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Gabriele D'Annunzio Isaotta Guttadauro ed altre poesie Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
Parte
3004 0| molte fiere la sua mano uccise,~ ~la sua man degna ¶ d’ 3005 0| l’alta sera;~ e bramire s’udian cervi a la luna~ da’ chiusi, 3006 0| invade, poi che novamente udii~ cozzar ne ’l verso l’armi 3007 0| firmamento che incurvasi a udir.~ ~Ignudo, le nobili forme~ 3008 0| malía~ ch’io mi credeva udire~ suono di corni in lontananza 3009 0| amavamo ne la selva d’oro.~ ~Udivam, ne ’l ¶ silenzio, a quando 3010 0| intesi a quel diletto.~ S’udivano i cavalli pascolare~ da 3011 0| rurale.~ Ma i nostri orecchi udranno ad ogni poco~ da la pergola 3012 0| Vasari.~ ~La Galleria delli Uffici possiede alcuni bellissimi 3013 0| così, mentre io ripensava Ulisse,~ guardando pe ’l seren 3014 0| elegantissima traduzione che ultimamente Judith ¶ Gautier ha fatta 3015 0| riviere~ i profumi da l’ultime pendici;~ e, sentendosi 3016 0| le pupille ne ’l sogno umide e caste.~ Non così pura 3017 0| che indugiano pe ’l cielo umido e chiaro,~ ~tesser vorrem 3018 0| ove la pace dorme,~ e da l’umili case, e da le tende~ nomadi, 3019 0| levata, e con un gesto~ d’umiltà grave e lento [12]~ ~offeriano 3020 0| altissimo Signore~ Nel ciel dell’umiltade ov’è Maria~ ~Disegno di 3021 0| L'uso degli accenti non è uniforme nel testo.~ ~ Minimi errori 3022 0| rotondi~ eran finamente unite,~ ~come a stel fiori, ¶ 3023 0| Ogni cosa taceva ¶ in Ur e in Jerimàde.~ Li astri 3024 0| bionda Napea di Rafael d’Urbino,~ ne la beatitudine de l’ 3025 0| vita, a ’l tuo passare,~ urge fino i cipressi alti e quieti;~ ~ 3026 0| come li occhi de la fata Urgele,~ li occhi suoi brillan 3027 0| attingeano quanti la fame urgeva.[126]~ ~D’argento era la ¶ 3028 0| Clara, alfine~ discendete... Urrà, mia bella!~ (Rossa in cima 3029 0| d’uva succulenta;~ ed all’urto gli scorra il mosto in rivi.~ ~ 3030 0| d’un regale sire,~ ben usa a profumar la chioma bionda~ 3031 0| nere,~ fuor de la terra uscendo, le radici~ si distendean 3032 0| un’altra volta.~ Quindi uscì.~ ~IV.~ ~La sua figura~ ~ 3033 0| illustri opere d’ago, uscieno fuora~ qua e là di tra le 3034 0| rilampeggiando?~ ~Non so. Ma come ¶ uscimmo da la chiostra~ in su’ paschi 3035 0| capaci~ sacca ricolme d’uva succulenta;~ ed all’urto 3036 0| morta pietra~ ne la gran vacuità.~ ~Un istante voi fermaste~ 3037 0| MELUSINA~ ~ ~Guarda, assisa, la vaga Melusina,~ tenendo il capo 3038 0| la sua tiara~ splendeano vagamente come lune.~ ~Il cenacolo 3039 0| in su’ poggi di Fiesole vagando.~ [45]~ ~BALLATA III.~ ~ 3040 0| lieti ribechini.~ ~Così tu vai, ¶ piacente Primavera,~ 3041 0| misteri~ entro i seni de ’l valico ritorto.~ Onde spronammo, 3042 0| SEMINATORI~ ~ ~Van per il campo i validi garzoni~ guidando i buoi 3043 0| d’arcieri,~ di messi, di valletti e di levrieri,~ di dame 3044 0| voce umana~ che dava ad una vana~ ombra la vita, e quel chiarore 3045 0| riva, il lene~ Ila sente vanir sua conoscenza,~ quasi di 3046 0| che per un tempio immenso~ vanisca a poco a poco,~ ~da ’l giglio 3047 0| labbra, i miei gesti e i vari atteggiamenti~ de ’l mio 3048 0| pugno i freni~ e moveali con varia maestría.~ Piegava ad arco 3049 0| sassi~ fini e politi, con varïamento~ di carbonchi topazi e crisoprassi.~ 3050 0| vittorie», come porta il Vasari.~ ~La Galleria delli Uffici 3051 0| l tuo ¶ corpo hai fatto vase~ a’ balsami celesti ed a’ 3052 0| e i servi porgeranno in vasellami~ d’argento frutti il cui 3053 0| Ne l’eguale ombra più vaste~ digradavan le ruine.