Libro

 1    1|      mondo, a me benevole sono stato importunamente sollecitato
 2    1|    dica il mio giudicio essere stato povero di consiglio, avendosi
 3    2|       esca dolce a l’alme fôra stato,~ che quanto sia Iesú d’
 4    3|     concesso a lui non mai sia stato~ per apporlo agli amici
 5    3|  inteso),~ chiama che ’l divin stato è troppo immenso~ e de l’
 6    3|      d’ogni animale il tempo e stato umano?~ Qui taccio mille
 7    4|      un poco ed a ciascuno~ lo stato lor predisse o chiaro o
 8    4|     perché tu sol religion, tu stato~ diverso avei da Bacche
 9    4|   ascolta i lai, vede l’iniquo stato~ di quel ch’ogn’altro popol
10    5|        Iesú cangiata è legge e stato.~ ~8~ ~Ma d’Aristotil s’
11    5|      Milano giá millanni~ non stato fosse di Belgrado e Rodi,~
12    5|      rozzo e ingrato mai, qual stato fôra~ inseguir lui difficile
13    5|        sia d’ogn’arte, gente e stato,~ femina, maschio, sciolto
14    6|    veri figli~ in questo breve stato, e a quel dissopre,~ i qual
15    6|     vario sangue, di costume e stato~ da riformar, qual savio
16    8|       popolo cangiar costumi e stato,~ esserne ucciso: tanto
17    9|     Ingrato Giuda, quanto fôra stato~ meglio per te giamai non
18    9| spilonche~ d’importun’ombre in stato tal v’ha scorte,~ ch’omai
19    9|         come si sa ch’ogn’alto stato a basso~ sen giace per discordia,
20    9|    diversi essendo di natura e stato?~ Però le voglie mie vi
21   10|       come giá dissi, al divin stato,~ seguillo appresso e alfin
22   10|  Tiberio avete a cor servar lo Stato,~ e ch’aspramente si punisce
23   10|       lor posse!~ Tengol mio stato piú alto e piú profondo:~
24   11|       riparo~ nullo giamai sia stato, a quanti sparti~ uomini
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