’arida barbarie~ de l’evo or chiedo splendami a ’l
1190   0|                                     A F. P. MICHETTI~ ~ ~O Francesco,
1191   0|             grappoli in su ’l capo; e faccian coro,~ quali un  le canéfore
1192    | faceva
1193   0|               a la ventura,~ veggendo faci, dicano le genti:~ — Torna
1194   0|           come Leonardo~ hai la dolce facondia allettatrice.[271]~ ~Io,
1195    | fai
1196   0|         patria, ove più molle~ per la falcata riva ondeggia il mare~ e
1197   0|              ebbe tagliate,~ gittò la falce d’oro ne ’l gran campo dei
1198   0|            Egeria.~ [112]~ ~III.~ ~Or falciandiecimila braccia umane~
1199   0|               vi attingeano quanti la fame urgeva.[126]~ ~D’argento
1200   0|           lungi a quando a quando una famiglia~ di villici sorgendo da ’
1201   0|              e d’alga.~ ~Arde qualche fanale,~ raro tra la nebbietta:~
1202   0|              strali~ sotto i piè d’un fanciul nudo che danza.~ ~Un grande
1203   0|           inanimata?~ ~ più Baccofanciullo, in su li opimi~ grappoli
1204   0|             corno,~ ampia, coperta di fanti e d’arcieri,~ di messi,
1205    | farà
1206   0|             tra i calici di neve~ una farfalla, lieve.~ ~Ma, come pieno~
1207   0|         capelli accoglie,~ e luminose fasciano le spoglie,~ dei colùbri
1208   0|               e crudele~ eran segrete fascinazïoni.~ Come il santo profeta
1209   0|               giostra,~ e che da que’ fatali~ occhi mi sorridesse la
1210   0|         braccia e il petto,~ però che faticato avea molto su l’aja.~ Ed
1211   0|              fievole d’una nave~ ~che faticosa in vano~ lotta col vento
1212    | fatta
1213   0|           favola d’Onfale.~ ~Ridono i fatti di ¶ Venere dia~ su ’l cofano
1214   0|        inquietudine,~ grondanti da le fauci.[146]~ ~Passano lievi per
1215   0|         custodiscon la matura~ copia. Fáusto il ciel brilla; e un coro
1216   0|          gentil labbro, che nacque~ a favellar ne ’l tuo puro idïoma.~ [
1217   0|                 Questo narrò la ¶ mia favolatrice.~ Ed a me parve che un incantamento~
1218   0|           ROMANZA~ ~ ~Dolcemente muor Febbraio~ in un biondo suo colore.~
1219   0|               ride. Quindi beve,~ con felicità profonda.~ ~E la selva a
1220   0|                 e predilesse i petti~ feminei, de’ lunati omeri il giro,~
1221   0|               torme,~ ei, vedendo una femmina china cercar ne l’orme,~
1222   0|              la virtù~ pur fioría, di femminette~ gran cantar veniva su.~ ~
1223   0|              sorriso.~ ~Or la Luna, ¶ ferendo ne l’aperto~ cofano i bei
1224   0|              Atenai, voi ¶ che le mie ferite~ curaste di sì dolci lenimenti;~
1225   0|              amante~ giunse a l’isola Ferma (auree ne ’l giorno~ lucean
1226   0|             vacuità.~ ~Un istante voi fermaste~ il cavallo in su ’l confine.~
1227   0|                fumiga la traccia~ del ferro aperta alle seminagioni.~ ~
1228   0|          ginnetto la bianca~ chioma e fervea con leni~ giochi, sommesso
1229   0|          Torna forse Brisenna a’ suoi festini?~ ~ [70]~ ~[71]~ ~
1230   0|              non così venite ¶ al mio festino~ ove l’Amor v’aduna?~ I
1231   0|               chiostra~ in su’ paschi feudali~ ove il bel fiume suoi tesori
1232   0|              o, ne l’ombra, Tibullo e Fiacco e Maro~ ornar di sottilissimi
1233   0|                 Giacea la bella vigna fiammeggiando~ con tralci di rubino e
1234   0|             ed il magico anello~ «che fiammeggiava più che foco vivo~ «mise,
1235   0|              MIRINDA~ ~ ~Mirinda e il fido, ne l’occulta ¶ stanza,~
1236   0|         coscia, e nitrían per li alti fieni.~ ~Giunse Amadigi a l’antro
1237   0|             suo torace~ adolescente i fieri archi dell’ossa,~ ~come
1238   0|           Botticelli~ in su’ poggi di Fiesole vagando.~ [45]~ ~BALLATA
1239   0|               Amo così, mia bella, io figurare~ i desideri miei per te
1240   0|            buone!~ ~Vedea composti in fila ¶ li alberelli~ su ’l cielo
1241   0|            per il colle olivi in rare file~ sopiti, in un pallor dubbio
1242   0|               quale io bevvi ¶ ignoto filtro, inconscio?~ Era ne la sua
1243   0|               Il su’ colore è fior di fina grana,~ ed è ornato a la
1244   0|               bei polsi rotondi~ eran finamente unite,~ ~come a stel fiori, ¶
1245   0|           pennello, io de la ¶ rima,~ fingeremo beltà meravigliose.~ E riderà
1246   0|               piani,~ sente de ’l suo finir l’ora vicina.~ ~Già già,
1247   0|             notte senza luna.~ ~QUI ¶ FINISCE IL LIBRO D’ISAOTTA.~ [78]~ ~ ~[
1248   0|            balcone i leandri in rosei fiocchi;~ un gran paone sta co’
1249   0|                stanno cogliendo rossi fiordalisi.~ ~Raggian come pianeti
1250   0|              avevano gigli su la cima fiorente.~ ~Ruth pensava; ¶ dormiva
1251   0|                sorriso di bontà su le fiorenti~ labbra, i miei gesti e
1252   0|         Mitilene.~ Ma s’odono i leuti fiorentini.[69]~ ~O musici, toccate ¶
1253   0|            chiari e dilettosi~ in cui fiorì la tua nova fatica~ e dentro
1254   0|              l maggio a la virtù~ pur fioría, di femminette~ gran cantar
1255   0|                  35]~ ~Amor, quando ¶ fiorìan ne ’l bel paese~ il biondo
1256   0|              fiori, com’ampie urne, ¶ fiorire;~ berremo un vin ne’ puri
1257   0|             accadere?~ Su ’l mio capo fiorirono ottanta primavere:~ ed io
1258   0|           gentildonne, a cui la rima~ fiorisce in amorosi allettamenti~
1259   0|            parvemi, Omero, il dáttilo fiorisse~ in sommo de ’l gentil labbro,
1260   0|        vedendo un giorno in su la via fiorita~ «la Magdalena, e lei pregò
1261   0|         Guarda la Luna~ tra li alberi fioriti;~ e par che inviti~ ad amar
1262   0|              quella terra benigna ove fioriva~ la pace tra le umane opre.
1263   0|         immensa dolcezza scendea da i firmamenti.~ Era l’ora in cui placidi
1264   0|            cantico e sale~ pel gran firmamento che incurvasi a udir.~ ~
1265   0|          ésili e torte;~ e verzicavan fitti li arboscelli,~ come verdi
1266   0|              Saint Antoine di Gustavo Flaubert. E la poesía ¶ in  non
1267   0|              nuziale~ inno a l’ospite flava;~ e a ’l tuono era la cava~
1268   0|              sepolta in tra le chiome flave~ che crebbero per mille
1269   0|               coppieri, ¶ adolescenti flavi~ che rispondeano a un nome~
1270   0|        chinarsi v’intinge il suo crin flavo.~ ~Ma da la man ch’è presa
1271   0|                ma, lasciando Orïana a Floridante,~ il Donzello del mare,
1272   0|           forma e la lunghezza~ quasi fluente, che alli Antichi nostri~
1273   0|               dea,~ che a ’l cuore mi fluì letificando! —~ ~Scendemmo
1274   0|           dove son l’acque~ che un  fluiron per sì larga vena?~ Dov’
1275   0|               le canéfore in Atene.~ ~Fluiscano, di sotto alle calcagna~
1276   0|            parve che un incantamento~ fluisse da quel lento~ eloquio,
1277   0|             liocorni e il murmure de’ flutti~ si mescono a le sue lente
1278   0|              Ad ora ad or si leva~ un flutto, e su le prore~ fa trepido
1279   0|            cavalli; e tra le rose~ il fluttuare de le lunghe code~ ~mollemente
1280   0|             suo piè ducale,~ la selva fluviale~ tutta in fiore cantava.~ ~
1281   0|            mite come la neve~ qualche foglia disciolta;~ ~e li stami
1282   0|             così vinsevi amore...~ Oh fontanella de le Tartarughe!~ [228]~ ~
1283   0|               in su la schiena,~ otri forati ed una campanella~ di fino
1284   0|              da’ l suo flauto a sette fori;~ e i richiami ode Licori~
1285   0|             vivono e poetando~ uomini forti e miti.~ ~Da ’l soffio a
1286   0|          valletto il nero~ Peccato; e fosca innanzi è la boscaglia.~ ~
1287   0|          suora ne le rime d’oro,~ deh foss’io, come il vago de la Luna,~
1288   0|             vermigli a ’l sole,~ come fosser pietre fini,~ carboncelli
1289   0|             218]~ ~Su l’argine de i ¶ fossi aride e nere,~ fuor de la
1290   0|          succo, d’onde l’alito~ ~esce fragrante come su da ’l calice~ d’
1291   0|               Ad una ad una le bocche fragranti,~ le bocche dolci più che
1292   0|          dritta in ¶ arcioni, agile e franca,~ reggea ne ’l pugno i freni~
1293   0|            ali tese,~ in alto, tra le frange di Palmira,~ a invisibili
1294   0|              queti li usignuoli~ ed i frassini intenti~ ascoltavan salire
1295   0|        conviti, poi che aperto~ ne la fraternità convivïale~ è l’animo de
1296   0|             quando a quando,~ me d’un fraterno riso illuminando,~ tu levavi
1297   0|          immergeano li edifizi~ ne le fredde acque natali.~ ~Ella, sola,
1298   0|           riso il corpo agile e vivo~ fremea come sonora~ ~cetra), il
1299   0|               a le narici,~ i cavalli fremevan di piacere.[218]~ ~Su l’
1300   0|             la mano,~ già invitta nel frenar l’impeto ostile,~ punge
1301   0|         franca,~ reggea ne ’l pugno i freni~ e moveali con varia maestría.~
1302   0|               Io, ben uso a ’l gentil freno de ¶ l’arte,~ come un orafo
1303   0|              Nella mia occidentale la frequenza della rima e il ¶ ritmo
1304   0|              quando a quando! —~ ~Su’ freschi ventiodore di viole~
1305   0|            Propagaronsi per l’òra~ le freschissime risa, in mezzo a l’alto~
1306   0|           presso le staia~ ricolme di fromento, ne ’l consueto letto.~ ~
1307   0|                da poi che alla fatica frumentaria~ i molti figli attendono.