~ ~ 3054 0| ruine.~ ~Ma s’apría più vasto ancora~ e profondo il mio 3055 0| una vittoria;[128]~ ~ma la vecchiezza è ¶ tremula, quale ai venti 3056 0| e la fatale donna de ’l Vecelli,~ pallida, a cui ne le perfette 3057 0| corni in lontananza ròco~ e veder cervi a mezzo de la via,~ 3058 0| Ride l’anima mia, ¶ solo a vederla;~ tal serena bontà fuor 3059 0| lacrime facean sì ch’io vedessi~ tutte le forme a l’aria 3060 0| per la nativa~ ombra, e vedeva crescere i misteri~ entro 3061 0| venti alberello.~ Io son vedovo, solo, ne ’l vespero, su ’ 3062 0| alto di rose!~ ~Tu la Bella vedrai ¶ diman da sera~ e a lei 3063 0| dan lume ai penetrali.~ ~— Vedrem fiori, com’ampie urne, ¶ 3064 0| suoni e canti a la ventura,~ veggendo faci, dicano le genti:~ — 3065 0| dormire su l’erbe; o pur vegliare~ cantando in coro qualche 3066 0| Talvolta io mi sentia li occhi velare.~ Le lacrime facean sì ch’ 3067 0| Quindi, rompendo il magico velario~ che l’edera tessea, con 3068 0| stile~ cui di recente un suo velen sottile~ ha fatto azzurro, 3069 0| Giacean, ebri d’assai dolci veleni,~ ne l’antro i prodi; e 3070 0| chiedeano, in morir de ’l suo veleno;~ ~lui, ne l’alba, ¶ torcendosi 3071 0| occhi socchiudendo tra i veli,~ chiedea: — Qual mietitore 3072 0| avvinte~ che splendean senza velo,~ ~quelle membra ove i lievi~ 3073 0| Palpita il vostro sen con più veloce~ ansia a’ richiami de la 3074 0| vigneti~ ove l’ebro clamor vendemmiale~ ed i carmi de’ rustici 3075 0| calcagna~ imporporate del vendemmiatore,~ larghi rivi di mosto; 3076 | Venendo 3077 0| quattrocento; e si trova a Venezia, nella Biblioteca di San ¶ 3078 0| marmi assai furono care.~ ~Vengan d’in torno le fanciulle 3079 | vengono 3080 0| alti e biondetti, sen venìano a l’esca~ de ’l cibo, come 3081 | venite 3082 | Venivan 3083 | venivano 3084 | venivi 3085 0| ella, anche d’un salto,~ vennemi sovra il petto,~ ridendo. 3086 0| udendo suoni e canti a la ventura,~ veggendo faci, dicano 3087 0| moti abbian la ¶ maschia~ venustà della forma e la lunghezza~ 3088 0| dolce, non ¶ sapeste mai~ la verace dottrina che ne ’l mondo~ 3089 0| spargean su’ marmi essenza di verbena.~ ~In torno, i ¶ domitori-di-cavalli~ 3090 0| egli, avendo ¶ ereditato il Verbo,~ amò, come Gesù, peregrinare.~ 3091 0| Sotto l’acqua diffuse~ verdeggiano le piante;~ e in rigido 3092 0| geòrgica si spande,~ o Publïo Vergilïo Marone.~ [113]~ ~ ~ 3093 0| infranto avrebbe il giglio verginale~ che a ’l sol ridea, sì 3094 0| coppa un giglio~ in sua verginità, nobile e puro~ quale un 3095 0| entro la stola,~ pensa una verità teologale.~ Chiari i segni 3096 0| Ma balzan, di desir tutte vermiglie,~ le rose in tra le zampe 3097 0| nuda le spalle,~ a l’aereo veron d’oro s’affaccia~ e graziosa 3098 0| dolcezza ed Arca de l’oblìo,~ «versa a li uomini il vin che già 3099 0| come di bianche rose~ versava il ciel su ’l colle~ e copría 3100 0| lei da le papali coppe~ versò le confetture.~ ~Or non 3101 0| le rame ésili e torte;~ e verzicavan fitti li arboscelli,~ come 3102 0| giorno~ lucean le mura ed i verzieri in torno~ aulívano), le 3103 0| E a piè de ’l solio il vescovo latino~ move in ritmo un 3104 0| che l’alba del giorno,~ e vestesi di seta Caturìa,~ la qual 3105 0| brillano su ’l suo largo vestimento~ onde le mani cariche di 3106 0| tratti dietro il paliscalmo~ vestono forme, ne la dubbia sera.