0001p-desia | desid-odora | odori-uccel | uccis-zodia
     Parte

3004   0|               molte fiere la sua mano uccise,~ ~la sua man degna ¶ d’
3005   0|             l’alta sera;~ e bramire s’udian cervi a la luna~ da’ chiusi,
3006   0|             invade, poi che novamente udii~ cozzar ne ’l verso l’armi
3007   0|            firmamento che incurvasi a udir.~ ~Ignudo, le nobili forme~
3008   0|               malía~ ch’io mi credeva udire~ suono di corni in lontananza
3009   0|          amavamo ne la selva d’oro.~ ~Udivam, ne ’lsilenzio, a quando
3010   0|             intesi a quel diletto.~ S’udivano i cavalli pascolare~ da
3011   0|          rurale.~ Ma i nostri orecchi udranno ad ogni poco~ da la pergola
3012   0|           Vasari.~ ~La Galleria delli Uffici possiede alcuni bellissimi
3013   0|             così, mentre io ripensava Ulisse,~ guardando pel seren
3014   0|          elegantissima traduzione che ultimamente Judith ¶ Gautier ha fatta
3015   0|               riviere~ i profumi da l’ultime pendici;~ e, sentendosi
3016   0|                le pupille ne ’l sogno umide e caste.~ Non così pura
3017   0|             che indugiano pel cielo umido e chiaro,~ ~tesser vorrem
3018   0|            ove la pace dorme,~ e da l’umili case, e da le tende~ nomadi,
3019   0|             levata, e con un gesto~ d’umiltà grave e lento [12]~ ~offeriano
3020   0|      altissimo Signore~ Nel ciel dell’umiltade ov’è Maria~ ~Disegno di
3021   0|             L'uso degli accenti non è uniforme nel testo.~ ~ Minimi errori
3022   0|               rotondi~ eran finamente unite,~ ~come a stel fiori, ¶
3023   0|                 Ogni cosa taceva ¶ in Ur e in Jerimàde.~ Li astri
3024   0|              bionda Napea di Rafael d’Urbino,~ ne la beatitudine de l’
3025   0|              vita, a ’l tuo passare,~ urge fino i cipressi alti e quieti;~ ~
3026   0|              come li occhi de la fata Urgele,~ li occhi suoi brillan
3027   0|             attingeano quanti la fame urgeva.[126]~ ~D’argento era la ¶
3028   0|          Clara, alfine~ discendete... Urrà, mia bella!~ (Rossa in cima
3029   0|             d’uva succulenta;~ ed all’urto gli scorra il mosto in rivi.~ ~
3030   0|                d’un regale sire,~ ben usa a profumar la chioma bionda~
3031   0|               nere,~ fuor de la terra uscendo, le radici~ si distendean
3032   0|               un’altra volta.~ Quindi uscì.~ ~IV.~ ~La sua figura~ ~
3033   0|                 illustri opere d’ago, uscieno fuora~ qua e  di tra le
3034   0|   rilampeggiando?~ ~Non so. Ma come ¶ uscimmo da la chiostra~ in su’ paschi
3035   0|               capaci~ sacca ricolme d’uva succulenta;~ ed all’urto
3036   0|              morta pietra~ ne la gran vacuità.~ ~Un istante voi fermaste~
3037   0|       MELUSINA~ ~ ~Guarda, assisa, la vaga Melusina,~ tenendo il capo
3038   0|              la sua tiara~ splendeano vagamente come lune.~ ~Il cenacolo
3039   0|               in su’ poggi di Fiesole vagando.~ [45]~ ~BALLATA III.~ ~
3040   0|            lieti ribechini.~ ~Così tu vai, ¶ piacente Primavera,~
3041   0|           misteri~ entro i seni de ’l valico ritorto.~ Onde spronammo,
3042   0|     SEMINATORI~ ~ ~Van per il campo i validi garzoni~ guidando i buoi
3043   0|              d’arcieri,~ di messi, di valletti e di levrieri,~ di dame
3044   0|           voce umana~ che dava ad una vana~ ombra la vita, e quel chiarore
3045   0|              riva, il lene~ Ila sente vanir sua conoscenza,~ quasi di
3046   0|            che per un tempio immenso~ vanisca a poco a poco,~ ~da ’l giglio
3047   0|              labbra, i miei gesti e i vari atteggiamenti~ de ’l mio
3048   0|          pugno i freni~ e moveali con varia maestría.~ Piegava ad arco
3049   0|             sassi~ fini e politi, con varïamento~ di carbonchi topazi e crisoprassi.~
3050   0|              vittorie», come porta il Vasari.~ ~La Galleria delli Uffici
3051   0|               l tuo ¶ corpo hai fatto vase~ a’ balsami celesti ed a’
3052   0|               e i servi porgeranno in vasellami~ d’argento frutti il cui
3053   0|                 Ne l’eguale ombra più vaste~ digradavan le ruine.~ ~
3054   0|               ruine.~ ~Ma s’apría più vasto ancora~ e profondo il mio
3055   0|            una vittoria;[128]~ ~ma la vecchiezza è ¶ tremula, quale ai venti
3056   0|               e la fatale donna de ’l Vecelli,~ pallida, a cui ne le perfette