1308   0|           braccia umane~ la messe del frumento. Come antiche~ are sacrate
1309   0|               giorno~ venne il sire a fugar da que’ cari occhi~ l’incanto,
1310   0|           libera~ da le mie braccia e fugge, abbandonandomi.~ — Vittoria! —
1311   0|               balza ne ’l sole: tra i fuggenti vani~ de le colonne adorano
1312   0|              splendido in sembianti.~ Fuggia la torma, ed ecco l’altra
1313   0|           cuore! —~ Ah, perchè voi mi fuggiste?~ Ebro, come d’un liquore~ ~
1314   0|         correvano inseguite,~ candide fuggitive.~ ~E pe’ i recessi ¶ impervi~
1315   0|          danzando in tondo con rapide fughe.~ ~Per tale ausilio, ¶ al
1316   0|             ombra~ la pompa de le sue fulgide piume?~ ~Un tempo, allor ¶
1317   0|            Galaora;~ e sedeano in su’ fulgidi tappeti,~ ove li amor di
1318   0|               bocca era il ¶ sorriso~ fulgidissimo e crudele~ che il divino
1319   0|            per ¶ l’alte aure serene,~ fulgido, lungo i liti Achille incede~
1320   0|             in me de’ vostri occhi il fulgore~ io custodii, beata Beatrice.~
1321   0|              elegante~ ove il sole ha fulgori~ tremuli e gai colori~ come
1322   0|          Ieéna.~ Ei tace. Una lanugin fulva a pena~ gli ombra la faccia
1323   0|              biade:~ i solchi irrigui fuman ne ’l tepore,~ un non so
1324   0|            tremore orrido i marmi,~ e fumaron stridendo l’acque incese.~ [
1325   0|           nutrite dai vermigli[209]~ ~fumi in cieloprendean tutte~
1326   0|            faccia;~ e, dietro quelli, fumiga la traccia~ del ferro aperta
1327   0|              fronte una croce alta di fuoco.~ Strano li alberi gioco~
1328   0|             cuor ne ’l petto~ con che furia mi battè!~ ~Era il fòro
1329    | furon
1330    | furono
1331   0|             luna,~ ~amica, tu verrai~ furtiva ne ’l verziere.~ Hanno i
1332   0|              sorridesse la fortuna~ e fusser ne la luna~ in urna d’adamante
1333   0|          vènti amici,~ crescendo a le future primavere.~ ~ ~ ~ 2.~ ~Io
1334   0|               a l’uom l’augurio de ’l futuro pane.~ ~Guarda da l’alto ¶
1335   0|       improvviso tuono~ d’un’onda più gagliarda.~ Ride il sole, già prono,~
1336   0|         VENDEMMIA~ ~ ~Prema col pié gagliardo un ¶ giovinetto,~ entro
1337   0|             Le gentildonne, ¶ che fan gaia corte~ a te con gran sollazzo,
1338   0|                 Non questo è il tempo gaio de ’l pascore,~ ma voi siete
1339   0|              acqua di turchese.~ ~E i galanti roseti~ salutavano il gallo~
1340   0|                ivi, in un luogo detto Galaora;~ e sedeano in su’ fulgidi
1341   0|          Psiche;~ navigava in trionfo Galatea.[199]~ ~O Vivïana May de
1342   0|              giorno ella cantò, su la galea,~ ad alleggiar la mia grave
1343   0|               de la notte languìan su Galgalà.~ ~Era l’ombrasolenne,
1344   0|            come porta il Vasari.~ ~La Galleria delli Uffici possiede alcuni
1345   0|             Dolce cosa al fianco suo~ galoppar tra gli allalì![182] —~ ~
1346   0|               esercitato;[119]~ ~e le gambe in lor moti abbian la ¶
1347   0|               trarre ti convien da ’l gambo snello~ «il fin tesoro,
1348   0|              i nuovi desii cercanvi a gara~ — veltri da ’l guinzal
1349   0|            Selva d’oro ove Amor, nudo garzone,~ con i Desiri, cupidi sparvieri,~
1350   0|             Van per il campo i validi garzoni~ guidando i buoi da la pacata
1351   0|             che a me foste~ cagion di gaudio, vostro pregio io spando.)~ ~
1352   0|              che ultimamente JudithGautier ha fatta di talune poesie
1353   0|              Vivïana May de Penuele,~ gelida virgo prerafaelita,~ o voi
1354   0|            prime aurore~ ha bevuto le gelide rugiade.~ ~Aprile, il ¶
1355   0|               ed i ¶ capelli~ divenir gelidi, quasi~ per un’ideal carezza,~
1356   0|                VI.~ ~Entra l’alboregelido, pe’ i vetri,~ ne l’ombra
1357   0|             S’ode il mare pel lido~ gemere, lento e grave.~ S’ode talora
1358   0|         giardino~ aprivano i paoni le gemmanti~ piume verso la luce, e
1359   0|        eleggea con acuta pazienza~ le gemmate parole in su le carte;~ ~
1360   0|              lascia d’un salto il ben gemmato arcione.~ A lei li arnesi
1361   0|           erbe a quando a quando~ una gemmea stilla cade.~ ~Hanno li
1362   0|         Cambise,~ destro era e forte, generoso e parco,~ non superato in
1363   0|              tu,~ risorta da la terra genitrice,~ ~eri un’iddia de ’l ¶
1364   0|        dovizia~ oppressa da l’immensa genitura.~ ~Argentëi de’ venti ¶
1365   0|              terra, esercitata da una gente errabonda~ che ignote orme
1366   0|              veggendo faci, dicano le genti:~ — Torna forse Brisenna
1367   0|              chiome feminili,~ chiome gentili,~ lunghe reti sottili~ tratte
1368   0|                Mentre ne l’ampia sala gentilizia~ su i quadrati di marmo
1369   0|        letizia cereale~ per me la tua geòrgica si spande,~ o Publïo Vergilïo
1370   0|              e le radici~ difendi e i germi, che daranno ancora~ erba
1371   0|           avvivatrici;~ contendeva il germoglio i beneficj~ de la luce,
1372   0|              fiorenti~ labbra, i miei gesti e i vari atteggiamenti~
1373   0|          nebbietta:~ il chiaror torbo getta~ lunghe e péndule scale.~ ~
1374   0|           fontana d’Elai, ¶ per molti getti~ ricadente ne ’l vaso di
1375   0|           rapire~ osarono cobaci,~ ~giacciono a ’l fondo estinte~ da gran
1376   0|              ch’io bramo~ non meco vi giace...~ O cuor senza pace,~
1377   0|         sempre dolce il ricordo a me) giacere~ noi amavamo ne la selva
1378   0|             chioma~ par tutta di neri giacinti fiorir.~ ~Discende da’ cieli
1379   0|              umana.~ ~La fontana di ¶ Giacomo, a la fresca~ serenità,
1380   0|           Giove piacque,~ Ermafrodito giacque.~ Partìasi l’onda in rìvoli
1381   0|               di fior profondo letto, giacquero~ donne possenti e amarono?~ ~
1382   0|            tappeti,~ di color rosso e giallo,~ ne l’acqua di turchese.~ ~
1383   0|             elementar forma di poesía giapponese è la strofa di ¶ cinque
1384   0|            Odor di rose, ¶ forse da i giardini~ chiusi del Re, venìa confusamente;~
1385   0|             pelle d’una gran tigre di Giava.~ ~Dormono a presso i ¶
1386   0|            errabonda~ che ignote orme giganti scoprìa ne ’l suo passaggio,~
1387   0|              Vergine assisa con su le ginocchia il ¶ bambino Gesù.~ ~Donna
1388   0|             chioma e fervea con leni~ giochi, sommesso a quella tirannía;~
1389   0|              fuoco.~ Strano li alberi gioco~ facean di luci. L’un parea,
1390   0|             ammonia, ¶ tra la comune~ giocondità de ’l vino, in su la chiara~
1391   0|              in ritmo ai passi ogni ¶ giogaja~ bianca splendendo; il can
1392   0|     splendendo; il can fulvo davanti~ gioiosamente a i gravi passi abbaja;~
1393   0|     sottilemente infusa~ io vi rendo. Gioite voi. Ma, prima,~ Isaotta,
1394   0|             che mal ressero i paggi.~ Gioivano le dame inclite in coro~
1395   0|              parvemi cavalcare ad una giostra,~ e che da que’ fatali~
1396   0|                  Io dissi: — Non mi ¶ giova la fortuna,~ o madonna Isaotta,
1397   0|        datrice~ d’una nuova più forte gioventù?~ [111]~ ~II.~ ~Sia con
1398   0|     illuminando,~ tu levavi la faccia giovïale;~ ~o, lento, senza volgere
1399   0|             de ’l cibo, come a ’l pan giovini cani.~ Forte ridevi tu quando
1400   0|               liocorni~ mesconsi a le giraffe e ai basilischi.~ ~Ella,
1401   0|               l ciel zodiacale~ a lei giran la chioma di viola.[141]~ ~