~ 3107 0| cane, ¶ quasi per bere,~ vibra in ritmo la lingua umida 3108 0| dolce fior de ’l petto,~ (vibran lieti pe ’l cortile~ i nitriti 3109 0| ebano, coperta~ di femmine, vibrar come una lira.~ [104]~ ~ ~ 3110 0| l’agili persone~ tutte vibravano, a la danza intese.~ ~Ogni 3111 0| Roma~ ~[124]~ ~[125]~ ~ Da Victor Hugo.~ ~ 3112 0| gesto, a capo chino.~ ~Non vidi allor la Primavera iddia?~ 3113 | viene 3114 0| temperate~ di grazia e di vigore, agili in ritmo.~ Appariscano 3115 0| quando una famiglia~ di villici sorgendo da ’l lavoro~ ci 3116 0| attribuiti a Francesco Villon, che son meno ¶ esatti. 3117 0| noi su ’l capo;~ ~fin che vinceane ¶ il Sonno. E de ’l profumo~ 3118 0| di pietre preziose~ che vincevano il dì riscintillando.~ [ 3119 0| feminili~ che il gran Vinci amava. Un fiore~ doloroso 3120 0| abbracciano le piante~ con amorosi vincoli di fiori,~ tace la Bella 3121 0| calici de ’l loto i rosei vini.~ ~Noi lungo il ¶ fiume, 3122 0| l’aria odore di jacinti~ vinse Orïana de ’l soave oblio.~ 3123 0| labbra io baciai; così vinsevi amore...~ Oh fontanella 3124 0| chioma~ io le disciolsi e vinta ella m’aperse~ le braccia, 3125 0| profeta Danïele,~ avrebbe ei vinti a ’l suo giogo i leoni;~ ~ 3126 0| l nostro ardore cieco e vïolento~ in coppa d’oro un vin sereno 3127 0| May de Penuele,~ gelida virgo prerafaelita,~ o voi che 3128 0| Ed ella a me: — Non ha virtude alcuna~ il fino Amore per 3129 0| pose~ a laudare le ascose~ virtuti de la terra in un poema.~ 3130 0| l’ora vicina.~ ~Già già, viscida e lunga, ella le ¶ braccia~ 3131 0| piacenza~ il grembialetto a le visitatrici.~ ~Ed esse la ¶ chiamarono 3132 0| reìne clementi e serene~ vissero a lungo, in tempo assai 3133 0| dura cosa~ ir le beltà non viste imaginando.~ A voi conviene 3134 0| d’argento frutti il cui vital sapore~ da la bocca parrà 3135 0| stridevan forte;~ ma a quelle viti ignude aspre e contorte~ 3136 0| la città ha aute le sue vittorie», come porta il Vasari.~ ~ 3137 0| l suono~ mi tremolò sì viva —~ mente a’ precordi ch’ 3138 0| rettile sopito;~ e paiono viventi occhi i rubini.~ ~Langue, 3139 0| stagione~ e un gran disío di vivere e d’amare~ in me tornava 3140 0| le serene~ bellezze, io vo tramando il madrigale,[229]~ ~ 3141 | voglio 3142 0| passare~ con lunghi gridi~ in vol triangolare~ su ’l grande 3143 0| loquaci~ le cingean d’allegro vol.~ ~Sotto l’Arco il cavalcante~ 3144 0| lei, non più ribelli;~ e volan alto, come lieti augelli,~ 3145 0| in lungo ad arte~ imitare volean l’ímpari forme~ de ’l flauto 3146 0| coprìa di rose e i fiumi~ volgean oro smeraldi ambra ne l’ 3147 0| componendo ala di chiostri,~ volgeasi in ampia nave,~ qual dòmo, 3148 0| giovïale;~ ~o, lento, senza volgere lo sguardo~ da l’opra, amavi 3149 0| ésili vene~ languíano, e mi volgeste (or vi sovviene?)~ le pupille 3150 0| intesse a torno con rapidi voli~ una danza di perfida virtù.~ ~ 3151 0| vivi agili stami~ cui d’un volo sonoro~ cingean gl’insetti 3152 0| l mattin trepido, cento~ volpi corrono fra il timo)~ ~o 3153 0| disse il mio nome,~ ~ella volse il capo ¶ e li occhi~ grandi 3154 0| parean, ne ’l dubbio lume,~ volubili riviere~ ~traenti in loro 3155 0| beveste l’anime odorose~ — oh voluttate mistica e profonda!~ ~Poi, 3156 | vorrei 3157 0| umido e chiaro,~ ~tesser vorrem di ¶ be’ ragionamenti,~ 3158 | Vuoi 3159 | vuol 3160 | vuole 3161 | XIII 3162 | XIV 3163 0| Orarénou mizou ni~ Sodé ya Norénamou.~ ~La quale outa 3164 0| stromenti o senza; e la yomi-outa, da leggersi. La prima è ¶ 3165 0| Chiari i segni de ’l ciel zodiacale~ a lei giran la chioma di