3057   0|           corni in lontananza ròco~ e veder cervi a mezzo de la via,~
3058   0|            Ride l’anima mia, ¶ solo a vederla;~ tal serena bontà fuor
3059   0|               lacrime facean sì ch’io vedessi~ tutte le forme a l’aria
3060   0|               per la nativa~ ombra, e vedeva crescere i misteri~ entro
3061   0|              venti alberello.~ Io son vedovo, solo, ne ’l vespero, su ’
3062   0|           alto di rose!~ ~Tu la Bella vedrai ¶ diman da sera~ e a lei
3063   0|            dan lume ai penetrali.~ ~— Vedrem fiori, com’ampie urne, ¶
3064   0|          suoni e canti a la ventura,~ veggendo faci, dicano le genti:~ —
3065   0|              dormire su l’erbe; o pur vegliare~ cantando in coro qualche
3066   0|        Talvolta io mi sentia li occhi velare.~ Le lacrime facean sì ch’
3067   0|            Quindi, rompendo il magico velario~ che l’edera tessea, con
3068   0|          stile~ cui di recente un suo velen sottile~ ha fatto azzurro,
3069   0|           Giacean, ebri d’assai dolci veleni,~ ne l’antro i prodi; e
3070   0|         chiedeano, in morir de ’l suo veleno;~ ~lui, ne l’alba, ¶ torcendosi
3071   0|              occhi socchiudendo tra i veli,~ chiedea: — Qual mietitore
3072   0|          avvinte~ che splendean senza velo,~ ~quelle membra ove i lievi~
3073   0|         Palpita il vostro sen con più veloce~ ansia a’ richiami de la
3074   0|            vigneti~ ove l’ebro clamor vendemmiale~ ed i carmi de’ rustici
3075   0|             calcagna~ imporporate del vendemmiatore,~ larghi rivi di mosto;
3076    | Venendo
3077   0|            quattrocento; e si trova a Venezia, nella Biblioteca di San ¶
3078   0|            marmi assai furono care.~ ~Vengan d’in torno le fanciulle
3079    | vengono
3080   0|                 alti e biondetti, sen venìano a l’esca~ de ’l cibo, come
3081    | venite
3082    | Venivan
3083    | venivano
3084    | venivi
3085   0|              ella, anche d’un salto,~ vennemi sovra il petto,~ ridendo.
3086   0|             udendo suoni e canti a la ventura,~ veggendo faci, dicano
3087   0|             moti abbian la ¶ maschia~ venustà della forma e la lunghezza~
3088   0|          dolce, non ¶ sapeste mai~ la verace dottrina che ne ’l mondo~
3089   0|         spargean su’ marmi essenza di verbena.~ ~In torno, i ¶ domitori-di-cavalli~
3090   0|           egli, avendo ¶ ereditato il Verbo,~ amò, come Gesù, peregrinare.~
3091   0|                Sotto l’acqua diffuse~ verdeggiano le piante;~ e in rigido
3092   0|         geòrgica si spande,~ o Publïo Vergilïo Marone.~ [113]~ ~ ~
3093   0|            infranto avrebbe il giglio verginale~ che a ’l sol ridea, sì
3094   0|               coppa un giglio~ in sua verginità, nobile e puro~ quale un
3095   0|            entro la stola,~ pensa una verità teologale.~ Chiari i segni
3096   0|             Ma balzan, di desir tutte vermiglie,~ le rose in tra le zampe
3097   0|            nuda le spalle,~ a l’aereo veron d’oro s’affaccia~ e graziosa
3098   0|        dolcezza ed Arca de l’oblìo,~ «versa a li uomini il vin che già
3099   0|                 come di bianche rose~ versava il ciel su ’l colle~ e copría
3100   0|               lei da le papali coppe~ versò le confetture.~ ~Or non
3101   0|             le rame ésili e torte;~ e verzicavan fitti li arboscelli,~ come
3102   0|           giorno~ lucean le mura ed i verzieri in torno~ aulívano), le
3103   0|                E a piè de ’l solio il vescovo latino~ move in ritmo un
3104   0|             che l’alba del giorno,~ e vestesi di seta Caturìa,~ la qual
3105   0|              brillano su ’l suo largo vestimento~ onde le mani cariche di
3106   0|          tratti dietro il paliscalmo~ vestono forme, ne la dubbia sera.~
3107   0|              cane, ¶ quasi per bere,~ vibra in ritmo la lingua umida
3108   0|             dolce fior de ’l petto,~ (vibran lieti pel cortile~ i nitriti
3109   0|           ebano, coperta~ di femmine, vibrar come una lira.~ [104]~ ~ ~
3110   0|                l’agili persone~ tutte vibravano, a la danza intese.~ ~Ogni
3111   0|            Roma~ ~[124]~ ~[125]~ ~ Da Victor Hugo.~ ~
3112   0|            gesto, a capo chino.~ ~Non vidi allor la Primavera iddia?~
3113    | viene
3114   0|             temperate~ di grazia e di vigore, agili in ritmo.~ Appariscano
3115   0|               quando una famiglia~ di villici sorgendo da ’l lavoro~ ci
3116   0|                attribuiti a Francesco Villon, che son meno ¶ esatti.