1402   0|         mandrágora cantare.~ ~Quindi, girando in ritmo agile a danza~
1403   0|          signorile atto la mia~ donna gitta incurante il suo tesoro~
1404   0|      stellanti ariste ebbe tagliate,~ gittò la falce d’oro ne ’l gran
1405   0|            altare~ «i cuori a te, con giubilo divino.~ ~«La carne è santa. ¶
1406   0|              RILEGGENDO OMERO~ ~ ~A ¶ GIULIO SALVADORI~ ~I.~ ~Son paghi
1407   0|            coro.~ Venendo innanzi con giulivo ardire~ una gridò: — Che
1408   0|             io t’addito,~ «fin che tu giunga in riva de ’l ruscello,~ «
1409   0|           leggere.~ ~Or col ventogiungean quasi a riviere~ i profumi
1410   0|             sapore~ da la bocca parrà giungere a ’l cuore~ dando piacere
1411   0|              che lievi l’aure sopra ¶ giungono,~ i mammiferi timidi~ ergono
1412   0|             Ella cavalca. E, poi ch’è giunta a ’lloco,~ lascia d’un
1413   0|             de la terra in un poema.~ Giunto era a la seconda~ canzone
1414   0|             Ella discese ¶ allora: un giuramento~ fece sicuro il gran patto
1415   0|             che, misto a ’l succo de’ giusquìamibianchi,~ rende a le donne
1416   0|             riceve~ la Terra ne’ suoi giusti ozi, da poi~ che all’uom
1417   0|         parole.~ ~Egli ammoniva: «O ¶ giusto, è breve l’ora.~ «Ne la
1418   0|            lenta si sprofonda:~ ne ’l glauco vel la sua forma rotonda~
1419   0|                cofano i bei gioielli, gloriate~ opere di sottili orafi,
1420   0|               de la luce, bramando di godere;~ ~e, in alto, a ’lSole
1421   0|               io solo ho dilettate,~ ~godo infranger la ¶ coppa preziosa;~
1422   0|              in chiari ozi taceva~ il golfo ed era il sole alto ne’
1423   0|             Avea le braccia~ ~sino al gomito ¶ scoperte,~ bianche, pure,
1424   0|            eran di rose~ le odorifere gomme ad ogni fiato~ d’aura cader
1425   0|                 Quale un fiume, ¶ cui gonfia d’acque il maggio,~ da le
1426   0|                                   ~ ~ GORGON~ ~L’Asïatico già tende le
1427   0|             Elïana,~ simile a un dòmo gotico d’argento.~ Or, ne la luce
1428   0|           principessa Issé:~ ~Harou ¶ goto ni~ Nagarourou Kawa o~ Hanato
1429   0|           orientale~ giù pe’ i lucidi gradi; ed una schiera~ di femmine
1430   0|               Secura,~ sopra l’ultimo grado, indi blandiva~ i bei levrieri
1431   0|             su’ colore è fior di fina grana,~ ed è ornato a la guisa
1432   0|              in cieca ira venìa~ a ’l grand’assedio de la vita mia~ Amore
1433   0|               tu cui ne la bocca come grani~ di puro incenso odoran
1434   0|          roseo stelo;~ in sue vene di granito~ ei gioisce, a mezzo il
1435   0|             vecchio campi d’orzo e di grano~ al sole; e prosperavano
1436   0|            erano in fiore.~ Quasi una gratitudine beata~ al sole offrìa la
1437   0|             veron d’oro s’affaccia~ e graziosa a lei mostra la traccia~
1438   0|           arte in su le mura~ ride la greca favola d’Onfale.~ ~Ridono
1439   0|           mentre scendean dal monte i greggi erranti.~ ~Ei, come Ciro ¶
1440   0|            pian ridesto,~ corran qual greggia obedïenti i fiumi.~ [121]~ ~ ~[
1441   0|          vento,~ come un ampio cantar gregoriano!~ [110]~ ~ ~
1442   0|               in atto di piacenza~ il grembialetto a le visitatrici.~ ~Ed esse
1443   0|                ecco la vita! —~ io le gridai, con l’anima rapita.~ Ed
1444   0|              subita~ gioia; e ridendo gridami:~ — O tu, o tu che siedi
1445   0|          lucido cantico vi chiama;~ e gridano i paoni a quando a quando.~ ~
1446   0|     attitudine~ d’indolenza, li occhi grigi~ ~tenea quasi ¶ semichiusi.~
1447   0|              muso ne l’inquietudine,~ grondanti da le fauci.[146]~ ~Passano
1448   0|              resista,~ poi che già in groppa, o Bella, io t’ho rapita.~ [
1449   0|        mescevansi a l’acque! Oh ne la grotta~ ampia e ninfale mormorii
1450   0|             Veggo da i lidi~ selvagge gru passare~ con lunghi gridi~
1451   0|                   La carne è santa. ¶ Guai a chi non piega~ «l’anima
1452   0|                muti,~ impallidendo ci guardammo in viso.~ Poi prendemmo
1453   0|          concedeami anco la mano.~ In guardare tenea china la testa,~ bella
1454   0|          umani~ li occhi a l’ombra in guardarti; ed i figliuoli,~ alti e
1455   0|            rivo d’aprile.~ Le femmine guardavano, più che l’ésili e blande~
1456   0|              puri alvi de’ frutti;~ e guarderemo entro smeraldi il sole. —~ ~
1457   0|           amare~ in me tornava con la guarigione,~ ella talvolta a le mattine
1458   0|             mali~ con infinita carità guariste,~ ed a ’l nostro tormento~
1459   0|               lei le ¶ Grazie, in lor guarnelli~ semplici a lei portando
1460   0|             ora nel Museo del Louvre, guasto ¶ in più parti. È, come
1461   0|             Francesco, le ninfe de ’l Guercino~ seminude accorrenti ne
1462   0|          possente contro i maleficj,~ guida voi foste a ’l debil cavaliere.~ ~
1463   0|        ravvivò!~ ~A San Giorgio io vi guidai,~ a la chiesa erma e gentile~
1464   0|               campo i validi garzoni~ guidando i buoi da la pacata faccia;~
1465   0|               entro il gentil pugno i guinzali.~ ~E conduceali a ¶ dissetarsi.
1466   0|         Tentation de Saint Antoine di Gustavo Flaubert. E la poesía ¶
1467   0|          tiburtino~ ov’han lo scudo i Guttadàuro-Alima~ con gocce d’oro in campo
1468   0|           goto ni~ Nagarourou Kawa o~ Hanato mité~ Orarénou mizou ni~
1469   0|               Non forse in lor balía~ hannomi i Sogni? — E stetti dubitando.~ [
1470   0|             della principessa Issé:~ ~Harou ¶ goto ni~ Nagarourou Kawa
1471   0|             124]~ ~[125]~ ~ Da Victor Hugo.~ ~
1472   0|           piovono.~ ~Oh de le antiche iddie presente ¶ spirito!~ Non
1473   0|         divenir gelidi, quasi~ per un’ideal carezza,~ da sottil fremito
1474   0|               biondo,~ già vide ne li idilli di Pompei.~ ~Biancheggiano
1475   0|                                   ~ ~ IDILLII~ ~. . i cervi, a cui ¶ ne
1476   0|               favellar ne ’l tuo puro idïoma.~ [102]~ ~ ~
1477   0|      pavimento~ un lume biondo come l’idromele;~ e il bel vïolinista Rafaele~
1478   0|              l’unico Erede, figlio di Ieéna.~ Ei tace. Una lanugin fulva
1479   0|               il cruento~ cuor nostro ignavo e le piaghe mortali~ e tutti
1480   0|          soave: il suo cantare~ ha un’ignota virtù su l’uom che l’ode.~ ~
1481   0|              una gente errabonda~ che ignote orme giganti scoprìa ne ’
1482   0|              cuore~ dando piacere per ignoti rami.~ ~Poi sarà dolce insieme
1483   0|               a ’l debil cavaliere.~ ~Ilare, accanto a ¶ voi, senza
1484   0|           improvviso,~ attraversò con ilari saluti.~ Noi trasalimmo,
1485   0|                 me d’un fraterno riso illuminando,~ tu levavi la faccia giovïale;~ ~
1486   0|           alcuna~ il fino Amore per v’illuminare?~ Il grappolo tardìo dove
1487   0|                 E parea che la terra~ illuminasse il cielo.~ [186]~ ~ ~ OUTA
1488   0|               opere di sottili orafi, illustra~ diamanti, camei, perle
1489   0|           amor di Cefalo e d’Aurora,~ illustri opere d’ago, uscieno fuora~
1490   0|          crescon ne la lunare alba le imagi:~ materïati d’oro alti palagi~
1491   0|           cosa~ ir le beltà non viste imaginando.~ A voi conviene omai d’
1492   0|        portici, obelischi~ partoria l’imaginoso~ ~vespro; e a fior ¶ de ’
1493   0|       schiudendo,~ mentre si compie l’imeneo stupendo~ de ’l figliuol
1494   0|           bocche dolci più che miel d’Imetto,~ egli baciava, splendido
