IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Come Jacob e
Judith, con le pálpebre chiuse
Booz giacea ne ’l grave sonno patriarcale.
Or la porta de ’l cielo su ’l suo capo si schiuse
e ne discese un sogno. Ed il sogno fu tale:
Booz vide una
quercia fuor de ’l suo ventre in piena
vita sorgere e lenta giugner l’ultimo lume.
Una stirpe di umani vi s’ergea, qual catena:
un re cantava a ’l piede, moriva in alto un nume.
E mormorava Booz,
sotto le verdi foglie:
— Come può mai, Signore, questo dunque accadere?
Su ’l mio capo fiorirono ottanta primavere:
ed io non ho figliuoli, ed io non ho più moglie.
Da gran tempo
colei che meco ebbi giacente
ha lasciato il mio letto pe ’l tuo letto, Signore;
e noi siam l’una all’altro ancor misti d’amore,
ella pur semiviva ed io quasi morente.
Una progenie nuova
da me sorgere a gloria?
Or come posso io dunque aver prole, o Signore?
La prima giovinezza ha trionfanti aurore:
esce il dì da la notte come da una vittoria;[128]
ma la vecchiezza è
tremula, quale ai venti alberello.
Io son vedovo, solo, ne ’l vespero, su ’l monte;
come un bove assetato piega all’acqua la fronte,
io l’anima reclino, mio Dio, verso l’avello. —
Così Booz parlava,
ne la misteriosa
notte, e a Dio volgea l’occhio inerte; però che
l’alto cedro non sente a ’l suo piede una rosa
e non sentiva Booz una donna a ’l suo piè.