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Vorrei che questo mio
tristo pensiero
mettesse corpo ed ale,
e s'involasse, fieramente
altero,
armato di pugnale.
Sui potenti, brïachi nei
conviti,
piombasse, qual säetta,
scotendo su quei volti
illividiti
l'arma de la vendetta.
Su la plebe, che affronta
la tenzone
de la miseria, e freme,
gittasse il grido de la
ribellione,
ed un raggio di speme.
Ma quei, che striscia,
inverecondo e vile,
per un tozzo di pane,
vorrei bollasse il mio
vindice stile,
come si bolla un cane.
Livorno, Carcere dei Domenicani, Settembre 1891.