1495   0|            versi chinesi e talvolta ¶ imitandoli, si attengono di preferenza
1496   0|          digradando in lungo ad arte~ imitare volean l’ímpari forme~ de ’
1497   0|          sacra ora notturna.~ ~Angeli immensi reggon li architravi;~ e
1498   0|            incenso~ che per un tempio immenso~ vanisca a poco a poco,~ ~
1499   0|                in atto di ristoro,~ v’immerge una sua grande anfora d’
1500   0|        simbolico, venìa~ e ne l’acqua immergea le mani ardenti.~ ~Quindi,
1501   0|           mostri umani o bestiali;~ s’immergeano li edifizi~ ne le fredde
1502   0|               ad una danza, in giro!~ Immergeavi una coppa di zaffiro~ Brisenna,
1503   0|               255]~ ~IV.~ ~Vive anco, immersa ¶ ne ’l natale aroma,~ lungo
1504   0|             procace,~ sta ne la fonte immerso~ come in un letto d’oro;
1505   0|            splendea ne la fredda ora, imminente,~ la Luna su ’l palazzo
1506   0|           paziente.~ «La pazienza è l’immortal nepente~ «che afforza i
1507   0|     risplendea su le biade;~ ~e Ruth, immota, li ¶ occhi socchiudendo
1508   0|             tocche:~ su ’l loro stelo immoto~ paiono aperte bocche.~ ~
1509   0|     misterioso de la terra; e, muti,~ impallidendo ci guardammo in viso.~ Poi
1510   0|               vi baciai con le labbra impallidite!~ ~ ~ ~ 3.~ ~Noi, muti,
1511   0|             ad arte~ imitare volean l’ímpari forme~ de ’l flauto che
1512   0|        cavalli pascolare~ da presso e impazienti ad ora ad ora~ scuoter li
1513   0|             palagi[185]~ ~su ’l colle imperiale~ parean arsi da chiusi~
1514   0|             pena~ gli ombra la faccia imperiosa e dura.~ Bella è la bocca;
1515   0|        fuggitive.~ ~E pe’ i recessi ¶ impervi~ de i divini soggiorni,~
1516   0|      solitaria.~ E il bosco è pieno d’implorazïoni.~ [85]~ ~ ~
1517   0|               di sotto alle calcagna~ imporporate del vendemmiatore,~ larghi
1518   0|            sonavan alto le tue chiare imprese.~ ~La terra di ¶ Brolangia
1519   0|               più baci e più, cupido, impressi.~ Ella rideva... Oh lotta~
1520   0|             nivale~ ~tempio de’ monti inalzasi: una piana~ canzon levano
1521   0|          fiori,~ tace la Bella Fonte, inanimata?~ ~ più Bacco ¶ fanciullo,
1522   0|          vorrei mordere,~ me’ che a l’inarrivabile~ ~frutto. — Ancora! — ella
1523   0|            valleconcava d’Orlando~ inaspettata vista del tesoro!~ Giacea
1524   0|              posaste ne le mie piaghe inasprite;[219]~ ~voi che le insonni ¶
1525   0|               dunque da ¶ l’ombra e t’incammina~ «pel sentier ch’io t’
1526   0|         facendo strano a’ due pollici incarco;~ e su tal corda l’anima
1527   0|         fulgido, lungo i liti Achille incede~ ne la lorica tutta quanta
1528   0|               pompa, venìa con piano~ incedere (la veste lilïale~ risplendea
1529   0|            probità vestito e di lino, incedeva.~ Parean publiche fonti
1530   0|             fumaron stridendo l’acque incese.~ [38]~ ~[39]~ ~
1531   0|                 tristi passïoni~ or s’inchinano a lei, non più ribelli;~
1532   0|       pellegrinaggio. —~ D’in torno s’inchinarono i canneti.[29]~ ~Io dissi: —
1533   0|             Ella tacque; ed il ¶ capo inchinò mite:~ ne li occhi le ridea
1534   0|              simboli oscuri, in su gl’incisi~ cuoj, regine con mitra
1535   0|               valletto ridendo alto m’incita~ ed incanto non v’ha che
1536   0|          denti~ ti mordevan con piani incitamenti.~ Tra la fronda eran queti
1537   0|               ed umano~ il vecchio; e incline avea l’animo a la giustizia.~ ~
1538   0|            ravviva~ e cinge di valore inclito i fianchi.~ [145]~ ~ ~
1539   0|              accorto e saggio:~ quivi incomincia il pio pellegrinaggio. —~
1540   0|              tempo prigioni~ ~vivono, inconsce d’ogni~ diletto de l’amore.~
1541   0|          dormiva sotto i cieli;~ Ruth inconscia attendea, con pia serenità.~
1542   0|             tanto~ amai e celebrai~ e incoronai del mio lucido canto~ ne’
1543   0|              atto la mia~ donna gitta incurante il suo tesoro~ di smeraldi,
1544   0|             pel gran firmamento che incurvasi a udir.~ ~Ignudo, le nobili
1545    | indi
1546   0|                ed è ornato a la guisa indiana;~ tinsesi per un mastro
1547   0|            tramonto, in attitudine~ d’indolenza, li occhi grigi~ ~tenea
1548   0|          fiume, ove sì dolci istanti~ indugiammo cercando per la via~ il
1549   0|            Bevemmo e ci baciammo, ivi indugiando.~ [56]~ ~BALLATA XIV.~ ~
1550   0|           settembre allettamenti~ che indugiano pel cielo umido e chiaro,~ ~
1551   0|           Sopra il tempio di Saturno~ indugiava il , pacato.~ ~Un non
1552   0|                alto, ridente~ ancor d’infanzia e già schiuso nel fiore~
1553   0|         porpora una vite~ saliva da l’inferïor verziere,~ e le bacchiche
1554   0|           figure comprese nella parte inferiore[289] della composizione;
1555   0|              lungo de l’amor le larve infide.~ ~Ora un lucidosenso
1556   0|              tutti i nostri mali~ con infinita carità guariste,~ ed a ’
1557   0|            che le insonni ¶ mie notti infinite,~ piene di mille acuti patimenti,~
1558   0|            un’aurora.~ ~Io ricordo. ¶ Infinito, da le chiare~ comunïoni
1559   0|             solo ho dilettate,~ ~godo infranger la ¶ coppa preziosa;~ e
1560   0|               desìo vano mi prende~ d’infrangere le membra bene amate.~ [
1561   0|         rubenti~ che il padre Autunno infranse nel bicchiere.~ ~Ella disse
1562   0|        divelta per forza di carmi.~ S’infransero a ’l tremore orrido i marmi,~
1563   0|           entro la rima~ sottilemente infusa~ io vi rendo. Gioite voi.
1564   0|              oro alti palagi~ e torri ingenti assai più che Pirene.~ ~
1565   0|        Cellini, erami ¶ assai duro ed ingrato~ il tempo, quando in cieca
1566   0|             il ciel brilla; e un coro inizia~ i gravi offici de l’agricultura.~ ~
1567   0|              candore~ ~del sol ne ¶ l’innocenza del mattino~ arrise, ch’
1568   0|          temere,~ io respirava l’aure innovatrici:~ mi battean ratte ne le
1569   0|          propizio sorridea.~ ~Al riso innumerevole, l’aprica~ riva non lungi
1570   0|               luce in un sol getto~ m’inondavan di gioia: álacre in petto~
1571   0|             lui guardando da li occhi inquieti.~ ~Amo così, mia bella,
1572   0|           timidi~ ergono il muso ne l’inquietudine,~ grondanti da le fauci.[
1573   0|               dolcemente.~ ~Scintilla inrigidita la sua faccia~ e bilingue
1574   0|        selvaggi~ parchi il cervo ella inseguì?~ Dolce cosa al fianco suo~
1575   0|           ninfe sbigottite~ correvano inseguite,~ candide fuggitive.~ ~E
1576   0|       artefice; e le braccia al busto inserte~ nitidamente sieno e nerborose~
1577   0|               volo sonoro~ cingean gl’insetti d’oro~ laboriosi a sciami,~ ~
1578   0|           arguta ridere una faccia.~ ~Insidiose, in lunghi allacciamenti,~
1579   0|         ignoti rami.~ ~Poi sarà dolce insieme ragionare,~ lungo i roseti,
1580   0|          ammoniva: «O ¶ donna, o Vaso insigne~ «de la dolcezza ed Arca
1581   0|               ordine a ¶ tondo~ su le insigni colonne i propilei;~ e da
1582   0|                 candidi ¶ cacciatori, insofferenti~ d’ozio, che in torno a
1583   0|            abondanza~ acque d’ambra d’insolita fragranza~ su i marmi che
1584   0|          inasprite;[219]~ ~voi che le insonni ¶ mie notti infinite,~ piene
1585   0|               latte:~ a lei, chiuse e intatte,~ sospiran le selve,~ profonde.~ ~
1586   0|               de ’l sole, e tremano:~ intatti ancora, poi che ad Ebe l’
1587   0|              E le fontane vivono; e l’intensa~ voluttà de la vita, a ’