3117   0|             noi su ’l capo;~ ~fin che vinceane ¶ il Sonno. E de ’l profumo~
3118   0|               di pietre preziose~ che vincevano il  riscintillando.~ [
3119   0|                 feminili~ che il gran Vinci amava. Un fiore~ doloroso
3120   0|    abbracciano le piante~ con amorosi vincoli di fiori,~ tace la Bella
3121   0|             calici de ’l loto i rosei vini.~ ~Noi lungo il ¶ fiume,
3122   0|              l’aria odore di jacinti~ vinse Orïana de ’l soave oblio.~
3123   0|                labbra io baciai; così vinsevi amore...~ Oh fontanella
3124   0|             chioma~ io le disciolsi e vinta ella m’aperse~ le braccia,
3125   0|          profeta Danïele,~ avrebbe ei vinti a ’l suo giogo i leoni;~ ~
3126   0|               l nostro ardore cieco e vïolento~ in coppa d’oro un vin sereno
3127   0|               May de Penuele,~ gelida virgo prerafaelita,~ o voi che
3128   0|                Ed ella a me: — Non ha virtude alcuna~ il fino Amore per
3129   0|            pose~ a laudare le ascose~ virtuti de la terra in un poema.~
3130   0|              l’ora vicina.~ ~Già già, viscida e lunga, ella le ¶ braccia~
3131   0|        piacenza~ il grembialetto a le visitatrici.~ ~Ed esse la ¶ chiamarono
3132   0|              reìne clementi e serene~ vissero a lungo, in tempo assai
3133   0|            dura cosa~ ir le beltà non viste imaginando.~ A voi conviene
3134   0|               d’argento frutti il cui vital sapore~ da la bocca parrà
3135   0|         stridevan forte;~ ma a quelle viti ignude aspre e contorte~
3136   0|               la città ha aute le sue vittorie», come porta il Vasari.~ ~
3137   0|                l suono~ mi tremolò sì viva —~ mente a’ precordi ch’
3138   0|             rettile sopito;~ e paiono viventi occhi i rubini.~ ~Langue,
3139   0|          stagione~ e un gran disío di vivere e d’amare~ in me tornava
3140   0|               le serene~ bellezze, io vo tramando il madrigale,[229]~ ~
3141    | voglio
3142   0|         passare~ con lunghi gridi~ in vol triangolare~ su ’l grande
3143   0|         loquaci~ le cingean d’allegro vol.~ ~Sotto l’Arco il cavalcante~
3144   0|              lei, non più ribelli;~ e volan alto, come lieti augelli,~
3145   0|             in lungo ad arte~ imitare volean l’ímpari forme~ de ’l flauto
3146   0|             coprìa di rose e i fiumi~ volgean oro smeraldi ambra ne l’
3147   0|          componendo ala di chiostri,~ volgeasi in ampia nave,~ qual dòmo,
3148   0|           giovïale;~ ~o, lento, senza volgere lo sguardo~ da l’opra, amavi
3149   0|           ésili vene~ languíano, e mi volgeste (or vi sovviene?)~ le pupille
3150   0|            intesse a torno con rapidi voli~ una danza di perfida virtù.~ ~
3151   0|            vivi agili stami~ cui d’un volo sonoro~ cingean gl’insetti
3152   0|              l mattin trepido, cento~ volpi corrono fra il timo)~ ~o
3153   0|             disse il mio nome,~ ~ella volse il capo ¶ e li occhi~ grandi
3154   0|           parean, ne ’l dubbio lume,~ volubili riviere~ ~traenti in loro
3155   0|         beveste l’anime odorose~ — oh voluttate mistica e profonda!~ ~Poi,
3156    | vorrei
3157   0|              umido e chiaro,~ ~tesser vorrem di ¶ be’ ragionamenti,~
3158    | Vuoi
3159    | vuol
3160    | vuole
3161    | XIII
3162    | XIV
3163   0|               Orarénou mizou ni~ Sodé ya Norénamou.~ ~La quale outa
3164   0|               stromenti o senza; e la yomi-outa, da leggersi. La prima è ¶
3165   0|             Chiari i segni de ’l ciel zodiacale~ a lei giran la chioma di


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