Gabriele D'Annunzio
Isaotta Guttadauro ed altre poesie
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SONETTI DELLE FATE

A GIUSEPPE CELLINI

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                       A GIUSEPPE CELLINI

Lino ai boschi de l’isola di Creta
udía le ninfe correre tra i rami
e Teocrito udía lunge i richiami
di Lyda a riva e i canti di Dameta.

Tu ne li orti d’Italia odi, o poeta,
rider le fate come in lor reami.
Ti chiede Urganda: — O mio sire, tu m’ami? —
e ti trae ne la sua reggia segreta.

Agile, ardente quale fiamma, Urganda
t’intesse a torno con rapidi voli
una danza di perfida virtù.

Ma non anche tu dormi in Broceglianda
tra i mirti intonsi, a’ lai de’ rosignoli,
poi ch’io suono il fatal corno d’Artù.
[84]

 

                      


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