1588   0|              usignuoli~ ed i frassini intenti~ ascoltavan salire il dolce
1589   0|               ha nemmen l’ombra d’una intenzione antireligiosa; ma è una
1590   0|         lunghe figure[207]~ ~fra li ¶ intercolonni, a un tratto,~ mostri umani
1591   0|                                   ~ ~ INTERMEZZO MELICO~ ~Titania:~ ~Music,
1592   0|           maraviglia;~ e le fanciulle interrompeano il coro.~ Venendo innanzi
1593   0|           tutte vibravano, a la danza intese.~ ~Ogni torma correa ¶ verso
1594   0|           senza parlare,~ noi eravamo intesi a quel diletto.~ S’udivano
1595   0|              quale fiamma, Urganda~ t’intesse a torno con rapidi voli~
1596   0|               stanza ampia e severa,~ intessute con rara arte, le sante~
1597   0|               in luminose ambagi~ con inteste di fior lunghe catene.~
1598   0|         salivan ne’ ¶ tronchi e ne le intiere~ membra correvan l’acque
1599   0|           come nacque,~ in chinarsi v’intinge il suo crin flavo.~ ~Ma
1600   0|             Broceglianda~ tra i mirti intonsi, a’ lai de’ rosignoli,~
1601   0|        blandizia.~ ~Il suo corpo, che intriso fu lung’ora~ nel lago d’
1602   0|             di damasco;~ (odor d’erbe inumidite~ sale su da ’l verde pasco)~ ~
1603   0|           carezza,~ da sottil fremito invasi.~ ~III.~ ~Ella, semplice, ¶
1604   0|         essere mio~ da quel fascino e invaso,~ ~tutto de la recente~
1605   0|              tutti fremono,~ parmi, d’invidia li alberi.~ [118]~ ~ ~
1606   0|            alberi fioriti;~ e par che inviti~ ad amar sotto i miti~ incanti
1607   0|                                   ~ ~ INVITO ALLA CACCIA~ ~Pascean su ’
1608   0|           avanza; e con la mano,~ già invitta nel frenar l’impeto ostile,~
1609   0|               torcendosi le braccia,~ invocavan su ’l tepido origliere,~
1610   0|            aureo l’acque ne ’l nuoto~ involgendo e portando~ i calici de ’
1611   0|                su la ¶ loggia,~ tutta involta da i prestigi~ de ’l tramonto,
1612   0|               Isaotta, ¶ è dura cosa~ ir le beltà non viste imaginando.~
1613   0|             il tempo, quando in cieca ira venìa~ a ’l grand’assedio
1614   0|               calice infranto~ paiono irrigiditi~ verso Dio, come i diti~
1615   0|             nascenti biade:~ i solchi irrigui fuman ne ’l tepore,~ un
1616   0|              Tutta di gocce tremule s’irrora~ ne ’l lavacro di marmo
1617   0|                in figura d’un sistro, ismisurante.~ Il verde paradiso due
1618   0|              e di castella,~ di terre ismisurate,~ d’omaggi e di diletti
1619   0|    lontanissimi a noi.~ ~Le tribù ¶ d’Israello avean per capo un saggio.~
1620   0|            una outa della principessa Issé:~ ~Harou ¶ goto ni~ Nagarourou
1621   0|                 dolce come le pelli d’Issedonia~ a ’l tatto e fresco assai
1622   0|              profumati di cìnnamo e d’issopo,~ bevean su la riviera di
1623   0|              ne la gran vacuità.~ ~Un istante voi fermaste~ il cavallo
1624   0|              il ¶ fiume, ove sì dolci istanti~ indugiammo cercando per
1625   0|              avea que’ ¶ miei palpiti istessi.~ Talvolta io mi sentia
1626   0|             plaustro alto, ¶ Maraja,~ istorïato d’angeli e di santi,~ su ’
1627   0|           anelli~ si riposano lungo l’istrumento.~ ~E a piè de ’l solio il
1628   0|             Dameta.~ ~Tu ne li orti d’Italia odi, o poeta,~ rider le
1629   0|               tentai di riprodurre in italiano ¶ la struttura di una outa;
1630   0|            gran silenzio intento~ con iterati suoni,~ come d’un riso,
1631   0|            mar fremito s’ode.~ ~Ma se Jacìm con rauco grido appare,~
1632   0|         giorno~ parvemi bere in coppa jacintea~ il sangue d’una dea,~ che
1633   0|                 Pallidi ne li azzurri jacintèi~ stan li oleandri lungo
1634   0|               Mago ne l’aria odore di jacinti~ vinse Orïana de ’l soave
1635   0|                           III.~ ~Come Jacob e ¶ Judith, con le pálpebre
1636   0|                43]~ ~BALLATA I.~ ~Pur jeri (uscían ¶ da la recente
1637   0|              cosa taceva ¶ in Ur e in Jerimàde.~ Li astri riscintillavano
1638   0|             nel lago d’olio all’isola Junonia,~ dolce come le pelli d’
1639   0|           Harou ¶ goto ni~ Nagarourou Kawa o~ Hanato mité~ Orarénou
1640   0|           nostra nave,~ cui non pinse Ki-Tsora,~ va con soave~ andare;
1641   0|       fiorisse~ in sommo de ’l gentil labbro, che nacque~ a favellar
1642   0|                Oh di roseti~ profondi laberinti~ ove i poeti~ in giacigli
1643   0|               m’odi! — E la trasse ai labirinti.~ ~Mago ne l’aria odore
1644   0|           Siringa construsse in su ’l Ladone.~ Come le canne, l’agili
1645   0|               or no da ’l limo escono lagni.~ ~Ma balzan, di desir tutte
1646   0|              intriso fu lung’ora~ nel lago d’olio all’isola Junonia,~
1647   0|               Latamon, fiume regale,~ lambiva in suo lunante arco i vigneti~
1648   0|             crépito~ de le lingue che lambono.~ ~E, poi che lievi l’aure
1649   0|           aulenti~ per le selve hanno lamenti~ vaghi e assai lontani cori;~
1650   0|               fiamma.~ Non tu sei che lampeggi, Eleabani?[235]~ ~Ed egli,
1651   0|                non superato in trarre lancia od arco;~ e molte fiere
1652   0|             viventi occhi i rubini.~ ~Langue, da presso, ¶ entro la coppa
1653   0|               le sue braccia!~ Dolce, languendo, bevere il suo fiato!~ Voci
1654   0|                 e i soffi de la notte languìan su Galgalà.~ ~Era l’ombra ¶
1655   0|            ove le azzurre ésili vene~ languíano, e mi volgeste (or vi sovviene?)~
1656   0|          denti.~ ~Sogguardan elle con languida brama~ Ila, si torcon elle
1657   0|             le fontane~ ascoltavamo i languidi racconti.~ ~Non così dolce ¶
1658   0|     divotamente a ’l cielo.~ Trema il languido stelo.~ O Vas spirituale!~ [
1659   0|             braccia.[77]~ ~Dolce cosa languir ¶ tra le sue braccia!~ Dolce,
1660   0|               rare essenze che facean languire~ le femmine in soavità profonda.[
1661   0|             melograni;~ io son ebra e languisco, Eleabani,~ come la damma
1662   0|               da la man ch’è presa di languore~ sfugge l’anfora e lenta
1663   0|               di Ieéna.~ Ei tace. Una lanugin fulva a pena~ gli ombra
1664   0|       perseguii~ a lungo de l’amor le larve infide.~ ~Ora un lucido ¶
1665   0|              suon de ¶ ’l corno;~ ma, lasciando Orïana a Floridante,~ il
1666   0|           cercar ne l’orme,~ dicea: — Lasciate, o uomini probi, cader le
1667   0|            che meco ebbi giacente~ ha lasciato il mio letto pel tuo letto,
1668   0|              l’origliere~ ne la notte lasciò sua rosea traccia.~ Palpita
1669   0|           prima è ¶ più lunga, spesso lasciva ed oscena; la seconda è
1670   0|  allacciamenti,~ ondeggiano le najadi lascive:~ balenano di riso ne le
1671   0|              GiuliaFarnese, un suo lascivo~ balen da li occhi fuora~
1672   0|            senza pace,~ ed occhi miei lassi,~ moriamo.~ [191]~ ~ ~ RONDÒ~ ~ ~
1673   0|             sopore.~ ~D’innanzi, il ¶ Latamon, fiume regale,~ lambiva
1674   0|           tema verrai: le rose~ avran latébre ascose~ per lor sorella
1675   0|               braccia,~ (splendeva il Latmo a la vermiglia sera,~ cui
1676   0|                bianchi cani a l’alba~ latrando; ed ella li seguìa ne ’l
1677   0|               diffonde~ pecieli suo latte:~ a lei, chiuse e intatte,~
1678   0|             pieno l’anima, si pose~ a laudare le ascose~ virtuti de la
1679   0|            vespro a me fai sera,~ cui Laura è suora ne le rime d’oro,~
1680   0|             seta Caturìa,~ la qual fu lavorata in gran soggiorno~ a la
