Pietro Gori
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INTERMEZZI

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Ormai le vie del vulgo seguiremo,
E sfruttando di nostre braccia l'opera,
Alla ventura vivere potremo.

Potremo ancora attendere,
L'ora che il nostro letto al tuo dappresso
Sarà scavato, ed al dimani, gelido
Come sul tuo, sul nostro nome anch'esso

L'oblio potrà discendere.

H. Murger, Dalle "Nuits d'hiver".

Va', libriccino mio, gentil residuo
di battaglie, di lagrime,

anatèmi e di spasimi,
a ricordanza pia d'ore mestissime.

Quando a te, messaggiero in vesti povere,
domanderanno gli uomini:

«A che venisti?» «O pavidi
baldo risponderai, «venni a combattere».

Io venni, d'onde a vostre leggi tragiche
squallide turbe imprecano,

d'onde, per vostra infamia,
livide fiamme d'ira e d'odio guizzano.

Ivi la lue d'un mondo empio precipita,
ivi le anime piangono,

ed il pensiero medita
truci vendette e ferocie implacabili.

Non me – quando il furor del patrio codice
sarà placato, e, libero,

lascerò questo carcere
tale odio al novo battagliare inanimi!

Me giova meglio ne 'l dolor la tempera
adamantina assumere,

ed a le pugne eroiche
ricolmo il cor d'entusïasmimuovere.

O Bice, allor che i vitupèri e i triboli
de la vita, le splendide

ire e gli amori fervidi
avran ròso il mio cor – sul freddo tumolo,

presso al fratel dei brevi anni miei giovini,
non menzognere epigrafi

incideranno i memori,
e sovr'esso l'oblio potrà discendere.

Ma se di alcuna amica man le linee
avrà quel sasso funebre,

diranno in mia memoria:
«Ha molto amato, e per amor fu milite».

Lucca, Penitenziario di San Giorgio,
3 Novembre.


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