1681   0|              verziere~ a ’l balcone i leandri in rosei fiocchi;~ un gran
1682   0|             diletto de l’amore.~ Come Leda Tindaride~ a ’l dio Giove
1683   0|             Sentendomi da voi ¶ tutto legare,~ questo ne ’l mio pensier
1684   0|            occidentale, pagina 186.~ ~Leggendo l’elegantissima traduzione
1685   0|             senza; e la yomi-outa, da leggersi. La prima è ¶ più lunga,
1686   0|            quella tirannía;~ e la sua leggiadría~ e la beltà d’Isotta e il
1687   0|              nulla era più ¶ bello~ e leggiadro de l’atto~ ch’ella facea,
1688   0|              volte su ’l sinistro piè leggiere,~ coglie al fine, con risa
1689   0|               Voi, saltando giù da ’l legno,~ mi porgeste ambo le mani.~ ~
1690   0|            tratti~ apparivano azzurri lembi simili ad ale.[129]~ ~Il
1691   0|           bianca~ chioma e fervea con leni~ giochi, sommesso a quella
1692   0|           ferite~ curaste di sì dolci lenimenti;~ voi che le mani tenere
1693   0|             la parola~ si spandesse a lenire i petti umani.~ ~In fondo
1694   0|          pronto il re ¶ musico; ed il lesto~ piè mosse in cerca de ’
1695   0|                che a ’l cuore mi fluì letificando! —~ ~Scendemmo il piano ¶
1696   0|             La Tribuna.~ ~ ~PROPRIETÀ LETTERARIA~ ~ ~[9]~ ~
1697   0|              ROMANZA~ ~ ~Ondeggiano i letti di rose~ ne li orti specchiati
1698   0|               Ebe. — Ed ella: — Or tu lévami~ ~su le tue braccia. — Ed
1699   0|           semenza; e i buoni~ vecchi, levando al ciel le orazïoni,~ pensan
1700   0|           inalzasi: una piana~ canzon levano li uomini, e nel gesto~
1701   0|          smarrita in un sogno, altalevaste~ la faccia ove le azzurre
1702   0|        fraterno riso illuminando,~ tu levavi la faccia giovïale;~ ~o,
1703   0|           sorga l’alba, le some~ «voi leverete, a ritrovare l’orme.~ «Altre
1704   0|           coglierò, ma te ¶ medesima~ leverò, fino a giugnere~ il ramo,
1705   0|               tue braccia. — Ed io la levo, a ¶ giugnere~ il buon frutto
1706   0|            Erto su l’ésilizampe il levriere~ blandisce il pié divino
1707   0|        Vittoria! —~ E, d’un salto, si libera~ da le mie braccia e fugge,
1708   0|               larghi rivi di mosto; e liberale~ sia di gioia a l’umana
1709   0|               Non quivi un giorno, in libero~ d’erbe e di fior profondo
1710   0|              i culti~ e risplendea di libertà ne ’l sole.~ Come il fiume
1711   0|               fori;~ e i richiami ode Licori~ da le siepi rifiorenti~
1712   0|           campi sorgono le biche;~ ~e lietamente ¶ l’uomo a le fatiche~ piega
1713   0|           veste aurea mettea:~ tra le liete ghirlande si svolgea~ la
1714   0|            vergine~ cacciatrice. — Oh lietissime~ stragi sonanti lungo i
1715   0|              ROMANZA~ ~ ~Quale un dio lieto che gode~ in sua via sparger
1716   0|              con la sua voce sonora,~ lievemente roca a tratti.~ Una preziosa
1717   0|             piano~ incedere (la veste lilïale~ risplendea di lontano)~ ~
1718   0|                               SONETTO LIMINARE~ ~ ~Palagio d’oro, nobile
1719   0|           schiume;~ or sì or no da ’l limo escono lagni.~ ~Ma balzan,
1720   0|               faccia~ ove il trapunto lin de l’origliere~ ne la notte
1721   0|               compone di ¶ pochissime linee senza rima e senza ritmo,
1722   0|           Tremano i fiori su la calda linfa~ i calici schiudendo,~ mentre
1723   0|            inebriate,~ quasi Bacco le linfe abbia cangiate~ in vin di
1724   0|              bere,~ vibra in ritmo la lingua umida a ’l fiore~ de ’l
1725   0|             la pace il crépito~ de le lingue che lambono.~ ~E, poi che
1726   0|              e ne li adorni~ velari i liofanti e i liocorni~ mesconsi a
1727   0|            fuggiste?~ Ebro, come d’un liquore~ ~troppo forte, ebro ¶ di
1728   0|               dove l’Austro avea gran lite~ e da mille verdi vite~
1729   0|          nobile e puro~ quale un vaso liturgico d’argento.~ [232]~ ~VII.~ ~
1730   0|        Penuele,~ or vi sovviene de ’l lontan mattino?~ Voi sceglieste
1731   0|        stanchi. E questo era in tempi lontanissimi a noi.~ ~Le tribù ¶ d’Israello
1732   0|         pascore,~ ma voi siete di ver loquace molto.~ Or seguite a trovar
1733   0|               a ’l sol;~ ed i passeri loquaci~ le cingean d’allegro vol.~ ~
1734   0|            cieli soavi,~ o Claudio di Lorena,~ ~si spandea ne l’occaso,~
1735   0|            Più chiara su ’lpalazzo Lorenzana~ la Luna risplendea, Donna
1736   0|            liti Achille incede~ ne la lorica tutta quanta d’oro.~ [281]~ ~
1737   0|            pacifiche pendici;~ in van lottano; e, presi a le radici,~
1738   0|             che conforta le membra ai lottatori.~ [114]~ ~ ~
1739   0|             radici~ si distendean con lotte ed artificj~ meravigliosi
1740   0|               trova ora nel Museo del Louvre, guasto ¶ in più parti.
1741   0|         veltri da ’l sottile~ muso di luccio, candidi, eleganti,~ snelli,
1742   0|            Ferma (auree ne ’l giorno~ lucean le mura ed i verzieri in
1743   0|           gittar suoi trilli dotti un lucherino.~ Mi veniva ne ’l cuor sì
1744   0|               alberi gioco~ facean di luci. L’un parea, tra’ rai,~
1745   0|             Polizïano.~ ~Una serenità lucida, eguale,~ noi tenea. Da
1746   0|               di diletti senza nome.~ Lucidamente arrisegli la Bella,~ dicendo: «
1747   0|              proda~ de l’ampio letto, lucide e nere.~ [253]~ ~II.~ ~Con
1748   0|                      PROLOGO~ ~Mentre Lucrezia ¶ Borgia, in nuziale~ pompa,
1749   0|               regale,~ lambiva in suo lunante arco i vigneti~ ove l’ebro
1750   0|               bovi da le corna erte e lunanti.~ ~Ondeggia in ritmo ai
1751   0|              arco~ e prendon forma di lunata lira.~ ~Si tendono le chiome
1752   0|      predilesse i petti~ feminei, de’ lunati omeri il giro,~ a segnar
1753   0|              divino~ sogno da ’l cuor lunatico le sale.~ ~Una rete d’argento ¶
1754   0|             pur, quando a le tiepide~ lunazïoni estive i boschi odorano,~
1755   0|             suo corpo, che intriso fu lung’ora~ nel lago d’olio all’
1756   0|               i rami~ e Teocrito udía lunge i richiami~ di Lyda a riva
1757   0|        vigneti che bagna il Latamone~ lungh’esso il chiaro colle solatìo~
1758   0|              venustà della forma e la lunghezza~ quasi fluente, che alli
1759   0|           donne de’ poeti~ ivi, in un luogo detto Galaora;~ e sedeano
1760   0|             de ’l soave oblio.~ Ridea Lurchetto in sua faccia vermiglia.~ [
1761   0|              ella sogna il destin de’ Lusignani;~ e innanzi a ’l tristo
1762   0|             parie~ de ’l mio sogno di lusso e di piacere~ le bellissime
1763   0|             udía lunge i richiami~ di Lyda a riva e i canti di Dameta.~ ~
1764   0|           bellezze, io vo tramando il madrigale,[229]~ ~mentre spiran le ¶
1765   0|                e nel gesto~ hanno una maestà sacerdotale.~ [115]~ ~ ~
1766   0|               alto lavoro~ d’artefici maestri di tarsìa,~ che sta ne ’
1767   0|            freni~ e moveali con varia maestría.~ Piegava ad arco il ginnetto
1768   0|              e rinnega~ «il suo divin maestro Gesù Cristo:~ ~«Gesù che,
1769   0|             in su la via fiorita~ «la Magdalena, e lei pregò d’amore~ «e
1770   0|            tronchi e i rami a ’l ciel maggiori;~ e, lunga componendo ala
1771   0|               de ’l Durero~ va contro maghi e draghi a la battaglia~
1772   0|             parole, come una fontana~ magica de l’età cavalleresca.~ ~
1773   0|              traccia~ segnando cerchi magici su ’l calle.~ ~Ella cavalca.
1774   0|                 Palagio d’oro, nobile magione~ de la Speme, de ’l Riso
1775   0|           Morte senza piastra e senza maglia,~ dietro gli segue da valletto
1776   0|             la trasse ai labirinti.~ ~Mago ne l’aria odore di jacinti~
1777   0|              anni eterni, esce dai  malcerti.~ Al giovine una fiamma
1778   0|                maga possente contro i maleficj,~ guida voi foste a ’l debil
1779   0|             mortali~ e tutti i nostri mali~ con infinita carità guariste,~
1780   0|             senso mi ¶ cingean di tal malía~ ch’io mi credeva udire~
1781   0|           vostra luce! — Troppo in un malsano~ artifizio di suoni io perseguii~
1782   0|             aure sopra ¶ giungono,~ i mammiferi timidi~ ergono il muso ne
1783   0|             mio dolce! — Io mi credea mancare.~ [217]~ ~ ~ ~II.~ ~ 1.~ ~
1784   0|              fin tesoro,  dov’io ti mando.»~ [52]~ ~BALLATA X.~ ~Surse
1785   0|        concava e polita,~ fa la rossa mandrágora cantare.~ ~Quindi, girando
1786   0|         figlio.~ «E sappi in quel che mangi e in quel che bevi~ «trovar
1787   0|             ho colto i fiori e la mia manica è tutta bagnata.»~ ~Nella
1788   0|           agresti fatiche~ carichi di manipoli i mietitori a torme,~ ei,
1789   0|             voce, ¶ cantico di lire,~ mansuefatti avrebbe aspidi in guerra.~
1790   0|          porto su ’l plaustro alto, ¶ Maraja,~ istorïato d’angeli e di
1791   0|          lavoro~ ci guardava con alta maraviglia;~ e le fanciulle interrompeano
1792   0|            bel rivaggio.~ L’alta erba mareggiava in su ’l confine~ placidamente,
1793   0|                  Scendemmo il pianomargine; e commise~ in sì dolce
1794   0|           conspetto di tal forma, su’ margini~ non han li alberi fremito.~ ~
1795   0|          MORGANA~ ~ ~Or tremule, su i mari e su le arene,~ crescon
1796   0|                 VI.~ ~Ne ’l cortilemarmorëo, tra l’alte~ colonne a cui
1797   0|             ombra, Tibullo e Fiacco e Maro~ ornar di sottilissimi comenti.~ ~
1798   0|            spande,~ o Publïo Vergilïo Marone.~ [113]~ ~ ~
1799   0|               esemplare ¶ di Clemente Marot. Li altri quattro sono composti
1800   0|         mistico e puro,~ in suo dolce martíro.~ ~Cade, su l’acqua accolta~
1801   0|               su ’l verde ¶ il sol di marzo, infranto,~ però che avea
1802   0|               il diletto~ de’ meriggi marzolini.~ Come il cuor balzami in
1803   0|              di fino argento sotto la mascella,~ spargean su’ marmi essenza
1804   0|               in lor moti abbian la ¶ maschia~ venustà della forma e la
1805   0|                264]~ ~e, ne l’abito ¶ maschile~ chiuso il dolce fior de ’
1806   0|        Partìasi l’onda in rìvoli tra’ massi~ de ’l clivo, in più di
1807   0|             la lunare alba le imagi:~ materïati d’oro alti palagi~ e torri
1808   0|            dolcezza del compatimento~ materno in cuor de’ figli la nativa~
1809   0|       guarigione,~ ella talvolta a le mattine chiare~ tutta ridente apriva
1810   0|            gran cantar veniva su.~ ~I mattoni bisantini~ rilucean vermigli
1811   0|               li olivi custodiscon la matura~ copia. Fáusto il ciel brilla;
1812   0|            POMO~ ~ ~Pendono i frutti, maturati a ’l roseo~ calor de ’l
1813   0|              suo letto~ ride ai sogni matutini.~ ~Su la piazza Barberini~
1814   0|              ROMA~ ~NEL  NATALE DEL MDCCCLXXXVI~ ~ ~Editrice La Tribuna.~ ~ ~
1815    | medesima
1816   0|                              ATHENAIS MEDICA~ ~Nobili e puri, splendono~
1817   0|          stanza~ penderanno li arazzi medicéi~ e, come ne’ bianchi atrj
1818   0|           allora parve~ brulicante di meduse.~ Ella tacque. Io la guardava.~
1819   0|                            INTERMEZZO MELICO~ ~Titania:~ ~Music, ho!
1820   0|              Grimani, ¶ attribuita al Memling, rappresenta li angeli che
1821   0|               ROMANZA~ ~ ~Dolce ne la memoria~ quella vista si leva.~
1822   0|              balzava il cuore. Oh mie memorie buone!~ ~Vedea composti
1823   0|               così ¶ camminammo: ella men lesta,~ poi che non concedeami
1824   0|              Non dunque tal sentiere~ mena a ’l loco soave~ u’ la Bella,
1825   0|                 66]~ ~[67]~ ~I nitidi mercanti ¶ alessandrini,~ profumati
1826   0|           stupendo~ de ’l figliuol di Mercurio con la ninfa.~ ~A la marina,
1827   0|              giugnere il diletto~ de’ meriggi marzolini.~ Come il cuor
1828   0|              ricurve prode;~ in su ’l meriggio la pia selva gode~ le chiome
1829   0|            bacchiche foglie colorite~ mesceansi con le rose a le ringhiere.~
1830   0|   abbandonammo; e le due vite~ nostre mescemmo e rinnovammo in una~ vita
1831   0|            cadean sonanti e spessi~ e mescevansi a l’acque! Oh ne la grotta~
1832   0|             il murmure de’ flutti~ si mescono a le sue lente parole.~ [
1833   0|              i liofanti e i liocorni~ mesconsi a le giraffe e ai basilischi.~ ~
1834   0|           esercitazione di stile e di metrica.~ ~Donna Francesca, X, pagina
1835   0|              Questo rondò è composto, metricamente, sopra un esemplare ¶ di
1836   0|         soffio de le rose,~ quasi con metro egual, come un respiro.~
1837   0|            dolce sua signora.~ Noi ci mettemmo allora~ su l’odorosa traccia
1838   0|              balen da li occhi fuora~ mettendo (a ’l riso il corpo agile
1839   0|              nudi olmi a’ Cappuccini~ metton già qualche rametto:~ senton
1840   0|                               A F. P. MICHETTI~ ~ ~O Francesco, le ninfe
1841   0|           such as charmeth sleep.~ ~A midsummer-night’s dream Ac. II. Sc. II.~ [
1842   0|              i veli,~ chiedea: — Qual mietitore dio de l’eterna estate,~
1843   0|          dolcezza de le cose~ ver lei migra in assai vaghi romori.~ ~
1844   0|      Francesca, XII, pagina 245.~ ~La miniatura del Breviario del cardinal
1845   0|              è uniforme nel testo.~ ~ Minimi errori tipografici di punteggiatura
1846   0|             con gran sollazzo, in su’ minori~ legni, rapidamente[68]~
1847   0|             fior de l’acque, ridono i miracoli~ de la luce ne ’l mobile~ ~
1848   0|               e ne’ sogni~ de’ poeti, miracolo~ di gioia, Elena sorse),~ ~
1849   0|              e crisoprassi.~ Attoniti mirammo; ed in noi nacque~ desìo
1850   0|          lavacro di marmo orientale.~ Miran le statue a torno quella
1851   0|      fiammeggiava più che foco vivo~ «mise, come in un dito,~ «ne ’
1852   0|              egìpani bramire,~ Ila di Misia, il giovinetto sire~ a cui
1853   0|               49]~ ~BALLATA VII.~ ~Il mister favoloso ¶ in cui la selva~
1854   0|               odorose~ — oh voluttate mistica e profonda!~ ~Poi, smarrita
1855   0|             Nagarourou Kawa o~ Hanato mité~ Orarénou mizou ni~ Sodé
1856   0|         amoroso che dormía.~ ~Con che mitezza ¶ accenna la sua faccia,~
1857   0|               non Saffo, non Alceo di Mitilene.~ Ma s’odono i leuti fiorentini.[
1858   0|              incisi~ cuoj, regine con mitra ésili e gravi~ stanno cogliendo
1859   0|              o~ Hanato mité~ Orarénou mizou ni~ Sodé ya Norénamou.~ ~
1860   0|             Boozdormiva, Ruth, una moabita,~ s’era distesa ai piedi
1861   0|            miracoli~ de la luce ne ’l mobile~ ~specchio. Ed i cervi,
1862   0|               verde asta silvana,~ ei moderi col suo canto l’alterno~
1863   0|              oggi onora la terra. Nel modesto~ lume del sole, al vespero,
1864   0|            gloria d’Isaotta~ i larghi modi de ’l Polizïano.~ ~Una serenità
1865   0|           figliuoli, ed io non ho più moglie.~ ~Da gran tempo ¶ colei
1866   0|              è dolce;~ e a me i suoni molce~ de ’l verso. Ma l’altra~
1867   0|          notte tra i suoi.~ Presso le mole simili ne l’ombra a monumenti,~
1868   0|   scintillando~ ricorrevan per l’alte moli a torno.~ Vi saliva una
1869   0|         fluttuare de le lunghe code~ ~mollemente si perde. Accidiose~ dormon
1870    | molta
1871   0|               la gran soavità di quei momenti,~ allor che li occhi in
1872   0|               alberi aspettando,~ con monili di rugiade.~ Sopra l’erbe
1873   0|              su la croce~ «morì ne la montagna solitaria,~ «Gesù che, fatto
1874   0|              mole simili ne l’ombra a monumenti,~ i mietitori stavano distesi,
1875   0|               ne ’l cerchio de le sue morbide braccia.[77]~ ~Dolce cosa
1876   0|            che a ’l frutto, io vorrei mordere,~ me’ che a l’inarrivabile~ ~
1877   0|                i lor teneri denti~ ti mordevan con piani incitamenti.~
1878   0|              pur semiviva ed io quasi morente.~ ~Una progenie nuova ¶
1879   0|               carne, in su la croce~ «morì ne la montagna solitaria,~ «
1880   0|                 ed occhi miei lassi,~ moriamo.~ [191]~ ~ ~ RONDÒ~ ~ ~Com’
1881   0|             ha ravvivato~ le rose che morìan trascolorando.~ Sorga da
1882   0|              luna;~ lui chiedeano, in morir de ’l suo veleno;~ ~lui,
1883   0|              l’alta scala~ la fontana mormorar,~ vede a ’l sol l’acque
1884   0|                l palazzo Barberini.~ ~Mormoravan con ¶ voci roche e lente~
1885   0|            Sole un coro di preghiere~ mormoravano li alberi felici,~ espandendo
1886   0|             Al corso~ anelavano; e il morso~ tingean di calda bava,
1887   0|               di deità,~ su da quella morta pietra~ ne la gran vacuità.~ ~
1888   0|             nostro ignavo e le piaghe mortali~ e tutti i nostri mali~
1889   0|             giglio d’Elai non anche è morto?~ E se ancora a diporto~
1890   0|              musico; ed il lesto~ piè mosse in cerca de ’l beato giglio.~
1891   0|            affaccia~ e graziosa a lei mostra la traccia~ segnando cerchi
1892   0|           intercolonni, a un tratto,~ mostri umani o bestiali;~ s’immergeano
1893   0|            favore di Giove~ il gentil mostro che le forme nuove~ ha temprate
1894   0|              119]~ ~e le gambe in lor moti abbian la ¶ maschia~ venustà
1895   0|              solio il vescovo latino~ move in ritmo un turibolo d’argento~
1896   0|         reggea ne ’l pugno i freni~ e moveali con varia maestría.~ Piegava
1897   0|              sottili architetture~ si moveano lentamente:~ emergean lunghe
1898   0|                 I pioppi nudi e senza movimento~ parevan candelabri alti
1899   0|               l segnale~ da le bocche mulièbri agile sale~ il cantico a
1900   0|              Luna su le menti umane,~ munían gl’incanti ai prodi elmo
1901   0|           monte~ una immensa letizia~ muove da ’l padre Sole: arde propizia~
1902   0|               Ma, prima,~ Isaotta, la Musa,~ ~quella ch’io più ¶ cantai,
1903   0|             in ¶ copia su ’l lucente~ musaico a piene mani~ cibi e rose,
1904   0|              Grazie, si trova ora nel Museo del Louvre, guasto ¶ in
1905   0|                  Surse pronto il remusico; ed il lesto~ piè mosse
1906   0|              tempo convenne Rafaele,~ muta, con lento gesto, a capo
1907   0|        argento.~ Or, ne la luce senza mutamento,~ pare un fragile incanto
1908   0|          porte d’adamante~ ~s’apriron mute e gravi, a ’l suon de ¶
1909    | n’
1910    | n.
1911   0|          Odissea~ la riva de la dolce Näusìca.~ ~Or così, mentre io ripensava
1912   0|              Issé:~ ~Harou ¶ goto ni~ Nagarourou Kawa o~ Hanato mité~ Orarénou
1913   0|              a ’l sol latino,~ bionda Napea di Rafael d’Urbino,~ ne
1914   0|              impeto ostile,~ punge le nari a ’l veltro persiano.~ [
1915   0|              sentendosi il vento a le narici,~ i cavalli fremevan di
1916   0|                  BALLATA XI.~ ~Questo narrò la ¶ mia favolatrice.~ Ed
1917   0|         tratti.~ Una preziosa flora~ ~nascea lenta ora ¶ da ’l mare,~
1918   0|           dolcemente,~ schermìa da la nascente~ forza de ’l sol vermiglio~ ~
1919   0|           sonore~ dice l’augurio a le nascenti biade:~ i solchi irrigui
1920   0|               uccelli;~ fiori parvero nascer da’ capelli,~ come ne la
1921   0|               seno. Ed un’alma prole~ nascerà da’ connubii,~ poi che il
1922   0|          Prono, su ’l mar natale~ cui nasconde la duna,~ ride il sole autunnale,~
1923   0|               l capo assai giocondinasconmi~ pensieri e vaghe imagini~
1924   0|             l’erbe, chè non son lungi nascoste. —~ (O fiori, che a me foste~
1925   0|             le chiome d’oro,~ canzon, nata di notte senza luna.~ ~QUI ¶
1926   0|               ciel mite.~ ~Da le sedi native~ le ninfe sbigottite~ correvano
1927   0|              fronde a ’l vento~ su la natività de le bell’acque;~  fu
1928   0|               Era nel tempo quando la natura è soave:~ i colli avevano
1929   0|             ardore~ de le spighe così naturalmente~ si giunse e così vergine
1930   0|             fior lunghe catene.~ Come navi in balía de le sirene,~
1931   0|                  piacente Primavera,~ navigando ne ’l vespero, per l’almo~
1932   0|            via~ il grappolo tardivo,~ navighiamo a diletto, in compagnia~
1933   0|              in loro ambagi~ favolosi navigli.~ Dietro, grandi e vermigli~
1934   0|        venivano a ’lfigliuol de ’l Nazareno,~ al bene amato eroe de
1935   0|             di preferenza alla poesía nazionale che chiamasi outa. Due specie
1936   0|            tutte le cose.~ ~A ’l pian nebbie leggere~ si spandeano da ’
1937   0|          qualche fanale,~ raro tra la nebbietta:~ il chiaror torbo getta~
1938   0|            tristo~ «egli l’essere suo nega, e rinnega~ «il suo divin
1939    | nell’
1940   0|              le origini prime,~ entra nelli anni eterni, esce dai 
1941   0|              oro,~ ~o tu per le cui ¶ nembra i rai de ’l sole~ una veste
1942   0|              la poesía ¶ in  non ha nemmen l’ombra d’una intenzione
1943   0|              La pazienza è l’immortal nepente~ «che afforza i nervi e
1944   0|              femmine ti segue, per la nera~ scala raggiando la beltà
1945   0|          inserte~ nitidamente sieno e nerborose~ come d’atleta al disco
1946   0|              gli segue da valletto il nero~ Peccato; e fosca innanzi
1947   0|               nepente~ «che afforza i nervi e l’anima ristora.~ ~«Come
1948   0|                trovar l’ambrosia e il nettare vermiglio.»~ ~Ed ammoniva: «
1949   0|        brillando fuora~ come rose tra nevi,~ ~e li occhi ove saette~
1950   0|        sorridono due rosei~ cavi, due nidi rosei,~ ove, meglio che
1951   0|             braccia al busto inserte~ nitidamente sieno e nerborose~ come
1952   0|              Maria.~ ~[66]~ ~[67]~ ~I nitidi mercanti ¶ alessandrini,~
1953   0|           niveo pié, gli corron su ’l nitore~ de ’l dorso lunghe onde
1954   0|            moto lento~ a la coscia, e nitrían per li alti fieni.~ ~Giunse
1955   0|            Dice Mirinda. E il tremulo nitrire~ de’ liocorni e il murmure
1956   0|         vibran lieti pel cortile~ i nitriti de ’l ginnetto)~ ~o voi,
1957   0|               caccia~ ove Diana da le nivee braccia~ tende a la strage
1958   0|              vive~ bocche le chiostre nivëe dei denti.~ ~Sogguardan
1959   0|               acciaio.~ ~II.~ ~Questa nobil donna ¶ un giorno~ io conobbi.
1960   0|            umili case, e da le tende~ nomadi, e da’ tuguri, a torme a
1961   0|             Così chiamai l’amata ¶ in nona rima,~ sotto il grande balcon
1962   0|            Orarénou mizou ni~ Sodé ya Norénamou.~ ~La quale outa vuol dire: «
1963   0|                                       NOTA ¶ DEL TRASCRITTORE:~ ~L'
1964   0|                                   ~ ~ NOTE~ ~. . beataBeatrice.~ ~
1965   0|              Sotto i propizïati albor notturni~ ella cavalca, lungo il
1966   0|             umano~ me invade, poi che novamente udii~ cozzar ne ’l verso
1967   0|            Scendi con pace; sì che al novel tempo~ da te nudriti, lungo
1968   0|              lauri in cima~ è la luna novella.~ Cantate, o gentildonne,
1969   0|            chiare~ vie de ’l cielo un novello orbe lunare:~ i vapori facean
1970   0|             la terra bene amata:~ era novembre, il tempo de ’l sopore.~ ~
1971   0|                 ROMANZA~ ~ ~Ne le sue nubi avvolta~ la Luna si riposa,~
1972   0|      accoglieano su le tempie,~ su la nuca, di profonde~ ~voluttà larghi
1973   0|           bianco qual coppa d’avòro,~ nudata, mormorava: — Eleabani!~
1974   0|            bellissima; ed ai cúbiti~ ~nudati le sorridono due rosei~
1975   0|       eseguito ¶ a penna, rappresenta nude le figure comprese nella
1976   0|             che al novel tempo~ da te nudriti, lungo il pian ridesto,~
1977   0|         crescea meravigliose piante,~ nudrito da le pingui alluvïoni.~
1978    | nulla
1979   0|            arvalico saliva,~ regnando Numa con la ninfa Egeria.~ [112]~ ~
1980   0|              piede, moriva in alto un nume.~ ~E mormorava Booz, ¶ sotto
1981   0|           solco~ ~aureo l’acque ne ’l nuoto~ involgendo e portando~
1982   0|              la boscaglia.~ ~Io così, nuovamente, a la conquista~ de l’Arte
1983   0|               le forme.»~ Disse; e di nuovo arrise, ne le chiome~ ampie,
1984   0|             de ’l calor d’un vino~ si nutrivano i sogni dilettosi.~ [256]~ ~
1985   0|           Alzasi lenta; e cresce come nuvola,~ come su da la tenebra~
1986   0|         ridesto,~ corran qual greggia obedïenti i fiumi.~ [121]~ ~ ~[122]~ ~
1987   0|           suntuoso.~ Templi, portici, obelischi~ partoria l’imaginoso~ ~
1988   0|               ne la pia serenità.~ ~L’obelisco pur fiorito~ pare, quale
1989   0|             ei beve; e il caro Ercole oblìa.~ [140]~ ~ ~
1990   0|             occaso,~ piovea su’ cuori oblío.~ Vinto l’essere mio~ da
1991   0|                candidamente, lungi da oblique strade,~ di probità vestito
1992   0|             Lorena,~ ~si spandea ne l’occaso,~ piovea su’ cuori oblío.~
1993   0|               Mirinda e il fido, ne l’occultastanza,~ adagiati su’
1994   0|               Elena sorse),~ ~così le occulte najadi,~ ch’entro l’adamantino~
1995   0|         taciturno~ da una grave ombra occupato.~ Sopra il tempio di Saturno~
1996    | od
1997   0|               il pio cantico spira.~ ~Odesi, poi che il gran clamore
1998   0|            polita e bianca, qual ne l’Odissea~ la riva de la dolce Näusìca.~ ~
1999   0|               entro li abissi,~ ove s’odon li egìpani bramire,~ Ila
2000   0|           come grani~ di puro incenso odoran le parole,~ ~o tu che de ’
2001   0|             lunazïoni estive i boschi odorano,~ si sveglia ella; ed il
2002   0|        amorosa e feconda~ mille fiori odoranti;~ ~e la signorabionda~


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